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603 commenti
buongiorno,
chiedo conferma che ad oggi ( 10 gennaio 2024) non è ancora giunta l’autorizzazione europea per i regimi fiscali del terzo settore.
Pertanto è ancora attiva l’opzione 398/91 anche per il 2024 per le associazioni culturali ( sebbene con obbligo di fatturazione elettronica).
Buonasera, desidero sapere se una palestra sotto forma di S.S.D. può essere venduta e, in caso affermativo, quale è il coefficiente del fatturato annuo per determinarne il valore e quali sono le modalità con cui è corretto procedere alla vendita.
Ringrazio e porgo saluti cordiali, Leonardo Q
Buongiorno. Una S.S.D. è, sotto il profilo civilistico, un ente commerciale (ossia una S.R.L., pur se sportiva dilettantistica) che beneficia però di un particolare regime fiscale (decommercializzaizone delle quote incassate da iscritti/frequentatori per attività coerenti con le finalità dell’Ente) in ragione del divieto di distribuzione di utili e dell’assenza di finalità di lucro. Va pertanto da sé che la cessione di quote di una SSD da parte dei suoi titolari (in altre parole, la “vendita” della SSD) ad un valore diverso da quello nominale effettivamente versato rappresenta una palese distribuzione di utili, con conseguente perdita delle agevolazioni fiscali godute da parte dell’Ente. Segnalo in proposito un nostro approfondimento specifico: https://www.tuttononprofit.com/2017/02/quali-sono-le-agevolazioni-fiscali-di-un-ente-non-profit-associazione-societa-sportiva-dilettantistica.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
la Pro Loco del mio comune costituitasi nel 2017, causa gli ultimi anni di pandemia, non è più attiva per cui risulta essere in una situazione di stallo da diversi anni.
Le cariche sociali del direttivo, del vice presidente e del presidente sono scadute nel 2021 e non sono state mai rinnovate.
Adesso vorremmo ripristinare il tutto e ritornare ad essere operativi, per cui vorremmo riaprire le iscrizioni a nuovi soci e nuova linfa, indire nuova assemblea dei soci per eleggere nuovo direttivo.
Da poco però il Presidente si è dimesso per motivi personali, quali sono i passi da seguire per poter ripristinare la pro loco in queste condizioni? Cosa ci consiglia?
Grazie mille per la risposta, cordiali saluti. Fabio
Buongiorno. Se il Consiglio Direttivo dell’Ente risulta scaduto e/o decaduto, occorrerà che venga convocata/indetta un’assemblea sociale con gli aventi diritto, i quali saranno chiamati ad eleggere un nuovo organo amministrativo per l’Ente, secondo le modalità contenute all’interno dello statuto sociale vigente dell’Ente. A quel punto l’Ente potrà riprendere l’ordinaria attività, riaprendo iscrizioni ed attività. Segnalo in proposito un nostro articolo specifico: https://www.tuttononprofit.com/2019/07/cambio-presidente-associazione-consiglio-direttivo.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, faccio parte di un associazione sportiva dilettantistica.
Stiamo avendo problemi con il presidente.
Purtroppo i componenti del consiglio dell’ordine siamo 3, io lui e la moglie e da come si può percepire, non ho la maggioranza e non riesco a convocare un’assemblea per approvare il bilancio.
Quest’anno abbiamo richiesto ai soci di scrivere una lettera per richiedere al presidente l’assemblea ordinaria per l’approvazione del bilancio e non la intende fare.
Ora vorremmo procedere a richiedere l’assemblea straordinaria per gravi motivi.
Ho un altro quesito da porre. L’associazione ə stata costituita il 2019, ma poi nel 2021 è avvenuto un cambio di direttivo perché 3 consiglieri si sono dimessi e sono subentrata io come vice presidente. Il presidente è rimasto sempre questo.
Vorrei sapere se il rinnovo del presidente, che dura in carica 4 anni, si rinnova nel 2023 o nel 2025. La modifica delle cariche del segretario e tesoriere ha fatto il modo che i due anni da presidente già svolti siano stati annullati? Perché abbiamo chiesto nella lettera per la richiesta dell’assemblea ordinaria, sia l approvazione del bilancio che il rinnovo del presidente, ma non intende indirla e tanto meno crede che gli sia scaduto il mandato,
Buongiorno. Rispondo per punti ai due quesiti. 1: qualora il consiglio direttivo non si adoperi per la convocazione di un’assemblea sociale, certamente possono procedere i soci in tal senso, secondo le modalità individuate nello statuto sociale vigente dell’Ente, che dovrebbe individuare termini e maggioranze richieste ai fini di una convocazione di assemblea sociale straordinaria da parte dei soci del sodalizio; 2: se il Consiglio Direttivo non è decaduto il suo mandato è da ritenersi “in corso”, con scadenza decorrente dall’anno di elezione: https://www.tuttononprofit.com/2019/07/cambio-presidente-associazione-consiglio-direttivo.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. Se una ASD intende modificare il proprio statuto configurandosi altresì quale APS, allora potrà beneficiare delle agevolazioni previste dal D. Lgs. 117/2017, applicando (quando possibile) il regime fiscale previsto dal titolo X del citato codice del Terzo Settore e potendo altresì applicare la previsione di cui all’articolo 71 della norma in commento relativamente alla compatibilità delle destinazioni d’uso dei locali nei quali operano gli Enti del Terzo Settore. Al contempo, però, dovrà rispettare le previsioni introdotte per queste tipologie di Enti (su tutte, ad esempio, il rapporto tra lavoratori e volontari ex art. 35). Segnalo in proposito i nostri approfondimenti: https://www.tuttononprofit.com/category/riforma-terzo-settore. Cordialità, Stefano Bertoletti
Chiedo conferma del fatto che in mancanza, ad oggi , di autorizzazione della commissione europea per i regimi fiscali previsti dal titolo X della normativa terzo settore,
si può ancora applicare l’opzione 398/91 per associazione culturale nel 2023.
grazie
Buongiorno. Confermo che ad oggi l’autorizzazione della commissione europea ancora non è giunta, motivo per il quale la riforma fiscale degli Enti del Terzo Settore ex D. Lgs. 117/2017 ad oggi ancora non risulta operativa, motivo per il quale risulta ancora applicabile il regime individuato dalla L. 398/91 (https://www.tuttononprofit.com/2018/10/circolare-18e-regime-398-91-adesione-decadenza-conseguenze.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
BUONASERA,
chiedo se è ancora possibile utilizzare l’opzione 398/91 per una piccola associazione ( ovviamente non iscritta al RUNTS) nel 2023, visto che non troviamo ancora pubblicata l’autorizzazione europea per i regimi fiscali del terzo settore ( titolo X normativa terzo settore per regimi fiscali nuovi).
Ringrazio per la collaborazione
LUCIA
Buongiorno. Confermo che ad oggi l’autorizzazione della commissione europea ancora non è giunta, motivo per il quale la riforma fiscale degli Enti del Terzo Settore ex D. Lgs. 117/2017 ad oggi ancora non risulta operativa, motivo per il quale risulta ancora applicabile il regime individuato dalla L. 398/91 (https://www.tuttononprofit.com/2018/10/circolare-18e-regime-398-91-adesione-decadenza-conseguenze.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno
siamo una APS (banda musicale e scuola di musica) stiamo sistemando i libri soci, come devono essere suddivisi i soci? abbiamo musicisti e soci volontari maggiorenni e minorenni, soci lavoratori non dipendenti (i docenti della scuola), e i ragazzi iscritti alla scuola della associazione. Ho cercato ma non ho trovato come chiaramente devono essere divisi nel libro i soci. Grazie Cordialità
Stefano
Buongiorno. Per quanto concerne il registro volontari Le segnalo il nostro ultimo articolo sul tema: https://www.tuttononprofit.com/2021/06/obbligo-vidimazione-registro-volontari-enti-terzo-settore-nota-7180-mlps.html. Relativamente al libro soci, infine, è sicuramente necessario che in esso siano inseriti tutti i riferimenti degli stessi riportando altresì la data di inizio noché eventualmente quella di fine, oltre a tutti i dati ritenuti eventualmente utili. Cordialità, Stefano Bertoletti
buon giorno dott. Stefano, nel mese di marzo abbiamo trasformato l’ex centro anziani in A P S come da delibera della regione Lazio chiedo se il vecchio comitato di gestione può avere la proroga per gestire la A PS senza indire le elezioni nel nuovo soggetto. grazie della risposta per me assolutamente importante. Guido
Buongiorno. Se l’Ente ha modificato il proprio statuto, il suo organo direttivo in via generale è da considerarsi pienamente legittimato a continuare ad operare fino alla naturale scadenza del mandato dello stesso, ovviamente secondo le regole previste dal nuovo statuto sociale approvato. Non si rendono dunque necessarie elezioni ad hoc, fatte salve eventuali esigenze specifiche. Segnalo in proposito un nostro approfondimento specifico: https://www.tuttononprofit.com/2019/07/cambio-presidente-associazione-consiglio-direttivo.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Inserire nello statuto una clausola che prevede l’integrale distribuzione agli associati degli utili conseguiti dall’attività dell’associazione è compatibile con la natura e con lo scopo di un’associazione culturale?
Buongiorno. Le riporto di seguito il testo dell’dei primi due commi dell’articolo 8 del D. Lgs. 117/2017, rubricato “Destinazione del patrimonio ed assenza di scopo di lucro”, in vigore dal 03/08/2017: “1. Il patrimonio degli enti del Terzo settore, comprensivo di eventuali ricavi, rendite, proventi, entrate comunque denominate e’ utilizzato per lo svolgimento dell’attivita’ statutaria ai fini dell’esclusivo perseguimento di finalita’ civiche, solidaristiche e di utilita’ sociale. 2. Ai fini di cui al comma 1, e’ vietata la distribuzione, anche indiretta, di utili ed avanzi di gestione, fondi e riserve comunque denominate a fondatori, associati, lavoratori e collaboratori, amministratori ed altri componenti degli organi sociali, anche nel caso di recesso o di ogni altra ipotesi di scioglimento individuale del rapporto associativo”. Le segnalo infine un nostro approfondimento specifico sul punto: https://www.tuttononprofit.com/2013/07/cosa-significa-divieto-di-distribuzione.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. In via generale nulla osta: a secondda della tipologia di evento occorrerà verificare se/quali adempimenti specific siano dovuti in termini di richieste o similari, raccordandosi altresì con la stessa Associazione di Promozione Sociale. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, sto creando un’associazione scientifica per il momento non riconosciuta, e dovrei a breve depositare l’atto costitutivo e lo statuto presso l’Agenzia delle Entrate. Uno dei soci del Consiglio Direttivo mi ha domandato se ci fossero questioni per cui sia/sarà richiesto l’assenso specifico dei soci fondatori (come ad esempio un eventuale cambio di conto corrente), o se questi valessero allo stesso modo degli altri soci per tutte le questioni riguardanti l’Associazione e per cui non sia esclusivamente chiamato in causa il Consiglio Direttivo.
Buongiorno. Essere socio fondatore di un Ente di tipo associativo non riserva al soggetto in questione diritti ulteriori in aggiunta a quelli di cui beneficiano tutti i soci ordinari del sodalizio, siano essi componenti o meno dell’Organo di Amministrazione dell’Ente, il tutto nel rispetto della doverosa disciplina uniforme del rapporto associativo, che abbiamo analizzato ed approfondito qui: https://www.tuttononprofit.com/2016/04/disciplina-uniforme-del-rapporto-associativo-in-una-associazione-non-profit-cosa-significa.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve,
sto costituendo un’associazione culturale insieme ad altre due persone. Nello statuto abbiamo indicato come tipologie di soci solo quelli ordinari e fondatori. Ho letto però che molti statuti contengono anche altre categorie di associati quali soci sostenitori, onorari etc.
La nostra associazione organizzerà anche eventi singoli per i quali saranno previste delle quote di iscrizione una tantum, come ad esempio dei concorsi fotografici nazionali ed internazionali. Al fine di evitare ai partecipanti di doversi associare e dunque dover pagare una quota associativa ogni anno (molti di loro saranno probabilmente di altre città), potrebbero tali partecipanti figurare come soci sostenitori e giustificare così il pagamento della quota di iscrizione solo in concomitanza ad un singolo evento organizzato? O, altrimenti, come potremmo far figurare le quote ricevute da questi partecipanti?
Grazie mille per la vostra attenzione!
Buongiorno. Questo il testo dell’articolo 25 n. 2 del D. Lgs. 117/2017: “Gli atti costitutivi o gli statuti delle associazioni che hanno un numero di associati non inferiore a cinquecento possono disciplinare le competenze dell’assemblea anche in deroga a quanto stabilito al comma precedente, nel rispetto dei principi di democraticità, pari opportunità ed eguaglianza di tutti gli associati e di elettività delle cariche sociali”. Ciò significa che, al di là delle eventuali categorie che possono essere previste dagli statuti in relazione agli associati, è indispensabile che gli stessi soci, in quanto tali, godano dei medesimi diritti (su tutti l’elettorato attivo e quello passivo) nonché doveri. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera Dr. Bartoletti
siamo un Aps Arci senza partita iva, che vuole promuovere discipline olistiche, yoga meditazione ecc.
1 possiamo noleggiare, e in quale forma, una sala del circolo ad un operatore per tali discipline?
2 se si, è necessario che questo operatore diventi socio (se non lo fosse già)?
3 le ricevute, o altro, a chi aderisce a tali discipline le deve fare lui, giusto?
4 i partecipanti devono obbligatoriamente avere la tessera del circolo?
5 Arci dice che le stanze sociali devono essere frequentate solo dai soci ( ho avuto , da altri, risposte discordanti in merito….) ?
Se mi può chiarire la situazione, come ha fatto già in altre occasione, la ringrazio infinitamente.
Buongiorno. Rispondo per punti.
1. l’affitto spazi è da ritenersi attività commerciale, per l’esercizio della quale l’Ente deve essere titolare di partita IVA versando sui relativi proventi commerciali incassati imposte ed IVA alle scadenze e secondo le aliquote previste dal regime fiscale di riferimento (https://www.tuttononprofit.com/2016/06/il-noleggio-di-beni-ai-soci-di-una-associazione-e-attivita-commerciale-o-istituzionale.html);
2. la qualifica di associato o meno del soggetto al quale si affitta uno spazio non rileva ai fini della natura del corrispettivo per l’affitto dello stesso, trattandosi sempre di incasso commerciale per l’Associazione;
3 e 4. se l’ente affitta lo spazio ad un soggetto terzo il quale in esso organizza le proprie attività, gratuite oppure a pagamento che siano, sarà quest’ultimo il responsabile fiscale ed amministrativo degli eventuali proventi incassati;
5. in via generale l’accesso ai locali di un’Associazione è riservato ai soci, salvo trattare come commerciali i proventi incassati da terzi non associati (https://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html).
Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, mi inserisco su questo punto.
Sto per aprire un’APS in un locale che ho comprato. Il locale è molto grande quindi una parte la vorrei affittare a uno dei soci dell’associazione che con la sua partita IVA venderebbe i lavori di restauro che fa, chiaramente sarebbe una sua attività commerciale sganciata dall’APS.
Ci è venuto in mente perché il lavoro di riciclo e restauro che svolge è coerente con i fini istituzionali dell’APS e andrebbero anche ad abbellire lo spazio. E’ possibile?
Mi piacerebbe unire le due attività perché molto coerenti, chiaramente se l’affitto non rientra tra le agevolazioni fiscali riservate agli enti senza scopo di lucro non sarebbe un problema, il mio interesse è far coesistere due attività molto in linea tra loro.
Peraltro il locale si compone di una prima parte accatastata come locale commerciale, e una parte accatastata come magazzino. La prima la affitterei al socio e nella seconda metterei l’associazione.
Buongiorno. Se Lei è proprietario di un’immobile con i requisiti idonei, nulla osta alla circostanza che, ricorrendone i presupposti, lo affitti/conceda in comodato a soggetti terzi, siano essi persone fisiche o giuridiche. Se invece gli spazi dovessero essere affidati da Lei all’Ente, il quale con un contratto di sublocazione/concessione spazi li dovesse poi concedere in parte a terzi, le relative somme saranno sicuramente da considerarsi rilevanti ai fini commerciali. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buon giorno, sono nel ruolo di Tesoriere facente parte del gruppo di 4 persone fondatrici di un associazione no onlus, posso ritirarmi con lettera e mail o pec e loro continuare comunque la loro attivita’ senza problemi o devono sostituirmi con un altro elemento partecipante o esterno? ho obbligo di cessare a fine anno o posso in qualsiasi momento? grazie
Buongiorno. Premessa la necessità di analizzare le previsioni statutarie vigenti dell’Ente, occorre verificare se le sue dimissioni (che potranno essere rassegnate nel modo che ritiene più congruo, meglio sicuramente se tramite PEC o raccomandata ai fini della certezza della data) comportino la decadenza dell’intero Organo Direttivo, con conseguente necessità di convocare un’assemblea sociale avete all’ordine del giorno l’elezione di un nuovo CD (https://www.tuttononprofit.com/2019/07/cambio-presidente-associazione-consiglio-direttivo.html), oppure se lo stesso Consiglio Direttivo sia nelle condizioni di proseguire il suo mandato fino alla naturale scadenza dello stesso. Confermo infine che le dimissioni possono essere rassegnate in qualsiasi momento. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
mi presento, mi chiamo Sebastian ed ho 24 anni, da poco meno di un anno ho fondato una ASD(sto aprendo partita iva ora) e al momento abbiamo solo una squadra di calcio a 7, avrei un pò di domande da porvi:
1) Serve PEC per le fatture elettroniche?
2) C’è la possibilità di inserire dei soldi da parte mia nella associazione oltre alla quota soci? ( ad es. per comprare un tablet che verrà utilizzato per l’associazione)
3) Ho uno dei soci che si vuole dimettere dalla carica, qual’è l’iter corretto da seguire?
Salve,
avrei bisogno di alcuni chiarimenti. Ho un’associazione culturale non registrata da poco e sto aspettando che mi attribuiscano il codice fiscale. Nel frattempo dovremmo fare uno spettacolo sponsorizzato da alcune attività commerciali del comune in cui ci esibiamo. Come posso giustificare le entrate esigue che ci saranno? Può il legale rappresentate ricevere il pagamento o la donazione da parte degli sponsor sul suo conto direttamente? ovviamente facendo i giusti riferimenti nella causale di versamento? grazie
Buonasera,
un circolo Arci APS possiede a 300 mt dalla sede un giardino di proprietà di 1800 mq, in cui non è possibile espandere attività di somministrazione per cene ecc. (licenza solo x sede, così dice ufficio commercio comune di Firenze). Domanda: se una persona ci chiede di fare una seduta di Yoga, una dimostrazione o una festa di compleanno, con una piccola donazione volontaria al circolo (gestite direttamente, senza coinvolgimento alcuno del Circolo) devono essere obbligatoriamente tutti soci del circolo ?
Buongiorno. Nulla osta alla circostanza che un’associazione riceva donazioni e/o contributi liberali, anche da terzi non associati. Ovviamente la donazione dovrà essere effettivamente tale, e non un corrispettivo “mascherato” per la cessione di un servizio da parte dell’associazione, circostanza che qualificherebbe detto provento come commerciale, con tutte le relative conseguenze del caso in termini di imposte ed adempimenti fiscali dichiarativi. Le segnalo in proposito un nostro approfondimento specifico: https://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, devo costituire una Aps ma non riesco a capire se convenga o meno l’iscrizione al Runts. Mi può fornire qualche delucidazione in merito a questo aspetto? Grazie
Buongiorno. Se intende costituire un’Associazione di Promozione Sociale questa rientra indiscutibilmente tra gli Enti del Terzo Settore, obbligati ad iscriversi all’istituendo Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, come da art. 4 del D. Lgs. 117/2017, che stabilisce che “Sono enti del Terzo settore le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale, gli enti filantropici, le imprese sociali, incluse le cooperative sociali, le reti associative, le societa’ di mutuo soccorso, le associazioni, riconosciute o non riconosciute, le fondazioni e gli altri enti di carattere privato diversi dalle societa’ costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalita’ civiche, solidaristiche e di utilita’ sociale mediante lo svolgimento, in via esclusiva o principale, di una o piu’ attivita’ di interesse generale in forma di azione volontaria o di erogazione gratuita di denaro, beni o servizi, o di mutualita’ o di produzione o scambio di beni o servizi, ed iscritti nel registro unico nazionale del Terzo settore“. Per gli Enti che intendono fregiarsi di tale qualifica, pertanto, l’iscrizione al RUNTS non va valutata in termini di convenienza/opportunità, rappresentando invece questa un passaggio indispensabile ai fini del corretto conferimento della natura di APS. Le segnalo in proposito i nostri approfondimenti specifici sul punto: https://www.tuttononprofit.com/category/riforma-terzo-settore. Cordialità, Stefano Bertoletti
Stiamo sistemando lo statuto di una associazione APS è abbiamo un dubbio. Per questo chiediamo una delucidazione che riguarda la tenuta dei libri dell’associazione. La domanda è questa: “A quale organo i soci devono inviare le istanze per poter consultare i libri sociali? Al Presidente o al Segretario? Grazie
Michele
Buongiorno. Questo il testo dell’articolo 15 del D. Lgs. 117/2017 “Oltre le scritture prescritte negli articoli 13, 14 e 17, comma 1, gli enti del Terzo settore devono tenere: a) il libro degli associati o aderenti; b) il libro delle adunanze e delle deliberazioni delle assemblee, in cui devono essere trascritti anche i verbali redatti per atto pubblico; c) il libro delle adunanze e delle deliberazioni dell’organo di amministrazione, dell’organo di controllo, e di eventuali altri organi sociali. 2. I libri di cui alle lettere a) e b) del comma 1, sono tenuti a cura dell’organo di amministrazione. I libri di cui alla lettera c) del comma 1, sono tenuti a cura dell’organo cui si riferiscono. 3. Gli associati o gli aderenti hanno diritto di esaminare i libri sociali, secondo le modalita’ previste dall’atto costitutivo o dallo statuto”. A fronte di quanto indicato, pertanto, si ritiene che eventuali richieste di consultazione debbano essere inoltrate all’ente che ne cura la redazione, e dunque l’Organo di Amministrazione. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. Questo il testo dell’articolo 25 comma 6 del D. L. 36/2021, in vigore dal prossimo luglio 2022, salvo proroghe: ” I lavoratori dipendenti delle amministrazioni pubbli-che di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, possono prestare la propria attività nell’ambito delle società e associazioni sportive dilettan-tistiche fuori dall’orario di lavoro, fatti salvi gli obblighi di servizio, previa comunicazione all’amministrazione di appartenenza. A essi si applica il regime previsto per le prestazioni sportive amatoriali di cui all’articolo 29″. Le segnalo in proposito un nostro approfondimento specifico sul tema: https://www.tuttononprofit.com/2021/04/riforma-sport-novita-asd-ssd-dal-2022.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
la mia APS regolarmente iscritta al registro di competenza, ha inoltrato domanda di iscrizione al 5×1000 2021 seguendo la procedura descritta sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Oggi sono state pubblicati gli elenchi, ma noi non ci siamo. Sapreste dirmi a cosa può essere dovuto o come informarsi, siccome non abbiamo ricevuto alcuna mail o notifica di eventuali incompatibilità.
Grazie.
Buongiorno
La nostra associazione culturale deve fare dei rimborsi spesa a favore di alcuni associati. Tali associati non hanno partita iva (il rimborso è una tantum), è possibile rimborsarli tramite bonifico dal conto dell’associazione? Uno di loro sostiene che in assenza di partita iva ciò non sia possibile.
In caso contrario che documento posso citare per convincerlo?
Grazie
Buongiorno. Questo il testo dei commi 3 e 4 dell’articolo 17 del D. Lgs. 117/2017: “L’attivita’ del volontario non puo’ essere retribuita in alcun modo nemmeno dal beneficiario. Al volontario possono essere rimborsate dall’ente del Terzo settore tramite il quale svolge l’attivita’ soltanto le spese effettivamente sostenute e documentate per l’attivita’ prestata, entro limiti massimi e alle condizioni preventivamente stabilite dall’ente medesimo. Sono in ogni caso vietati rimborsi spese di tipo forfetario. Ai fini di cui al comma 3, le spese sostenute dal volontario possono essere rimborsate anche a fronte di una autocertificazione resa ai sensi dell’articolo 46 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, purche’ non superino l’importo di 10 euro giornalieri e 150 euro mensili e l’organo sociale competente deliberi sulle tipologie di spese e le attivita’ di volontariato per le quali e’ ammessa questa modalita’ di rimborso. La disposizione di cui al presente comma non si applica alle attivita’ di volontariato aventi ad oggetto la donazione di sangue e di organi”. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, mi sono spiegata male in effetti!
Intendevo chiedere se il rimborso sia possibile tramite bonifico o solo tramite contante, in caso di assenza della partita IVA.
Buongiorno. Indipendentemente dalla titolarità di partita IVA o meno, per le Associazioni vige l’obbligo di tracciabilità per le movimentazioni in contanti a mille uro, sia in entrata che in uscita, motivo per il quale (posto che sono sempre consigliate movimentazioni tracciabili) al di sotto della soglia limite sono consentiti i pagamenti in contanti, mentre al di sopra è indispensabile l’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili (https://www.tuttononprofit.com/2015/05/violazione-obbligo-di-tracciabilita-dei-pagamenti-e-versamenti-per-associazioni-ecco-cosa-si-rischia.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
sono segretario di una A.S.P. e a fine marzo vorremmo organizzare l’assemblea ordinaria, sicuramente si svolgerà in videoconferenza, come da nostro statuto, ma siccome ci sarebbe anche il rinnovo del consiglio direttivo, come possiamo procedere? è legale fare le votazioni online? come mantenere l’anonimato? oppure è più corretto posticipare le votazioni chiedendo all’assemblea una proroga della scadenza del mandato del Consiglio Direttivo?
grazie per la cortese disponibilità
Lino
Buongiorno. Premessa la necessità di verificare le previsioni dell’attuale statuto noché di eventuali regolamenti specific sul tema, gli ultimi DPCM hanno concesso alle associazioni di tenere/gestire assemblee e riunioni sociali tramite video conferenza seppur tale previsione sia fosse esplicitamente prevista nei rispettivi statuti sociali, e ciò in funzione della necessità di contenere il contagio da coronavirus almeno fino al prossimo 31 marzo 2021. Pertanto, nell’ipotesi in cui non sia possibile procedere con un’assemblea in presenza (sempre premesso il “colore” della regione nonché nell’ovvio rispetto delle ormai note norme di prevenzione da covid-19), l’ente potrà certamente procedere con riunioni online, con relative votazioni, nel rispetto dei principi di democraticità e trasparenza che devono necessariamente caratterizzare gli Enti di tipo associativo, posto che è essenziale in ogni caso che sia identificabile il socio che partecipa noché sia assicurato il suo diritto di voto. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
è possibile che una associazione abbia due codici fiscali, nati dal fatto di richiedere, in tempi successivi, il riconoscimento (iniziale) di associazione culturale e (successivo) di APS (adeguamento Statuto per iscrizione Runts) ed avere altresì trasferito la sede?
Grazie
Buongiorno. Se il primo soggetto giuridico, l’associazione culturale, ha modificato il proprio statuto sociale per trasformarsi in APS, il codice fiscale resta il medesimo, in quanto trattasi di trasformazione omogenea di un ente di tipo associativo. Discroso differente nel caso in cui venga costituito un soggetto ex novo anche ai fini dell’isc rizione RUNTS, il quale dovrà avere necessariamente un suo proprio codice fiscale (evidentemente diverso dal primo). Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
ma in questo specifico caso il Consiglio Direttivo per semplificare il processo di cambio Statuto dell’associazione culturale e poter costituire l’APS in base alla nuova normativa, ha facoltà di agire per conto proprio senza dover procedere all’indizione dell’assemblea Straordinaria per la modifica dello Statuto? Saluti. Federica
Buongiorno. Premessa la necessità di verificare le previsioni statutarie vigenti dell’Ente, la modifica dello statuto rientra sempre tra le operazioni straordinarie, e come tali riservate alla compotenza dell’organo sovrano dell’Ente, debitamente convocato, che è proprio l’assemblea sociale. Nonostante il moemnto storico, pertanto, si ritiene che dette compoetenze non possano in alcun modo essere derogate, essendo sempre indispensabile che sia l’assemblea sociale straordinaria a pronunciarsi sulle modifiche di statuto di un’associazione. Le segnalo in proposito il nostro approfondimento specifico: https://www.tuttononprofit.com/2019/07/modifica-statuto-associazione-riforma-terzo-settore.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buona sera dr. Bertoletti,
sul punto in questione vorrei chiederle un chiarimento: il Centro Sociale Anziani di cui sono un consigliere si è trasformato in APS a gennaio 2022. Pertanto il Presidente si è recato all’Agenzia delle Entrate per registrare il nuovo Statuto e richiedere l’aggiornamento del certificato di attribuzione del codice fiscale. L’Agenzia ha respinto quest’ultima richiesta sostenendo che non era necessario, quindi abbiamo mantenuto il vecchio codice fiscale. In realtà, un pò ovunque ho letto che era necessario presentare il modello AA5/6 per questa fattispecie.
E’ forse il caso di ripresentare la richiesta?
Grazie. Cordiali saluti.
sp
buongiorno, un socio che per morosità da statuto e’ stato escluso da riunione del consiglio direttivo , puo’ lo stesso anno della sua esclusione associarsi nuovamente con nuova richiesta di associazione. Grazie
Buongiorno. Occorre sul punto verificare le previsioni contenute nello statuto sociale vigente, per verificare i principi individuati ai fini dell’iscrizione nonché le eventuali cause ostative alla stessa. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
Avrei bisogno di qualche chiarimento in merito all’apertura di una ASD iscritta all’albo giochi e sport tradizionali:
1) In qualità di ASD dobbiamo iscriverci obbligatoriamente al registro del terzo settore? Se SI qual’e’ il numero minimo di persone necessario per costituire l’associazione?
2) Possiamo affiliarci all’ A.C.S.I. anche se non siamo una struttura ma operiamo spostandoci in diverse strutture?
3) Nello statuto possiamo inserire anche lo svolgimento di attività/laboratori non necessariamente sportivi, ma comunque legati alla nostra finalità?
4) Quali sono i primi costi per creare la nostra ASD?
Buongiorno. Rispondo per punti:
1 – non esiste un obbligo di iscrizione al RUNTS, ma la facoltà. Esiste invece certamente un obbligo di iscrizione al Registro CONI, sia per il riconsocimento ai fini sportivi che per la possibilità di beneficiare delle agevolazioni fiscali riservate a detti Enti (tra i quali la possibilità di corrispondenre indennità esenti da imposte e contributi fino a 10000 euro/anno: https://www.tuttononprofit.com/2017/12/iscrizione-al-registro-coni-condizione-necessaria-riconoscimento-ai-fini-sportivi-asd-ssd-non-sufficiente-usufruire-delle-agevolazioni-fiscali.html);
2 – cosa intende per “struttura”? In via generale l’iscrizione al CONI passa per l’affiliazione ad un EPS dallo stesso CONI riconosciuto, proprio come ACSI;
3 – per un’associazione sportiva è certamente lecito organizzare e gestire attività connesse, le quali andranno trattate sotto il profilo fiscale secondo le previsioni della norma più agevole di riferimento, ossia la L. 398/91. Qui un nostro approfondimento specifico https://www.tuttononprofit.com/2018/10/circolare-18e-attivita-connesse-associazioni-ssd-398-91.html;
4 – al di là degli eventuali costi di un consulente per l’assistenza alla predisposizione di atto costitutivo, statuto e impostazione, risulta dovuta l’imposta di registro (in misura fissa pari a 200 euro) e le marche da bollo (da 16 euro nel numero di una ogni 100 righe per ciascuna delle due copie di atti) ai fini della registrazione.
Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno desidererei sapere se è lecito che un’associazione culturale, oltre agli estremi dei documenti, richieda ai soci anche la scansione di carta d’identità e codice fiscale.
Se si, in base a quale normativa?
grazie
Buongiorno. Non esistono obblighi specifici di legge in tal senso, fatta salva la necessità per l’Ente di richiedere tutti i dati necessari per la corretta instaurazione del rapporto associativo, ivi invlusa l’eventuale attivazione di una polizza assicurativa specifica per ciascun associato, necessariamente collegata alla comunicazione di tutti i dati del soggetto in questione. Al di là di ciò risulta certamente indispensabile che il trattamento degli stessi avvenga in maniera conforme alle previsioni normative, in particolare quelle individuate dal regolamento europeo 679/20126: https://www.tuttononprofit.com/2019/11/privacy-adeguamenti-associazioni-enti-terzo-settore.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera Dottore, la ns ASD con solo C.F. ha presentato il mod. EAS in forma abbreviata lo scorso anno dopo la costituzione del gennaio 2020. Nessuna attività commerciale, solo istituzionale, uniche entrate i corrispettivi quota corsi istituzionali che svolgiamo e la quota associativa. Nel corso del 2020 abbiamo ricevuto contributi a fondo perduto sia dal Dipartimento dello Sport Statale che dalla Regione a sostegno di ASD in seguito all’ emerg. covid19. La mia domanda è: dobbiamo inviare nuovamente il mod. EAS entro marzo 2021 oppure questo tipo di contributi non rientrano nella casistica? In caso di risposta positiva, in quale voce andremo ad inserire i contributi? Grazie anticipatamente, cordiali saluti.
Buongiorno. Se avete inviato il modello EAS in forma semplificata allora significa che avete risposto solo ad alcuni tra i 38 quesiti riportati nel detto modello. Preciso sul punto che, come segnalato nelle istruzioni, non è necessario provvedere ad un nuovo invio del Modello EAS in caso di variazione dei soli dati relativi ai quesiti 20, 21, 23, 24, 30, 31, 33: in tutti gli altri casi l’Ente è tenuto ad un nuovo invio entro il 31 marzo del periodo di imposta successivo a quello nel quale occorre la modifica. Le segnalo in proposito un nostro approfondimento specifico: https://www.tuttononprofit.com/2016/03/modello-eas-per-associazioni-ed-enti-non-profit-ecco-tutto-quello-da-sapere.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, mi sapreste indicare se il Rendiconto Economico Finanziarlo Annuale, va consegnato all’Agenzia delle Entrate entro il 31 dicembre oppure se va semplicemente conservato. Qualora sia da consegnare è possibile reperire da qualche parte la procedura dal momento che online non viene detto nulla al riguardo. Grazie.
Buon pomeriggio, vorrei sapere se in un Associazione Culturale ODV, costituita nel 2018, possono entrare a far parte altri membri, oppure essere solo soci volontari. Grazie mille per la Vs. attenzione, cordiali saluti
Buongiorno. Le segnalo il testo dell’articolo 32 del D. Lgs. 117/2017:”1. Le organizzazioni di volontariato sono enti del Terzo settore costituiti in forma di associazione, riconosciuta o non riconosciuta, da un numero non inferiore a sette persone fisiche o a tre organizzazioni di volontariato, per lo svolgimento prevalentemente in favore di terzi di una o piu’ attivita’ di cui all’articolo 5, avvalendosi in modo prevalente dell’attivita’ di volontariato dei propri associati o delle persone aderenti agli enti associati.
1-bis. Se successivamente alla costituzione il numero degli associati diviene inferiore a quello stabilito nel comma 1, esso deve essere integrato entro un anno, trascorso il quale l’organizzazione di volontariato e’ cancellata dal Registro unico nazionale del Terzo settore se non formula richiesta di iscrizione in un’altra sezione del medesimo.
2. Gli atti costitutivi delle organizzazioni di volontariato possono prevedere l’ammissione come associati di altri enti del Terzo settore o senza scopo di lucro, a condizione che il loro numero non sia superiore al cinquanta per cento del numero delle organizzazioni di volontariato.
3. La denominazione sociale deve contenere l’indicazione di organizzazione di volontariato o l’acronimo ODV. L’indicazione di organizzazione di volontariato o l’acronimo ODV, ovvero di parole o locuzioni equivalenti o ingannevoli, non puo’ essere usata da soggetti diversi dalle organizzazioni di volontariato.
4. Alle organizzazioni di volontariato che svolgono l’attivita’ di cui all’articolo 5, comma 1, lettera y), le norme del presente capo si applicano nel rispetto delle disposizioni in materia di protezione civile e alla relativa disciplina si provvede nell’ambito di quanto previsto dall’articolo 1, comma 1, lettera d), della legge 16 marzo 2017, n. 30″.
Cordialità, Stefano Bertoletti
Se ha piacere di lasciare una recensione sull’assistenza da noi ricevuta sulla nostra pagina Facebook ufficiale (http://bit.ly/MOVIDA-recensioni-facebook) e/o su Google (http://bit.ly/MOVIDA-recensioni-google) ne saremmo davvero lieti, perchè suggerimenti e consigli sono sempre graditi allo scopo di migliorare e fornire il miglior supporto possibile. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
da anni la nostra sede legale è presso dei locali di proprietà del comune. Quest’ultimo ci concede i locali tramite convenzione prevedendo, in convenzione, anche una somma a titolo di riconoscimento delle attività che si svolgono sul terrritorio. La domanda è:
ci sono leggi che ostacolano tutto questo? L’associazione può avere dei locali in comodato gratuito e contemporaneamente percepire delle somme per le attività che svolge o è costretta ad avere una sede legale in un luogo diverso?
Preciso che la nostra è una Associane APS
Buongiorno. Nulla osta alla circostanza rappresentata, a maggior ragione vista l’instaurazione del rapporto direttamente con il Comune. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, volevo capire una cosa per un’associazione culturale che sta per nascere.
È possibile fare dei rimborsi al Presidente, Vicepresidente e Tesoriere con i soldi che l’associazione ricava durante l’anno?
Si tratterebbe di un rimborso spese per il carburante e per le ore di lavoro su alcuni progetti grossi che l’associazione andrebbe da gestire.
Buongiorno. Le segnalo il dettato dell’articolo 17 del D. Lgs. 117/2017 sul punto: ” 3. L’attivita’ del volontario non puo’ essere retribuita in alcun modo nemmeno dal beneficiario. Al volontario possono essere rimborsate dall’ente del Terzo settore tramite il quale svolge l’attivita’ soltanto le spese effettivamente sostenute e documentate per l’attivita’ prestata, entro limiti massimi e alle condizioni preventivamente stabilite dall’ente medesimo. Sono in ogni caso vietati rimborsi spese di tipo forfetario.
4. Ai fini di cui al comma 3, le spese sostenute dal volontario possono essere rimborsate anche a fronte di una autocertificazione resa ai sensi dell’articolo 46 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, purche’ non superino l’importo di 10 euro giornalieri e 150 euro mensili e l’organo sociale competente deliberi sulle tipologie di spese e le attivita’ di volontariato per le quali e’ ammessa questa modalita’ di rimborso. La disposizione di cui al presente comma non si applica alle attivita’ di volontariato aventi ad oggetto la donazione di sangue e di organi”. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, scrivo a nome di un’organizzazione no profit che a breve compirà un anno, ancora però non ci è chiaro come procedere con la domanda di iscrizione al r.u.n.t.s.
Inoltre volevo chiedere se sapeste indicarmi come richiedere l’esenzione dall’imposta di bollo, perchè ad ogni pagamento del conto corrente veniamo dissanguati dalla detrazione dell’imposta. Siamo nati in un periodo complicato siccome la pandemia ci ha sbarrato la strada proprio in partenza, non avendo potuto produrre introiti quest’anno, per noi ogni minima spesa è un investimento.
Grazie.
Salve, volevo sapere se ci sono dei mezzi per le associazioni no profit per ottenere una sede. Attualmente la nostra sede legale corrisponde al domicilio del presidente, il che ha delle chiare incompatibilità, sopratutto per via della divulgazione… ma un’associazione nata da meno di un anno deve per forza pagare affitto o aprire un mutuo che non si può permettere per avere anche solo un ufficio in cui fare sede? So che sembra una domanda stupida… ma non è poi così banale siccome avere una sede legale pubblica è una delle cose più importanti.
Grazie.
Buongiorno. Per un’esigenza come quella da Lei rappresentata occorre verificare eventuali disponibilità da parte del Comune a fornire spazi in comodato oppure a costi contenuti alle associazioni del territorio, a fronte delle attività di rilevanza sociale da queste gestite. Cordialità, Stefano Bertoletti
Grazie per la risposta, saprebbe gentilmente indicarmi dei recapiti o eventuali pagine web presso il quale poter informarsi meglio al riguardo? Grazie mille.
Buongiorno. Verifichi sul sito del COmune in cui l’Ente ha la sede legale, ed eventualmente i bandi aperti che possnao rispondere alle Vostre necessità in funzione delle attività promosse. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve,
Facciamo parte di un’associazione onlus di livello nazionale, vorremo accedere ai documenti contabili della sezione di cui facciamo parte, bilanci, estratti conto, fatture, etc per fare delle opportune verifiche.
Abbiamo fatto richiesta scritta via email al presidente e al consiglio direttivo della nostra sezione periferica , ma non riceviamo risposta.
Dobbiamo rivolgerci al consiglio nazionale ? Possiamo prendere visione di tali documenti ?
Tenga presente che Il codice fiscale è unico e nello statuto nulla è specificato in merito.
Buongiorno. In qualità di soci avete certamente diritto di visionare la documentazione dell’Ente. Ciò posto, se lo statuto nazionale nulla specifica in merito e l’Ente è uno solo, allora risulta necessario rivolgersi direttamente al consiglio nazionale dell’Ente. Cordialità, Stefano Bertoletti
Siamo un’associazione di volontariato odv vorremmo alienare un appartamento degli anni 60 lontano dalla nostra sede per acquistarne uno nuovo e più vicino alla sede. E’ possibile?
Grazie Tiziana
Buongiorno. Nulla osta a quanto evidenziato, ferma la volontà di consultare l’organo competente per la decisione in materia. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera Dottore,
vorrei porle 3 quesiti:
1) mio suocero è proprietario dell’immobile dove (nel seminterrato e al piano terra) si trovano i locali (palestra) della nostra asd (presidente sua figlia e vicepresidente io). Ristrutturata e attrezzata da poco, vorremmo capire se è possibile con un contratto di comodato d’uso gratuito sistemare il tutto, e se è necessario registrare all’agenzia delle entrate tale contratto;
2) non abbiamo mai operato in regime 398! non è obbligatorio optare o inviare comunicazione di non utilizzo di tale regime, giusto?
3) sempre mio suocero, non ha mai presentato dichiarazione di inizio attività nè ricevuto autorizzazioni sanitarie o comunali! Si può rimediare? Sono adempimenti indispensabili per un’asd o si tratta solo di essere regolarmente apposto?
Grazie anticipatamente e buon lavoro!
Buongiorno. Rispondo per punti.
1 – Le segnalo la scheda sul contratto di comodato consultabile direttamente sul sito di Agenzia Entrate: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/web/guest/schede/fabbricatiterreni/registrazione-contratti-di-comodato/scheda-informativa-registrazione-contratti-comodato. In essa potrete vedere che “I comodati di beni immobili sono soggetti a registrazione se: redatti in forma scritta: in tal caso la registrazione deve essere effettuata entro 20 giorni dalla data dell’atto; stipulati in forma verbale, solo se enunciati in un altro atto sottoposto a registrazione”.
2 – nessun obbligo di inviare alcuna comunicazione di non adesione al regime 398/91;
3 – vi suggerisco di verificare con il professionista che ha seguito i lavori quali adempimenti siano da porre in essere per sanare le irregolarità formali.
Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve sono un dirigente di una ASD, vorrei sapere se è obbligatoria l’ autorizzazione dei soci al consiglio direttivo (attraverso un assemblea) per la richiesta di un finanziamento?
Il Consiglio Direttivo può autonomamente chiedere il finanziamento senza l’autorizzazione dell’assemblea dei soci?
Buongiorno. Premessa la necessità di verificare le previsioni statutarie, se un’attività rientra nell’ordinaria amministrazione dell’Ente questa può essere demandata alla gestione del Consiglio Direttivo; diversamente, nell’ipotesi di attività di straordinaria amministrazione, questa è sempre di competenza dell’organo sovrano dell’Ente, e dunque dell’assemblea dei soci. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, con alcuni amici abbiano intenzione di fondare un circolo fotografico.
C’è un po’ di confusione sul numero minimo di soci fondatori, potete chiarirmi la cosa?
Buongiorno. Se intendete costituire un Ente del Terzo Settore “semplice” sono sufficienti anche due soli soci fondatori; il numero cambia in caso di costituzione di un’associazione di promozione sociale o di un’organizzazione di volontariato, per i quali sono necessari almento 7 soci fondatori. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, a breve costituirò un’associazione di promozione sociale giovanile. Avevo alcune domande in merito:
1. Se dovessimo espanderci ci piacerebbe in un futuro che vengano aperte delle sezioni in altri Comuni, come fare? Cosa scrivere nello Statuto per permettere ciò in futuro?;
2. L’associazione vuole ricoprire più comuni appartenenti a due province differenti (Arezzo e Firenze, per ora). Dove registro l’Associazione nel comune in cui c’è la sede? Se poi volessimo partecipare ai bandi comunali diversi da quello in cui è registrata l’APS come facciamo?
3. Mettere le cariche prevalentemente gratuite può creare problemi per accedere ai bandi comunali, regionali e via dicendo? Con prevalentemente si intende i un futuro se l’associazione prenderà campo da tirarci via tanto tempo.
Grazie, saluti
Buongiorno. Rispondo per punti.
1 – Nell’ipotesi prospettata è possibile inserire un articolo che consenta all’ente di istituire ulteriori sedi operative anche in comuni diversi al fine di meglio perseguire le finalità sociali;
2 – ogni singolo bando prevede regole specifiche, motivo per il quale taluni richiedono espressamente che la sede legale dell’Ente che presenta la propria candidatura sia collocata all’interno del comune stesso: se questo è uno dei requisiti occorre che venga soddisfatto, pena il rigetto della domanda stessa;
3 – posto che le associazioni devono operare per la promozione di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale in assenza di finalità di lucro diretto e/o indiretto, uno dei principi cardine alla base di questi enti è rappresentato dal divieto di distribuzione di utili. Sul punto, l’art. 8 del D. Lgs. 117/2017 precisa che “si considerano in ogni caso distribuzione indiretta di utili:
a) la corresponsione ad amministratori, sindaci e a chiunque rivesta cariche sociali di compensi individuali non proporzionati all’attivita’ svolta, alle responsabilita’ assunte e alle specifiche competenze o comunque superiori a quelli previsti in enti che operano nei medesimi o analoghi settori e condizioni;
b) la corresponsione a lavoratori subordinati o autonomi di retribuzioni o compensi superiori del quaranta per cento rispetto a quelli previsti, per le medesime qualifiche, dai contratti collettivi di cui all’articolo 51 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, salvo comprovate esigenze attinenti alla necessita’ di acquisire specifiche competenze ai fini dello svolgimento delle attivita’ di interesse generale di cui all’articolo 5, comma 1, lettere b), g) o h);
c) l’acquisto di beni o servizi per corrispettivi che, senza valide ragioni economiche, siano superiori al loro valore normale;
d) le cessioni di beni e le prestazioni di servizi, a condizioni piu’ favorevoli di quelle di mercato, a soci, associati o partecipanti, ai fondatori, ai componenti gli organi amministrativi e di controllo, a coloro che a qualsiasi titolo operino per l’organizzazione o ne facciano parte, ai soggetti che effettuano erogazioni liberali a favore dell’organizzazione, ai loro parenti entro il terzo grado ed ai loro affini entro il secondo grado, nonche’ alle societa’ da questi direttamente o indirettamente controllate o collegate, esclusivamente in ragione della loro qualita’, salvo che tali cessioni o prestazioni non costituiscano l’oggetto dell’attivita’ di interesse generale di cui all’articolo 5;
e) la corresponsione a soggetti diversi dalle banche e dagli intermediari finanziari autorizzati, di interessi passivi, in dipendenza di prestiti di ogni specie, superiori di quattro punti al tasso annuo di riferimento. Il predetto limite puo’ essere aggiornato con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze”.
Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
una associazione culturale può intestarsi l’affitto di una palestra per delle attività prettamente sportive? o deve per forza risultare una ASD?
Buongiorno. Occorre preliminarmente verificare la compatibilità della destinazione d’uso degli spazi con le attività che intende organizzare in essi l’Associazione al fine di comprendere la fattibilità dell’operazione. Detto ciò sarà poi necessario verificare che tali attività siano previste dallo statuto sociale al fine di operare nel rispetto delle previsioni in esso contenute. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buon giorno
siamo una ASD iscritta CONI, abbiamo individuato un locale di un privato da affittare per l’attività di base della nostra società, la sezione agonistica ha già la propria sede di allenamento, attualmente il locale, pur essendo predisposto per palestra con spogliatoi e bagni, è accatastato come magazzino.
Quali sono i passi che dobbiamo fare per poterlo affittare ed utilizzarlo?
Grazie per l’attenzione.
Buongiorno. Verificate con lo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) del Comune l’iter da realizzare al fine di rendere compatibile, se possibile, la destinazione d’uso dell’immobile con le attività che l’Ente intenderebbe realizzare presso quegli spazi. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, sono il consulente di un associazione sportiva. Volevo chiedere se nel caso in cui il Vicepresidente dà le dimissioni, la nomina del nuovo entrante va comunicata in Agenzia delle Entrate con la variazione dell’atto costitutivo?
Buongiorno. L’atto costitutivo di un’associazione sportiva dilettantistica non può essere modificato, dal momento che in esso sono riportati, oltre al resto, i soci fondatori che hanno costituito l’Ente, che per sempre resteraano tali. Qualora si venisse a modificare l’organo direttivo occorrerà darne comunicazione agli organi interessati, attraverso le procedure ed i modelli di volta in volta individuati. Segnalo in proposito un nostro approfondimento specifico: https://www.tuttononprofit.com/2019/07/cambio-presidente-associazione-consiglio-direttivo.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera,
siamo una Associazione Sportiva sia ASD sia APS (sorta nel 1976, ad oggi 534 associati, iscritta in EPS e Fed)
a seguito delle ultime normative avremmo deciso di rinunciare al legame APS e rimanere solo ASD (mantenendo il beneficio delle agevolazioni in essere 398)
Per poter rinunciare alla qualifica APS dobbiamo seguire uno specifico iter o basta semplice comunicazione alla Regione (nel caso Em Rom)?
Un suo parere sarebbe gradito sul fatto se condivide la ns. scelta
Grazie
Buongiorno. Se intendete modificare lo statuto del Vostro Ente passando da ASD di Promozione Sociale ad ASD “semplice” occorrerà procedere con una modifica statutaria convocando l’assemblea sociale straordinaria, seguendo dunque l’iter di modifica sulla base delle previsioni contenute all’interno dello statuto sociale vigente dell’Ente. In proposito Vi segnalo un nostro approfondimento specifico, comprensivo di video illustrativo della procedura: https://www.tuttononprofit.com/2019/07/modifica-statuto-associazione-riforma-terzo-settore.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve
ho un contratto d’affitto di una.s.d.
vorrei sapere, per favore, se cedo la gestione a terzi il contratto d’affitto resta in vigore? oppure il nuovo gestore deve stipulare un nuovo contratto d’affitto?
Grazie per l’eventuale risposta.
Buongiorno. Se la stessa ASD continua ad operare negli spazi locati, cambiando il solo presidente/consiglio direttivo, non occorre la sottoscrizione di un nuovo contratto, proprio perchè l’Ente è il medesimo. Se invece si modifica il locatario allora a quel punto sarà necessario che venga risolto il precedente contratto e ne venga sottoscritto un nuovo tra il locatore ed il nuovo affittuario. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, vorrei porvi una domanda.
Faccio parte del direttivo di una Associazione Culturale e, avendo una nostra sede con tanto di “salone”, più volte ci è stata chiesta la possibilità di affittare il locale, da parte di soci e non, per poterci organizzare cene o eventi vari.
Al momento ci siamo limitati a metterlo a disposizione “solo per i soci” per feste di compleanno o cene familiari, ma vorrei capire se potremmo affittarlo a persone “non soci” o altri soggetti richiedendo un corrispettivo a fronte della messa a disposizione del locale.
Naturalmente la locazione sarebbe da intendersi di uno, massimo due giorni.
Ho guardato in giro la questione delle locazioni brevi, ma non ho ben capito se noi potremmo optare per questa modalità e, se si, quali adempimenti dovremmo sostenere.
Vi ringrazio anticipatamente per la Vostra disponibilità e collaborazione e, nell’occasione, Vi saluto cordialmente.
Roberto
Buongiorno. Nel caso prospettato l’eventuale corrispettivo per l’affitto di uno degli spazi dell’Ente è da considerarsi commerciale, e pertanto sarà necessario che l’Ente sia titolare di partita IVA e versi poi su detti incassi imposte ed IVA alle scadenze e secondo le aliquote previste dal regime fiscale di riferimento (ragionevolmente quello disciplinato dalla L. 398/91), predisponendo poi la relativa dichiarazione. Le segnalo in proposito un nostro apprfondimento specifico: https://www.tuttononprofit.com/2018/10/circolare-18e-regime-398-91-adesione-decadenza-conseguenze.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
buonasera,
avrei bisogno di un’informazione se riesce ad aiutarmi.
per costiture una sezione in una ASD di che documenti si ha bisogno? La sezione che si andrà a costituire può aver un suo nome specifico mantenendo lo stesso codice fiscale? cerco di spiegarmi meglio, se l’associazione si chiama frutta fresca, posso chiamare la sezione verdura fresca?
Va registrato all’agenzia delle entrare? Se si in che modo? Mi consiglia alternative?
in attesa di una risposta porgo distinti saluti
Buongiorno. Se l’Ente è sempre il medesimo, premessa la necessità di verificare le previsioni contenute nello statuto sociale vigente, occorrerà creare la sezione con apposita delibera dell’organo compente, individuandone le relative regole operative. Se invece l’obiettivo è quello di creare una asd che si occupi di altra disciplina sportiva allora sarà necessario procedere c on al regisrazione di un nuovo ente, che avrà una propria autonomia giuridica e patrimoniale. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve,
sono l’amministratore di una Società Sportiva Dilettantistica arl in 398/91, senza scopo di lucro, (palestra fitness in locale C1) nata ai primi di settembre del 2019. Relativamente al decreto rilancio, vorrei sapere se una società così giovane può accedere al credito d’imposta del 60% del canone di affitto per mesi di chiusura forza.
Buona giornata
Grazie, Pierpaolo
Buongiorno. Ai fini del credito d’imposta previsto ex articolo 28 dal Decreto Rilancio, questo spetta “ai soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione, con ricavi o compensi non superiori a 5 milioni di euro nel periodo d’imposta precedente”, a nulla rilevando la data di costituzione dell’Ente. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
una asd costituita sotto forma di unione polisportiva, iscritta a più federazioni nazionali in quanto promuove discipline sportive diverse, può nominare un solo rappresentante legale o ne può nominare diversi ? se la risposta è negativa in quale modo si possono configurare e attribuire responsabilità specifiche e potere di rappresentanza per i singoli settori di attività ?
Grazie
Buongiorno. Il legale rappresentnate dell’Ente non può che essere il presidente dello stesso: discorso diverso per gli eventuali responsabili di ogni “sezione sportiva”, che potranno essere nominati dall’organo sociale a cui questo compito è attribuito. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. Se la destinazione d’uso dei locali in questione è compatibile con la natura di entrambi gli Enti, i quali sono altresì in possesso di idoneo titolo per utilizzare gli spazi (contratto di locazione, di sublocazione, di comodato d’uso, di concessione, …) riterrei che nulla osti. Cordialtià, Stefano Bertoletti
Buonasera
Sono il Presidente di una ASD Calcistica.
Ipotizzando una richiesta di rimborso di quote anuali già versate per il periodo
Di inattività causa coronavirus, devo rimborsarle oppure no
Alcuni tesserati non hanno ancora saldato. Posso chiedere lo stesso la quota intera?
Buongiorno. Le segnalo un nostro aritcolo specifico nel quale viene trattata anche la tematica del rimborso delle quote https://www.tuttononprofit.com/2020/03/coronavirus-asd-ssd-ets-culturali-possono-rimanere-aperti.html. Al di là di ciò, visto il momento storico incredibilmente delicato e premessa la necessità di verificare eventuali contratti tra le parti piuttosto che i regolamenti interni dell’Ente, è sicuramente opportuno non richiedere ora il pagamento di quote per attività che nel breve-medio periodo non potranno essere organizzate. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
lo statuto di una associazione senza scopo di lucro può prevedere che, per effetto dello status di associato, gli associati abbiano agi, sconti, premi o cash-back quando effettuano acquisti presso aziende convenzionate con la associazione alla quale appartengono ?
(grazie in anticipo per la risposta e complimenti per il prezioso servizio che ci offrite.)
Buongiorno. Lo statuto di un’associazione deve individuare le regole sociali alla base dell’Ente e della sua gestione, individuando diritti e doveri degli associati, modalità di esercizio dei diritti, ecc … In proposito Le segnalo un nostro approfondimento specifico: https://www.tuttononprofit.com/2015/06/10-regole-che-non-possono-mancare-nello-statuto-di-una-associazione.html. Ciò premesso sicuramente l’Ente potrà sottoscrivere convenzioni con soggetti terzi volte a riservare agli associati dell’Ente un trattamento privilegiato, ma è opportuno che tali indicazioni siano inserite in accordi specifici di volta in volta. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve,
come vengono inquadrati i versamenti privati che un presidente di una asd fa nel corso del proprio mandato a favore dell’associazione stessa per lo svolgimento delle attività e per far fronte ai costi di gestione? Se il presidente agisce autonomamente senza richiesta di alcun prestito da parte del consiglio direttivo, può successivamente (anche cessato il suo mandato) il presidente pretendere la restituzione di quanto corrisposto?
Buongiorno. Se il Presidente ha effettuato delle liberalità/donazioni all’Ente non è autorizzato a richiedere la restituzione di quanto corrisposto, proprio in ragione della natura del versamento effetuato. Discorso diverso in caso di prestito infruttifero (https://www.tuttononprofit.com/2013/05/anticipo-eo-prestito-infruttifero-da.html), dal momento che questo tipo di conferimento ne prevede la restituzione. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, una persona protestata per un finanziameno non pagato può aprire una associzione no profit con la qualifica di presidente?
Il protesto riguarda un finanziamento personale e non con l’associazione.
Grazie
Buongiorno. Nulla osta alla circostanza prospettata, poichè nessuna legge dello stato lo vieta. Potrà eventualmente rappresentare un problema in caso di richiesta di accessa al credito presso gli istituti Bancari vista la problematica del legale rappresentnate, ma la costizuione in sé non è vietata. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. Se entrambi gli Enti sono associazioni e non si configurano fattispecie di conflitto di interessi vista la Sua presenza nell’organo direttivo di entrambi, nessuna legge attuale vieta tale impostazione. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. IN via generale sì, nulla osta alla circostanza che una persona sia iscritta contemporaneamente a più associazioni, salvo la verifica di eventuali conflitti di interesse. Cordialità, Stefano Bertoletti
salve, siamo faccio parte di una ASD ciclistica ed ora per nostre esigenze abbiamo bisogno di aprire una sottosezione della stessa magari con un nome diverso, è possibile farlo o occorre per forza aprire un’altra ASD?
Buongiorno. Premessa la necessità di verificare le previsioni statutarie, se l’esigenza è quella di organizzare direttamente le attività della sezione in questione è possibile istituirla e renderla operativa sempre all’interno dell’esistente ASD. Se invece esiste la necessità di costituire un soggetto giuridico autonomo che organizzi e promuova le attività in questione potrete procedere in qulle direzione, fatte salve le previsioni dell’articolo 90 della L. 289/2002 che stabilisce che “E’ fatto divieto agli amministratori delle società e delle associazioni sportive dilettantistiche di ricoprire la medesima carica in altre società o associazioni sportive dilettantistiche nell’ambito della medesima federazione sportiva o disciplina associata se riconosciute dal CONI, ovvero nell’ambito della medesima disciplina facente capo ad un ente di promozione sportiva”. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno Dottore , vorrei porle due domande ,
Io ho una proprietà in campagna dove abito e dove vorrei aprire una associazione culturale o APS , posso farlo mantenendo la residenza o la devo spostare ? Ma soprattutto , nella proprietà ci sono dei resti archeologici , è possibile nei fatti che ci sia la possibilità che diventando sede di una associazione , anche se io sono il presidente e il proprietario , possa venire utilizzata in modi e maniere che non mi vedano d’ accordo ? La ringrazio
Cordiali saluti
Buongiorno. Nulla osta alla circostanza che la sede legale di un’associazione coincida con la privata residenza del legale rappresentante dello stesso Ente. Discorso parzialmente diverso per la sede operativa, la quale dovrà essere evidentemente compatibile con le attività promosse, anche nel rispetto della destinazione urbanistica individuata dall’Ufficio del catasto. Ciò posto, in ogni caso, se all’interno della sede di un Ente sono in qualche modo presenti beni di proprietà di persona fisica diversa dall’associazione stessa, quest’ultima non potrà decidere della sorte debi beni (in quanto non di sua proprietà), ma potrà certamente proporre/deliberare di utilizzare gli spazi sociali secondo modalità che consentano il perseguimento degli scopi sociali dell’Ente stesso. Cordialità, Stefano Bertoletti
salve. vorrei sapere se per iscrivere al registro regionale una APS bisogna che si abbia alle spalle un periodo minimo di attività .
Altra domanda. E’ sufficiente inserire una o più attività tra quelle previste all’art. 5 oppure bisogna anche descrivere con maggiore dettaglio l’attività che si vorrebbe fare?
grazie
Buongiorno. Il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore ancora non è statao istituito, circostanza per la quale non sono ancora note le procedure di iscrizione. Questo, infine, il dettato dell’art. 21 del D. Lgs. 117/2017 in merito ai contenuti obbligatori da riportare nell’atto costitutivo/statuto dell’Ente: “L’atto costitutivo deve indicare la denominazione dell’ente; l’assenza di scopo di lucro e le finalita’ civiche, solidaristiche e di utilita’ sociale perseguite; l’attivita’ di interesse generale che costituisce l’oggetto sociale; la sede legale il patrimonio iniziale ai fini dell’eventuale riconoscimento della personalita’ giuridica; le norme sull’ordinamento, l’amministrazione e la rappresentanza dell’ente; i diritti e gli obblighi degli associati, ove presenti; i requisiti per l’ammissione di nuovi associati, ove presenti, e la relativa procedura, secondo criteri non discriminatori, coerenti con le finalita’ perseguite e l’attivita’ di interesse generale svolta; la nomina dei primi componenti degli organi sociali obbligatori e, quando previsto, del soggetto incaricato della revisione legale dei conti; le norme sulla devoluzione del
patrimonio residuo in caso di scioglimento o di estinzione; la durata dell’ente, se prevista. Lo statuto contenente le norme relative al funzionamento dell’ente, anche se forma oggetto di atto separato, costituisce parte integrante dell’atto costitutivo. In caso di contrasto tra le clausole dell’atto costitutivo e quelle dello statuto prevalgono le seconde”. Segnalo, in conclusione, specifica circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali sul punto: https://www.movidastudio.it/contenuti/pdf/MPLS_12_aprile_2019.pdf. Cordialità, Stefano Bertoletti
Gentile Stefano,
sono una docente privata con regolare partita Iva per le lezioni che impartisco ai vari ragazzi. Separatamente da questa attività (vista la notevole richiesta e le evidenti difficoltà economiche dei genitori) vorrei istituire un’Associazione culturale dedicata ai bambini della scuola primaria per promuovere attività ludico-culturali volte alla diminuzione della dispersione scolastica e al piacere per la lettura e lo studio.
Potrei farlo proseguendo la mia principale attività (pagando quindi regolare imposta sostitutiva e contributi INPS) e, in caso di fattibilità, potrei usufruire di un seminterrato della mia abitazione (che dovrò completare) nonostante l’altezza sia di 2,45 m.
La ringrazio anticipatamente.
I migliori saluti,
Alessandra
Buongiorno. Può certamente costituire un (futuro) Ente del Terzo Settore (sia esso un ETS, piuttosto che un’APS oppure una ODV: https://www.tuttononprofit.com/2018/02/da-quando-si-applicano-le-novita-fiscali-del-codice-del-terzo-settore-alle-associazioni-117-2017.html), che tra le attività di interesse generale individuate dall’art. 5 del D. Lgs. 117/17 si occupi, ex lettera l), di “formazione extra-scolastica, finalizzata alla prevenzione della dispersione scolastica e al successo scolastico e formativo, alla prevenzione del bullismo e al contrasto della povertà educativa”. Ovviamente oltre al perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, per beneficiare delle previsioni individuate dal CTS occorrerà rispettare integralmente il dettato normativo (che prevede, oltre al resto, il divieto di distribuire, anche in via indiretta, utili ed avanzi di gestione (ex art. 8 D. Lgs. 117/2017). Sotto il profilo dei locali, invece, questo il dettato dell’art. 71 del D.Lgs. 117/2017 “Le sedi degli enti del Terzo settore e i locali in cui si svolgono le relative attivita’ istituzionali, purchè non di tipo produttivo, sono compatibili con tutte le destinazioni d’uso omogenee previste dal decreto del Ministero dei lavori pubblici 2 aprile 1968 n. 1444 e simili, indipendentemente dalla destinazione urbanistica”. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve,
vorrei costituire una Associazione CUlturale o Associazione di promozione sociale volta a promuovere e organizzare corsi di formazione e laboratori per i soci.
Ho letto l’articolo 148 n.3 del TUIR ma confermo che ancora non mi è chiaro se posso richiedere (oltre la quota associativa per entrare a far parte dell’associazione) un costo per il corso in sè ai soci.
La seconda cosa che mi premeva chiedere riguarda la sede operativa dell’associazione stessa. E’ obbligatorio averne una?
Mi spiego meglio: se io volessi appoggiarmi a strutture ì/location per tenere i corsi di formazione, pagando l’affitto delle sale ogni volta, potrei anche non avere una sede “fissa” ?
Grazie mille in anticipo per la disponibilità.
Romina
Buongiorno. In attesa della piena operatività del Codice del Terzo Settore (D. Lgs. 117/2017), l’attuale dettato dell’articolo 148 del TUIR che discplina la de-commercializzazione dei corrispettivi specifici incassati dagli Enti di tipo associativo precisa, per quanto richiesto, che “non si considerano commerciali le attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti”, il che significa che ogni corrispettivo versato all’Ente da un socio per la partecipazione ad attività coerenti con le finalità istituzionali ideali dello stesso è da ritenersi istituzionale, e come tale non soggetto ad imposta alcuna (https://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html). Quanto alla sede, infine, d’obbligo è individuarne una legale per l’Amministrazione finanziaria, ma nulla osta alla circostanza che l’Ente operi presso spazi diversi affittati di volta in volta in funzione delle esigenze. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, sono il Presidente di una Asd con P.iva e C.F. iscritta regolarmente al CONI. Svolgiamo attività di tipo calcistico.
Ci è stata proposta la possibilità di fare un contratto di affitto di un marchio (dietro un canone annuo) per iniziare a svolgere un’attività ludica estranea all’oggetto sociale che comporterebbe un importante esborso economico (sui 20mila euro annui) ma un notevole introioto(circa il doppio). Considerando che la nostra è una piccola Ass con 20 soci, che tale nuova attività verrebbe fatta verso terzi, dietro un corrispettivo, è possibile svolgere un’attività simile. Tali incassi sarebbero assoggettati ad IVA ed al pagamento di imposta IRES non agevolata.
Cordiali saluti
Buongiorno. Per un’Associazione Sportiva Dilettantistica con partita IVA è possibile porre in essere anche attività rilevanti ai fini commerciali, versando su di esse imposte ed IVA alle scadenze e secondo le aliquote previste dai regimi fiscali di riferimento. Se in regime 398/91 su detti proventi l’Ente dovrà effettuare un versamento forfettario del 50% dell’IVA incassato versando poi le imposte con un coefficiente di reddittività del 3%. Le segnalo infine un nostro approfondimento specifico sul punto: https://www.tuttononprofit.com/2018/10/circolare-18e-attivita-connesse-associazioni-ssd-398-91.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera,
grazie in anticipo per la risposta che mi darete.
Una mia amica ha costituito una APS senza partita iva per erogare corsi di formazione ma ha intenzione anche di erogare, a partire da febbraio, sedute di psicoterapia. Lei è psicoterapeuta, ma io non sono convinta possa farlo, anche perchè le ricevute le compilerà esattamente come lo stesse facendo privatamente credendo che il paziente potrà poi scaricare le fatture tramite 730. Credo si tratti di attività protette che lei non può promuovere direttamente, anche se il commercialista insiste che si può e, pur non avendo ancora un anno di vita, le ricevute potranno essere scaricate tranquillamente. Forse nella regione Lazio funziona diversamente rispetto alla Lombardia. Io so che se non è trascorso un anno, non essendoci ancora il RUN, neanche le donazioni liberali potranno essere detratte, ma forse mi sbaglio.
Inoltre volevo domandarle se le entrate di una APS non commerciale debbano essere solo donazioni o anche pagamenti di vere e proprie fatture.
Grazie, cordialmente, Silvia.
Buongiorno. Le confermo che gli Enti di tipo associativo non possono in alcun modo sostituirsi a professionisti che esercitano professioni protette, essendo enti di tipo associativo costituiti per il raggiungimento di una finalità ideale e non lucrativa. Quanto ai possibili incassi istituzionali, ad oggi questi sono disciplinati dall’articolo 148 n. 3 del TUIR, il quale stabilisce che “Per le associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona, nonché per le strutture periferiche di natura privatistica necessarie agli enti pubblici non economici per attuare la funzione di preposto a servizi di pubblico interesse, non si considerano commerciali le attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti …”. Questo, invece, il testo dell’art. 79 del D. Lgs. 117/2017, che diverrà operativo a far data dal pieno vigore del Codice del Terzo Settore: “2. Le attivita’ di interesse generale di cui all’articolo 5, ivi incluse quelle accreditate o contrattualizzate o convenzionate con le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, l’Unione europea, amministrazioni pubbliche straniere o altri organismi pubblici di diritto internazionale, si considerano di natura non commerciale quando sono svolte a titolo gratuito o dietro versamento di corrispettivi che non superano i costi effettivi, tenuto anche conto degli apporti economici degli enti di cui sopra e salvo eventuali importi di partecipazione alla spesa previsti dall’ordinamento. 2-bis. Le attivita’ di cui al comma 2 si considerano non commerciali qualora i ricavi non superino di oltre il 5 per cento i relativi costi per ciascun periodo d’imposta e per non oltre due periodi d’imposta consecutivi”. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, sono presidente di una asd affiliata alla PGS che si occupa di pallavolo ed inoltre sono stato eletto consigliere di una asd affiliata alla Federazione Italiana Cronometristi. Volevo sapere se c’è incompatibilità nelle cariche sociali in base all’art. 90, co. 18bis della Legge 289/2002.
Grazie.
Buongiorno. Il citato articolo 90 stabilisce che “E’ fatto divieto agli amministratori delle società e delle associazioni sportive dilettantistiche di ricoprire la medesima carica in altre società o associazioni sportive dilettantistiche nell’ambito della medesima federazione sportiva o disciplina associata se riconosciute dal CONI, ovvero nell’ambito della medesima disciplina facente capo ad un ente di promozione sportiva”. L’incompatibilità dunque sussite a condizione che il soggetto rivesta la medesima carica in Enti affiliati alla stessa FSN o DSA o EPS se riconosciuti dal CONI. In difetto non esiste incompatibilità alcuna. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, sono presidente di una associazione sportiva dilettantistica, compriamo materiale da ditte italiane che ci forniscono normale fattura di vendita comprensiva di iva.
Ho provato a farmi fare dei preventivi da ditte estere, ma sempre con sedi nella comunità europea, e ho visto che possono fornire fatturazione senza iva perche risultiamo come asd iscritti VIES VAT.
La domanda è: se acquisto materiale da queste ditte pagando gli importi descritti senza iva, e uso il materiale solo per gli atleti iscritti alla a.s.d. è una cosa possibile? Cosa comporta?
Grazie
Buongiorno,
Siamo una ASD con Codice Fiscale, ‘ stato nominato un nuovo presidente, io essendo il precedente dovrei chiudere l’attuale conto corrente per aprirne uno al nuovo rappresentante legale, purtroppo è subentrato un problema al nuovo presidente per degli insoluti e nessuna banca o carta prepagata vogliono autorizzare l’apertura. La domanda è: può il consiglio delegare ad un altra carica l’apertura di un conto per l’associazione (es. Tesoriere o Segretario)? Considerato che abbiamo un deposito di circa 4000€ e un volume di entrate uscite di 1000€ – 1500€ annue, siamo obbligati a tenere un cc?
Grazie della disponibilità
Grazie della risposta, ma forse non ho spiegato bene il problema: la banca non vuole far subentrare come soggetto autorizzato ad operare su cc il nuovo presidente in quanto ha delle pendenze fiscali (protesti) seppur la legge non pregiudica la cosa, quindi la domanda è se può esserci una delega da parte del consiglio ad operare ad un soggetto diverso (segretario o tesoriere).
Buongiorno. Se lo statuto nulla esplicitamente vieta sul punto, premessa la necessità di apposita delibera in materia da parte dell’Associazione, nulla osta alla circostanza che vengano individuati anche altri componenti dell’Ente ad operare sul conto corrente dello stesso. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera e grazie per i vostri approfondimenti e le vostre risposte.
Faccio parte di un’associazione culturale senza p.iva. In accordo con il Comune presteremo dei servizi (inerenti con il nostro scopo sociale) durante i mercatini natalizi. Il Comune ci fornirà un piccolo contributo per le spese. Per procedere con il pagamento ci chiedono di inserire nella ricevuta una dicitura particolare in cui confermiamo che la nostra associazione non necessita della P.IVA.
Sapreste aiutarci?
Buongiorno. Se l’Associaizone riceve un contributo liberale/donazione può considerare questo corrispettivo come istituzionale, e pertanto detassato e non soggetto ad imposizione fiscale alcuna (non necessitando pertanto di partita IVA). Sarà dunque possibile rilasciare una ricevuta a titolo di contributo liberale, con i riferimenti legislativi del caso. Cordialità, Stefano Bertoletti
sono un insegnante di educazione fisica, vorrei organizzare dei corsi di attività motoria per ragazzi, da privato, senza costituire associazioni. Posso farlo da privato? Posso far firmare ai genitori una liberatoria per eventuali danni? Grazie
Buongiorno. Premessa la necessità di rispettare gli obblighi imposti dal contratto collettivo nazionale di lavoro da Lei sottoscritto con la Pubblica Amministrazione, che sicuramente impone limiti /restrizioni all’esercizio di altre attività, laddove intendesse richiedere ai partecipanti alle attvità organizzate il pagamento di una quota necessario sarà poter correttamente giustificare quanto incassato, versando il dovuto in termini di imposte ed eventuali contributi. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve,
siamo una associazione di astrofili ed abbiamo da poco come associazione comprato un rudere con l’intento di costruire un osservatorio astronomico privato. Questo rudere è stato acquistato dall’associazione quindi fa parte dei beni dell’associazione stessa. Dato che per ora siamo 12 soci naturalmente vorremmo aumentare il numero degli iscritti. Vorrei sapere se questi nuovi soci saranno proprietari come noi dell’immobile automaticamente anche se in effetti non hanno contribuito economicamente ad acquistarlo nè a renderlo abitabile. In caso risultassero anche loro proprietari potremmo escluderli in qualche modo? Dobbiamo modificare lo statuto quindi potremo inserire qualche clausola al suo interno. Grazie di una risposta. Bianca Maria Bassetti
Buongiorno. Gli Enti di tipo associativo, per godere delle agevolazioni fiscali ad essi riservate, devono, tra l’altro, uniformarsi alle previsioni stabilite dall’articolo 148 del TUIR, il quale stabilisce i loro statuti devono conformarsi a talune clausole, tra le quali quella di prevedere una “disciplina uniforme del rapporto associativo e delle modalità associative volte a garantire l’effettività del rapporto medesimo, escludendo espressamente la temporaneità della partecipazione alla vita associativa e prevedendo per gli associati o partecipanti maggiori d’età il diritto di voto per l’approvazione e le modificazioni dello statuto e dei regolamenti e per la nomina degli organi direttivi dell’associazione”. Questo il nostro approfondimento specifico sul punto: https://www.tuttononprofit.com/2016/04/disciplina-uniforme-del-rapporto-associativo-in-una-associazione-non-profit-cosa-significa.html. Questo significa, in altre parole, che tutti i soci di un’Associazione (che sia veramente tale) DEVONO godere dei medesimi diritti oltreché essere destinatari dei medesimi obblighi. Se l’immobile è dell’Ente, pertanto, ad esso saranno autorizzati ad accedere tutti i soci del sodalizio, proprio in linea con il principio di uguaglianza che deve necessariamente caratterizzare questi soggetti giuridici. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno…insieme ad altre persone vorremmo costituire un’associazione culturale che si occupi di eventi letterari e di collaborare con le scuole e biblioteche. Ho letto quanto previsto dal cds ma non mi è chiaro se, dopo la riforma, le associaizoni culturali possano costituirsi secondo le forme previste dal c.c. o nella forma ad es. di aps.
Grazie
Buongiorno. Questa la definizione degli Enti del Terzo Settore, ex art. 4 del D.Lgs. 117/2017: “Sono enti del Terzo settore le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale, gli enti filantropici, le imprese sociali, incluse le cooperative sociali, le reti associative, le società di mutuo soccorso, le associazioni, riconosciute o non riconosciute, le fondazioni e gli altri enti di carattere privato diversi dalle società costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale mediante lo svolgimento, in via esclusiva o principale, di una o più attività di interesse generale in forma di azione volontaria o di erogazione gratuita di denaro, beni o servizi, o di mutualità o di produzione o scambio di beni o servizi, ed iscritti nel registro unico nazionale del Terzo settore”. Trova dunque l’indicazione delle attività di interesse generale nell’art. 5 del Decreto di cui sopra. Ciò premesso, le associazioni ora dovranno certamente continuare a costituirsi ai sensi delle disposizioni del codice civile, ma tenendo altresì conto delle normative specifiche di riferimento, come il Codice del Terzo Settore (esattamente come prima, ad esempio, una APS non riconosciuta si costituiva ai sensi degli art. 36 e seguenti del codice civile ed anche della L. 383/2000). Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. Vorrei farle cortesemente una domanda, Associazione Culturale Non Profit, il Direttivo è formato da 7 membri, 4 si dimettono tra cui il Presidente, viene convocata una assemblea generale straordinaria, nell’ordine del giorno viene inserito l’argomento “Decadenza del Direttivo e Elezioni del nuovo Consiglio Direttivo” per non sciogliere l’associazione, i soci decidono all’unanimità di svolgere all’assemblea le elezioni del nuovo Consiglio Direttivo, la domanda principale è, può il Presidente dimissionario, ricandidarsi?
Certo di una risposta, ringrazio anticipatamente e buon lavoro.
Buongiorno. Stando a quanto indicato, ferma preventivamente la necessità di verificare le previsioni contenute all’interno dello statuto sociale oltreché gli eventuali ulteriori regolamenti dell’Ente, non ritengo sussistano ragioni tali da impedire al Presidente dimissionario di candidarsi nuovamente. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, mi scuso per il quesito lungo, sono il segretario di un’associazione sportiva dilettantistica non riconosciuta affiliata al CONI e alla FIR con la finalità di promozione e sviluppo del rugby nelle scuole primarie e secondarie (c.d. minirugby) come da Statuto.
I nostri proventi derivano tutti dall’iscrizione e tesseramento degli atleti nelle attività sportive e da eventuali donazioni, sponsorizzazioni e contributi da enti pubblici.
Il presidente e un consigliere sono soci di un negozio di articoli sportivi e con le loro conoscenze hanno fatto realizzare ad una serigrafica delle magliette con un disegno che simboleggia la lotta contro il bullismo insieme a una associazione che i due dirigenti collaborano, da vendere ai simpatizzanti, la cui pubblicità è stata fatta sulle pagine Facebook della società e dell’associazione in cui collaborano (è una associazione che ha come obiettivo la lotta contro il bullismo).
Non mi è chiaro su come verrà destinato il ricavato di questa campagna e quindi non so nulla perchè io, come segretario sono all’oscuro di tutto e certe volte i dirigenti fanno iniziative autonome senza coinvolgere la Società per intero (direttivo, segreteria).
Dal punto di vista legale e fiscale è possibile questo tipo di rivendita?
Dal punto di vista legale e fiscale è corretto pubblicizzare la vendita sulla pagina Facebook?
Dal punto di vista legale è corretto che alcuni dirigenti organizzino in autonomia questa attività senza aver informato preventivamente il Consiglio Direttivo e lo staff?
Essendo segretario (e dirigente) sono all’oscuro di questa iniziativa creata e organizzata dagli altri dirigenti, in caso di contestazioni a chi ricade la responsabilità di tutto questo?
Se nel caso decidessi di dimettermi che procedura devo fare?
Visto che i tre consiglieri fanno quasi sempre delle iniziative autonome senza il coinvolgimento del Direttivo prima di dare le mie dimissioni posso far compilare al Presidente una dichiarazione di scarico responsabilità? Come va redatta?
Grazie mille per la vostra attenzione e per la vostra risposta, cordialità
Ste
Buongiorno. Taluni passaggi del Suo quesito non mi sono chiari: parla infatti inizialmente di un’associazione sportiva, poi si riferisce invece all’Ente come Società. Inoltre non ho compreso chi incasserà i proventi della vendita, motivo per il quale Le chiederei la cortesia, se possibile, di un contatto telefonico (0125633211, questo il nostro numero di Studio, operativo dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00) così da poter comprendere nel dettaglio la Sua necessità e fornirLe così il suppoorto richiesto. Resto a disposizione, Stefano Bertoletti
la ringrazio per la sollecita risposta. mi permetto di chiederle ancora una informazione. premesso che alcuni genitori non restano in sede durante le attività, altri restano ma preferiscono non controllare il proprio figlio, se il danno viene causato da un ragazzo disabile ad altra persona presente, a chi è imputabile la responsabilità? chi ne deve rispondere? il genitore, il presidente, un consigliere o il responsabile di quella attività? grazie mille
Buongiorno. Sulla carta la responsabilità risulta in capo a coloro che hanno i doveri di sorveglianza sul soggetto in questione, nell’ipotesi in cui per il loro stato di salute non siano reponsabili di se stessi e fatta salva la necessità, caso per caso, di verificare la dinamica dei fatti. Cordialità, Stefano Bertoletti
buongiorno. sono consigliere di un’associazione di volontariato onlus non riconosciuta che organizza attività per ragazzi disabili tenute da personale qualificato e non. le attività sono tutte gratuite e il personale svolge la sua attività gratuitamente. tutti (ragazzidisabili, personale e soci vari) sono coperti da assicurazione. la mia domanda è la seguente: in caso di danno, morale o fisico, ad un ragazzo disabile, chi ne è responsabile? in pratica, quali sono le responsabilità del presidente e dei consiglieri (esclusa la responsabilità economica le cui norme mi sono chiare)? vi ringrazio e aspetto con ansia una vostra risposta
Buongiorno. Nel caso prospettato le responsabilità saranno da imputarsi a coloro che direttamente hanno cagionato il danno morale e/o fisico ai partecipanti alle attività direttamente gestite. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. Questa la definizone di Ente del Terzo Settore, e dunqune dei soggetti giuridici interessati dalle previsioni della Riforma: “Sono enti del Terzo settore le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale, gli enti filantropici, le imprese sociali, incluse le cooperative sociali, le reti associative, le societa’ di mutuo soccorso, le associazioni, riconosciute o non riconosciute, le fondazioni e gli altri enti di carattere privato diversi dalle societa’ costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalita’ civiche, solidaristiche e di utilita’ sociale mediante lo svolgimento, in via esclusiva o principale, di una o piu’ attivita’ di interesse generale in forma di azione volontaria o di erogazione gratuita di denaro, beni o servizi, o di mutualita’ o di produzione o scambio di beni o servizi, ed iscritti nel registro unico nazionale del Terzo settore”. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
siamo un’associazione culturale senza scopo di lucro.
Lavorando spesso con enti (comuni e scuole) ci troviamo ad emettere fatture elettroniche per le attività che svolgiamo (laboratori teatrali e spettacoli per bambini). Essendo attività previste dallo statuto nel nostro scopo sociale, queste fatture sono da ritenere totalmente “commerciali”, o possono essere inserite nel campo “Istituzionale” dell’associazione?
Grazie
Buongiorno. Nelle more della Riforma del Terzo Settore, la previsione della’art. 148 del TUIR cheindividua le condizioni per la de-commercializzazione dei corrispettivi specifici incassati dagli Enti di tipo associativo attualmente prevede che “Per le associazioni … culturali … non si considerano commerciali le attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti”. Pertanto, nel caso di svolgimento di attività nei confronti di terzi, e dunque non iscritti né associati, il corrispettivo da essi versato deve ritenersi commerciale, con tutte le conseguenze del caso in termini di IVA ed imposte. Segnalo in proposito un nostro approfondimento specifico: https://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera, sono la Presidente di una associazione culturale senza scopo di lucro e vorrei devolvere una parte dell’avanzo di bilancio ad altre associazioni del territorio che costantemente ricercano fondi (tipo ABEO). Qualche anno fa con il precedente direttivo era stato fatto, ma vedo sullo Statuto attualmente in vigore questa dicitura: “all’associazione è vietato distribuire, anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione comunque denominati nonchè fondi, riserve di capitale, DURANTE LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE STESSA, A MENO CHE LA DESTINAZIONE O LA DISTRIBUZIONE NON SIANO PREVISTE PER LEGGE. Eventuali avanzi di gestione saranno reinvestiti a favore delle attività istituzionali previste dal presente statuto”.
Insomma l’avanzo di gestione può essere devoluto solo allo scioglimento dell’associazione (sempre da statuto)?
Grazie mille
Lucia Scandola, Presidente Ass.ne Culturale MIconTI’
Buongiorno. Ritengo che la previsione indicata faccia riferimento generale al divieto di distribuzione di utili (https://www.tuttononprofit.com/2013/07/cosa-significa-divieto-di-distribuzione.html): ciò posto nulla osta alla circostanza che l’assemblea dei soci si esprima a favore di un’erogazione liberale nei confronti di altro Ente senza finalità di lucro, con obiettivi di utilità sociale. Nella circostanza prospettata, infatti, non sarebbe da considerarsi una “devoluzione del patrimonio” quanto una vera e propria donazione. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
Sono il presidente di una asd, insieme ad altri due enti non sportivi (circoli ricreativi) ed a dei privati volevamo costituire una assoviazione per gestire un area comunale dove svolgiamo le ns attivita. Possiamo costituire una aps? Se si, quanti devono essere i fondstori ( tra asd, circoli e privati)? Se no, quale e la forma piu corretta di associazione tra enti e privati?
Buongiorno. Se il desiderio è quello di costituire un Ente che operi per il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, senza fini di lucro, operando in uno dei settori individuati dall’art. 5 del D.L. 117/2017 occorrerà rispettare le previsioni del Codice del Terzo Settore. Segnalo in proposito il nostro specifico articolo di approfondimento, nel quale è altresì consultabile il testo completo della norma (in atesa che i decreti attuativi e l’istituzione del RUNTS ne rendano piena l’operatività): https://www.tuttononprofit.com/2017/08/codice-del-terzo-settore-in-vigore-da-oggi-in-attesa-dei-decreti-e-del-registro-unico-nazionale.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera,
mi chiamo Cristiano Di Vita e sono il presidente di un A.P.S.,ex Associazione culturale, che fa attività teatrali e servizi a sostegno di bambini ed anziani. Siamo della provincia di Milano. Dovremmo fare uno spettacolo teatrale che ci verrà pagato da un Comune, il quale ci pagherà tramite notula (immagino quindi con ritenuta d’acconto). La nostra associazione possiede solo il codice fiscale. Il pagamento ricevuto va dichiarato, è sottoposto a tassazione? Attualmente non facciamo nessuna dichiarazione dei redditi ma teniamo regolare bilancio che depositiamo c/o la sede dell’associazione.
Dovremmo richiedere un’altra forma di pagamento?
Grazie mille per le risposte, cordiali saluti.
Di Vita Cristiano
Buongiorno. Premesso che in assenza di partita IVA l’Associazione può solo gestire ed organizzare attività istituzionali coerenti con le finalità sociali dell’Ente, il provento in questione potrà essere configurato, ricorrendone i presupposti, come contributo, in difetto (qualora trattasi di corrispettivo per un’attività erogata nei confronti di un terzo non associato) detta somma dovrà ritenersi rilevante ai fini commerciali per l’Associazione, per la quale l’Ente dovrà essere titolare di partita IVA e versare su questo provento imposte ed IVA alle scadenze e secondo le aliquote previste dal regime fiscale di riferimento. Le segnalo in proposito due nostri articoli di approfondimento:
– https://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html;
– https://www.tuttononprofit.com/2018/10/circolare-18e-regime-398-91-adesione-decadenza-conseguenze.html.
Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera Dott. Bertoletti.
Insieme ad un gruppo di amici tifosi del Milan, desidero costituire un Milan Club che, come indicato nello statuto, è una associazione “culturale-sportiva”.
Ho scaricato dal sito dell’AIMC tutta la documentazione da restituire compilata e firmata (Atto costitutivo, Statuto, moduli vari, eccetera). Però non vengono fornite informazioni su quali adempimenti sia necessario fare per regolarizzare l’associazione (si devono registrare l’atto e lo statuto, oltre al codice fiscale è utile la partita iva?) e per non avere problemi fiscalmente.
Tra l’altro è corretto usare la loro documentazione prestampata? Ho ricercato delle risposte sul web ed invece sono aumentati i dubbi e le perplessità su come organizzare e gestire questa situazione non avendo trovato un caso simile.
Spero che riuscirà ad aiutarmi. Grazie. Buone Giornate!
Salve,
sono socio fondatore di un comitato di quartiere, costituito a fine 2018, per il quale non è stato, tra l’altro, costituito formalmente un comitato direttivo e forse lo statuto dovrebbe essere stato protocollato al comune (commissari straordinari), al comando di polizia municipale ed alla società incaricata dello smaltimento rifiuti.
Nello statuto non è stata riportata alcuna norma circa la decadenza dalla qualità di socio.
Se volessi recedere cosa devo fare? E’ opportuno comunicarlo anche al Comune etc , anche per evitare di incorrere in eventuali conseguenze da comportamenti inopportuni o di eventi fortuiti connessi all’operato di membri del Comitato?
Grazie per la risposta
Buongiorno. Premesso che se rientra tra i soci fondatori dell’Associazione il suo nominativo resterà per sempre tra i costituenti dell’Ente, se lo statuto non fornisce indicazioni specifiche per il recesso (che si ritiene comunque opportuno verificare ulteriormente) il suggerimento è quello di notificare la Sua volontà di recedere dalla qualifica di socio dell’Associazione attraverso un mezzo certo, nel contenuto e nella data (raccomandata, PEC, …). Ciò posto, premesso che la responsabilità nelle associazioni non riconosciute è, ex art. 38 c.c., in capo a coloro che agiscono in nome e per conto dell’Ente (https://www.tuttononprofit.com/2016/06/enti-non-profit-senza-personalita-giuridica-quali-responsabilita-consiglio-direttivo-presidente.html), non è necessario notifichi il suo recesso anche al Comune (ma ovviamente nulla vieta che lo faccia). Segnalo in ogni caso un nostro approfondimento specifico: https://www.tuttononprofit.com/2013/10/recedere-dalla-qualifica-di-socio-in.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, siamo un’associazione neonata solo codice fiscale, ci occupiamo di prestare i nostri servizi in eventi, pubblici e privati, e, con i ricavi, dopo avere tolto i rimborsi spese dei soci, le rimanenze le vorremo donare.
Detto questo, arriviamo al sodo, alcuni dei nostri soci, hanno effettuato dei servizi per alcuni eventi, organizzati da un’ altra associazione con partita iva. L’altra associazione ci chiede fattura o ricevuta per i pagamenti, cosa dobbiamo fare in questo caso?basta una semplice ricevuta esente iva? dobbiamo inserire una dicitura particolare nella ricevuta? bisogna apporre marche da bollo?Oppure bisogna emettere qualcosa di diverso? attendo vostre notizie in merito.
Grazie mille
Buongiorno. Se i soci della Vostra associazione ALFA hanno prestato la propria opera a titolo personale in favore di un’associazione BETA sarà necessario che il rapporto venga discplinato direttamente tra ogni singolo soggetto e l’Associazione BETA. Discorso diverso nell’ipotesi in cui l’Associazione ALFA fornisca il proprio supporto all’Associazione BETA: in tal caso occorrerà che entrmabi gli Enti discplinino il proprio rapporto e la sua natura al fine di comprendere altresì la corretta qualificazione di quanto incassato dall’Associazione ALFA, se istituzionale o commerciale (in questo secondo caso occorre che l’Ente sia titolare di partita IVA, predisponga ed invii le dovute dichiarazioni fiscali e versi imposte/IVA alle scadenze e secondo le aliquote previste dal regime fiscale di riferimento, solitamente quello normato dalla L. 398/91: https://www.tuttononprofit.com/2018/10/circolare-18e-regime-398-91-adesione-decadenza-conseguenze.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
Grazie mille, si parla del secondo caso, l’ass.ne ALFA, fornisce il proprio supporto all’ass.ne BETA.
Si tratta di soci dell’Ass.ne ALFA, compreso il presidente, che hanno svolto operazioni, per conto dell’ass.ne BETA.
In pratica l’ass.ne BETA (con P.I.), incassa dal cliente, e a sua volta dovrà rimborsare l’ass.ne ALFA (solo C.F.) per il supporto.
L’ass.ne ALFA deve emettere ricevuta per avere i rimborsi stabiliti, ma come deve essere questa ricevuta?basta una ricevuta semplice?senza iva e, se si, serve una marca da bollo da apporre?
Grazie ancora.
Buonasera. Se ALFA ha prestato la propria opera per un soggetto terzo non associato detto provento incassato sarà commerciale, e come tale da assoggettarsi ad imposte ed IVA. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera Dott. Bertoletti,
Avrei da porLe due domande:
1) siamo una asd in regime di 389/91 costituita nel novembre 2016 ed operativa da subito (nel 2016 abbiamo emesso una fattura per una sponsorizzazione ricevuta). Abbiamo presentato il mod. EAS per la prima volta nel dicembre 2018. Abbiamo sentito parlare della c.d. remissione in bonis…. Le chiedo pagare una sanzione immediatamente può servire a sanare, in caso di controlli fiscali, le annualità (2016-2017) per le quali eravamo scoperti?
2) abbiamo una sede operativa per la quale il proprietario ci chiede di fare un contratto. Le chiedo è
più conveniente un contratto di comodato d’uso (magari gratuito) rispetto al contratto d’affitto? Cosa sposta al proprietario? Grazie come sempre.
Buongiorno. Rispondo per punti:
1) Le segnalo un nostro approfondimento specifico sul tema: https://www.tuttononprofit.com/2016/03/modello-eas-per-associazioni-ed-enti-non-profit-ecco-tutto-quello-da-sapere.html.
2) Giustamente è necessario che l’Associazione abbia titolo per utilizzare gli spazi in cui opera (evidentemente attraverso idoneo contratto): occorrerà dunque che le parti (associazione e proprietà) individuino la soluzione che le soddisfi entrambe (contratto di comodato d’uso, gratuito, piuttosto che contratto di locazione, con pagamento di un canone mensile).
Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. Premessa l’abrograzione della legge n. 383 del 2000 intitolata “Disciplina delle Associazioni di Promozione Sociale” ad opera dell’art. 102 co. 1 lett. a) del D. Lgs. 117/2017, non è possibile per una Società Sportiva Dilettantistica ottenere il riconoscimento di Associazione di Promozione Sociale. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, nella sede della nostra associazione ci sono alcuni mobili rotti (acquistati dall’associazione stessa decenni fa) dei quali vorremmo disfarci. Un artigiano ci ha proposto di ritirarceli per 100-150 euro (una cifra simbolica), per poi modificarli e venderli. Per noi andrebbe bene…
Come si definisce però uno scambio di questo tipo? Si tratta di un’attività commericale?
Dobbiamo rilasciare una ricevuta? Se sì, con quali caratteristiche?
La nostra associazione svolge solo attività istituzionali e abbiamo solo codice fiscale…
Buongiorno. Stando a quanto indicato è presumibile che il provento in questione rientri nel novero dei redditi diversi ex art. 67 n. 1 lett. i) del TUIR: “Sono redditi diversi … i) i redditi derivanti da attività commerciali non esercitate abitualmente”. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. A meno che il Vostro fornitore, in forza del suo regime fiscale, non sia nelle condizioni di poter vendere i prorpi servizi in esenzione IVA, per una ASD l’IVA rappresenta un costo da sostenere, circostanza in per cui la fattura ricevuta conterrà l’IVA dal Vostro Ente dovuta. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. Sono socia di una asd nata per creare corsi di difesa personale per le donne. L’associazione è cresciuta e le donne, che sono diventate socie hanno cominciato anche a produrre piccoli oggetti che di solito portano a mercatini di solidarietà etc. Questi oggetti sono quindi prodotti da socie e non venduti ma ceduti dietro un’offerta di denaro alla associazione. A chi fa l’offerta viene fornita una ricevuta con la scritta “erogazione libera”. E’ corretto questo meccanismo o il responsabile dell’associazione rischia una “visita” fiscale?
Buonasera. E’ possibile per un’associazione ricevere offerte/donazioni/contributi/erogazioni liberali ed è altrettanto possibile che l’Associazione omaggi ai donatori beni di modico valore a titolo di ringraziamento per l’offerta ricevuta. Questo modus operandi in sé è corretto, ma ovviamente occorre verificare nel complesso l’impostazione gestionale del’Ente per comprenderne la correttezza sotto il profilo formale e sotanziale. Cordialità, Stefano Bertoletti
BUONASERA DOTT. BERTOLETTI,
SIAMO UNA ASD COSTITUITA A FINE ANNO 2016 CHE SVOLGE ATTIVITA’ DILETTANTISTICA DAL 2017.
ABBIAMO AVUTO DELLE SPONSORIZZAZIONI PER LE QUALI ABBIAMO EMESSO REGOLARE FATTURA.
DALL’INZIO DELL’ATTIVITA’ NON ABBIAMO FATTO COMUNICAZIONE SIAE, NE’ EAS, NE’ ISCRIZIONE REA.
COME POSSIAMO RIMEDIARE? E/O A COSA ANDIAMO INCONTRO?
GRAZIE IN ANTICIPO PER L’ATTENZIONE E PER IL GENTILE CONSIGLIO CHE VORRA’ DARMI.
Buongiorno, avrei il seguente questito:
Associazione culturale non a scopo di lucro, optato per la L- 398/91 ha la seguente situazione:
assuzione a tempo indeterminato di personale dipendente oltre a collaborazioni occasionali. Nessun provente commerciale conseguito nell’anno, incassi di soli proventi istituzionali . Deve pagare IRAP? e se si su che base imponibile? Non c’è alcuna esenzione per le associazioni? Grazie per la gentile attenzione.
Buongiorno. Nel caso indicato l’associazione sarà tenuta a pagare IRAP. La base imponibile è costituita dal 3% dell’attività commerciale a cui si aggiungono plusvalenze patrimoniali, costi per dipendenti e collaborazioni occasionali, al netto di eventuale deduzione spettante per il cuneo fiscale. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve…
sono il presidente di una Asd di fitness.
ho messo a posto lo statuto, ho aggiornato il consiglio e rinnovato il presidente. con le nuove normative Coni. i miei istruttori hanno tutti il tesserino tecnico e gli sto facendo un contratto con le diverse attivita’ che facciamo ( sempre riconosciute dal coni)… le cose che sono cambiate rispetto a prima sono che possono prendere fino a 10,000 euro annui senza tasse e che pero devono essere pagati in maniera tracciata cioe assegno o bonifico . è obbligatorio o si puo’ pagare in contanti?
altra domanda alle due segretarie che stanno in reception e non hanno tesserini tecnici che tipo di contratto gli posso fare? la tipologia sara’ sicuramente come amministrativo , rientrera’ sempre nei 10,000 euro ….. ma devo fare altro o basta solo questo? saluti
Buongiorno. Sul tema del divieto di pagamento delle retribuzioni in contanti Le segnalo il nostro articolo specifico di riferimento: http://www.tuttononprofit.com/2018/06/associazioni-e-societa-sportive-divieto-di-pagamento-della-retribuzione-in-contanti-dal-primo-luglio.html. Quanto al secondo quesito, questo il testo della lett. m) dell’art. 67 TUIR: “Sono redditi diversi … le indennita’ di trasferta, i rimborsi forfetari di spesa, i premi e i compensi erogati ai direttori artistici ed ai collaboratori tecnici per prestazioni di natura non professionale da parte di cori, bande musicali e filodrammatiche che perseguono finalita’ dilettantistiche, e quelli erogati nell’esercizio diretto di attivita’ sportive dilettantistiche dal CONI, dalle Federazioni sportive nazionali, dall’Unione Nazionale per l’Incremento delle Razze Equine (UNIRE), dagli enti di promozione sportiva e da qualunque organismo, comunque denominato, che persegua finalita’ sportive dilettantistiche e che da essi sia riconosciuto. Tale disposizione si applica anche ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa di carattere amministrativo-gestionale di natura non professionale resi in favore di societa’ e associazioni sportive dilettantistiche”. In funzione dell’inquadramento, dunque, esisteranno adempimenti specifici. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. La ringrazio in anticipo per l’attenzione e spero possa aiutarmi a risolvere il mio quesito. Siamo un’associazione in regime di 398. Abbiamo fatto un corso di teatro per gli ospiti del Dipartimento Salute mentale dell’ASL locale. Nonostante sulla fattura abbiamo segnalato di non essere soggetti allo split payment, la fattura ci è stata liquidata SENZA IVA. La cosa è successa già lo scorso anno e segnalammo con una raccomandata all’Ente liquidatore la cosa. Nessuna risposta o atto. Anzi, a distanza di un anno si è ripetuto per una cifra maggiore! Cosa mi consiglia di fare? Grazie
Buongiorno. Posto che, correttamente, gli Enti in regime 398/91 sono esentati dall’applicazione dello split payment (http://www.tuttononprofit.com/2015/04/split-payment-esonerati-gli-enti-che-sono-in-398-91.html), il suggerimento è quello di adempiere ai vostri obblighi versando (alle scadenze dovute) le imposte e l’IVA sulle fatture in questione, seppur quest’ultima risulti non ancora incassata. Solleciterei poi l’Ente liquidatore affinchè proceda ad un saldo corretto di quanto dovuto, sia in relazione al passato che sull’ultima fattura emessa. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. La trasformazione di un’associazione è da ritenersi sempre un’operazione straordinaria, circostanza che implica la necessità che ad esprimersi su di essa sia l’assemblea dei soci, appositamente convocata secondo le previsioni statutarie, oltreché secondo le maggioranze indicate nello statuto sociale. Ciò premesso, pertanto, occorre che l’assemblea dei soci venga convocata e che in essa si dia lettura/approvazione della nuova versione di statuto, dando dsuccessivamente mandato al Presidente di procedere con le registrazioni/comunicazioni del caso. Segnalo in proposito un nostro specifico articolo di approfondimento: http://www.tuttononprofit.com/2017/10/come-si-modifica-lo-statuto-di-unassociazione-non-profit-culturale-sportiva-qui-tutte-le-istruzioni-ed-i-modelli.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. Le SRL semplificate devono avere statuti dal contenuto “tipizzato”, che pertanto non contempla le previsioni che devono necessariamente essere contenute nello statuto di una società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata, la quala per godere delle agevolazioni fiscali ad essa riservate dal legislatore deve necessariamente inserire talune previsioni. Cordialità, Stefano Bertoletti
sono un associazione aps no profit, con l’integrazione a 7 soci, 3 hanno dato le dimissioni.Si devono sostituire con i nuovi o non occore si rimane in 4
Buongiorno. Questa la previsione dell’attuale art. 35 del D.L. 117/2017: “Le associazioni di promozione sociale sono enti del Terzo settore costituiti in forma di associazione, riconosciuta o non riconosciuta, da un numero non inferiore a sette persone fisiche o a tre associazioni di promozione sociale per lo svolgimento in favore dei propri associati, di loro familiari o di terzi di una o più attività di cui all’articolo 5, avvalendosi in modo prevalente dell’attività di volontariato dei propri associati”. Sulloperatività della norma Le segnalo un nostro articolo di approfondimento specifico: http://www.tuttononprofit.com/2018/02/da-quando-si-applicano-le-novita-fiscali-del-codice-del-terzo-settore-alle-associazioni-117-2017.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. Questa la previsione dell’attuale art. 35 del D.L. 117/2017: “Le associazioni di promozione sociale sono enti del Terzo settore costituiti in forma di associazione, riconosciuta o non riconosciuta, da un numero non inferiore a sette persone fisiche o a tre associazioni di promozione sociale per lo svolgimento in favore dei propri associati, di loro familiari o di terzi di una o più attività di cui all’articolo 5, avvalendosi in modo prevalente dell’attività di volontariato dei propri associati”. Sull’operatività della citata norma, infine, Le segnalo un nostro articolo di approfondimento specifico: http://www.tuttononprofit.com/2018/02/da-quando-si-applicano-le-novita-fiscali-del-codice-del-terzo-settore-alle-associazioni-117-2017.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. Non è consentito ad un Ente di tipo associativo, come una APS, di promuovere direttamente attività professionali protette. Potrà di certe sottoscrivere accordi/convenzioni con professionisti del settore, ma non erogarle direttamente, in quanto non si tratta di un soggetto abilitato allo svolgimento di dette attività. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera. Siamo un associazione culturale senza scopo di lucro. Ci occupiamo essenzialmente di teatro. Abbiamo dei soci che attraverso contributi volontari partecipano a corsi che noi stessi organizziamo. Con questi contributi noi saldiamo le spese (numerose) di gestione dello spazio e di manutenzione. Inoltre rimborsiamo nei limiti del possibile l’impegno di coloro che insegnano (rimborso scontrini carburante, ristorante etc) . Inoltre organizziamo alcuni eventi riservati ai soci ad offerta libera ( letture, cabaret, serate dedicate). A fine anno arriviamo al pareggio . Stiamo sbagliando qualcosa ?
Buongiorno. Per comprendere se l’Associazione beneficia con ragione delle agevolazioni fiscali a queste tipologie di Enti riservate (http://www.tuttononprofit.com/2017/02/quali-sono-le-agevolazioni-fiscali-di-un-ente-non-profit-associazione-societa-sportiva-dilettantistica.html) occorre un’analisi dettagliata, che muove dalla forma (statuto a norma, modello EAS, libri verbali, contabilità, inquadramento collaboratori, …) per verificare poi la sostanza (di cosa si occupa l’Ente? quale il fine ideale? come viene perseguito?). Al di là di quanto indicato, pertanto, per poter fornire una risposta certa al Suo quesito risulta a nostro avviso indispensabile entrare nel merito dell’Ente e della Sua gestione, per comprendere se sussitano le condizioni per beneficiare delle agevolazioni fiscali e, allo stesso modo, se le prassi gestionali poste in essere siano coerenti con la natura giuridica dell’Ente. Se lo ritiene resto quindi a Sua disposizione via mail (stefano@movidastudio.it) per tutti gli approfondimenti del caso. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve ho un associazione culturale. Ci occupiamo di produrre e divulgare video naturalistici e tematiche sulla natura per sensibilizzarne il rispetto. Essendo un appassionato dei fondali marini, volevo chiedere se è possibile organizzare con i soci delle perlustrazioni, per fare delle fotografie e dei video ai fondali.
Buongiorno. Premessa la necessità di verificare le previsioni statutarie dell’Ente e pertanto il suo oggetto sociale, l’Associazione potrà organizzare tutte le attività coerenti con le finalità sociali previste nello statuto, trattando dunque i relativi corrispettivi incassati da soci come istituzionali, individuando altresì la copertura assicurativa più idonea per i soci partecipanti alle attività promosse. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, una domanda. La nostra presidente dovrà dimettersi e ci sarebbe la volontà dei soci di eleggere nuovamente l’ex ex Presidente (di 2 mandati precedenti)?
Leggendo lo statuto nulla dice sulla ricandidatura e rielezione dello stesso socio a distanza di tempo (in 2 anni e abbiamo avuto 2 presidenti). Il nostro statuto prevede solo che il presidente dura in carica 5 anni e puo essere rieletto per un solo mandato.
Possiamo ricandidare a distanza di tempo (2 anni in cui si sono succeduti altri due mandati/2 presidenti) il nostro ex Presidente (che ha già esaurito 2 mandati)? grazie
Buongiorno. Se il Vostro stauto sociale prevede che un Presidente “puo essere rieletto per un solo mandato”, non è possibile che lo stesso venga nominato per più di due volte quale Presidente dell’associazione. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. Fino ad oggi ho diretto un gruppo artistico culturale. Ora vorremmo formare un’associazione di promozione sociale. Volevo chiarimenti sulla differenza fra socio e tesserato.
Da qualche parte ho letto che si possono avere entrambi: i soci partecipano alle riunioni, votano, ecc. ; mentre i tesserati non accedono alle riunioni e alle votazioni. Si possono far pagare le quote agli uni e agli altri. È giusto?
Inoltre la durata del “tesseramento” di un anno, non può essere di un anno solare dalla data di tesseramento di ognuno? Voglio dire: se Tizio si tessera (tesserato, non socio) il 3 gennaio e quindi deve rinnovare il 2 gennaio successivo; per Caio che si iscrive il 28 aprile, il tesseramento non può durare fino al 27 aprile dell’anno successivo?
Spero di essermi espressa in modo chiaro.
Grazie per le eventuali risposte.
Buongiorno. Premesso che la durata dell’iscrizione all’Ente coincide con quanto indicato sullo statuto (se l’anno sociale coincide con quello solare se un soggetto si iscrive ad aprile la sua qualifica durerà fino al dicembre dell’anno in questione), quanto alla differenza tra soci e tesserati, particolarmente delicata, Le segnalo un approfondimento specifico del Prof. Martinelli: https://www.ecnews.it/soci-o-tesserati/. Cordialità, Stefano Bertoletti
Gentilissimo sono il presidente di un associazione culturale siamo 4 soci fondatori. Il vice presidente e un altro socio fondatore no stanno ottemperato ad alcune ruoli che abbiamo deciso di fare insieme durate una manifestazione. ( non si sono presentati all’inaugurazione della prima mostra ufficiale fatta in collaborazione con il comune, senza dare nessuna spiegazione e soprattutto senza neanche avvisare dando di noi come associazione una cattiva immagine). Il comune è la città metropolitana di Milano e questa era il debutto ufficiale della nostra associazione. Io e l’altro socio fondatore abbiamo pensato che forse sarà il caso che si dimettano. Visto che si tratta di soci fondatori posso io come presidente fare qualcosa se essi decidono di non dimettersi? L’associazione è nata da pochi mesi e noi siamo un po inesperti. Mi potrebbe dare qualche consiglio?
Grazie
Buongiorno. In via preliminare occorre analizzare le previsioni statutarie vigenti, per comprendere se, a quali condizioni e secondo quale iter un socio possa essere espulso. Laddove il Vostro statuto disciplini tale ipotesi occorrerà seguirla alla lettera. Segnalo in proposito un nostro specifico articolo di approfondimento: http://www.tuttononprofit.com/2015/06/esclusione-socio-associazione-termine-impugnazione-delibera-assembleare.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Siamo un’associazione APS registrata all’Agenzia delle Entrate dal 2015, ora con le nuove
disposizioni vorremmo sapere entro quale termine dobbiamo registrare la nostra associazione per continuare ad avere i benefici previsti. Qual’è la pratica corretta da effettuare, documenti ecc. Grazie
Buongiorno. Alla luce del Codice del Terzo settore e della relativa Riforma, seppur ancora priva di numerosi decreti attuativi, rispondo al quesito posto riportando quanto espresso, nel merito, dal codice all’art. 101: “Fino all’operatività del Registro unico nazionale del Terzo settore, continuano ad applicarsi le norme previgenti ai fini e per gli effetti derivanti dall’iscrizione degli enti nei Registri Onlus, Organizzazioni di Volontariato, Associazioni di promozione sociale e Imprese sociali che si adeguano alle disposizioni del presente decreto entro diciotto mesi dalla data della sua entrata in vigore. Entro il medesimo termine, esse possono modificare i propri statuti con le modalità e le maggioranze previste per le deliberazioni dell’assemblea ordinaria”. Di seguito, infine, segnalo il nostro approfondimento specifico sul tema: http://www.tuttononprofit.com/2018/02/da-quando-si-applicano-le-novita-fiscali-del-codice-del-terzo-settore-alle-associazioni-117-2017.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno le vorrei fare il seguente quesito se possibile:
Sono amministratrice di una ssd ho un contratto a tempo indeterminato con un’altra azienda ho già una posizione inail devo aprirla anche con la ssd o è sufficiente quella dell’azienda per cui lavoro?
Non percependo nessun compenso da amministartrice dalla ssd devo fare qualche adempimento inail
e avvalermi di un consulente del lavoro (a parte il commercilista che tiene la contabilità che già ho)
Buongiorno. Si ritiene necessario che per gli amministratori di una SSD sia sempre necessario aprire una posizione INAIL a prescindere dalla circostanza che siano o meno titolari di un altro contratto di lavoro. La posizione INAIL è infatti legata alla società ed al rischio che si corre per lo svolgimento del proprio mandato in quella specifica società. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. L’iscrizione INAIL è dovuta necessariamente per gli ammiinstratori della Società; se gli stessi ricevono poi compensi di amministrazione si dovrà procedere con la loro iscrizione stessi alla gestione separata INPS. L’apertura della posizione “INPS DITTA” non si effettua in assenza di dipendenti. Cordialità, Stefano Bertoletti
Grazie per la celere risposta,
l’amministratore ha già una posizione inps e in quanto è insegnante di sostegno con contratto a tempo indeterminato.
Dalla ssd non percepisce compensi da amministratore, solo rimborsi per prestazioni sportive,
quindi teoricamente non ci sarebbe obbligo per la società ne inps ne inail giusto?
Buongiorno. Come detto l’iscrizione INAIL è dovuta necessariamente per gli amminstratori della Società, mentre la posizione INPS in assenza di compensi corrisposti agli amministratori e di dipendenti non si effettua. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, sto valutando con altre due persone di aprire una associazione per promuovere il riciclo abiti e attrezzature usate prima infanzia, essendo titolare di un’agenzia di affari (c/vendita) che si occupa già di questo settore, vorrei sapere se un’associazione può gestire con stipula di contratto di affitto di azienda un’attività di questo tipo. Grazie per l’attenzione
Buongiorno. La recente Riforma del Terzo Settore ha modificato il panorama degli Enti di tipo associativo, confermando e rafforzando la necessità che questi operino per l’esclusivo perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, attraverso la promozione di una o più attività tra quelle di interesse generale indicate all’art. 5 del Codice del Terzo Settore (D. Lgs. 117/2017). A fronte di questa premessa, per la quale Le segnalo alcuni nostri articoli di approfondimento http://www.tuttononprofit.com/category/riforma-terzo-settore, ritengo che l’attività ipotizzata non sia coerente con quella prevista dalla norma sopra citata. Cordialità, Stefano Bertoletti
Gomitoli associazione di promozione Sociale ha eseguito dei lavori di manutenzione straordinaria e ordinaria , riguardanti impianto elettrico, idrico e condizionamento
Vorrei sapere se l iva è dovuta o è ridotta al 10 %
grazie e buona giornata
Buongiorno. Non esistono agevolazioni specifiche sul punto, e l’aliquota IVA andrà individuata in funzione della tipologia di intervento effettuato. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, volevo farle cortesemente tre domande:
se per inizio attività di una ssd srl (non lucrativa) bisogna dare inizio attività a comune e camera di commercio,
se era necessaria la comunicazione del laureato isef o era sufficiente il diploma nazionale istruttore di specifica disciplina rilasciato da ente di promozione sportiva/ federazione,
e se un capanonne con destinazione d’uso artigianale era compatibile con uso sportivo.
Buongiorno. Rispondo per punti:
– è necessario, sulla base dell’attività effettivamente svolta, contattare l’Ufficio commercio o il SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) al fine di verificare la tipologia di pratica da presentare, posto che ogni amministrazione comunale è soggetta a prorpie regolamentazioni;
– occorre verificare la sussistenza di eventuali leggi regionali specifiche e comunque verificare le prassi previste della Camera di Commercio di competenza;
– occorre verificare la compatibilità con la presenza di persone ed interpellare il SUAP/Ufficio Tecnico per le verifiche del caso.
Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera,
il presidentre di una ONLUS può vendere i beni della stessa senza informare il direttivo? A cosa va in contro il direttivo se il presidente gestisce i beni a suo piacimento ( senza informare il direttivo) lasciando debiti da pagare?
Buongiorno. Nelle associazioni non riconosciute, costituite ai sensi degli art. 36 e seguenti del Codice Civile, la responsabilità (ex art. 38 c.c.) è in capo a coloro che agiscono in nome e per conto dell’Ente stesso. Questo l’articolo di riferimento: “Per le obbligazioni assunte dalle persone che rappresentano l’associazione i terzi possono far valere i loro diritti sul fondo comune. Delle obbligazioni stesse rispondono anche personalmente e solidalmente le persone che hanno agito in nome e per conto dell’associazione”; su di esso abbiamo quindi realizzato un approfondimento specifico, consultabile qui: http://www.tuttononprofit.com/2016/06/enti-non-profit-senza-personalita-giuridica-quali-responsabilita-consiglio-direttivo-presidente.html. Pertanto il Presidente sarà chiamato a rispondere personalmente di quanto posto in essere spendendo il nome dell’Ente. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. Premessa la necessità che la destinazione d’uso dell’immobile sia compatibile con la presenza di persone, è opportuno verificare presso il SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) del Comune presso il quale l’Associazione intende operare al fine di valutare la fattibilità dell’operazione sotto il profilo destinazione d’uso degli spazi. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera chiedo gentilmente; ho una struttura abitativa con sala/studio connessa nella quale vorrei fare attivitá olistiche in affiliazione ad una associazione gia avviata. Come posso fare essendo abitazione?
Buongiorno. Verificata la compatibilità della destinazione d’uso con la presenza di persone, è opportuno interfacciarsi con il SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) del Comune presso il quale l’Associazione intende operare al fine di valutare la fattibilità dell’operazione sotto il profilo destinazione d’uso degli spazi. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, sono il vice presidente di una associazione culturale senza scopo di lucro, mi chiedevo se acquistando e intestando all’ass. un mezzo di trasporto, ci fossero delle agevolazioni fiscali.
grazie
Buonasera,
sono il presidente di una associazione culturale no profit. Ci stiamo occupando dell organizzazione di un evento religioso . I fondi per poter realizzare l’evento sono stati raccolti in cambio di sponsorizzazioni. Sicuramente non tutti i fondi verranno utilizzati quest’anno e potrebbero farci comodo negli anni successivi. Volevo chiederle se c’è un limite massimo di tempo per poter trattenere i fondi sul conto corrente intestato all associazione stessa.
Grazie.
Buongiorno. Non esiste per un’Associazione alcun termine massimo per conservare i soldi sul proprio conto corrente: se trattasi di proventi derivanti da attività istituzionale nulla sarà dovuto in termini di imposte, mentre se derivanti da attività commerciale, una volta versae le imposte e l’IVA, nulla sarà più dovuto su di essi, e tutto potrà essere re-investito per il perseguimento delle finalità sociali dell’Ente negli esercizi a venire. Cordialità, Stefano Bertoletti
Grazie della celere risposta.
A proposito di attività commerciale.
Se in questo evento volessimo distribuire bevande e panini chiedendo una somma molto vicina al rimborso spese di che autorizzazioni avremmo bisogno???
Grazie mille ancora e complimenti per il blog.
Cordiali saluti.
Buongiorno. L’attività di somministrazione di alimenti e bevande si configura sempre come commerciale per un’associaizone, e pertanto occorrerà che l’Ente sia titolare di partita IVA e che versi sui proventi incassati IVA ed imposte alle scadenze e secondo le aliquote previste dal regime fiscale di riferimento. Occorrerà altresì richiedere apposita autorizzazione in Comune, e rispettare tutti gli obblighi sotto il profilo sanitario. Cordialità, Stefano bertoletti
Buongiorno, innanzitutto complimenti per il Blog, avrei gentilmente un quesito.
Un mese fa abbiamo fondato un’associazione culturale, questa necessiterebbe di liquidità per iniziare l’attività.
Tra le varie opportunità di un prestito, la migliore è stata quella di un prestito personale (non quindi richiesto dall’associazione) fatto da un mio parente, tale prestito è ora stato erogato e mi è stato fatto un bonifico sul conto personale. Ora dovrei ovviamente approvare un prestito all’associazione tramite il consiglio direttivo con le relative motivazioni, il dubbio che mi sorge è che i prestiti da parte degli associati alle associazioni devono essere infruttiferi, in questo caso però gli interessi sono applicati dalla banca verso il mio parente che ha richiesto il prestito. Sentendo un amico avvocato mi ha consigliato di allegare le rate richieste dalla banca alla riunione del consiglio direttivo e richiedere quindi il pagamento degli interessi da parte dell’associazione che verranno girate poi dal ricevente direttamente alla banca, il tutto ovviamente mediante bonifici bancari in modo da rendere tutto il più trasparente possibile. Potrebbe funzionare?
Seconda domanda: avendo ora io il denaro da prestare (mi è stato girato tramite assegno), nella causale del bonifico sarebbe meglio scrivere “Prestito da parte di “Nome parente” ecc ecc…” in modo da poter poi bonificare i soldi direttamente dal conto dell’associazione al conto del parente che ha richiesto il prestito?
Quindi sarebbe più opportuno far prestare i soldi direttamente all’associazione da parte del parente che ha richiesto il prestito? (in questo caso effettuerei un bonifico anche in serata nuovamente a colui che ha richiesto il prestito)
In questo secondo caso si potrebbe allegare al consiglio direttivo le rate richieste dalla banca o vi potrebbe essere a suo parere un modo più corretto di procedere?
Buongiorno. Come detto ragioni di trasparenza portano a suggerire un prestito infruttifero diretto nei confronti dell’Associazione, ed allo stesso modo, al fine di evitare il rischio di contestazione per distribuzione di utile, l’importo reso deve coincidere con quello prestato, esclusa qualsiasi forma di corresponsione di interessi. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, vorrei dei chiarimenti per ASD.
Ho un appartamento di mia proprietà adiacente la mia abitazione, vorrei aprire un ASD per potervi praticare dei mini corsi yoga e di pilates.
-Sarebbe possibile o per questo tipo di attività servono dei locali con requisiti specifici?
– Potrei far figurare come costo l’affitto, visto che con questo ci coprirei parte della rata del mutuo?
– Ed infine per poter percepire uno stipendio dovrei figurare come dipendente della mia ASD? È possibile?
Vi ringrazio in anticipo per la risposta e complimenti per il blog
Buongiorno. La costituzione di un Ente di tipo associativo comporta necessariamente il rispetto di taluni obblighi (http://www.tuttononprofit.com/2016/09/quali-sono-obblighi-essenziali-di-associazione-non-profit-come-fare-per-non-sbagliare.html) ed il perseguimento di una o più finalità ideali (nel caso di Ente sportivo d’obbligo è la promozione di una delle discipline riconsciute dal CONI ai fini dell’iscrizione al suo Registro: http://www.tuttononprofit.com/2017/02/prorogata-al-2018-la-bonifica-del-registro-coni-secondo-le-previsioni-della-delibera-1566-2016.html) per poter beneficiare delle numerose agevolazioni fiscali riservate a detti Enti.
Ferma restando questa necessaria ma doverosa premessa, rispondo per punti:
– la destinazione d’uso di un immobile in cui si intendono promuovere attività sportive deve essere compatibile con la presenza di persone, e pertanto alla luce di quanto richiesto, sarà opportuno richiedere un parere preventivo al SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) del Comune nel quale l’Ente opererà;
– in forza di un idoneo contratto tra le parti (proprietario immobile ed Associazione) sarà possibile che l’Ente paghi un canone di locazione al proprietario degli spazi concessi;
– è possibile che una ASD, sempre premesso il divieto di distribuzione di utili (http://www.tuttononprofit.com/2013/07/cosa-significa-divieto-di-distribuzione.html), si avvalga della collaborazione di istruttori sportivi per lo svolgimento delle proprie attività, secondo le logiche previste dalle ordinarie disposizione di legge in materia di rapporti di lavoro/collaborazione (assunzione diretta, partita IVA, collaborazione occasionale, voucher, compensi ex L. 342/00, … http://www.tuttononprofit.com/2016/12/chiarimenti-sui-compensi-erogati-dalle-associazioni-sportive-e-dalle-societa-sportive-dilettantistiche.html).
Tutti questi aspetti, gli ultimi due in particolare, riteniamo meritino un approfondimento specifico al fine di un’impostazione corretta e coerente con la natura giuridica dell’Ente che intende costituire
Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera,
il quesito è il seguente: è stata creata un’associazione tra medici per poter offrire ai propri associati formazione gratuita obbligatoria ai fini della professione.
gli associati (attualmente circa 500), versano una cifra irrisoria come quota associativa e quindi per poter conseguire il fine istituzionale, l’associazione riceve delle sponsorizzazioni rispetto alle quali emette regolare fattura. L’associazione detiene sia codice fiscale che partita iva ovviamente, e ha optato per il regime 398/91. le sponsorizzazioni nell’anno fiscale appena trascorso sono circa 20.000 euro ed esiste un avanzo di gestione di circa 2.000 euro.
Dato che le entrate commerciali sono più elevate di quelle istituzionali (le quote associative non superano i 500 euro), si configura la possibilità di fuoriuscita dal regime agevolato? o l’uscita è legata al volume delle entrate commerciali che comunque non supera i 250.000 euro l’anno?
mi sapete dare dei riferimenti di legge (circolari, risoluzioni o altro?)?
Grazie
Buongiorno. Premesso che il regime agevolato discplinato dalla 398/91 ha aumentato la soglia a 400 mila euro/anno (http://www.tuttononprofit.com/2016/12/enti-in-398-91-associazioni-e-societa-sportive-ufficiale-aumento-volume-affari-a-400mila-euro-anno.html), in relazione al quesito postoLe segnalo il dettato dell’art. 149 del D.P.R. 22/12/1986 n° 917 (intitolato “Perdita della qualifica di ente non commerciale”), il quale al numero 1 stabilisce che “Indipendentemente dalle previsioni statutarie, l’ente perde la qualifica di ente non commerciale qualora eserciti prevalentemente attivita’ commerciale per un intero periodo d’imposta”. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, siamo un gruppo di amici e vorremmo aprire una APS.
1) vorremmo affiliarci a CONACREIS ma ci chiedono 7 soci fondatori a statuto, la legge italiana non ne indica 3 come minimo? conacreis puo’ pretenderne 7 per affiliarci?
2) il presidente puo’ essere retribuito per prestazioni lavorative (con voucher o ritenuta?)
3) la sede dell’associazione sara’ casa del presidente, con spazi esterni ed interni per le attivita’. Meglio stipulare un contratto di affitto o comodato d’uso gratuito?
grazie
clementina
Buongiorno. Rispondo per punti:
1) ritengo che CONACREIS applichi il dettato del Codice del Terzo Settore (D.L. 117/2017), il quale al suo articolo 35 stabilisce che “Le associazioni di promozione sociale sono enti del Terzo settore costituiti in forma di associazione, riconosciuta o non riconosciuta, da un numero non inferiore a sette persone fisiche …”;
2) il Presidente, fermo il divieto di distribuzione diretta e/o indiretta di utili/avanzi di gestione (http://www.tuttononprofit.com/2013/07/cosa-significa-divieto-di-distribuzione.html) potrà essere retribuito per l’attività prestata in forza del suo specifico inquadramento;
3) questa valutazione non può che spettare a Voi, ferma la necessità che l’associazione abbia un titolo per occupare gli spazi in questione.
Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera stavo per aprire un associazione culturale sull informatica . Era tutto pronto quando ad un certo punto sono venuto a conoscenza del terzo settore . Come dovrei cambiare lo statuto?
per promuovere un’area della calabria poco sviluppata vorremo costituire un associazione con sede in toscana. la necessità che vorremmo soddisfare è la promozione di quanto il territorio possa offrire nel senso più ampio del termine: cultura locale, prodotti genuini non industriali, ricettività presso famiglie, e naturalmente la scoperta del territorio in quanto tale. si possono comprendere tutti questi obiettivi in un unica associazione? se sì, che tipo di associazione si può fare?
Buonasera.
Da diversi anni dirigo un gruppo artistico culturale. Siamo nati e proseguiamo le nostre attività su tutto il territorio nazionale: concorsi letterari, presentazioni editoriali, organizzazioni eventi…
Vorremmo finalmente costituirci in associazione (ape). I soci fondatori che faranno anche parte del direttivo possono essere di città differenti? Il mio compagno, pur vivendo con me è residente a San Marino. Il mio vice vive all’Aquila ed io a Torino, anche se sovente ci incontriamo appunto X l’orga di eventi. Possono essere loro con me i soci fondatori?
salve.. vorrei aprire un’associazione per il randagismo.. che costi ci sono??? e che problemi potrei avere in futuro??? se l’associazione non và avanti??
Salve a tutti,
scrivo qui per una questione urgente che ci sta creando non pochi problemi: la locazione di un’associazione sportivo-dilettantistica. Siamo iscritti presso l’Aics, con riferimento presso gli uffici di Padova. Sempre nella provincia di Padova, presso il comune di Piove di Sacco, abbiamo trovato lo spazio ideale per la nostra sede operativa dopo mesi e mesi di ricerca.
Si tratta di un locale di oltre 300 mq, interrato, dove già erano presenti due palestre che sono state attive per oltre vent’anni. Ci sono bagni, impianti d’aerazione, segreteria, e un magazzino classificato C2 dove vorremmo svolgere attività ricreative in quanto la nostra associazione si occupa anche di attività culturali. Questo locale è identico a quello delle palestre, solo la destinazione d’uso è diversa. Il geometra ha chiesto al comune i parametri di agibilità, e il comune c’ha chiuso le porte dicendo che le associazioni non operano interrato o aree C2. Dicono di non sapere nulla dell’associazione preesistente, cosa alquanto strana perchè ci sono indicazioni esterne da moltissimi anni. All’interno il locale è veramente bello, ci sono anche 4 uscite con maniglie antipanico! Le uscite danno su una rampa esterna,in realtà non sembra neppure un interrato. Il geometra dice che in comune non conoscano i decreti che regolano l’uso dei locali da parte di associazioni. Dice di presentare i decreti che ne parlano per ottenere il beneplacito comunale. Come possiamo procedere? Non mi capacito di un luogo che era attivo e che è bellissimo, funzionale, con punti luce,servizi, pavimenti e impianti d’aerazione. Come possiamo procedere? Come si procede in questi casi? Serve per forza un’approvazione comunale? Dimenticavo, inizialmente l’ufficio urbanistica ci aveva detto: ‘nessun problema! Il posto non conta basta che poi ci comunichiate l’inizio attività!’e noi c’abbiamo speso un bel pò per adibire il tutto e ora… i hanno detto di no! Chiedo un consiglio su come procedere e se davvero ci possano bocciare un posto di questo tipo.
Buongiorno. Spiacente, ma è il Comune, sul punto, ad avere l’ultima parola. E’ infatti il SUAP a poter vagliare, in forza del regolamento comunale specifico, quale possa/debba essere la destinazione d’uso di uno spazio in cui viene promossa una certa attività specifica. Per completezza preciso che l’art. 71 del codice del Terzo Settore prevede che “Le sedi degli enti del Terzo settore e i locali in cui si svolgono le relative attività istituzionali, purché non di tipo produttivo, sono compatibili con tutte le destinazioni d’uso omogenee previste dal decreto del Ministero dei lavori pubblici 2 aprile 1968 n. 1444 e simili, indipendentemente dalla destinazione urbanistica”. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno;
ultimamente cercando informazioni sulle ASD-SSD, ho notato che ci sono divergenza su come redigere i verbali e obbligatorietà e come fare se viene smarrito.
1) il verbale si può redigere e archiviare al computer e non cartaceo?
2) il libro verbali consiglio direttivo e assemblee soci è obbligatorio?
3) se viene perso il libro verbali cosa succede?
Anticipatamente Grazie
Giancarlo
Buongiorno. Premesso che gli obblighi di tenuta/gestione dei libri sociali variano a seconda che si tratti di ASD (per cui è sufficiente un registro a fogli fissi con le pagine numerate e scritte a mano, http://www.tuttononprofit.com/2015/03/chi-puo-deve-firmare-i-verbali-di-riunione-di-assemblea-sociale-ordinaria-e-straordinaria.html) piuttosto che di una SSD (che essendo cvilisticamente un ente commerciale è soggetta a tutti gli obblighi delle SRL ordinarie, e dunque registri vidimati da notaio), rispondo di seguito ai suoi quesiti:
1 – ferme le considerazioni di cui sopra, per una ASD non è opportuna una gestione digitale dei verbali, e ciò in ragione del fatto che gli stessi potrebbero essere sostituiti, con conseguente violazione del principio di trasparenza;
2 – assolutamente sì;
3 – è opportuno procedere con una denuncia di smarrimento.
Cordialità, Stefano Bertoletti
Un socio iscritto dal 2009 al 2017, che non intenda rinnovare la tessera ACSI per l’anno 2018 gli si può rifiutare l’ingresso in milonga non avendo mai ottenuto la seguente documentazione:-
1) copia dei diritti sulla privacy:
2) copia del regolamento dell’associazione no profit e relativo statuto per i diritti-doveri dell’associato.
Buongiorno. Premessa le necessità di verificare le disposizioni statutarie sul punto e di tenere bene a mente che gli Enti di tipo associativo, in quanto tali, devono garantire il rispetto del principio di uguaglianza e democraticità (http://www.tuttononprofit.com/2016/04/disciplina-uniforme-del-rapporto-associativo-in-una-associazione-non-profit-cosa-significa.html), in via generale la volontà a partecipare alla vita associativa e l’accettazione, senza riserva alcuna, da parte dell’aspirante socio, di quanto riportato in Statuto (come per altro del perseguimento delle finalità ideali dell’Associazione) consente di perfezionare l’iscrizione all’associazione. Così non fosse, il soggetto non potrà ritenersi a tutti gli effetti “socio” dell’Ente. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, abbiamo costituito una ASD con solo codice fiscale senza registrare l’atto costitutivo. Il Coni per iscriverci ci chiede la registrazione dello stesso presso l’Agenzia delle Entrate dicendo che è obbligatoria.
Vorrei sapere se è vero e se si da quando
Buonasera! Vorrei sapere se un ente non profit (associazione pubblica di fedeli) che ha tra l’altro come scopo quelle di sostenere le persone in difficoltà, può erogare prestiti infruttiferi senza particolari autorizzazioni. Importi piccoli max 500,00 € e restituzioni in piccole rate, appunto senza interessi. L’unica scrittura sarebbe il contratto con il richiedente con le modalità di rimborso.
Grazie.
Buonasera. Premessa la necessità di verificare le disposizioni statutarie e le previsioni in esso contenute, è indispensabile verificare se le attività risultino coerenti con le finalità istituzionali dell’Ente ed, in quanto tali, esercitabili (http://www.tuttononprofit.com/2016/03/perche-costiuire-associazione-cosa-comporta-come-deve-essere-gestita.html). Va da sé che non è possibile che l’Associazione eserciti l’attività di un’istituto di credito o affini. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno avrei dei quesiti da fare
1)Volevo sapere se una srl già esistente che amministra varie attività commerciali può aprire una società sportiva o deve aprire una nuova società come ssd?
2)la stessa srl di cui parlavo potrebbe assorbire una asd o non si può fare?
Buongiorno. Perchè una SRL commerciale (for profit) dovrebbe costituire/aprire una SSD senza finlità di lucro che non può, per essere tale, distribuire utili/avanzi di gestione? E ancora: perchè una SRL commerciale (for profit) dovrebbe “assorbire” (cosa intende con questo termine?) un ASD senza fini di lucro che non può distribuire utili/avanzi di gestione? Cordialità, Stefano Bertoletti
Sono piu chiaro, ho un problema di disdetta anticipata commerciale da parte di una srl su un contratto di affitto di un terreno dove esercito la mia attivita la con motivazione di voler aprire una scuola velica; la mia domanda è per far si che la disdetta sia valida, una srl può aprire una scuola velica? anche se poi questa scuola velica è esistente al terreno confinante con me come asd i quali si vigliono allargarr e per questo chiedevo se la srl può non so in che modo (assorbire acquistare) questa asd all interno della sua società per far si che la disdetta sia valida?
spero di essere stato chiaro
Salve stiamomettendo su un associazione culturale dedicata all insegnamento della fotografia
Volevo sapere come registrare il marchio Dell associazione? Grazie
Buongiorno. Se intendete registrare un marchio potete appoggiarvi ad uno studio abilitato ad effetttuare la pratica in questione oppure procedervi in autonoma compilando la modulistica richiesta (modulo MA-RI ed eventuali fogli aggiuntivi) e depositandola presso la Camera di Commercio a Voi più comoda. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. Qual è il nesso tra la qualifica di “socio sostenitore” di un’associazione ed il suo “trattamento di fine rapporto”? E’ forse dipendente dell’Ente? IN tal caso occorrerà applicare il relativo contratto collettivo nazionale di lavoro, con tutte le implicazioni del caso; in difetto resto a disposizione per comprenderne il collegamento. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve…mi chiamo Antonio e volevo chiedere delle risposte alle domande…sto cercando di poter aprire un distaccamento di un associazione scacchistica in un altro luogo rispetto alla sede principale; premetto che io non sono ne il presidente ne ho rapporti con la sede principale di scacchi, ma parlando con la suddetta associazione scacchistica mi hanno dato parere favorevole ad aprire un distaccamento della stessa…chiedevo cortesemente a che doveri fiscali vado incontro e se, naturalmente i miei associati mi pagheranno una quota per sostenere le lezioni di scacchi e l’iscrizione, in che modo io posso essere in regola fiscalmente…devo dimostrare qualcosa o tenere un libro contabile??? devo avere autorizzazioni speciale del tipo: -autorizzazione antincendio; -abitabilità della struttura; -se può essere costituita anche in un grande garage adibito ex negozio!; -se ce bisogno di impianto elettrico certificato! ecc.. in attesa di una vostra risposta vi porgo i miei più cordiali saluti e grazie del tempo speso per leggere queste righe.
Salve, i quesiti che vorrei porre sono i seguenti :
1) Può una associazione avere la propria sede legale in un locale classificato al catasto categoria C/2 ?
2) Può una associazione svolgere la propria attività istituzionale (corsi di ballo, canto, musica, editing video ecc) in un locale classificato al catasto categoria C/2 ?
3) Può una associazione avere la propria sede legale e svolgere la propria attività istituzionale (corsi destinati ai soci come sopra) in un locale classificato al catasto categoria C/2 ?
4) Nel caso di nuova edificazione di un fabbricato da adibire a sede sociale quale categoria catastale è più idonea?
Grazie per l’attenzione.
Buonasera. Le associazioni, quali enti di diritto privato, possono porre la propria sede ed organizzare le proprie attività presso immobili che abbiano destinazione d’uso compatibile con la presenza di persone, fatte salve specifiche disposizioni comunali/regionali sul punto. Il suggerimento è dunque quello di verificare con il SUAP (Sportello UNico per le Attività Produttive) del Comune presso il quale l’Ente intenderà operare se/quali restrizioni esistano per la destinazione d’uso dell’immboile in questione. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
Vorrei porre un quesito riguardante la sede sociale di una associazione culturale.
È possibile indicare come sede sociale una abitazione privata presso la quale vive la famiglia di un socio?? L’attività istituzionale, corsi di musica e canto, verrebbe esercitata all’interno di una stanza inutilizzata dell’abitazione. Il proprietario della casa farebbe un contratto di comodato di uso gratuito all’associazione per l’utilizzo della abitazione / stanza. Il proprietario della casa non vorrebbe perdere i benefici dell’esenzione IMU per l’abitazione principale; può un contratto di comodato d’uso gratuito come sopra scritto, regolarmente registrato all’agenzia delle entrate, far decadere tale beneficio di esenzione IMU? Ringrazio per l’attenzione.
Buongiorno. Premessa la necessità di verificare la compatibilità dell’immobile con le disposizioni comunali per l’esercizio delle attività promosse dall’ente in questione, ai fini IMU è opportuno verificare direttamente con il commercialista del proprietario dell’immobile se in tal caso continuino a sostenere le condizioni dell’esenzione. Cordialità, Stefano Bertoletti
Quando si dice che le associazioni non sono obbligate al rilascio di ricevuta/scontrino fiscale ci si riferisce sia alla attività istituzionale che alla eventuale attività commerciale?
In pratica una associazione che pone in essere attività commerciale con partita e opzione per la 398/91 (vendita di oggetti di ceramica in negozio aperto al pubblico) non è obbligata al rilascio di scontrino/ricevuta per le cessioni di beni a clienti non soci?
Ed ancora: c’è differenza, ai fini dell’obbligo di cui sopra, tra sede dell’associazione ed eventuali unità locali?
Grazie infinite per l’attenzione
Buongiorno. Le Associazioni non sono tenute ad emettere scontrino o ricevuta fiscale in caso di cessione di beni o prestazione di servizi: così ha disposto il Decreto Ministeriale 21 dicembre 1992, n° 6016, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n°300 del giorno successivo ed intitolato “Esonero dall’obbligo di rilascio della ricevuta e dello scontrino fiscale per determinate categorie di contribuenti”. Tale Decreto, all’articolo 1, punto 15, prevede che “Non sono soggette all’obbligo di documentazione disposto dall’art.12, comma 1, della legge 30 dicembre 1991, n.413, le categorie di contribuenti e le operazioni sottoelencate: (…) operazioni poste in essere dalle associazioni sportive dilettantistiche che si avvalgono della disciplina di cui alla legge 16 dicembre 1991, n.398, nonché dalle associazioni senza fini di lucro e dalle associazioni pro-loco, contemplate dall’art. 9-bis della legge 6 febbraio 1992, n.66”. Qui un nostro specifico articolo di approfondimento sul tema: http://www.tuttononprofit.com/2016/02/cose-una-ricevuta-non-fiscale-puo-emetterla-un-ente-non-profit-associazione-societa-sportiva.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Avrei bisogno di un tuo suggerimento in merito all’esclusione della mia Associazione Sportiva Dilettantistica dal 5×1000 del 2015.
In pratica:
– in data venerdì 10 settembre 2017 alle ore 22:56, ho provveduto ad inviare una P.E.C. all’indirizzo ufficiosport.darts@pec.governo.it avente oggetto: Richiesta di informazione in riferimento al 5 per mille 2015;
– in data venerdì 22 settembre 2017 alle ore 23:48, ho provveduto ad inviare una P.E.C. all’indirizzo 5xmille.ufficiosport@pec.governo.it avente oggetto: Richiesta di informazione in riferimento al 5 per mille 2015;
– in data venerdì 29 settembre 2017 alle ore 14:27, ho provveduto ad inviarVi una P.E.C. all’indirizzo 5xmille.ufficiosport@pec.governo.it avente oggetto: Seconda missiva con richiesta di informazione in riferimento al 5 per mille 2015.
Per tutte e tre gli invii di P.E.C. non ho ancora ricevuto alcuna risposta da parte dell’Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Considerando che la motivazione di esclusione della mia Associazione dal 5×1000 del 2015 è per il fatto che sono decaduti i termini perché non abbiamo inviato la dichiarazione sostitutiva prevista dal D.M. del 2 aprile 2009.
Visto e considerato che, in base all’art. 2 del Decreto legge del 2 marzo 2012 n. 16, possono partecipare al riparto delle quote del cinque per mille anche gli enti ritardatari che, pur non avendo assolto in tutto o in parte entro i termini di scadenza agli adempimenti richiesti per l’ammissione al contributo, presentino le domande di iscrizione e provvedano alle successive integrazioni documentali, versando contestualmente una sanzione di importo pari a 250 euro utilizzando il modello F24 con il codice tributo 8115 (Risoluzione 11 maggio 2012 n. 46).
Ad oggi, ci sarebbe la possibilità di seguire qualche procedura per poter rientrare nell’elenco degli ammessi e non perdere l’importo di 578,05 €. Se si, quale procedura mi suggerite di seguire?
Buongiorno. Scaduti i termini per l’invio tardivo della dichiarazione sostitutiva non esistono, al momento, iter alternativi. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera sono membro del direttivo di una associazione culturale. Il presidente per ragioni personali ha rassegnato le dimissioni comunicandolo via mail al direttivo. dopo una ventina di giorni durante i quali il direttivo si è impegnato a trovare un nuovo presidente anche se non lo ha ancora formalmente eletto, decide ora di revocarle e di tornare al suo posto sostenendo che le sue dimissioni non siano state a suo tempo formalizzate per iscritto dal direttivo. è corretta tale procedura?
Buongiorno. Premesso che non è il consiglio direttivo a potersi occupare di tale questione, bensì l’assemblea sociale (trattandosi di straordinaria amministrazione dell’Ente), bisogna verificare quanto riportato in statuto a riguardo delle modalità di elezione di un nuovo Presidente e delle relative modalità di formalizzazione delle dimissioni. Segnalo dunque un nostro articolo specifico relativo alla previsioni obbligatorie che devono essere contenute nello statuto di un Ente di tipo associativo: http://www.tuttononprofit.com/2015/06/10-regole-che-non-possono-mancare-nello-statuto-di-una-associazione.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buon giorno vorrei avere un vostro parere su un problema ,
Siamo un’associazione aps e un’associazione nostra socia ci ha chiesto di fare dei corsi di formazione
a pagamento, cosa che noi facciamo abitualmente per i nostri soci, visto che ricade nella caratteristica della ns. Associazione .
Il mio dubbio è : Collaborare per questi corsi a favore di un’associazione ns. socia la prestazione continua a ricadere nella parte no profit oppure diventa una prestazione commerciale ?
La ringrazio per la sua attenzione
Buongiorno. Se l’APS “vende un servizio” ad un soggetto terzo dietro il pagamento di un corrispettivo, questo dovrà essere considerato commerciale, e pertanto soggetto ala pagamento di IVA ed imposte (http://www.tuttononprofit.com/2014/12/legge-39891-il-regime-fiscale-agevolato-enti-non-profit-associazioni-societa-sportive.html). Differetemente vale la regola individuata dall’art. 148 n. 3 del TUIR: “Per le associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona non si considerano commerciali le attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti, di altre associazioni che svolgono la medesima attività e che per legge, regolamento, atto costitutivo o statuto fanno parte di un’unica organizzazione locale o nazionale, dei rispettivi associati o partecipanti e dei tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali …”. Cordialità, Stefano Bertoletti
SALVE!
La mia associazione no profit di promozione culturale non ha partita iva ancora (perché muova) ma solo codice fiscale regolarmente registrato.
Adesso una scuola privata paritaria (inquadrata come cooperativa, credo) mi ha chiesto di collaborare con lei per un progetto.
Legalmente come possiamo creare una collaborazione? Come posso far lavorare alcuni miei esperti e soci (di musica nel caso) nella scuola se non posso emettere fattura ?
Salve, voglio fare un’associazione culturale e solidale, i miei dubbi sono sull’indirizzo, ossia.. per la sede legale metterò il mio, ma per fare le attività, per forza dovrei avere un posto? La commercialista mi disse di si, può essere in una associazione già esistente, un locale, ma se ancora non abbiamo nulla in mano e tampoco che ci aiuta con i soldi, come possiamo affittare un posto se non abbiamo nemmeno cominciato? Credevo che l’indirizzo della sede legale fosse sufficiente, mentre quello operativo era piu elastico…….. Magari credevo che potevo rivolgermi, per es: alle biblioteche. Potete aiutarmi chiarendo questo per favore?
Buongiorno. Confermo la necessità di dover individuare in maniera certa e precisa la sede legale dell’Ente sull’atto costitutivo/statuto dell’Ente costituendo. Ciò premesso, posta la necessità di essere autorizzati ad occupare uno spazio (convenzione, comodato, locazione, …), confermo che sarà possibile operare anche in spazi diversi dalla sede legale in forza di specific accordi sottoscritti tra le parti interessate. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, sono socio fondatore e socio ordinario di una società no profit. Ho rassegnato le dimissioni che sono state accettate e quindi firmate dal direttivo. Vorrei sapere se devo far presente delle mie dimissioni anche all’istituto bancario con il quale l’associazione a nome del presidente (a me personalmente hanno chiesto solo fotocopia della carta d’identità e del codice fiscale senza aver firmato niente) ha aperto un conto corrente??
Grazie in anticipo per la risposta.
Buongiorno. E’ ragionevole ipotizzare che l’Ente stesso provveda a notificare l’avvenuta variazione dell’Organo Direttivo dell’Ente a tutti i soggetti interessati, ma così non fosse può essere opportuno che lo segnali direttamente Lei in prima persona. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
rappresento un APS di agricoltura e turismo, già costituita da tempo e operativa.
La mia richiesta di consiglio riguarda materiale a disposizione in merito a STRATEGIE e GESTIONE dell’associazione. Come organizzarla bene e darle una struttura che funzioni? come farla crescere? Chiedo consigli proprio a livello di STRATEGIA.
Buongiorno. Se lo ritiene con piacere possiamo fissare una call skype per valutare se d in quali termini possiamo fornirVi il nostro supporto professionale. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno Stefano, ho iniziato a seguire il tuo blog da un paio di giorni. Mi sembra essere molto interessante e gli approfondimenti risultano essere davvero molto utili.
Avrei una domanda da porti rispetto ad un articolo che hai pubblicato rispetto all’argomento”associazioni non profit, esenzione iva e tassazione”.
Nello specifico io sono presidente di una piccola associazione di Lecce che da poco gestisce ospitalità migranti presso una piccolo comune di provincia. La mia associazione ha aperto da qualche giorno partita iva con richiesta di regime agevolato ex 398/1991.
La ragione dell’apertura di questa partita iva risiede nel fatto che mensilmente dobbiamo emettere un giustificativo alla Prefettura di Lecce per richiedere il Saldo dei servizi offerti così come da capitolato allegato alla convenzione che abbiamo sottoscritto.
Nello specifico e sinteticamente ti elenco i servizi che eroghiamo:
1. mediazione linguistico-culturale;
2. accoglienza materiale;
3. servizio di assistenza sanitaria;
4. servizio di pulizia ed igiene ambientale;
5. orientamento e accesso ai servizi del territorio;
6. formazione e riqualificazione professionale;
7. orientamento e accompagnamento all’inserimento lavorativo;
8. orientamento e accompagnamento all’inserimento abitativo;
9. orientamento e accompagnamento all’inserimento sociale;
10. tutela legale;
11. tutela psico-socio-sanitaria;
12. servizi di ingresso e gestione amministrativa.
La mia domanda è: devo applicare una aliquota iva sul totale? se si quale aliquota?
Spero in una tua pronta risposta
Buongiorno. Le condizioni di esenzione dall’applicazione dell’IVA ed i soggetti giuridici che ne possono beneficiare sono quelli indicati nell’articolo: http://www.tuttononprofit.com/2013/11/associazioni-esenzione-iva-e-tassazione-amministrazioni-pubbliche-e-scuole.html. Al di fuori delle ipotesi indicate, salvo casi specifici da verificare caso per caso, occorre esporre un’aliquota IVA al 22% per l’esercizio di attività commerciali. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno.
Ho un quesito che mi tormenta da un po’. Sono il tesoriere di un associazione culturale no profit. Abbiamo avuto entrate e uscite da quasi un anno, purtroppo non sono documentate ne registrate tramite un conto corrente bancario. Questo può essere un problema per l’agenzia delle entrate e non solo?
Salve vorrei farle una domanda su una mia perplessità dato che su internet non ho trovato la risposta: Nel consiglio direttivo di un’associazione culturale il presidente può anche svolgere le funzioni di segretario/tesoriere?
Grazie
Buongiorno. Nulla osta alla circostanza che il Presidente di un’associazione svolga anche il ruolo di segretario/tesoriere della stessa. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve,
faccio parte di un’associazione di promozione sociale, vorrei un’informazione in merito alle dimissioni di un membro del Consiglio Direttivo e più precisamente se il presidente può rifiutare le dimissioni dei membri del Consiglio Direttivo.
potrebbe eventualmente indicare i riferimenti normativi?
Ringraziandola anticipatamente,
porgo cordiali saluti
Buongiorno. Ritengo non possano essere rifiutate le dimissioni dei componenti del consiglio direttivo di un’associazione, e ciò in ragione del fatto che, ragionevolmente, nessuno può essere obbligato a far parte di un Ente di tipo associativo basato su di una finalità ideale. Cordialità, Stefano Bertoletti
Egr. Sig. Bertoletti,
la ringrazio per la sua celere risposta, altresì volevo chiederle come poter recedere da socio sempre da una associazione di promozione sociale.
Ho rinnovato la tessera qualche mese fa.
Ringraziandola ancora,
porgo cordiali saluti
Antonio
Buongiorno. Per potersi dimettere da un’associazione occorre verificare le previsioni statutarie sul punto: in ogni caso, in linea generale, è sufficiente formalizzare una comunicazione specifica nella quale precisare al volontà di recedere dalla qualifica di socio dell’Ente (http://www.tuttononprofit.com/2013/10/recedere-dalla-qualifica-di-socio-in.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
Grazie mille per la sua celere risposta!
ringraziandola per il suo tempo vorrei porle un’ultima domanda,
nel nostro statuto non è specificato cosa accada qual’ora il consiglio direttivo decadrebbe, quindi non è specificato neanche se il presidente decade o meno qualora si verificasse tale ipotesi, alla luce di ciò anche se il presidente dovesse cadere assieme al consiglio, a ragion di logica (dato che lo statuto non dispone alcunchè) per non creare vuoti di potere, il presidente decaduto diverrebbe Presidente ad interim e al fine di traghettare l’associazione, ha il potere indire l’assemblea dei soci al fine di ristabilire gli organi sociali?
grazie mille
Buongiorno. Assolutamente si: qualora decadesse il CD occorrerebbe quanto prima convocare un’assemblea sociale straordinaria avente all’ordine del giorno l’elezione di un nuovo consiglio direttivo secondo le formalità statutarie. Cordialità, Stefano Bertoletti
Siamo un associazione, “Unione Delle Associazioni Egna” no profit e vorremmo fare ex novo lo statuto.
Da dove dobbiamo iniziare?
Voi avete un modello da adattare?
Voi fareste l’assistenza nella creazione di detto statuto?
Luigi
VORREI UN INFO,
HO UN CIRCOLO (APS) ORGANIZZIAMO EVENTI E FACCIAMO UN PO DI SPORT … HO NEL CAMPETTO DOVE I SOCI GIOCANO A CALCETTO UNA PICCOLA STRUTTURA AMOVIBILE.. POSSO TENNERE DELLE BEVANDE (ACQUa gatorade ecc) A DISPOSIZIONE PER I SOCI ? O è NECESSARIA LA SCIA AL COMUNE PER LAUTORIZZAZIONE SANITARIA ECC ECC ? COSA DOVREI FARE?
Buongiorno. Le “cessioni di beni nuovi prodotti per la vendita” ex art. 148 n. 4 del TUIR non rappresenta per un Ente di tipo associativo un’attività istituzionale (http://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html), motivo per il quale è indispensabile che l’Ente sia titolare di partita IVA e versi imposte ed IVA alle scadenze e secondo gli importi previsti dal regime fiscale di riferimento. L’ipotesi prospettata (vendita bevande chiuse e sigillate) non configura la fattispecie della “somministrazione di pasti” (anch’essa commerciale ex art. 148 TUIR n. 4) poichè i prodotti rivenduti sono nuovi e sigillati. Cordialità, Stefano Bertoletti
Siamo un’associazione senza profitti, proponiamo sedute di Yoga e l’insegnante lo fa in forma gratuita. Ora il CONI ha escluso lo Yoga tra le attività sportive e quindi certe persone ci dicono che la nostra attività sarebbe così diventata commerciale. Ma le quote richieste ai soci praticanti servono solo per pagare le spese vive come i locali delle pratiche, l’assicurazione, l’acquisto di beni materiali come tappetini infusi incensi strumenti per l’atmosfera luci musica deodoranti, libri e corsi per gli aggiornamenti e per le nostre pratiche. La domanda che vi faccio è: su queste quote, molto basse, dobbiamo ora versare l’IVA e se sì come si fa a versare l’IVA lo possiamo fare noi o ci serve un commercialista? Grazie
Buonasera volevo sapere che problema potrebbe sorgere se il presidente di una associazione culturale viene retribuito in qualita di dipendente o con la gestione separata. Mi sembra di aver letto qua e la che potrebbe essere un conflitto di interessi allora mi chiedo un presidente di una associazione che presta la propria collaborazione quotidiana e continuativa per una associazione dovrebbe farlo gratuitamente?
Buongiorno. Le associazioni devono essere costituite per perseguire una finalità ideale di utilità sociale (http://www.tuttononprofit.com/2016/03/perche-costiuire-associazione-cosa-comporta-come-deve-essere-gestita.html), dovendo necessariamente rispettare, al fine di poter con ragione godere delle agevolaizoni fiscali, il divieto di distribuzione diretta e/o indiretta di utili e avanzi di gestione (http://www.tuttononprofit.com/2013/07/cosa-significa-divieto-di-distribuzione.html). Ciò non significa in via generale che coloro che prestano la prorpia opera per l’Ente non possano essere compensati sotto il profilo economico, ma che quanto corrisposto debba rispondere all’attività effettivamente prestata e non, ad esempio, alla carica rivestita. In ogni caso occorre precisare che l’associazionismo vive in buona sostanza grazie all’apporto spontaneo e gratuito dei propri aderenti. Cordialità, Stefano Bertoletti
Volevo un informazione, un associazione di tipo APS può accettare pre giustificare uscite di denaro per l’acquisto di beni e materiali usati per lo svolgimento dell’attività sociale con scontrini fiscali e fatture però intestate ad altri ? e possibile per l’intestatario della fattura produrre un autocertificazione che il bene è sato acquistato per nome dell’associazione ?
Grazie.
Buongiorno. Se un soggetto effettua una spesa/anticipa dei denari in nome e per conto di un’associazione è legittimo che ne richieda il rimborso all’Ente stesso. Va ovviamente da sè, in ogni caso, che la spesa effettuata/i beni acquistati effettivamente debbano poi essere utilizzati dall’Associazione. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera volevo sapere se una associazione puo rendere tutta la sua attivita commerciale anche per quanto riguarda i proventi da attivita istituzionali? Cosa cambierebbe?
Grazie.
Buongiorno. Questo il testo dell’art. 149 del TUIR, rubricato “perdita della qualifica di ente non commerciale”:
“1. Indipendentemente dalle previsioni statutarie, l’ente perde la qualifica di ente non commerciale qualora eserciti prevalentemente attivita’ commerciale per un intero periodo d’imposta.
2. Ai fini della qualificazione commerciale dell’ente si tiene conto anche dei seguenti parametri:
a) prevalenza delle immobilizzazioni relative all’attivita’ commerciale, al netto degli ammortamenti, rispetto alle restanti attivita’;
b) prevalenza dei ricavi derivanti da attivita’ commerciali rispetto al valore normale delle cessioni o prestazioni afferenti le attivita’ istituzionali;
c) prevalenza dei redditi derivanti da attivita’ commerciali rispetto alle entrate istituzionali, intendendo per queste ultime i contributi, le sovvenzioni, le liberalita’ e le quote associative;
d) prevalenza delle componenti negative inerenti all’attivita’ commerciale rispetto alle restanti spese.
3. Il mutamento di qualifica opera a partire dal periodo d’imposta in cui vengono meno le condizioni che legittimano le agevolazioni e comporta l’obbligo di comprendere tutti i beni facenti parte del patrimonio dell’ente nell’inventario di cui all’articolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600. L’iscrizione nell’inventario deve essere effettuata entro sessanta giorni dall’inizio del periodo di imposta in cui ha effetto il mutamento di qualifica secondo i criteri di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1974, n. 689.
4. Le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 non si applicano agli enti ecclesiastici riconosciuti come persone giuridiche agli effetti civili ed alle associazioni sportive dilettantistiche”.
Va da sè, pertanto, che la perdita della qualifica comporta il decadimento dalle agevolazioni fiscali riservate (http://www.tuttononprofit.com/2017/02/quali-sono-le-agevolazioni-fiscali-di-un-ente-non-profit-associazione-societa-sportiva-dilettantistica.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
Sono stato nominato presidente di un’associazione di volontariato. Vorrei avere qualche indicazione se fare e come fare un verbale di passaggio di consegne con il presidente uscente.
Gazie
Buongiorno. Premesso che nelle associazioni non riconosciute ex art. 38 CC rispondono delle obbligazioni contratte coloro che hanno agito in nome e per conto dell’Ente stesso (http://www.tuttononprofit.com/2016/06/enti-non-profit-senza-personalita-giuridica-quali-responsabilita-consiglio-direttivo-presidente.html), e che pertanto la reponsabilità delle azioni/omissioni passate resta in capo a coloro che tali azioni/omissioni hanno commesso, il suggerimento nel caso in oggetto è quello di predisporre un apposito verbale in cui vengano individuate le eventuali pendenze esistenti, “certificando” i conti ed evidenziando ogni aspetto utile di “competenza” del presidente/consiglio direttivo uscente. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, sta diventando tutto difficile e complicato…. Volevo solo sapere se una Associazione di Promozione Sociale, può retribuire il socio che insegna canto, e se le quote di partecipazione ai corsi sono istituzionali. Grazie
Buongiorno. Premesse tutte le novità che la Riforma del Terzo Settore ha annunciato (http://www.tuttononprofit.com/2017/08/codice-del-terzo-settore-in-vigore-da-oggi-in-attesa-dei-decreti-e-del-registro-unico-nazionale.html), Le segnalo il testo dell’art. 18 della “vecchia” l. 383/2000, quella di riferimento per le associazioni di promozione sociale: “Le associazioni di promozione sociale si avvalgono prevalentemente delle attività prestate in forma volontaria, libera e gratuita dai propri associati per il perseguimento dei fini istituzionali. Le associazioni possono, inoltre, in caso di particolare necessità, assumere lavoratori dipendenti o avvalersi di prestazioni di lavoro autonomo, anche ricorrendo a propri associati”. Quanto invece alle quote di partecipazione ai corsi, “Per le associazioni … di promozione sociale … non si considerano commerciali le attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti …” ex art. 148 TUIR n. 3 (http://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, ho letto con interesse tutte le richieste di informazioni, non trovando nello specifico ciò che mi interessa, percui Le scrivo per cercare di chiarire qualche dubbio che, comune, commercialista, enti associativi nazionali non sono stati in grado di fare.
Sono presidente di un’associazione culturale per bambini. La nostra associazione si propone come luogo di incontro e condivisione per bambini e famiglie. All’interno del locale é presente una cucina con bar, per somministrazione ai soli soci, utilizzata per la produzione di cibi destinati alla colazione, pranzo e merenda intesi come momento sociale, di aggregazione, quindi parte integrante delle finalità associative. La mia donanda è questa:
– dobbiamo richiedere necessariamente partita iva ? ( la nostra commervialista dice di no, l’ente nazionale a cui ci siamo rivolti dice di si)
– oltre al corso haccp per tutti gli addetti alla manipolazione degli alimenti, é necessario avere altre qualifiche o autorizzazioni, a parte quelle di idoneità dei locali?
– ci è stato detto dall’ufficio suap del nostro comune che avendo la somministrazione, per poter accedere ai regimi fiscali agevolati, siamo obbligati ad essere affiliati ad un ente nazionale riconosciuto. Ciò corrisponde al vero?
– Per sopperire agli alti costi fissi dei locali, in una sala degli stessi, separata da una porta dalla zona di somministrazione, concederemo ai soci la stanza, per poter organizzare una festa. Gli invitati del nostro socio devono essere anch’essi soci? Ci é stato detto di no, a patto che, naturalmente, ad essi non siano somministrati cibi e bevande. É corretto? Il rimborso spese che chiederemo ai soci, viene considerato come attività commerciale? Dobbiamo rilasciare ricevuta fiscale? Grazie in anticipo per il Suo tempo
Buongiorno. Rispondo per punti ai Suoi quesiti:
– la somministrazione di alimenti e bevande si configura sempre come attività commerciale ex art. 148 TUIR, circostanza che implica che per esercitarla l’Ente debbe necessariamente essere titolare di partita IVA (http://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html);
– occorre un’autorizzazione alla somministrazione (licenza) oltre che idonea comunicazione di inzio attività in Comune (DIA);
– corretto;
– l’affitto spazi (sia esso rivolto a soci oppure a terzi) si configura per un’associazione sempre come un’attività commerciale, rientrando quindi nelle ipotesi di cui sopra (fattura con IVA).
Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
avrei questa domanda da sottoporle :
è prassi comune ormai che gli sponsor preferiscano pagare direttamente divise..magliette stampando il proprio logo …quindi l’associazione di fatto non ha nessun incasso (per sponsorizzazione) e nessun costo (per acquisto del materiale)..è opportuno emettere comunque fattura per la sponsorizzazione pagando così iva (l.398) e ires ?
La ringrazio per l’attenzione.
Serena
Buongiorno. Confermo quanto indicato: nelle ipotesi di sponsorizzazioni in natura è necessaria l’emissione di idonea fattura per i beni ricevuti. Cordialità, Stefano Bertoletti
Ogni tesserato ad una società sportiva asd con la 398, quanto si puo scaricare annualmente compreso anche i dirigenti, sono spese forfettarie e non chilometriche,
Buongiorno. Ai sensi dell’art. 69 n. 2 del TUIR “Le indennità, i rimborsi forfettari, i premi e i compensi di cui alla lettera m) del comma 1 dell’articolo 67 non concorrono a formare il reddito per un importo non superiore complessivamente nel periodo d’imposta a 7.500 euro. Non concorrono, altresì, a formare il reddito i rimborsi di spese documentate relative al vitto, all’alloggio, al viaggio e al trasporto sostenute in occasione di prestazioni effettuate fuori dal territorio comunale”. Oltre la citata soglia di esenzione risulta dovuta una ritenuta a titolo di imposta al di sotto di 20658,28 euro/anno, a titolo di acconto, invece, se supera anche questo secondo scaglione. Sulle indennità chilometriche, invece, così come precisato nello stesso articolo, non esistono soglie specifiche (http://www.tuttononprofit.com/2014/04/rimborsi-spese-e-indennita-chilometriche-per-gli-sportivi-dilettanti.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. L’art. 148 del TUIR stabilisce che “Per le associazioni … non si considerano commerciali le attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti …”. In altre parole le quote corrisposte da un socio di un’associazione per la partecipazione ad attività da questa organizzate e coerenti con le finalità istituzionali dell’Ente stesso sono da ritenersi de-commercializzate (ossia non soggette ad imposte). Contabilmente, dunque, occorrerà indicare che trattasi di quote corrisposte da soci per la partecipazione ad attività sociali. Segnalo quindi un nostro articolo di approfondimento in relazione al tema in oggetto: http://www.tuttononprofit.com/2015/01/quota-sociale-quota-associativa-contributo-associativo-differenze.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve!
Premesso che come ASD organizziamo 1 o 2 volte all’anno delle gare di arti marziali e che l’organizzazione di gare ed eventi sportivi è prevista nello statuto dell’ ASD, sono a richiedere le seguenti informazioni:
1 – fiscalmente le quote di iscrizione che gli atleti di altre ASD versano per gareggiare non sono entrate commerciali, giusto? questo sia nel caso che gli atleti facciano parte dello stesso ente di promozione sportiva a cui è affiliata nostra ASD sia che invece siano affiliati a un ente di promozione diverso o a una federazione coni?
2 – oltre i 2 eventi, dal terzo in poi, diventano commerciali, giusto?
3 – in occasione della gara di recente organizzata, un’ ASD affiliata a nostro stesso ente di promozione ha iscritto alla gara un suo atleta versando la quota di iscrizione alla gara tramite bonifico sul ns conto (una trentina di euro) e ora mi hanno richiesto ricevuta per tale importo.
Sono a richiedere:
– basta che gli faccio normale ricevuta non fiscale/non commerciale?
– è vero che potrei anche non fargliela poichè hanno fatto pagamento tramite bonifico e quindi il loro pagamento è già tracciato e come ricevuta basterebbe che si stampano documento dell’operazione bancaria?
– non serve marca da bollo perchè inferiore ai 77 euro, giusto? Se fosse superiore ai 77 Euro di quanto è la marca da bollo e chi deve pagarla/metterla, io che la emetto o loro che la ricevono?
– uso un normale blocchetto di ricevute buffetti: le ricevute vanno numerate e la numerazione è relativa all’anno solare, cioè da Gennaio 2018 ricomincia da ‘1’ (nello statuto ASD ho indicato come anno sociale quello solare genn-dic)?
4 – parlando in generale delle ricevute, nel caso delle quote sociali annuali dei soci o delle quote che i soci versano per partecipare alle attività dei corsi sportivi, se loro non la richiedono, io sono obbligato o no a fargli la ricevuta non fiscale per queste quote? Qual è la prassi?
5 – nella ricevuta i dati della mia ASD devono per forza essere messi con timbro o posso anche scriverli a penna? mi sembra che normativa di legge non da imposizioni in merito.
Inoltre in una ricevuta rilasciatami di recente da un EPS, c’è un timbro con testo: ‘ nota amministrativa non commerciale esente da iva in base agli art. 4 del dpr 29 settembre 1972 n 633 e 20 del dpr 29 settembre 1973 n 598 e successive modificazioni ‘; cosa riguarda tale testo e devo metterla anche io sulla ricevuta?
Buonasera,
un quesito pratico. Una ssd a rl (gestione palestra) svolge esclusivamente attività verso i frequentanti e non ha fatto l’opzione per 398/91. Ai sensi dell’art. 148 c. 3 tutti i ricavi sono decommercializzati essendo rivolti ai frequentanti e conseguentemente i costi non sono deducibili. Se la mia interpretazione è giusta nel modello Unico SC dove inserisco la variazione in diminuzione dei ricavi in quanto non avendo fatto l’opzione per la 398/91 non posso compilare la sezione prevista per il regime forfettario?
E per l’irap vale lo stesso ragionamento (ricavi in diminuzione e costi in aumento) per cui sono imponibili solo compensi a collaboratori e interessi passivi? applico orso ?
Buongiorno. Se la SSD non ha aderito al regime 398/1991 allora non rientra tra i soggetti giuridici definibili come “forfetari” e dovrà pertanto compilare il quadro F. Ai fini IRAP valgono quindi le generali regole di determinazione della base imponibile, e pertanto i compensi per lavoro dipendente e assimilato e gli interessi passivi non saranno deducibili. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
vorrei farle le seguenti domande:
può un socio facente parte del consiglio direttivo di un’associazione di promozione sociale non riconosciuta essere assunto con CCNL a tempo indeterminato? Se il rapporto di lavoro si conclude come bisogna regolarsi con il tfr? è dovuto? se l’associazione non ha risorse per erogare alla fine del rapporto di lavoro il tfr può tale socio amministratore fare vertenza all’associazione per ottenerlo?
Grazie
Buongiorno. Premessa la necessità di valutare attentamente l’opportunità che un “socio amministratore” (immagino intenda indicare con questa espressione un componente del Consiglio Direttivo) di una APS venga dalla stessa assunto, e ciò non perchè esita una norma che espressamente lo vieti quanto per la necessità di rispettare il divieto di distribuzione diretta/indiretta di utili che deve necessariamente caratterizzare gli Enti di tipo associativo (http://www.tuttononprofit.com/2013/07/cosa-significa-divieto-di-distribuzione.html), se il CCNL in forza del quale viene assunto prevede (come immaigno) il TFR, questi avrà tutte le (legittime) ragioni per richiederlo, eventualmente anche attraverso il ricorso all’autorità giudiziaria. Cordialità, Stefano Bertoletti
Mi scusi se insisto,
ma in quanto componente del direttivo il socio in questione, e nel caso che l’associazione non abbia risorse proprie per erogare il tfr, non dovrebbe rispondere in solido agli altri componenti il direttivo e a chi abbia agito in nome e per conto dell’associazione dei debiti dell’associazione? (in questo caso il tfr); allora mi chiedo come può configurarsi una vertenza da parte del socio-componente del direttivo se egli stesso è coresponsabile? non si verrebe a creare una situazione conflittuale ed alquanto ambigua?
Grazie per la disponibilità, buona giornata.
D’accordo.
Quindi nel caso da me proposto il socio in oggetto dovrebbe versarsi da solo quota parte del proprio tfr(in quanto coresponsabile dei debiti dell’associazione)? e la cifra rimanente graverebbe dunque sul resto del consiglio direttivo che ha agito in nome e per conto dell’associazione nel periodo di assunzione dello stesso?
Cordialità.
Non è possibile determinare a priori cosa potrebbe stabilire un giudice chiamato ad esprimersi sulla vicenda. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera,
la mia associazione ha aderito al regime agevolato 398/91, per ricevere dei finanziamenti pubblici è obbligato ad emettere la fattura alla PA? se si quale codice iva indicare rispetto allo split payment e al regime agevolato a cui ha aderito?
Grazie per l’attenzione sarei grata delle vs risposte.
Buongiorno. Premesso che gli Enti in regime 398/91 sono esonerati dall’applicazione dello split payment (http://www.tuttononprofit.com/2015/04/split-payment-esonerati-gli-enti-che-sono-in-398-91.html), occorre procedere con l’emissione di fattura elettronica nell’ipotesi in cui venga prestato un servizio nei confronti di un’Amministrazione pubblica. Cordialità, Stefano Bertoletti
buonasera, volevo chiederle, un socio fondatore che ha chiesto le dimissioni un’anno fa, vuole ora partecipare agli eventi come socio ordinario, devo seguire la solita procedura della domanda di ammissione, quota sociale e poi accettazione o …… grazie
Salve,
siamo un’associazione di promozione sociale…svolgiamo in primis come lavoro l’organizzare concerti e spettacoli vari per conto terzi (associazioni, comitati, locali e comuni) mi servirebbe sapere alcune cosette:
1) quando effettuiamo il “lavoro” dobbiamo emettere fattura? o ricevuta? dobbiamo obbligatoriamente inserire l’Iva? perchè ci dissero agli inizi che l’APS è essente….
2) come sarebbe nel caso il numero legge?
3) dovendo svolgere un corso di musica come dovrei pagare gli insegnanti?
4) è possibile che al momento dell’iscrizione di un’associazione culturale un funzionario dell’AdE ha dichiarato che non vi era bisogno di versare la quota di registrazione ?? rilasciando ugualmente il C.F.
5) il presidente di una APS potrebbe esserne anche di un’associazione culturale? o svolgere altre cariche?
in attesa ringrazio e porgo cordiali saluti
salve volendo fare un’associazione culturale per un parco divertimento, siamo soggeti al pagamento dell’iva sull’immobile affittato di propietà di costruttori?
Buongiorno. Occorre analizzare il regime fiscale dei proprietari dell’immobile per verificare se sussitano le condizioni per un affitto in esenzione IVA (art. 10 co. 8 D.P.R. 633/1972). Cordialità, Stefano Bertoletti
ho letto la legge che lei mi ha indicato e il punto 20 sarebbe proprio il nostro caso, essendo la nostra un’associazione culturale con uno statuto che prevede proprio tra le finalità
la formazione e tutela dei diritti socio culturali educativi dei bambini….del diritto al gioco… mediante l’offerta di un servizio centrato sul gioco..
offerta di un centro ricreativo,educativo…,promozione di progetti pedagocici ludici…e via dicendo.
in questo caso potremmo rientrarci oppure dipende sempre dal regime fiscale dei propietari dell’immobile?
grazie ancora del suo aiuto
Buongiorno. Occorre comunque verificare la disponibilità del proprietario dell’immmobile a fronte del suo regime fiscale. Cordialità, Stefano Bertoletti
Complimenti per il sito, un ottimo esempio di content marketing.
Ho una domanda: anni fa, con alcuni amici, ho fondato una associazione culturale senza scopo di lucro. Volevamo fare qualche attività, ma non se ne è mai fatto nulla. Risultato: non è mai stato né raccolto né speso nemmeno 1€. Io mi sono addirittura trasferito all’estero.
La domanda è… cosa dovrei fare? Faccio finta di nulla e lascio tutto così, dato che niente è mai stato pagato o incassato o pubblicato a nome dell’associazione… oppure dovrei provvedere a chiuderla?
E non avendo mai fatto un bilancio, cercare di chiuderla mi esporrà a sanzioni?
Buongiorno. Il suggerimento, nel caso in oggetto, è quello di procedere con l’estinzione dell’associazione (http://www.tuttononprofit.com/2013/12/procedura-per-chiusura-associazione-non-profit.html), espletando ovviamente le formalità sociali previste da statuto in tema di convocazione di assemblea (anche se da quanto leggo immagino che non esistano “soci” nel senso tecnico del termine, ma allo stesso tempo lo scioglimento di un’associazione rientra nei compiti tassativamente attribuiti all’assemblea sociale). Infine chiudere l’Ente non vi esporrà “d’ufficio” a sanzioni (che potrebbero essere comminate nel caso in cui l’Amministrazione Finanziaria, in esito ad un accesso, riscontrasse talune irregolarità), ma la circostanza per cui “non è mai stato né raccolto né speso nemmeno 1€” dovrebbe potervi porre al riparo da contestazioni. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera, sono presidente di un’ass.culturale , la nostra sede è un parco nel quale vorremmo organizzare un’evento, tra le tante cose un’amico si è offerto di suonare per l’occasione e vorremmo anche vendere delle bibite ai soli associati (P.S.nel nostro statuto tra le attività c’è anche conduzione e gestione di bar, pizzeria e altro), cosa devo fare per poterlo organizzare correttamente? grazie
Buongiorno. La somministrazione di alimenti e bevande si configura per un’Associazione quale attività rilevante ai fini commerciali, per la quale occorre che l’Ente sia titolare di partita IVA e versi IVA ed imposte alle scadenze e secondo gli importi previsti dal regime fiscale di riferimento (http://www.tuttononprofit.com/2014/12/legge-39891-il-regime-fiscale-agevolato-enti-non-profit-associazioni-societa-sportive.html). Occorre poi richiedere/ottenere autorizzazione specifica per la somministrazione, individuando un preposto incaricato. Infine, in caso di diffusione musica, occorrerà adempiere agli adempimenti di SIAE. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, il suo blog è veramente ben fatto e chiaro.
Vorrei porle i seguenti quesiti:
Lo satuto nazionale Avis prevede l’approvazione del rendiconto entro il mese di Maggio, è possibile modificare il nostro statuto indicando questa data, che permette una maggiore comodità operativa, anzichè il 30 Aprile?
Quando conviene abbandonare la contabilità per cassa e passare a quella per competenza in un’organizzazione di volontariato che non svolge attività commerciale?
La saluto cordialmente.
Dino
Buongiorno. Se il Vostro Ente (come immagino) è dotato di autonomia giuridica e petrimoniale rispetto ad AVIS Nazionale (e dunque se, in sostanza, ha un proprio codice fiscale), salvo che non vi siano regole specifiche provenienti dall’Ente Nazionale, nulla osta all’opoortunità che, seguendo le previsioni statutarie, si effettui una modifica di statuto (www.tuttononprofit.com/2014/06/associazioni-non-profit-come-modificare-lo-statuto-sociale-parte-1.html). Per quanto riguarda invece il regime contabile, occorre conoscere nel dettaglio la situazione dell’Ente per verificare l’opportunità/utilità di adottare il criterio contabile di competenza in luogo di quello di cassa. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera,
sono un impiegato contabile e insegnante di Yoga, e sto cercando di documentarmi sul funzionamento delle associaizoni culturali, le asd, e la delibera del Coni riguardo all’esclusione dello Yoga e altre discipline dalla categoria dello sport.
Vorrei sapere se è possibile parlarne qui oppure via email.
In breve, giusto per dare un’idea:
Da Settembre/Ottobre vorrei creare una mia base per operare come insegnante di Yoga, l’intento è quello di, dato che devo anche trasferirmi e sto cercando casa, trovare un appartamento che mi consenta di viverci come abitazione, e al tempo stesso ricavarne una sala corsi all’interno.
Principalmente, i miei punti oscuri sono:
1- capire se mi convenga aprire p.iva forfetaria o un’associazione allo scopo, e specialmente nel caso della seconda, quali sarebbero le osservanze che dovrei rispettare e adempiere per poterlo fare all’interno di un’abitazione;
2- La delibera del Coni riguardo all’esclusione dello Yoga e altre discipline dalla categoria dello Sport. Ne parlo con molti colleghi di contonuo ma sembra che ognuno abbia una versione differente…vorrei capire se davvero non si potrà sapere nulla di certo fino a Dicembre 2017, e nel caso quali potrebbero essere le alternative attuabili, nel caso di un’associazione operante nel settore olistico.
Ringraziando per l’attenzione.
Cordiali saluti
Riccardo Ervini
Salve avremmo idea di spostare la nostra asd in altro fondo prima di dare inizio alle opere murarie volevo sapere se possibile se ai fini ASL siamo obbligati ad avere un magazzino ed il bagno disabili
Buongiorno. Vi suggerisco di contattare l’ufficio SUAP (Sportello unico per le Attività Produttive) del Comune interessato al fine di verifcare con esso gli adempimenti necessari alla luce del soggetto giuridico che occuperà quegli spazi. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve sono il presidente di un associazione musicale culturale ? organizzo un festival ogni anno .
posso dare un compenso ai gruppi facendolo rientrare Art. 67, co. 1, lett. m), D.P.R. 917/1986 e 69, comma 2, D.P.R. 917 del 1986 ? Facendo passare uno del gruppo come direttore artistico e rientrante nei 7500 di reddito in un anno ? grazie
Buongiorno. La norma in questione è prevista esclusivamente per “compensi erogati ai direttori artistici ed ai collaboratori tecnici per prestazioni di natura non professionale da parte di cori, bande musicali e filo-drammatiche che perseguono finalita’ dilettantistiche”: pertanto al di fuori delle ipotesi indicate non è possibile applicare l’articolo in quesitone (riporto inoltre articolo speicifo sul tema dei 7500 euro/anno: http://www.tuttononprofit.com/2014/01/compensi-ai-collaboratori-sportivi-applicazione-7500-euro.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, abbiamo istituito una associazione culturale per l’apertura di un asilo nido. C’è l’obbligo di affiliarsi ad una associazione nazionale (csen)? e quali sono i vantaggi effettivi. O viceversa a che cosa si va incontro in caso di non affiliazione?
Grazie
Buongiorno. Per un Ente non-sportivo non esistono obblighi di affiliazione ad un EPS/CONI, motivo per cui nel Vostro caso potete valutarne l’opportunità in funzione degli effettivi benefici resi dall’affiliazione (coperuta assicurativa?). Cordialità, Stefano Bertoletti
La ringrazio, approfitto della Sua cordialita per un altra domanda. E’ proprio impossibile per una associazione accedere a fondi di qualsiasi tipo se non magari per le spese relative all’ammodernamento della struttura in cui opera, o all’acquisto degli arredi? cordiali saluti
Buongiorno. E’ assolutamente possibile per un’associazione cercare di partecipare a bandi/finanziamenti specifici in funzione delle necessità. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve nel caso di una aps musicale la figura del direttore artistico deve essere inserita necessariamente all’interno dello statuto o può essere inserita successivamente nel regolamento interno?
Grazie mille per la vs disponibilità
Egidio
Buongiorno. Non essendo il “direttore artistico” una figura che debba necessariamente essere prevista per legge all’interno di un’associazione, non esiste l’obbligo di prevederla in statuto, ma semplicemente la possibilità. Altre sono infatti le previsioni indispesabili che devono necessariamente essere contenuto all’interno di uno statuto sociale “a norma”: http://www.tuttononprofit.com/2015/06/10-regole-che-non-possono-mancare-nello-statuto-di-una-associazione.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve,
vorrei un’informazione riguardo questo quesito:
– mi piacerebbe fondare un’associazione culturale che si occupi di pedagogia teatrale nelle scuole e sulle modalità di costituzione dell’associazione ho pochi dubbi sui passi da seguire. Mi sfugge il passo successivo.
Siccome l’idea è di lavorarci per fini commerciali volevo capire cosa bisogna fare in questo caso.
Sicuramente aprire Partita IVA ma non mi è chiaro il regime fiscale.
In parole più povere su ogni fattura emessa quali sono le tasse che vengono sottratte?
Se, ad esempio, una scuola mi paga per un progetto 1.000,00 euro devo fare fattura trattenendo cosa? Il 22% di IVA? Quindi 880,00 li incassa l’associazione e 220 sono per l’IVA?
Tenga presente che per questi progetti la cifra è quasi sempre ommincomprensiva di ogni onere fiscale.
Salve signor Stefano,
e grazie per la risposta e per gli articoli segnalati.
Ciò che volevo sapere riguardava il regime fiscale che idealmente deve seguire un’associazione che, da quanto ho capito, è la legge 398/91.
Per lavorarci per “fini commerciali” intento dire che sicuramente l’importo annuo di 250.00,00 euro (ora 400.000) non verrà superato.
Il fine dell’associazione è quello di promuovere l’attività pedagogica in campo teatrale negli istituti scolastici e la modalità principale per raggiungere questo obiettivo sarà quello di partecipare a bandi pubblici regolarmente presentati dalle scuole e mandare professionisti che possano svolgere l’attività. Tali professionisti saranno esterni all’associazione e conto di farli lavorare attraverso un contratto di prestazione occasionale.
Chiarito questo provo a ripetere la domanda anche alla base di ciò che ho capito.
Su un progetto con una scuola di 1.000,00 euro ommnicomprensivi (50 euro orari per 20 ore) (si consideri che i progetti saranno più di uno nell’arco dell’anno) l’associazione dovrà pagarci
– 90,16 euro di IVA (22% su imponibile di 500,00);
– 14,56 euro di IRES (3% su imponibile di 500,00)
poi ci sono altre imposte. L’IRAP all’8,5% ad esempio?
Poi su questo netto percepito di 895,28 (1000 – 90,16 – 14,56; non ho considerato altre imposte) ho da pagare il professionista diciamo 400,00 euro (20 euro lordi per 20 ore).
L’associazione verserà la ritenuta d’acconto del 20% (80 euro) e al professionista andrà un netto di 320 euro.
Ora la restante cifra di 495,28 andrà nelle casse dell’associazione e le domande sono:
tale cifra può essere divisa in parte tra i soci?
In altre parole un associato poi può ricavare qualcosa per la sua attività?
C’è un massimale? C’è un minimale? Può illuminarmi su questo aspetto?
Mi scuso della prolissità ma spero che il ragionamento sia chiaro e possa capire i miei quesiti.
Buongiorno Michele. Andiamo con ordine:
– non è in alcun modo (ed in nessuna misura) possibile distibuire direttamente/indirettamente utili/avanzi di gestione tra soci di un’Associazione, poichè questo sarebbe in espressa violazione di divieto di distribuzione di utili, previsione che deve necessariamente caratterizzare, nella forma e nella sostanza, gli Enti di tipo associativo (http://www.tuttononprofit.com/2013/07/cosa-significa-divieto-di-distribuzione.html);
– i proventi derivanti dallo svolgimento di attività commerciali da parte di un’Associazione, se in regime 398/91, prevedono sotto il profilo delle imposte dirette il versamento di IRES ed IRAP con aliquota ordinaria nella misura del 3% dell’imponibile commerciale, mentre per quanto riguarda l’IVA il solo versamento del 50% di quella incassata (e dunque nel Suo esempio, a fronte di un IVA incassata complessiva pari a 90.16 euro quella da versarsi ammonta a 45.08).
Cordialità, Stefano Bertoletti
e grazie ancora per le risposte. Mi sono tolto il primo dubbio riguardante la portata delle imposte che non mi sembra eccessiva (IRAP e IRES al 3% e IVA al 50% di 22%). Pensavo peggio.
Il secondo, quello più spinoso, riguarda la distribuzione dell’utile rimasto.
In questo caso la mia domanda è questa:
Fermo restando che non è un’attività fatta per guadagnarci (nel senso che non ci vivi con l’utili prodotto dall’associazione perché si tratta comunque di cifre esigue) un membro di un’associazione può retribuirsi attraverso regolare contratto (che sia di prestazione occasionale o con partita IVA)?
Ovviamente non tutta la cifra intera ma lasciando qualcosa all’associazione?
Tornando all’esempio di prima, che so, 350 lordi al sottoscritto (con regolare versamento di imposte) e 150 all’associazione?
C’è un limite o un massimo da lasciare in questi casi? C’è un buon costume da seguire?
Ringraziandola nuovamente
saluto cordialmente.
Michele
Buongiorno. Come indicato nella precedente risposta non è in alcun modo (ed in nessuna misura) possibile distibuire direttamente/indirettamente utili/avanzi di gestione tra soci di un’Associazione, poichè questo sarebbe in espressa violazione di divieto di distribuzione di utili, previsione che deve necessariamente caratterizzare, nella forma e nella sostanza, gli Enti di tipo associativo. In questa linea non esistono limiti minimi/massimi da rispettare, poichè la distribuzione di utili è, per legge, vietata. Ciò non significa che non possano essere compensati coloro che prestano la propria opera per l’Ente (http://www.tuttononprofit.com/2013/07/cosa-significa-divieto-di-distribuzione.html), ma che non è possibile distribuire gli avanzi tra i soci (http://www.tuttononprofit.com/2013/09/compensi-ai-soci-di-una-associazione-e.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve signor Stefano,
Perfetto! Tutto chiarissimo.
Quindi, secondo ciò che è scritto nell’articolo, basterà dimostrare che un membro associato non venga retribuito per la carica in se ma per un lavoro effettivamente svolto.
Nel mio caso c’è sicuramente un lavoro amministrativo e formativo effettivamente svolto su ogni progetto e quindi non credo ci siano problemi in merito anche perché, qualora non dovessi svolgere io quel lavoro di ricerca bandi e di invio delle domande di partecipazione alle scuole, dovrei reclutare qualche collaboratore esterno per farlo.
Il problema a questo punto riguarda la questione contratto. Nel senso che se assumo un collaboratore esterno allora io lo metto sotto contratto attraverso l’associazione firmando a nome di questa.
Ma se mi assumo da solo, onestamente e quantificando le ore di lavoro e scorporando ciò che c’è da lasciare all’associazione, la cosa crea sicuramente una sorta di conflitto di interessi…
E allora come posso assumermi io con regolare contratto (che si di prestazione occasionale o attraverso altra forma anche con partita IVA) per un lavoro effettivamente svolto? Devo solo sperare che qualcuno non abbia sospetti in merito perché può pensare che io mi paghi solo per il fatto di essere nell’associazione? O non c’è anche qui una regola precisa?
Ringraziandola ancora una volta
saluto cordialmente
Michele
Buongiorno. Non esitsono regole diverse o più precise rispetto a quella indicata, che prevede il divieto di distribuzione di utile. Certo potrà porre in essere atalune cautele, magari concordate con il consulente che Vi assiste, ma le reogle da rispettare rimangono quelle indicate. Cordialità, Stefano Bertoletti
Grazie mille.
E’ stato esaustivo e gentile.
Cordialmente
Michele
Buongiorno in una associazione ricreativa per bambini minorenni accompagnati dai genitori chi saranno i soci a cui verrà rilasciata la tessera? Il minorenne o va fatta al genitore o famiglia? La tessera puo essere a vita senza necessita di ripagare la quota sociale ogni anno?
Grazie
Buongiorno. Premesso che occorrerebbe verificare sullo statuto sociale (che contiene le regole alla base della vita associativa) la durata della qualifica di socio (che, di norma, è annuale), la qualifica di “socio” deve essere attribuita a colui che, compilata la domanda di ammissione, effettivamente partecipa alle attività promosse ed organizzate dall’associazione. Se poi trattasi di minorenni ciò significa che non potranno votare in occasione delle assemblee sociali, ma nulla di più. Segnalo quindi in proposito un nostro specifico articolo di approfondimento: http://www.tuttononprofit.com/2016/10/associazioni-non-profit-e-falsi-miti-facciamo-chiarezza.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera ho letto sul vs sito non ricordo dove circa la scalabilità delle associazioni. E’ veramente tutto cosi semplice cioè io oggi costituisco una associazione con i miei familiari, apporto denaro per acquistare attrezzature ristrutturare spazi etc etc dopo cinque anni i soci decidono di mettersi insieme e prendere loro la direzione dell’associazione. E’ cosi realmente?
Volevo sapere eventualmente posso acquistare tutte le attrezzature come privato e darle in noleggio all’associazione? Grazie e saluti
Buongiorno. Le Associazioni, in quanto “enti di tipo associativo”, sono intrinsecamente di “proprietà” di tutti i soci, che sono pertanto chiamati, periodicamente, ad eleggere un consiglio direttivo che amministri l’Ente (ATTENZIONE: essere Presidente di un’Associazione non significa che i beni dell’Associazione sono beni del Presidente). Ciò premesso se un soggetto decide di effettuare un prestito infruttifero all’associazione ne resterà comunque creditore anche quando il consiglio direttivo/presidente dovesse cambiare (http://www.tuttononprofit.com/2013/05/anticipo-eo-prestito-infruttifero-da.html). E’ infine possibile, sotto il profilo tecnico, un noleggio di attrezzature, fatto salvo il rispetto del divieto di distribuzione di utili (http://www.tuttononprofit.com/2013/07/cosa-significa-divieto-di-distribuzione.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, avrei un po di domande da farle, rappresento un’associazione culturale, il Comune ci ha dato in concessione un parco pubblico e vorremmo tra le tante cose aprirci anche un piccolo snack-bar, oltre alle richieste igienico/sanitarie, quali adempimenti ci sono come associazione? Le voci spese da inserire tra le uscite, devono essere documentate (fattura- scontrino-ricevuta) o va bene solo inserire l’importo e la voce spesa? La quota associativa deve essere fissa o si può chiedere un’offerta volontaria? grazie
Buongiorno. Per somministrare alimenti e bevande, oltre al rispetto dei requisiti igienico-sanitari ed al possesso dei titoli abilitativi alla somministrazione (ex-REC e licenza) occorre che l’Ente sia titolare di partita IVA e qualifichi i relativi incassi come commerciali, versando su di essi imposte ed IVA alle scadenze e secondo gli importi previsti dal regime fiscale di riferimento (http://www.tuttononprofit.com/2014/12/legge-39891-il-regime-fiscale-agevolato-enti-non-profit-associazioni-societa-sportive.html). Ciò premesso sarà necessario che tutte le uscite siano documentate attraverso idonee pezze giustificative (fatture) e che la somministrazione avvenga nei limiti di quanto concesso dalla licenza. Cordialità, Stefano Bertoletti
grazie mille, ma non ha risposto ad una domanda; la quota associativa annua che ogni socio deve versare, deve essere fissa o si può chiedere un’offerta volontaria? grazie per la disponibilità
Buongiorno. La quota associativa è opportuno che sia di importo uguale per tutti (per facilitare la “prova” del rispetto del principio di uguaglianza): in ogni caso l’Ente potrà incassare donazioni/contributi liberali. Cordialitàù, Stefano Bertoletti
Buonasera
Vorrei aprire una asd in un paese in cui io non ho la residenza, ma per vari vantaggi che mi spetterebbero preferirei mettere la sede legale nel paese in cui intendo operare.
E’ possibile dunque mettere come sede legale una casella postale presa in affitto a mio nome?
Grazie
Buongiorno. Nel caso prospettato, se possibile, di certo sarebbe più opportuno intestare il contratto di locazione direttamente in capo alla costituenda ASD; in alternativa occorrerà disciplinare il rapporto fra il titolare del contratto di locazione e l’ASD che ne utilizzerà gli spazi (ovviamente se reso possibile dall’originario contratto di locazione). Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve,
sono il presidente di una Asd che promuove le Arti Marziali nel comune di Pistoia.
Attualmente stiamo valutando l’affitto di un fondo di circa 200 mq e il mio ingegnere di riferimento sostiene che saremmo costretti ad avere 3 spogliatoi con docce (uomini-donne-istruttori) e uno di questi (istruttori) adibirlo con bagno handicap.. in tanti anni che lavoro nelle “palestre” di altre asd non ho mai visto tale scenario che invece ho visto in S.r.l. di wellness o fitness..
potete chiarirmi la questione?
grazie
Buongiorno. Occorre verificare le prescrizioni del Comune in materia, tenendo conto che gli adempimenti di una ASD piuttosto che di una SSD in termini di conformità dei locali non possono che essere i medesimi. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve,
un qualsiasi socio (fondatore o ordinario) che richiede di controllare i documenti fiscali dell’associazione può farlo avvalendosi di un commercialista estraneo all’associazione?
Permetto che l’associazione ha già un proprio commercialista designato.
E se lo stesso socio avesse inviato atto costitutivo e statuto al suddetto commercialista senza richiedere il permesso al presidente?
Buongiorno. Ogni socio è legittimato, ovviamente, a prendere visione/consultare i documenti sociali, siano essi atto costituivo e statuto piuttosto che la contabilità o le pezze giustificative a sostegno dei conti dell’Ente, facendone l’uso che ritiene più opportuno, chiaramente nei limiti del mandato conferito al Vostro attuale consulente. Cordialità, Stefano Bertoletti
salve, sono presidente di un’assoc. ludico ricreativa composta da 5 soci fondatori, ma 3 di questi hanno chiesto le dimissioni e siamo rimaste in 2, volevo chiedere se è possibile continuare così o ….quali passi altrimenti? grazie
Buongiorno. Dal ruolo di “soci fondatori” non ci si può dimettere, nel senso che i fondatori rappresentano i “costituenti” dell’Ente, che per sempre saranno i soggetti dalla cui idea/volontà è “nato” l’Ente. E’ però possibile che un socio fondatore, componente del Consiglio Direttivo o semplice “socio ordinario”, decida di rassegnare le proprie dimissioni: in tal caso occorrerà verificare le previsioni statutarie in caso di dimissioni e, qualora si trattasse di uno o più componenti del CD le cui dimissioni causano la decadenza dell’intero Consiglio sarà necessario convocare un’assemblea sociale straordinaria avente all’ordine del giorno l’elezione di un nuovo Organo Direttivo. Segnalo in proposito un nostro articolo specifico sul tema: http://www.tuttononprofit.com/2013/10/recedere-dalla-qualifica-di-socio-in.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, dopo aver redatto il verbale accettando le dimissioni dei 3 soci, ora siamo rimaste in 2 e dalla risposta precedente ho capito che devo fare un’assemblea straordinaria per introdurre i nuovi soci, ma questi potranno essere soci fondatori? e come? devo comunicare i cambiamenti all’agenzia delle entrate? grazie
Buongiorno. La procedura di iscrizione prevede la presentazione di una domanda da parte dell’aspirante socio che dovrà essere valutata dal Consiglio Direttivo al fine di formalizzarne l’accettazione mediante apposito verbale. In esito alla corretta acquisizione della qualifica di socio il nuovo socio potrà candidarsi a rivestire una carica sociale (ma di certo non potrà essere un socio fondatore, a fronte delle considerazioni di cui alla mia precedente risposta). Segnalo quindi in proposito alcuni nostri articoli specifici di approfondimento: http://www.tuttononprofit.com/2015/11/procedura-di-ammissione-socio-controllate-lo-statuto-della-associazione.html e http://www.tuttononprofit.com/2013/09/come-gestire-la-domanda-di-ammissione.html. In caso poi di variazione del Presidente/CD occorrerà comunicare in Agenzia Entrate le modifiche attraverso appositi modelli (AA5/6 o AA7/10 ed eventualmente EAS). Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera, innanzitutto complimenti per la completezza e chiarezza del sito, delle risposte e di tutto quanto ho visto stasera; ero in “giro” in internet per trovare una risposta al quesito che farò a Voi ed ho trovato “tuttonoprofit” quindi:
sono socio, responsabile della comunicazione (mi dicono direttore…), di un’associazione no profit, nata circa tre anni fa, che si occupa principalmente di tutto quello che riguarda l’area dove risiede (il Cilento -SA): arte, artigianato, enogastronomia, eventi e turismo; ebbene poiché non riesco a trovare la cartella con i libri sociali già da qualche giorno, ho il brutto presentimento che qualcuno abbia potuto rubarla dalla macchina (qui abbiamo ancora l’abitudine di lasciare le macchine aperte…), continuerò a cercare ma se poi non riuscissi a trovarla cosa dovrei fare? Sporgere denuncia all’autorità del luogo dove penso sia avvenuto il furto? Poi come bisognerà procedere? In attesa di gradita risposta ringrazio e saluto cordialmente.
Pantaleo
Buongiorno. A fronte di quanto indicato occorre che il Presidente/Consiglio Direttivo proceda con urgenza a denunciare il fatto (anche poichè in caso di verifica fiscale occorrerebbe poter spiegare le ragioni della mancata consegna dei registri verbali). Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, vorrei sapere se in una ssdrl possono esistere studi medici per professionisti come il fisioterapista o il massaggiatore, il massoterapista, il nutrizionista o lo psicologo.
Se non possono, come posso fare per aprire un centro dove coesisterebbe sia l’allenamento che la cura senza farmi schiacciare da un 60% di imposte?!?
Buongiorno. Premesso che la costituzione di un Ente Sportivo (sia esso una ASD o una SSD) deve essere motivata in via principale dal raggiungimento di una finalità ideale e non lucrativa e non da una motivazione economica (segnalo in proposito due nostri articoli specifici: http://www.tuttononprofit.com/2013/07/cosa-significa-divieto-di-distribuzione.html e http://www.tuttononprofit.com/2016/03/perche-costiuire-associazione-cosa-comporta-come-deve-essere-gestita.html), è possibile che un Ente sportivo collabori con soggetti terzi (siano essi medici, psicologi, fisioterapisti, …) ma non potrà erogare direttamente queste attività, sia perchè riservate a professionisti del settore e sia perchè trattasi di un Ente Sportivo, e non di un medico o fisioterapista ecc … Qualora reputasse opportuna un’assistenza diretta per la verifica della fattibilità del Suo progetto con piacere resto a disposizione (stefano@movidastudio.it). Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera volevamo aprire un associazione ricreativa per bambini da 3 a 10 anni in un capannone coperto e avevo bisogno di chiedere:
I componenti mi sembrano essere minimo, uno puo anche essere residente all’estero?
Se il canannone e’ catastalmente industriale ci si puo sempre avvalere della legge 383?
I finanziamenti inizialii dei soci possono essere recuperati dai soci e/o possono essere imputati come costi?
Grazie.
Buongiorno. Se viene costituita un’associazione in Italia con sede all’interno del territorio nazionale questa soggiacerà alle leggi italiane, indipendentemente dalla residenza di uno o più dei fondatori/componenti del consiglio Direttivo. Quanto invece alla destinazione d’uso, questo il dettato dell’art. 32 co. 4 della legge 383/2000 intitolata “Disciplina delle associazioni di promozione sociale”: “La sede delle associazioni di promozione sociale ed i locali nei quali si svolgono le relative attività sono compatibili con tutte le destinazioni d’uso omogenee previste dal decreto del Ministro per i lavori pubblici 2 aprile 1968, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 97 del 16 aprile 1968, indipendentemente dalla destinazione urbanistica”. Questo, infine, un nostro approfondimento in tema di prestito infruttifero: http://www.tuttononprofit.com/2013/05/anticipo-eo-prestito-infruttifero-da.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera,
faccio parte di un gruppo di persone che provengono da un paesino di montagna, facciamo alcune feste durante l’anno tra di noi e adesso vorremmo regolarizzare la cosa creando un associazione per poter dar luce al paese.Siamo orientati sulla fondazione di un circolo anspi , io però vorrei informarmi meglio per prendere la decisione migliore.
Mi si è aperto un mondo non del tutto chiaro però, meglio pro loco?o altri circoli?
Spero di essere pertinente con la natura del blog
Grazie
Buongiorno. I termini “associazione” e “circolo” sono sostanzialmente sinonimi, e ciò in ragione del fatto che entrambi presuppongono la costituzione di un Ente di tipo associativo. “ANSPI” (così come tanti altri) rappresenta invece un’associazione di secondo livello cui è possibile che l’Ente che intendete costituire si affili per poter beneficiare dei vantaggi connessi all’iscrizione. Ciò premesso occorre in ogni caso individuare a monte in maniera precisa e puntuale le Vostre finalità sociali ideali (http://www.tuttononprofit.com/2016/03/perche-costiuire-associazione-cosa-comporta-come-deve-essere-gestita.html), e ciò al fine di predisporre lo statuto dell’Ente nella maniera più aderente possibile ai Vostri scopi istituzionali (che da quanto leggo legittimano la costituzione di un’associazione per la promozione del territorio). Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, Sono il Presidente di un Associazione di promozione sociale di Roma, che si occupa del recupere e insegnamento di vecchi mestieri. La mia domanda è: la tassa sui rifiuti va pagata o le associazioni usufruiscono di uno sconto.
Grazie anticipatamente
Buongiorno. Premessa la necessità di verificare le disposizioni comunali sul punto, non mi risultano, ad oggi, riduzioni di sorta per le APS in relaizone al tributo in questione. Cordialità, Stefano Bertoletti
sono la segretaria di un’associazione non profit che si occupa dell’addestramento di unità cinofile nell’attività di ricerca dispersi.
I nostri proventi derivano tutti dal tesseramento dei soci e da eventuali donazioni.
Con l’arrivo dell’estate vorremmo far realizzare ad una serigrafica delle magliette con il logo della nostra associazione da vendere ai nostri soci a qualche euro in più rispetto a quanto ci sono costate.
Il ricavato contriburrà al sotenimento delle nostre attvità.
Dal punto di vista legale è possibile questo tipo di rivendita?
Buongiorno, sono il presidente nonché legale rappresentante di un’associazione di tipo non profit che conta tra i 120 e i 170 soci ogni anno. La nostra principale attività consiste nel preparare unità cinofile da soccorso per UCIS e Protezione Civile. Come ulteriore attività c’è quello di sensibilizzare i cittadini al mondo cane fornendo loro diverse giornate di educazione “interna” dove alcuni soci più esperti mettono a disposizione volontariamente le proprie conoscenze. In pari a queste attività, a volte, abbiamo esigenza di docenti esterni, ad esempio per determinati weekend, che chiaramente chiedono un corrispettivo economico. Come dobbiamo comportarci fiscalmente perché la somma da pagare all’esperto sia divisa tra i partecipanti a quelle determinate giornate di formazione?
Grazie
Cordiali saluti
Buongiorno. Se l’Ente organizza e promuove il corso occorre che individui un costo di partecipazione all’attività che dovrà essere pagato dai soci all’Ente stesso, dopodichè potrà pagare la fattura/parcella del professionista/collaboratore che ha erogato l’attività. In aletrnativa può “mettere in contatto” direttamente i propri soci con il professionista/collaboratore, il quale richiederà ad ognuno il compenso che ha stabilito per la prestazione resa. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, grazie del chiarimento.
Se ho capito bene nel registro contabile, sotto le uscite apparirà la voce “Corso con docente XXX EUR -300,00”. Mentre sotto le entrate apparirà per esempio la voce “Contributo per corso 12 partecipanti EUR +300,00”.
Nel caso il docente richieda anche un rimborso spese di vitto e alloggio sarà difficile calcolare in anticipo e dividere esattamente la quota totale tra i partecipanti.
È legale poter raccogliere un contributo maggiore alla spesa effettiva sostenuta? Come è corretto segnare nel registro contabile?
Grazie, cordiali saluti
Buongiorno. I denari richiesti dall’Ente rappresentano il corrispettivo per la partecipazione all’attività dallo stesso organizzata e promossa, e non il “rimborso” per le spese sotenute dal docente. Nulla osta alla circostanza che l’incasso proveniente dai soci ammonti, ad esempio, a 1000 euro, e che il “costo” del docente, sostenuto dall’associazione, sia di 200 euro. Da una parte occorrerà segnalare l’incasso delle quote attività versate dai soci, dall’altro l’uscita per la prestazione del collaboratore/professionista. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, sono Presidente di una Onlus con solo codice fiscale che svolge la sua attività nel settore dell’assistenza sociale e socio-sanitaria nei confronti di persone con gravi disabilità.
In particolare forniamo servizi alla persona a titolo completamente gratuito.
Come da Statuto offriamo anche un servizio di assistenza fiscale nella compilazione della dichiarazione dei redditi a disabili che non hanno possibilità di recarsi presso un caf.
A tale proposito volevo sapere:
1)Con il caf che si occuperà dell’elaborazione delle dichiarazioni dobbiamo stipulare una convenzione? Se si quale procedura dobbiamo seguire? Dove posso trovare un modello che fa al caso nostro? La convezione dev’essere registrata?
2)Dato che per il disabile la dichiarazione sarà gratuita il caf emetterà una fattura di importo pari ad Euro 0,00 all’utente. L’associazione però dovrà sopportare un costo di 15,00 Euro per l’elaborazione di ogni dichiarazione che verrà fatturata dal caf all’associazione.
Come possiamo rendicontare tale uscita?
E’ sufficiente specificare il tutto con Verbale del Consiglio Direttivo e allegare alla prima nota il certificato di disabilità, la fattura del caf al disabile di importo pari a Euro 0,00 e la fattura del caf all’associazione con il numero e l’importo totale delle dichiarazioni fatturateci?
3)Abbiamo altri obblighi quali dichiarazione iva e dichiarazione dei redditi anche se per l’associazione si tratta di attività istituzionale?
Ringrazio anticipatamente per la vostra attenzione e disponibilità.
I migliori saluti.
Buongiorno. Rispondo per punti ai suoi quesiti:
1) è possibile, ma non obbligatorio, che venga sottoscritta con il CAF una convenzione (non soggetta ad obbligo di registrazione) all’intenro della quale deifnire i temrini del vostro accordo;
2) nella contabilità dell’Ente occorrerà inserire la pezza giustificativa a sostegno del pagamento effettuato, evidente (sarebbe preferibile) anche dall’estratto conto e non pagata in contanti;
3) gli obblighi dichiarativi (UNICO, …) scattano nel momento in cui l’Ente eserciti anche attività di natura commerciale (http://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html) oltre a quella istituzionale, per la quale ad oggi non esistono obblighi specifici.
Cordialità, Stefano Bertoletti
buongiorno,
chiedo gentilmente un’informazione :
– l’associazione no profit è obbligata a nominare il tesoriere o può essere svolto dallo stesso presidente?
– il tesoriere può essere scelto tra i soci o deve essere scelto tra i membri del consiglio direttivo?
Buonasera, sono tesoriere di un’associazione no profit. mi sono trovata a dover eseguire un rimborso chilometrico ad una persona che viene dalla liguria ma non so come fare per darle i soldi. questa persona deve emettere una ricevuta con ritenuta d’acconto?grazie
Buongiorno. Premesso che non è ammessa la correspensione di un rimborso chilometrico per la trasferta “casa-associazione”, ma esclusivamente per trasferte effettuate in nome e per conto dell’Ente stesso, segnalo un nostro approfondimento specifico in materia: http://www.tuttononprofit.com/2014/04/rimborsi-spese-e-indennita-chilometriche-per-gli-sportivi-dilettanti.html. Ad ogni modo nell’ipotesi prospettata non si rientra nel caso di ritenuta d’acconto, e ciò in ragione del fatto che trattasi, a quanto leggo, di un rimborso analitico a piè di lista, per il quale è sufficiente predisporre un riepilogo analitico dei costi sostenuti (tabella ACI, con relativo costo chilometrico), con allegate eventuali pezze giustificative specifiche (telepass, …). Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
avrei bisogno di avere informazioni in merito alle associazioni. Il mio cliente vorrebbe avviare una attività per intrattenere i bambini con i gonfiabili, è possibile inquadrarla come ASD (e quindi essere sottoposto alla L. 398/91) o in quale altro modo?
Eventuali sponsorizzazioni da affiggere all’interno del capannone in cui si svolgerebbe l’attività devono provenire da soci o anche da terzi che abbiano intenzione di farsi pubblicità?
Possono frequentare l’associazione solo i bambini tesserati?
Ringrazio fin da ora per l’attenzione
Cordiali saluti
Buona sera, mi chiamo Paolo, la domanda è questa: se nella mia associazione di volontariato che opera sul sociale e sulle emergenze di tipo sanitario e di protezione civile ; il consiglio direttivo non applica le regole dello statuto e del regolamento interno, e più precisamente ,non rispetta la scritture dei verbali durante le riunioni o assemblee, o come in questo momento del rinnovo del consiglio direttivo , non ha istituito di fatto l’ufficio elettorale e si fa le elezioni chiuso in una stanza e decidono loro , a chi posso interpellare per denunciare tutto ciò?
Buongiorno. Il suggerimento è quello di contattare un legale affinchè possa predisporre e depositare un esposto, sulla base dei dati da Voi forniti, alle Autorità competenti. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, sono un consigliere di una ONLUS, a Gennaio scorso abbiamo avuto la scadenza del consiglio direttivo (incarica biennale) e di conseguenza le nuove elezioni, ho scoperto che, la segretaria non ha invitato alla assemblea generale molti soci, sia in regola con l’iscrizione che quelli non in regola ma, che potevano farlo il giorno della assemblea, al di sopra del nostro statuto che prevede l’obbligatorietà del C.D di invitare tutti i cosi, si possono considerare brogli questi comportamenti ai fini del codice civile?
grazie
Buongiorno. E’ ovvio che le disposizioni statutarie, ed in maniera particolare quelle relative alla modalità di convocazione/gestione delle assemblee sociali, debbano essere rispettate: in difetto, infatti, sarebbe possibile per i soci impugnare il verbale con il quale è stato nominato il nuovo CD per violazione delle disposizioni statutarie, convocando una nuova assemblea sociale (questa volta seconodo le regole dello statuto) avente all’ordine del giorno l’elezione di un nuovo organo direttivo. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, faccio parte di un associazione culturale che fornisce un servizio ludico ricreativo per bambini dai 3 anni in su. Non abbiamo partita iva in quanto i nostri servizi sono rivolti esclusivamente ai nostri associati e non somministriamo cibo o bevande. Secondo il dcr 84 2007 della regione veneto chi offre un servizio ludico ricreativo / ludoteca deve comunicare l inizio attività al suap . Nel nostro caso dobbiamo comunicare l inizio dell attività? Per quanto riguarda i requisiti professionali cosa serve operando come associazione?Grazie.
Buongiorno. Il suggerimento è quello di contattare direttamente il SUAP rappresentandogli la Vostra natura giuridica al fine di individuare, in funzione delle leggi regionali, gli adempimenti cui siate o meno tenuti. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera,
ho un piccolo nido in appartamento che gestisco come associazione.
Vorrei aprire un altro spazio per fare corsi a bambini e genitori . Sono anche insegnante di massaggio infantile e counselor.
E’ possibile gestire il tutto come associazione?
L’associazione in questo caso avrebbe due sedi, due spazi per le diverse attività. E’ consentito?
e ultima domanda, posso utilizzare i “fondi” dell’associazione attuale per questo nuovo spazio ? risulterebbe comunque attività dell’associazione e quindi è consentito?
grazie
Buongiorno. Nulla osta alla circostanza che un’associazione abbia una sede legale ed una (o più) sedi operative: ovviamente i denari incassati dall’Ente potranno essere utilizzati per l’organizzazione e gestione di tutte le attività sociali promosse. Relativamente a queste ultime, infine, occorrerà verificarne la coerenza con l’oggetto sociale dell’Ente e, qualora non vi rientrassero ma fossero comunque coerenti con le finalità ideali che necessariamente devono caratterizzare un’associazione, potrete eventualmente sottoporre all’assemblea l’ipotesi di modifica dello statuto sociale (http://www.tuttononprofit.com/2014/06/associazioni-non-profit-come-modificare-lo-statuto-sociale-parte-1.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
salve,
abbiamo costituito un’associazione culturale senza scopo di lucro, con il solo codice fiscale (no partita iva). dobbiamo fare il modello EAS?
grazie
Buongiorno siamo una onlus con personalità giuridica abbiamo con relativo contratto fatto un prestito per mancanza di liquidità ad una onlus di volontariato, il prestito è stato dilazionato in 60 mesi senza interessi , da oggi non ci pagano più e hanno cambiato il presidente , come possiamo riavere il nostro capitale
Grazie in attesa di una gentil risposta
Senaldi Giuseppe
Buongiorno Giuseppe. A quanto leggo occorre impugnare il contratto facendo valere la pretesa della ONLUS nelle sedi opportune (mediante un legale) chiedendo la restituzione del dovuto. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buon giorno, il mio nome è Pietro Luciano Belcastro e vorrei costituire un’associazione culturale senza scopo di lucro, in particolare un club poetico on line dove chi vuole può pubblicare gratis i suoi lavori, con la sola eventuale quota di iscrizione annuale, o come socio sostenitore. Quali sono le procedure da seguire e quali documenti ci vogliono?
Grazie
Belcastro Pietro Luciano
Buongiorno. Ho visto che mi ha inviato il medismo quesito a mezzo mail. Ho dunque già risposto, fornendoLe indicaizoni precise a fronte della richiesta esposta. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera, volevo chiedere il vostro parere sempre molto illuminato in merito ad un dubbio che espongo spero sinteticamente. Abbiamo fatto un accordo per un progetto con la ASL di animazione teatrale (siamo un’associazione culturale in regime di 398) per i loro utenti del dipartimento di salute mentale. Al momento del pagamento della fattura hanno sollevato il problema che i loro sistemi online versano direttamente l’IVA all’agenzia delle entrate. Ciò sarebbe un problema per noi essendo in regime di 398 e vorrebbero risolverlo con una ricevuta fiscale. Ma è possibile per noi considerare questo intervento OPERAZIONE ESENTE ai sensi dell’art. 10 della legge 633/72? Oppure? Grazie e distinti saluti.
Buongiorno e grazie per la risposta innanzitutto.
Dunque mi pare di aver capito che sempre nei rapporti con Enti Pubblici il corrispettivo ha natura commerciale a meno che non sia un contributo tout court per l’attività istituzionale. Per cui questo esclude che noi si possa applicare in alcun caso l’art. 10. Non resta che convincere la funzionaria che alla nostra fattura non è applicabile ai sensi della circolare 15/E 13 aprile 2015 Agenzia delle Entrate. Cosa a lei ignota perché dice che “il sistema è in automatico e lei non può derogare” generica e trita affermazione che sempre usano i funzionari pubblici difronte all’ignoto! 🙂
Grazie e cordiali saluti.
Buongiorno, e grazie in anticipo per l’attenzione che darete alla mia domanda.
Siamo un’associazione culturale in regime di 398. Prevalentemente “produciamo” spettacoli teatrali. Ciò premesso, essendo ultimamente sempre più difficile reperire (almeno dalle nostre parti) il registro cosiddetto IVA MINORI, ce lo siamo creati da soli con un foglio excel. Volevo chiedere alcune precisazioni se possibile:
1. Nelle OPERAZIONI ESENTI è giusto considerare le entrate da corsi, laboratori, ecc. tenuti per non-soci ed a eventuali introiti da convenzioni con Enti Pubblici comprese le Scuole sempre inerenti a corsi di formazione artistica?;
2. Quali potrebbero essere nel ns. caso le OPERAZIONI NON IMPONIBILI?
3. Tra le OPERAZIONI NON RILEVANTI AI FINI IVA vanno considerate le quote sociali e le erogazioni liberali o donazioni in denaro?
4. Tra i PROVENTI NON COSTITUENTI REDDITO IMPONIBILE è giusto annoverare entrate da raccolte fondi nei limiti previsti dalle normative?
5. A noi appare naturale non avere PLUSVALENZE PATRIMONIALI: a parte materiali di facile consumo, acquistiamo attrezzature, costumi o stoffe per realizzarli, legno per scenografie ed oggettistica varia… E’ corretto non considerarli tali?
Grazie ancora e cordiali saluti.
Buongiorno. Rispondo per punti:
1 – i proventi corrisposti da non soci per la partecipazione ad attività sociali sono da considerarsi commerciali, idem dicasi i corrispettivi incassati da un Ente pubblico per lo svlgimento di un’attività specifica (segnalo in proposito due nostri specifici articoli di approfondimento http://www.tuttononprofit.com/2013/11/associazioni-esenzione-iva-e-tassazione-amministrazioni-pubbliche-e-scuole.html e http://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html);
2 – ex art 148 TUIR “le attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti”;
3 – corretto;
4 – le raccolte fondi, nei limiti di quanto previsto dalla normativa di riferimento, rappresentano per l’Ente un provento istituzionale;
5 – trattasi, ad esempio, delle plusvalenze derivanti dalla vendita di beni strumentali come le attrezzature.
Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. E’ indispensabile la presenza di una pluralità di soggetti (tra i soci fondatori dell’Ente) che vadano a comporre l’Organo Direttivo dell’Associazioni (non meno di due persone). Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, sono il presidente di una ASD sportiva (scuola di vela) regolarmente iscritta al CONI ed alla UISP con solo codice fiscale.
Vorremmo partecipare ad un bando di un PON emesso da una Scuola , ma vorrei capire se dal punto di vista fiscale per ricevere il compenso forfettario dalla scuola sia sufficiente da parte della ASD emettere solo la ricevuta fiscale nei confronti della scuola.
grazie
Buongiorno, volevo gentilmente chiederVi una cosa. Puo’ un locale accatastato c2, quindi come deposito-magazzino, essere la sede e quindi il luogo dove avvengono le attività di una associaassociazione culturale? Grazie mille
Buongiorno. Le attività organizzate e promosse da un Ente di tipo associativo devono essere svolte all’interno di locali la cui destinazione d’uso risulti compatibile con la presenza di persone. Ciò premesso nel caso in esame il suggerimento è quello di rivolgersi al SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) del Comune presso il quale intendete operare. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve sono socio fondatore di un'associazione culturale e la sede legale dell'associazione è la mia residenza. Per motivi personali è diventato impossibile organizzare un'assemblea per deliberare la modifica dello statuto. E' possibile eliminare la mia associazione eliminando anche la mia sede legale? Se si come devo procedere? Grazie
una S.R.L. trasformata in una S.S.D. a r. l. ed ora proprietaria dell'immobile dove svolge la sua attività può per volere dei soci ricostituirsi nuovamente in S.R.L. e come può evitare l’obbligo di devoluzione ai fini sportivi del patrimonio E nel caso di vendita della Società dove i soci sono possessori delle relative quote che rivalutazione hanno quest'ultime
Buongiorno. Premesso che la trasformazione da Ente Commerciale ad Ente Non Profit è attività, per quanto tecnicamente lecita, assai delicata e complessa, per le SSD non è possibile ovviare all'obbligo di devoluzione del patrimonio ai fini sportivi. Infine, in tema di cessione delle quote, preso atto che sul punto esistono differenti correnti di pensiero, secondo le quali alcune lo escludono categoricamente mentre altre le permettono, anche nell'ipotesi in cui si propendesse per accogliere la tesi in forza delle quali le quote di una SSD siano cedibili, queste non potranno in ogni caso essere cedute se non al valore nominale effettivamente versato, dal momento che differentemente palese sarebbe la violazione del divieto di distribuzione di utili, previsione che deve necessariamente caratterizzare gli Enti senza finalità di lucro, ivi incluse le SSD. Segnalo quindi per completezza il nostro ultimo articolo di approfondimento sul tema: http://www.tuttononprofit.com/2015/12/srl-sportive-dilettantistiche-ed-associazioni-sportive-alcune-riflessioni-per-espresso-online.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve sono un ragazzo che vuole creare un'associazione culturale di promozione della cultura giapponese. Organizzeremo eventi di scrittura, cerimonia del the, e assaggio di prodotti tipici giapponesi comprati da internet. La mia domanda è: è possibile vendere questi prodotti agli associati (come se li avessimo ordinati tutti insieme e quindi senza rincari)? È possibile organizzare eventi di degustazione sotto corrispettivo di un prezzo? Tengo a precisare che possiedo haccp e sab. In attesa di una risposta le auguro cordiali saluti
Buongiorno. I proventi incassati dalle "cessioni di beni nuovi prodotti per la vendita" ex art. 148 TUIR (indipendentemente da eventuali rincari o meno) si considerano sempre commerciali, e pertanto al fine di poter ricevere detti corrispettivi occorre che l'Ente sia titolare di partita IVA e versi imposte/IVA alle scadenze e secondo gli importi stabiliti dal regime fiscale di riferimento. Segnalo quindi un nostro specifico articolo di approfondimento sul tema: http://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html. Per quanto riguarda infine la somministrazione di alimenti e bevande, fatto salvo il rispetto dei requisiti amministrativi ed igienico sanitari (DIA/SCIA e locale a norma), anche detta attività è da considerarsi commerciali, con tutte le implicazioni di cui sopra. Cordialità, Stefano Bertoletti
Grazie per la risposta, per quanto riguarda il pagamento dell'inps? Mettendo caso che è un'attivita commerciale connessa all'ente, bisogna pagare inps oppure il lavoratore puo uscire come volontario?
I proventi commerciali incassati dall'Ente saranno assoggettati a tassazione, e non a contribuzione previdenziale. L'inquadramento del collaboratore, invece, dovrà essere effettato tenendo conto delle modalità di svolgimento della prestazione: se trattasi di un volontario "puro" nulla sarà dovuto, diversamente subentrerà la contribuzione e l'imposizione fiscale specifica per il rapporto contrattuale instaurato. Cordialità, Stefano Bertoletti
Grazie nuovamente per la risposta. L'ultima e con questa chiudo: è possibile quindi creare un'associazione culturale di promozione della cultura giapponese, creare all'interno un'attività connessa commerciale(vendita di prodotti), pagare l'iva su detti prodotti e non pagare l'inps al collaboratore che probabilmente sarà il presidente ? Rispetto ad una normale attività commerciale ce il risparmio di ben 3000 euro di inps o sbaglio? Ciò la rende piu vantaggiosa ne deduco è corretto? Grazie ancora
Il ragionamento deve essere effuettuato in forza del corretto inquadramento e non dell'utilità/risparmio. Se il soggetto preposto presterà la propria opera a titolo gratuito con mero spirito volontaristico per il solo bene del sodalizio e nell'esclusivo interesse di quest'ultimo potrà essere ritenuto un vero e proprio volontario; se invece questo rappresenterà per lui un "lavoro" ne scaturiranno tutte le conseguenze sul piano fiscale e previdenziale. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera ,siamo un gruppo di tre persone che vorrebbero aprire una SSD ,facendo attività di fitness e pesistitica .Vorremmo chiedere quali spese andremo in contro e se il capitale deve obbligatoriamente essere di 10.000 euro o si può versare solo una parte cioè il 25% .Se si la restante parte entro quando si deve versare e se il capitale può essere usato per spese della società.purtroppo non abbiamo molti soldi ma siamo molto motivati a portare avanti questa idea.preferiamo una ssd ad un asd .Attendiamo una sua risposta al piu presto. distinti saluti
Buongiorno. Rispondo per punti: – se il capitale sociale stabilito è di 10.000 euro sarà possibile in fase costitutiva procedere con il versamento del 25% dello stesso da parte dei soci secondo la proporzione delle rispettive quote; – è di certo possibile utilizzare i denari versati per le spese della società, tendo conto che il capitale andrà itegrato a richiesta dell'Organo Amministrativo della Società; – le spese di costituzione/assistenza per una srl sportiva dilettantistica possono variare a seconda del consulente e delle modalità di supporto professionale prospettate, tenendo conto che nel caso di SSD d'obbligo è l'atto pubblico (con i conseguenti costi notarili). In caso di necessità restiamo a disposizione. Cordialità, Stefano Bertoletti
Presiedo da alcuni anni una Associazione che si occupa di Formazione e Informazione su temi di tipo psicologico e rivolge ai soli soci programmi di formazione pluriennali. Inoltre, sempre per i soci, vengono attivate iniziative formative puntuali, servizi per il supporto alle famiglie ed altro ancora. In questo momento la crisi sta limitando molto la disponibilità di tempo e risorse dei pochi componenti il Direttivo a dispetto del fatto che la domanda dei servizi offerti non appare in diminuzione, anzi, ma piuttosto richiede che lo sforzo per contattarla e indirizzarla sia costante, importante, specialistico. Questo richiederebbe a mio avviso la necessità di un supporto esterno che si occupi, nei limiti prescritti dalla legge, della formulazione e realizzazione del materiale informativo e di molte delle strategie e strumenti utili e al reclutamento di nuovi soci e alla promozione del messaggio di fondo, della mission insomma dell'Associazione. Tutto ciò prevede dei costi, ovviamente che quindi come minimo devono essere ammortati. Pongo brevi e sintetiche domande
1) Quali margini di detraibilità e deducibilità hanno i costi sostenuti? 2) Quali sono i costi deducibili e detraibili? 3) Esistono "agenzie" che supportino le Associazioni durante la loro vita per permettere loro di agire conformemente allo Statuto? 4) Dove trovarne traccia?
Se vorrà essere così cortese da rispondermi le sarò molto grato.
Buongiorno, e grazie per la cortese richiesta. Premessa la necessità di rispettare il divieto di distribuzione diretta e/o indiretta di utili/avanzi di gestione (questo il nostro articolo specifico sul punto http://www.tuttononprofit.com/2013/07/cosa-significa-divieto-di-distribuzione.html), nulla vieta che un'associazione si avvalga dell'opera di professionisti/colloboratori al fine di meglio raggiungere il prorpio fine ideale. Alla luce di tale premessa è legittimo che un'associazione decida di sostenere i costi di professionisti/collaboratori/dipendenti necessari per svolgere le attività promosse dall'Ente al fine di perseguire l'obiettivo sociale, con la precisazione che ovviamente detti costi dovranno essere integralmente e correttamente contabilizzati ed inseriti a bilancio. Se dovesse ritenere opportuno/necessario un ulteriore supporto funzionale e verificare le modalità gestionali adottate con piacere restiamo a Sua disposizione. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, Sono il presidente di una ASD, l'associazione gestisce due campi da calcetto, siamo affiliati CSEN e ACSI. Mi servirebbe capire come devo gestire coloro che usufruiscono, dietro il pagamento di un corrispettivo specifico, dei campi. Devo necessariamente iscriverli all'associazione ed inserirli nel libro soci? Devo anche tesserali con l'ente a cui sono affiliato ( sarebbe un costo veramente rilevante) ? Inoltre devo rilasciare una ricevuta ad ogni giocatore o ne basta una complessiva per il campo? Grazie mille per la disponibilità Saluti E.
buongiorno,
chiedo conferma che ad oggi ( 10 gennaio 2024) non è ancora giunta l’autorizzazione europea per i regimi fiscali del terzo settore.
Pertanto è ancora attiva l’opzione 398/91 anche per il 2024 per le associazioni culturali ( sebbene con obbligo di fatturazione elettronica).
Buongiorno. Le confermo quanto richiesto, segnalando altresì un nostro specifico articolo di approfondimento sul tema: https://www.tuttononprofit.com/2022/07/pos-fattura-elettronica-nuovi-obblighi-per-enti-sportivi-terzo-settore.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera, desidero sapere se una palestra sotto forma di S.S.D. può essere venduta e, in caso affermativo, quale è il coefficiente del fatturato annuo per determinarne il valore e quali sono le modalità con cui è corretto procedere alla vendita.
Ringrazio e porgo saluti cordiali, Leonardo Q
Buongiorno. Una S.S.D. è, sotto il profilo civilistico, un ente commerciale (ossia una S.R.L., pur se sportiva dilettantistica) che beneficia però di un particolare regime fiscale (decommercializzaizone delle quote incassate da iscritti/frequentatori per attività coerenti con le finalità dell’Ente) in ragione del divieto di distribuzione di utili e dell’assenza di finalità di lucro. Va pertanto da sé che la cessione di quote di una SSD da parte dei suoi titolari (in altre parole, la “vendita” della SSD) ad un valore diverso da quello nominale effettivamente versato rappresenta una palese distribuzione di utili, con conseguente perdita delle agevolazioni fiscali godute da parte dell’Ente. Segnalo in proposito un nostro approfondimento specifico: https://www.tuttononprofit.com/2017/02/quali-sono-le-agevolazioni-fiscali-di-un-ente-non-profit-associazione-societa-sportiva-dilettantistica.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
la Pro Loco del mio comune costituitasi nel 2017, causa gli ultimi anni di pandemia, non è più attiva per cui risulta essere in una situazione di stallo da diversi anni.
Le cariche sociali del direttivo, del vice presidente e del presidente sono scadute nel 2021 e non sono state mai rinnovate.
Adesso vorremmo ripristinare il tutto e ritornare ad essere operativi, per cui vorremmo riaprire le iscrizioni a nuovi soci e nuova linfa, indire nuova assemblea dei soci per eleggere nuovo direttivo.
Da poco però il Presidente si è dimesso per motivi personali, quali sono i passi da seguire per poter ripristinare la pro loco in queste condizioni? Cosa ci consiglia?
Grazie mille per la risposta, cordiali saluti. Fabio
Buongiorno. Se il Consiglio Direttivo dell’Ente risulta scaduto e/o decaduto, occorrerà che venga convocata/indetta un’assemblea sociale con gli aventi diritto, i quali saranno chiamati ad eleggere un nuovo organo amministrativo per l’Ente, secondo le modalità contenute all’interno dello statuto sociale vigente dell’Ente. A quel punto l’Ente potrà riprendere l’ordinaria attività, riaprendo iscrizioni ed attività. Segnalo in proposito un nostro articolo specifico: https://www.tuttononprofit.com/2019/07/cambio-presidente-associazione-consiglio-direttivo.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, faccio parte di un associazione sportiva dilettantistica.
Stiamo avendo problemi con il presidente.
Purtroppo i componenti del consiglio dell’ordine siamo 3, io lui e la moglie e da come si può percepire, non ho la maggioranza e non riesco a convocare un’assemblea per approvare il bilancio.
Quest’anno abbiamo richiesto ai soci di scrivere una lettera per richiedere al presidente l’assemblea ordinaria per l’approvazione del bilancio e non la intende fare.
Ora vorremmo procedere a richiedere l’assemblea straordinaria per gravi motivi.
Ho un altro quesito da porre. L’associazione ə stata costituita il 2019, ma poi nel 2021 è avvenuto un cambio di direttivo perché 3 consiglieri si sono dimessi e sono subentrata io come vice presidente. Il presidente è rimasto sempre questo.
Vorrei sapere se il rinnovo del presidente, che dura in carica 4 anni, si rinnova nel 2023 o nel 2025. La modifica delle cariche del segretario e tesoriere ha fatto il modo che i due anni da presidente già svolti siano stati annullati? Perché abbiamo chiesto nella lettera per la richiesta dell’assemblea ordinaria, sia l approvazione del bilancio che il rinnovo del presidente, ma non intende indirla e tanto meno crede che gli sia scaduto il mandato,
Buongiorno. Rispondo per punti ai due quesiti. 1: qualora il consiglio direttivo non si adoperi per la convocazione di un’assemblea sociale, certamente possono procedere i soci in tal senso, secondo le modalità individuate nello statuto sociale vigente dell’Ente, che dovrebbe individuare termini e maggioranze richieste ai fini di una convocazione di assemblea sociale straordinaria da parte dei soci del sodalizio; 2: se il Consiglio Direttivo non è decaduto il suo mandato è da ritenersi “in corso”, con scadenza decorrente dall’anno di elezione: https://www.tuttononprofit.com/2019/07/cambio-presidente-associazione-consiglio-direttivo.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno!
Quali son le agevolazioni fiscali che spettano ad una ASD che diventa APS?
Grazie!
Paolo
Buongiorno. Se una ASD intende modificare il proprio statuto configurandosi altresì quale APS, allora potrà beneficiare delle agevolazioni previste dal D. Lgs. 117/2017, applicando (quando possibile) il regime fiscale previsto dal titolo X del citato codice del Terzo Settore e potendo altresì applicare la previsione di cui all’articolo 71 della norma in commento relativamente alla compatibilità delle destinazioni d’uso dei locali nei quali operano gli Enti del Terzo Settore. Al contempo, però, dovrà rispettare le previsioni introdotte per queste tipologie di Enti (su tutte, ad esempio, il rapporto tra lavoratori e volontari ex art. 35). Segnalo in proposito i nostri approfondimenti: https://www.tuttononprofit.com/category/riforma-terzo-settore. Cordialità, Stefano Bertoletti
Chiedo conferma del fatto che in mancanza, ad oggi , di autorizzazione della commissione europea per i regimi fiscali previsti dal titolo X della normativa terzo settore,
si può ancora applicare l’opzione 398/91 per associazione culturale nel 2023.
grazie
Buongiorno. Confermo che ad oggi l’autorizzazione della commissione europea ancora non è giunta, motivo per il quale la riforma fiscale degli Enti del Terzo Settore ex D. Lgs. 117/2017 ad oggi ancora non risulta operativa, motivo per il quale risulta ancora applicabile il regime individuato dalla L. 398/91 (https://www.tuttononprofit.com/2018/10/circolare-18e-regime-398-91-adesione-decadenza-conseguenze.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
BUONASERA,
chiedo se è ancora possibile utilizzare l’opzione 398/91 per una piccola associazione ( ovviamente non iscritta al RUNTS) nel 2023, visto che non troviamo ancora pubblicata l’autorizzazione europea per i regimi fiscali del terzo settore ( titolo X normativa terzo settore per regimi fiscali nuovi).
Ringrazio per la collaborazione
LUCIA
Buongiorno. Confermo che ad oggi l’autorizzazione della commissione europea ancora non è giunta, motivo per il quale la riforma fiscale degli Enti del Terzo Settore ex D. Lgs. 117/2017 ad oggi ancora non risulta operativa, motivo per il quale risulta ancora applicabile il regime individuato dalla L. 398/91 (https://www.tuttononprofit.com/2018/10/circolare-18e-regime-398-91-adesione-decadenza-conseguenze.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, abbiamo un semplice associazione di promozione sociale con codice fiscale. Due domande:
1 – Per iscriversi al Runts serve avere la partita iva oppure può anche bastare il codice fiscale?
2 – È necessario allegare l’ultimo bilancio oppure basta un semplice rendiconto?
Buongiorno. Rispondo per punti:
1 – non è necessaria, ai fini dell’iscrizione al RUNTS, la titolarità di partita IVA in capo all’aspirante Ente del Terzo Settore;
2 – ai fini dell’iscrizione vengono richiesti gli ultimi due rendiconti approvati dall’Ente corredati dai rispettivi verbali (https://www.tuttononprofit.com/2019/04/assemblee-sociali-procedura-approvazione-annuale-rendiconti.html).
Segnalo in proposito un nostro approfondimento specifico: https://www.tuttononprofit.com/2020/10/registro-unico-nazionale-del-terzo-settore-runts-ecco-come-iscriversi.html.
Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno
siamo una APS (banda musicale e scuola di musica) stiamo sistemando i libri soci, come devono essere suddivisi i soci? abbiamo musicisti e soci volontari maggiorenni e minorenni, soci lavoratori non dipendenti (i docenti della scuola), e i ragazzi iscritti alla scuola della associazione. Ho cercato ma non ho trovato come chiaramente devono essere divisi nel libro i soci. Grazie Cordialità
Stefano
Buongiorno. Per quanto concerne il registro volontari Le segnalo il nostro ultimo articolo sul tema: https://www.tuttononprofit.com/2021/06/obbligo-vidimazione-registro-volontari-enti-terzo-settore-nota-7180-mlps.html. Relativamente al libro soci, infine, è sicuramente necessario che in esso siano inseriti tutti i riferimenti degli stessi riportando altresì la data di inizio noché eventualmente quella di fine, oltre a tutti i dati ritenuti eventualmente utili. Cordialità, Stefano Bertoletti
buon giorno dott. Stefano, nel mese di marzo abbiamo trasformato l’ex centro anziani in A P S come da delibera della regione Lazio chiedo se il vecchio comitato di gestione può avere la proroga per gestire la A PS senza indire le elezioni nel nuovo soggetto. grazie della risposta per me assolutamente importante. Guido
Buongiorno. Se l’Ente ha modificato il proprio statuto, il suo organo direttivo in via generale è da considerarsi pienamente legittimato a continuare ad operare fino alla naturale scadenza del mandato dello stesso, ovviamente secondo le regole previste dal nuovo statuto sociale approvato. Non si rendono dunque necessarie elezioni ad hoc, fatte salve eventuali esigenze specifiche. Segnalo in proposito un nostro approfondimento specifico: https://www.tuttononprofit.com/2019/07/cambio-presidente-associazione-consiglio-direttivo.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Inserire nello statuto una clausola che prevede l’integrale distribuzione agli associati degli utili conseguiti dall’attività dell’associazione è compatibile con la natura e con lo scopo di un’associazione culturale?
Buongiorno. Le riporto di seguito il testo dell’dei primi due commi dell’articolo 8 del D. Lgs. 117/2017, rubricato “Destinazione del patrimonio ed assenza di scopo di lucro”, in vigore dal 03/08/2017: “1. Il patrimonio degli enti del Terzo settore, comprensivo di eventuali ricavi, rendite, proventi, entrate comunque denominate e’ utilizzato per lo svolgimento dell’attivita’ statutaria ai fini dell’esclusivo perseguimento di finalita’ civiche, solidaristiche e di utilita’ sociale. 2. Ai fini di cui al comma 1, e’ vietata la distribuzione, anche indiretta, di utili ed avanzi di gestione, fondi e riserve comunque denominate a fondatori, associati, lavoratori e collaboratori, amministratori ed altri componenti degli organi sociali, anche nel caso di recesso o di ogni altra ipotesi di scioglimento individuale del rapporto associativo”. Le segnalo infine un nostro approfondimento specifico sul punto: https://www.tuttononprofit.com/2013/07/cosa-significa-divieto-di-distribuzione.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Un Comitato Territoriale, organo periferico di una APS, può organizzare un evento per beneficenza?
Se si, quali azioni intraprendere?
Buongiorno. In via generale nulla osta: a secondda della tipologia di evento occorrerà verificare se/quali adempimenti specific siano dovuti in termini di richieste o similari, raccordandosi altresì con la stessa Associazione di Promozione Sociale. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, sto creando un’associazione scientifica per il momento non riconosciuta, e dovrei a breve depositare l’atto costitutivo e lo statuto presso l’Agenzia delle Entrate. Uno dei soci del Consiglio Direttivo mi ha domandato se ci fossero questioni per cui sia/sarà richiesto l’assenso specifico dei soci fondatori (come ad esempio un eventuale cambio di conto corrente), o se questi valessero allo stesso modo degli altri soci per tutte le questioni riguardanti l’Associazione e per cui non sia esclusivamente chiamato in causa il Consiglio Direttivo.
Cordiali saluti
Buongiorno. Essere socio fondatore di un Ente di tipo associativo non riserva al soggetto in questione diritti ulteriori in aggiunta a quelli di cui beneficiano tutti i soci ordinari del sodalizio, siano essi componenti o meno dell’Organo di Amministrazione dell’Ente, il tutto nel rispetto della doverosa disciplina uniforme del rapporto associativo, che abbiamo analizzato ed approfondito qui: https://www.tuttononprofit.com/2016/04/disciplina-uniforme-del-rapporto-associativo-in-una-associazione-non-profit-cosa-significa.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve,
sto costituendo un’associazione culturale insieme ad altre due persone. Nello statuto abbiamo indicato come tipologie di soci solo quelli ordinari e fondatori. Ho letto però che molti statuti contengono anche altre categorie di associati quali soci sostenitori, onorari etc.
La nostra associazione organizzerà anche eventi singoli per i quali saranno previste delle quote di iscrizione una tantum, come ad esempio dei concorsi fotografici nazionali ed internazionali. Al fine di evitare ai partecipanti di doversi associare e dunque dover pagare una quota associativa ogni anno (molti di loro saranno probabilmente di altre città), potrebbero tali partecipanti figurare come soci sostenitori e giustificare così il pagamento della quota di iscrizione solo in concomitanza ad un singolo evento organizzato? O, altrimenti, come potremmo far figurare le quote ricevute da questi partecipanti?
Grazie mille per la vostra attenzione!
Buongiorno. Questo il testo dell’articolo 25 n. 2 del D. Lgs. 117/2017: “Gli atti costitutivi o gli statuti delle associazioni che hanno un numero di associati non inferiore a cinquecento possono disciplinare le competenze dell’assemblea anche in deroga a quanto stabilito al comma precedente, nel rispetto dei principi di democraticità, pari opportunità ed eguaglianza di tutti gli associati e di elettività delle cariche sociali”. Ciò significa che, al di là delle eventuali categorie che possono essere previste dagli statuti in relazione agli associati, è indispensabile che gli stessi soci, in quanto tali, godano dei medesimi diritti (su tutti l’elettorato attivo e quello passivo) nonché doveri. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera Dr. Bartoletti
siamo un Aps Arci senza partita iva, che vuole promuovere discipline olistiche, yoga meditazione ecc.
1 possiamo noleggiare, e in quale forma, una sala del circolo ad un operatore per tali discipline?
2 se si, è necessario che questo operatore diventi socio (se non lo fosse già)?
3 le ricevute, o altro, a chi aderisce a tali discipline le deve fare lui, giusto?
4 i partecipanti devono obbligatoriamente avere la tessera del circolo?
5 Arci dice che le stanze sociali devono essere frequentate solo dai soci ( ho avuto , da altri, risposte discordanti in merito….) ?
Se mi può chiarire la situazione, come ha fatto già in altre occasione, la ringrazio infinitamente.
Buongiorno. Rispondo per punti.
1. l’affitto spazi è da ritenersi attività commerciale, per l’esercizio della quale l’Ente deve essere titolare di partita IVA versando sui relativi proventi commerciali incassati imposte ed IVA alle scadenze e secondo le aliquote previste dal regime fiscale di riferimento (https://www.tuttononprofit.com/2016/06/il-noleggio-di-beni-ai-soci-di-una-associazione-e-attivita-commerciale-o-istituzionale.html);
2. la qualifica di associato o meno del soggetto al quale si affitta uno spazio non rileva ai fini della natura del corrispettivo per l’affitto dello stesso, trattandosi sempre di incasso commerciale per l’Associazione;
3 e 4. se l’ente affitta lo spazio ad un soggetto terzo il quale in esso organizza le proprie attività, gratuite oppure a pagamento che siano, sarà quest’ultimo il responsabile fiscale ed amministrativo degli eventuali proventi incassati;
5. in via generale l’accesso ai locali di un’Associazione è riservato ai soci, salvo trattare come commerciali i proventi incassati da terzi non associati (https://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html).
Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, mi inserisco su questo punto.
Sto per aprire un’APS in un locale che ho comprato. Il locale è molto grande quindi una parte la vorrei affittare a uno dei soci dell’associazione che con la sua partita IVA venderebbe i lavori di restauro che fa, chiaramente sarebbe una sua attività commerciale sganciata dall’APS.
Ci è venuto in mente perché il lavoro di riciclo e restauro che svolge è coerente con i fini istituzionali dell’APS e andrebbero anche ad abbellire lo spazio. E’ possibile?
Mi piacerebbe unire le due attività perché molto coerenti, chiaramente se l’affitto non rientra tra le agevolazioni fiscali riservate agli enti senza scopo di lucro non sarebbe un problema, il mio interesse è far coesistere due attività molto in linea tra loro.
Peraltro il locale si compone di una prima parte accatastata come locale commerciale, e una parte accatastata come magazzino. La prima la affitterei al socio e nella seconda metterei l’associazione.
Grazie per un eventuale chiarimento
Buongiorno. Se Lei è proprietario di un’immobile con i requisiti idonei, nulla osta alla circostanza che, ricorrendone i presupposti, lo affitti/conceda in comodato a soggetti terzi, siano essi persone fisiche o giuridiche. Se invece gli spazi dovessero essere affidati da Lei all’Ente, il quale con un contratto di sublocazione/concessione spazi li dovesse poi concedere in parte a terzi, le relative somme saranno sicuramente da considerarsi rilevanti ai fini commerciali. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buon giorno, sono nel ruolo di Tesoriere facente parte del gruppo di 4 persone fondatrici di un associazione no onlus, posso ritirarmi con lettera e mail o pec e loro continuare comunque la loro attivita’ senza problemi o devono sostituirmi con un altro elemento partecipante o esterno? ho obbligo di cessare a fine anno o posso in qualsiasi momento? grazie
Buongiorno. Premessa la necessità di analizzare le previsioni statutarie vigenti dell’Ente, occorre verificare se le sue dimissioni (che potranno essere rassegnate nel modo che ritiene più congruo, meglio sicuramente se tramite PEC o raccomandata ai fini della certezza della data) comportino la decadenza dell’intero Organo Direttivo, con conseguente necessità di convocare un’assemblea sociale avete all’ordine del giorno l’elezione di un nuovo CD (https://www.tuttononprofit.com/2019/07/cambio-presidente-associazione-consiglio-direttivo.html), oppure se lo stesso Consiglio Direttivo sia nelle condizioni di proseguire il suo mandato fino alla naturale scadenza dello stesso. Confermo infine che le dimissioni possono essere rassegnate in qualsiasi momento. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
mi presento, mi chiamo Sebastian ed ho 24 anni, da poco meno di un anno ho fondato una ASD(sto aprendo partita iva ora) e al momento abbiamo solo una squadra di calcio a 7, avrei un pò di domande da porvi:
1) Serve PEC per le fatture elettroniche?
2) C’è la possibilità di inserire dei soldi da parte mia nella associazione oltre alla quota soci? ( ad es. per comprare un tablet che verrà utilizzato per l’associazione)
3) Ho uno dei soci che si vuole dimettere dalla carica, qual’è l’iter corretto da seguire?
Grazie mile per la vostra disponibilità.
Buongiorno. Rispondo di seguito, per punti:
1 – questo il nostro approfondimento dedicato: https://www.tuttononprofit.com/2018/10/fattura-elettronica-obbligatoria-per-associazioni-enti-del-terzo-settore-societa-sportive-dal-2019.html;
2 – se desidera effettuare una donazione oppure un prestito infruttifero all’Ente è possibile che proceda con un bonifico, con la relativa causale, dal Suo conto corrente personale a quello dell’Ente stesso. In proposito ecco un nostro approfondimento sul tema: https://www.tuttononprofit.com/2013/05/anticipo-eo-prestito-infruttifero-da.html;
3 – Le segnalo il nostro articolo decidato: https://www.tuttononprofit.com/2019/07/cambio-presidente-associazione-consiglio-direttivo.html.
Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve siamo un ‘associazione commercianti senza scopo di lucro. Vorremmo sapere se è necessaria l’iscrizione al RUNTS. Grazie
Buongiorno. Al fine di poter godere delle agevolazioni per questi Enti previste dal D. Lgs. 117/2017 occorre per tutti gli Enti interessati l’iscrizione all’istituendo Registro Unico Nazionale del Terzo Settore: https://www.tuttononprofit.com/2020/10/registro-unico-nazionale-del-terzo-settore-runts-ecco-come-iscriversi.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve,
avrei bisogno di alcuni chiarimenti. Ho un’associazione culturale non registrata da poco e sto aspettando che mi attribuiscano il codice fiscale. Nel frattempo dovremmo fare uno spettacolo sponsorizzato da alcune attività commerciali del comune in cui ci esibiamo. Come posso giustificare le entrate esigue che ci saranno? Può il legale rappresentate ricevere il pagamento o la donazione da parte degli sponsor sul suo conto direttamente? ovviamente facendo i giusti riferimenti nella causale di versamento? grazie
Buongiorno. Le sponsorizzazioni si configurano sempre come attività rilevanti ai fini commerciali per le associazioni, motivo per il quale al fine di poterle correttamente porre in essere occorre che l’Ente sia titolare di partita IVA (accanto al codice fiscale), e versi sui proventi in questione le imposte nonché l’IVA alle scadenze e secondo le aliquote previste dal regime fiscale opzionato, che solitamente (ad oggi) è quello normato dalla L. 398/91. Per dette attività, in ogni caso, è necessario che l’Ente abbia il proprio conto corrente dedicato. Le segnalo in proposito alcuni nostri approfondimenti specifici: https://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html e https://www.tuttononprofit.com/2018/10/circolare-18e-regime-398-91-adesione-decadenza-conseguenze.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera,
un circolo Arci APS possiede a 300 mt dalla sede un giardino di proprietà di 1800 mq, in cui non è possibile espandere attività di somministrazione per cene ecc. (licenza solo x sede, così dice ufficio commercio comune di Firenze). Domanda: se una persona ci chiede di fare una seduta di Yoga, una dimostrazione o una festa di compleanno, con una piccola donazione volontaria al circolo (gestite direttamente, senza coinvolgimento alcuno del Circolo) devono essere obbligatoriamente tutti soci del circolo ?
Buongiorno. Nulla osta alla circostanza che un’associazione riceva donazioni e/o contributi liberali, anche da terzi non associati. Ovviamente la donazione dovrà essere effettivamente tale, e non un corrispettivo “mascherato” per la cessione di un servizio da parte dell’associazione, circostanza che qualificherebbe detto provento come commerciale, con tutte le relative conseguenze del caso in termini di imposte ed adempimenti fiscali dichiarativi. Le segnalo in proposito un nostro approfondimento specifico: https://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, devo costituire una Aps ma non riesco a capire se convenga o meno l’iscrizione al Runts. Mi può fornire qualche delucidazione in merito a questo aspetto? Grazie
Buongiorno. Se intende costituire un’Associazione di Promozione Sociale questa rientra indiscutibilmente tra gli Enti del Terzo Settore, obbligati ad iscriversi all’istituendo Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, come da art. 4 del D. Lgs. 117/2017, che stabilisce che “Sono enti del Terzo settore le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale, gli enti filantropici, le imprese sociali, incluse le cooperative sociali, le reti associative, le societa’ di mutuo soccorso, le associazioni, riconosciute o non riconosciute, le fondazioni e gli altri enti di carattere privato diversi dalle societa’ costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalita’ civiche, solidaristiche e di utilita’ sociale mediante lo svolgimento, in via esclusiva o principale, di una o piu’ attivita’ di interesse generale in forma di azione volontaria o di erogazione gratuita di denaro, beni o servizi, o di mutualita’ o di produzione o scambio di beni o servizi, ed iscritti nel registro unico nazionale del Terzo settore“. Per gli Enti che intendono fregiarsi di tale qualifica, pertanto, l’iscrizione al RUNTS non va valutata in termini di convenienza/opportunità, rappresentando invece questa un passaggio indispensabile ai fini del corretto conferimento della natura di APS. Le segnalo in proposito i nostri approfondimenti specifici sul punto: https://www.tuttononprofit.com/category/riforma-terzo-settore. Cordialità, Stefano Bertoletti
Stiamo sistemando lo statuto di una associazione APS è abbiamo un dubbio. Per questo chiediamo una delucidazione che riguarda la tenuta dei libri dell’associazione. La domanda è questa: “A quale organo i soci devono inviare le istanze per poter consultare i libri sociali? Al Presidente o al Segretario? Grazie
Michele
Buongiorno. Questo il testo dell’articolo 15 del D. Lgs. 117/2017 “Oltre le scritture prescritte negli articoli 13, 14 e 17, comma 1, gli enti del Terzo settore devono tenere: a) il libro degli associati o aderenti; b) il libro delle adunanze e delle deliberazioni delle assemblee, in cui devono essere trascritti anche i verbali redatti per atto pubblico; c) il libro delle adunanze e delle deliberazioni dell’organo di amministrazione, dell’organo di controllo, e di eventuali altri organi sociali. 2. I libri di cui alle lettere a) e b) del comma 1, sono tenuti a cura dell’organo di amministrazione. I libri di cui alla lettera c) del comma 1, sono tenuti a cura dell’organo cui si riferiscono. 3. Gli associati o gli aderenti hanno diritto di esaminare i libri sociali, secondo le modalita’ previste dall’atto costitutivo o dallo statuto”. A fronte di quanto indicato, pertanto, si ritiene che eventuali richieste di consultazione debbano essere inoltrate all’ente che ne cura la redazione, e dunque l’Organo di Amministrazione. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
E’ possibile per un agente di polizia ricoprire la carica di Rappresentante Legale di una ASD, oppure vi è incompatibilità?
Ringraziando in anticipo, invio Distinti Saluti
Buongiorno. Questo il testo dell’articolo 25 comma 6 del D. L. 36/2021, in vigore dal prossimo luglio 2022, salvo proroghe: ” I lavoratori dipendenti delle amministrazioni pubbli-che di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, possono prestare la propria attività nell’ambito delle società e associazioni sportive dilettan-tistiche fuori dall’orario di lavoro, fatti salvi gli obblighi di servizio, previa comunicazione all’amministrazione di appartenenza. A essi si applica il regime previsto per le prestazioni sportive amatoriali di cui all’articolo 29″. Le segnalo in proposito un nostro approfondimento specifico sul tema: https://www.tuttononprofit.com/2021/04/riforma-sport-novita-asd-ssd-dal-2022.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
la mia APS regolarmente iscritta al registro di competenza, ha inoltrato domanda di iscrizione al 5×1000 2021 seguendo la procedura descritta sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Oggi sono state pubblicati gli elenchi, ma noi non ci siamo. Sapreste dirmi a cosa può essere dovuto o come informarsi, siccome non abbiamo ricevuto alcuna mail o notifica di eventuali incompatibilità.
Grazie.
Buongiorno. Le segnalo il nostro specifico articolo di approfondimento sul punto: https://www.tuttononprofit.com/2021/03/5-per-mille-2021-asd-ets-come-fare-richiesta-entro-quando.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno
La nostra associazione culturale deve fare dei rimborsi spesa a favore di alcuni associati. Tali associati non hanno partita iva (il rimborso è una tantum), è possibile rimborsarli tramite bonifico dal conto dell’associazione? Uno di loro sostiene che in assenza di partita iva ciò non sia possibile.
In caso contrario che documento posso citare per convincerlo?
Grazie
Buongiorno. Questo il testo dei commi 3 e 4 dell’articolo 17 del D. Lgs. 117/2017: “L’attivita’ del volontario non puo’ essere retribuita in alcun modo nemmeno dal beneficiario. Al volontario possono essere rimborsate dall’ente del Terzo settore tramite il quale svolge l’attivita’ soltanto le spese effettivamente sostenute e documentate per l’attivita’ prestata, entro limiti massimi e alle condizioni preventivamente stabilite dall’ente medesimo. Sono in ogni caso vietati rimborsi spese di tipo forfetario. Ai fini di cui al comma 3, le spese sostenute dal volontario possono essere rimborsate anche a fronte di una autocertificazione resa ai sensi dell’articolo 46 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, purche’ non superino l’importo di 10 euro giornalieri e 150 euro mensili e l’organo sociale competente deliberi sulle tipologie di spese e le attivita’ di volontariato per le quali e’ ammessa questa modalita’ di rimborso. La disposizione di cui al presente comma non si applica alle attivita’ di volontariato aventi ad oggetto la donazione di sangue e di organi”. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, mi sono spiegata male in effetti!
Intendevo chiedere se il rimborso sia possibile tramite bonifico o solo tramite contante, in caso di assenza della partita IVA.
Buongiorno. Indipendentemente dalla titolarità di partita IVA o meno, per le Associazioni vige l’obbligo di tracciabilità per le movimentazioni in contanti a mille uro, sia in entrata che in uscita, motivo per il quale (posto che sono sempre consigliate movimentazioni tracciabili) al di sotto della soglia limite sono consentiti i pagamenti in contanti, mentre al di sopra è indispensabile l’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili (https://www.tuttononprofit.com/2015/05/violazione-obbligo-di-tracciabilita-dei-pagamenti-e-versamenti-per-associazioni-ecco-cosa-si-rischia.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera,
sono segretario di una A.S.P. e a fine marzo vorremmo organizzare l’assemblea ordinaria, sicuramente si svolgerà in videoconferenza, come da nostro statuto, ma siccome ci sarebbe anche il rinnovo del consiglio direttivo, come possiamo procedere? è legale fare le votazioni online? come mantenere l’anonimato? oppure è più corretto posticipare le votazioni chiedendo all’assemblea una proroga della scadenza del mandato del Consiglio Direttivo?
grazie per la cortese disponibilità
Lino
Buongiorno. Premessa la necessità di verificare le previsioni dell’attuale statuto noché di eventuali regolamenti specific sul tema, gli ultimi DPCM hanno concesso alle associazioni di tenere/gestire assemblee e riunioni sociali tramite video conferenza seppur tale previsione sia fosse esplicitamente prevista nei rispettivi statuti sociali, e ciò in funzione della necessità di contenere il contagio da coronavirus almeno fino al prossimo 31 marzo 2021. Pertanto, nell’ipotesi in cui non sia possibile procedere con un’assemblea in presenza (sempre premesso il “colore” della regione nonché nell’ovvio rispetto delle ormai note norme di prevenzione da covid-19), l’ente potrà certamente procedere con riunioni online, con relative votazioni, nel rispetto dei principi di democraticità e trasparenza che devono necessariamente caratterizzare gli Enti di tipo associativo, posto che è essenziale in ogni caso che sia identificabile il socio che partecipa noché sia assicurato il suo diritto di voto. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
è possibile che una associazione abbia due codici fiscali, nati dal fatto di richiedere, in tempi successivi, il riconoscimento (iniziale) di associazione culturale e (successivo) di APS (adeguamento Statuto per iscrizione Runts) ed avere altresì trasferito la sede?
Grazie
Buongiorno. Se il primo soggetto giuridico, l’associazione culturale, ha modificato il proprio statuto sociale per trasformarsi in APS, il codice fiscale resta il medesimo, in quanto trattasi di trasformazione omogenea di un ente di tipo associativo. Discroso differente nel caso in cui venga costituito un soggetto ex novo anche ai fini dell’isc rizione RUNTS, il quale dovrà avere necessariamente un suo proprio codice fiscale (evidentemente diverso dal primo). Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
ma in questo specifico caso il Consiglio Direttivo per semplificare il processo di cambio Statuto dell’associazione culturale e poter costituire l’APS in base alla nuova normativa, ha facoltà di agire per conto proprio senza dover procedere all’indizione dell’assemblea Straordinaria per la modifica dello Statuto? Saluti. Federica
Buongiorno. Premessa la necessità di verificare le previsioni statutarie vigenti dell’Ente, la modifica dello statuto rientra sempre tra le operazioni straordinarie, e come tali riservate alla compotenza dell’organo sovrano dell’Ente, debitamente convocato, che è proprio l’assemblea sociale. Nonostante il moemnto storico, pertanto, si ritiene che dette compoetenze non possano in alcun modo essere derogate, essendo sempre indispensabile che sia l’assemblea sociale straordinaria a pronunciarsi sulle modifiche di statuto di un’associazione. Le segnalo in proposito il nostro approfondimento specifico: https://www.tuttononprofit.com/2019/07/modifica-statuto-associazione-riforma-terzo-settore.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buona sera dr. Bertoletti,
sul punto in questione vorrei chiederle un chiarimento: il Centro Sociale Anziani di cui sono un consigliere si è trasformato in APS a gennaio 2022. Pertanto il Presidente si è recato all’Agenzia delle Entrate per registrare il nuovo Statuto e richiedere l’aggiornamento del certificato di attribuzione del codice fiscale. L’Agenzia ha respinto quest’ultima richiesta sostenendo che non era necessario, quindi abbiamo mantenuto il vecchio codice fiscale. In realtà, un pò ovunque ho letto che era necessario presentare il modello AA5/6 per questa fattispecie.
E’ forse il caso di ripresentare la richiesta?
Grazie. Cordiali saluti.
sp
buongiorno, un socio che per morosità da statuto e’ stato escluso da riunione del consiglio direttivo , puo’ lo stesso anno della sua esclusione associarsi nuovamente con nuova richiesta di associazione. Grazie
Buongiorno. Occorre sul punto verificare le previsioni contenute nello statuto sociale vigente, per verificare i principi individuati ai fini dell’iscrizione nonché le eventuali cause ostative alla stessa. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
Avrei bisogno di qualche chiarimento in merito all’apertura di una ASD iscritta all’albo giochi e sport tradizionali:
1) In qualità di ASD dobbiamo iscriverci obbligatoriamente al registro del terzo settore? Se SI qual’e’ il numero minimo di persone necessario per costituire l’associazione?
2) Possiamo affiliarci all’ A.C.S.I. anche se non siamo una struttura ma operiamo spostandoci in diverse strutture?
3) Nello statuto possiamo inserire anche lo svolgimento di attività/laboratori non necessariamente sportivi, ma comunque legati alla nostra finalità?
4) Quali sono i primi costi per creare la nostra ASD?
Grazie mille per l’aiuto.
Buongiorno. Rispondo per punti:
1 – non esiste un obbligo di iscrizione al RUNTS, ma la facoltà. Esiste invece certamente un obbligo di iscrizione al Registro CONI, sia per il riconsocimento ai fini sportivi che per la possibilità di beneficiare delle agevolazioni fiscali riservate a detti Enti (tra i quali la possibilità di corrispondenre indennità esenti da imposte e contributi fino a 10000 euro/anno: https://www.tuttononprofit.com/2017/12/iscrizione-al-registro-coni-condizione-necessaria-riconoscimento-ai-fini-sportivi-asd-ssd-non-sufficiente-usufruire-delle-agevolazioni-fiscali.html);
2 – cosa intende per “struttura”? In via generale l’iscrizione al CONI passa per l’affiliazione ad un EPS dallo stesso CONI riconosciuto, proprio come ACSI;
3 – per un’associazione sportiva è certamente lecito organizzare e gestire attività connesse, le quali andranno trattate sotto il profilo fiscale secondo le previsioni della norma più agevole di riferimento, ossia la L. 398/91. Qui un nostro approfondimento specifico https://www.tuttononprofit.com/2018/10/circolare-18e-attivita-connesse-associazioni-ssd-398-91.html;
4 – al di là degli eventuali costi di un consulente per l’assistenza alla predisposizione di atto costitutivo, statuto e impostazione, risulta dovuta l’imposta di registro (in misura fissa pari a 200 euro) e le marche da bollo (da 16 euro nel numero di una ogni 100 righe per ciascuna delle due copie di atti) ai fini della registrazione.
Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno desidererei sapere se è lecito che un’associazione culturale, oltre agli estremi dei documenti, richieda ai soci anche la scansione di carta d’identità e codice fiscale.
Se si, in base a quale normativa?
grazie
Buongiorno. Non esistono obblighi specifici di legge in tal senso, fatta salva la necessità per l’Ente di richiedere tutti i dati necessari per la corretta instaurazione del rapporto associativo, ivi invlusa l’eventuale attivazione di una polizza assicurativa specifica per ciascun associato, necessariamente collegata alla comunicazione di tutti i dati del soggetto in questione. Al di là di ciò risulta certamente indispensabile che il trattamento degli stessi avvenga in maniera conforme alle previsioni normative, in particolare quelle individuate dal regolamento europeo 679/20126: https://www.tuttononprofit.com/2019/11/privacy-adeguamenti-associazioni-enti-terzo-settore.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera Dottore, la ns ASD con solo C.F. ha presentato il mod. EAS in forma abbreviata lo scorso anno dopo la costituzione del gennaio 2020. Nessuna attività commerciale, solo istituzionale, uniche entrate i corrispettivi quota corsi istituzionali che svolgiamo e la quota associativa. Nel corso del 2020 abbiamo ricevuto contributi a fondo perduto sia dal Dipartimento dello Sport Statale che dalla Regione a sostegno di ASD in seguito all’ emerg. covid19. La mia domanda è: dobbiamo inviare nuovamente il mod. EAS entro marzo 2021 oppure questo tipo di contributi non rientrano nella casistica? In caso di risposta positiva, in quale voce andremo ad inserire i contributi? Grazie anticipatamente, cordiali saluti.
Buongiorno. Se avete inviato il modello EAS in forma semplificata allora significa che avete risposto solo ad alcuni tra i 38 quesiti riportati nel detto modello. Preciso sul punto che, come segnalato nelle istruzioni, non è necessario provvedere ad un nuovo invio del Modello EAS in caso di variazione dei soli dati relativi ai quesiti 20, 21, 23, 24, 30, 31, 33: in tutti gli altri casi l’Ente è tenuto ad un nuovo invio entro il 31 marzo del periodo di imposta successivo a quello nel quale occorre la modifica. Le segnalo in proposito un nostro approfondimento specifico: https://www.tuttononprofit.com/2016/03/modello-eas-per-associazioni-ed-enti-non-profit-ecco-tutto-quello-da-sapere.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, gli associati devono essere tutti di nazionalità Italiana? possono essere soci di una aps anche chi non dispone di un codice fiscale?
Buongiorno. In via generale nulla osta alla circostanza evidenziata, posta infatti la necessità di rispettare le previsioni statutarie che dovranno essere ispirate a principi di uguaglianza e di non discriminazione, come chiarito dal Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali nella sua nota dedicata: https://www.lavoro.gov.it/documenti-e-norme/normative/Documents/2019/Nota-n-1309-del-06022019-discriminazioni-ammissione-associati.pdf. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, mi sapreste indicare se il Rendiconto Economico Finanziarlo Annuale, va consegnato all’Agenzia delle Entrate entro il 31 dicembre oppure se va semplicemente conservato. Qualora sia da consegnare è possibile reperire da qualche parte la procedura dal momento che online non viene detto nulla al riguardo. Grazie.
Buongiorno. Non esistono obblighi di deposito dei rendiconti (consuntivo e preventivo) di un’Associazione in Agenzia Entrate (sarà necessario il deposito al presso il RUNTS per i soggetti interessati). Le segnalo in tutti i modi il nostro approfondimento sul punto: https://www.tuttononprofit.com/2019/04/associazioni-bilanci-cosa-come-fare-per-approvare-rendiconti.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buon pomeriggio, vorrei sapere se in un Associazione Culturale ODV, costituita nel 2018, possono entrare a far parte altri membri, oppure essere solo soci volontari. Grazie mille per la Vs. attenzione, cordiali saluti
Buongiorno. Le segnalo il testo dell’articolo 32 del D. Lgs. 117/2017:”1. Le organizzazioni di volontariato sono enti del Terzo settore costituiti in forma di associazione, riconosciuta o non riconosciuta, da un numero non inferiore a sette persone fisiche o a tre organizzazioni di volontariato, per lo svolgimento prevalentemente in favore di terzi di una o piu’ attivita’ di cui all’articolo 5, avvalendosi in modo prevalente dell’attivita’ di volontariato dei propri associati o delle persone aderenti agli enti associati.
1-bis. Se successivamente alla costituzione il numero degli associati diviene inferiore a quello stabilito nel comma 1, esso deve essere integrato entro un anno, trascorso il quale l’organizzazione di volontariato e’ cancellata dal Registro unico nazionale del Terzo settore se non formula richiesta di iscrizione in un’altra sezione del medesimo.
2. Gli atti costitutivi delle organizzazioni di volontariato possono prevedere l’ammissione come associati di altri enti del Terzo settore o senza scopo di lucro, a condizione che il loro numero non sia superiore al cinquanta per cento del numero delle organizzazioni di volontariato.
3. La denominazione sociale deve contenere l’indicazione di organizzazione di volontariato o l’acronimo ODV. L’indicazione di organizzazione di volontariato o l’acronimo ODV, ovvero di parole o locuzioni equivalenti o ingannevoli, non puo’ essere usata da soggetti diversi dalle organizzazioni di volontariato.
4. Alle organizzazioni di volontariato che svolgono l’attivita’ di cui all’articolo 5, comma 1, lettera y), le norme del presente capo si applicano nel rispetto delle disposizioni in materia di protezione civile e alla relativa disciplina si provvede nell’ambito di quanto previsto dall’articolo 1, comma 1, lettera d), della legge 16 marzo 2017, n. 30″.
Cordialità, Stefano Bertoletti
Gentilissimo, grazie per la risposta avuta in tempo molto breve, cordiali saluti
Se ha piacere di lasciare una recensione sull’assistenza da noi ricevuta sulla nostra pagina Facebook ufficiale (http://bit.ly/MOVIDA-recensioni-facebook) e/o su Google (http://bit.ly/MOVIDA-recensioni-google) ne saremmo davvero lieti, perchè suggerimenti e consigli sono sempre graditi allo scopo di migliorare e fornire il miglior supporto possibile. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
da anni la nostra sede legale è presso dei locali di proprietà del comune. Quest’ultimo ci concede i locali tramite convenzione prevedendo, in convenzione, anche una somma a titolo di riconoscimento delle attività che si svolgono sul terrritorio. La domanda è:
ci sono leggi che ostacolano tutto questo? L’associazione può avere dei locali in comodato gratuito e contemporaneamente percepire delle somme per le attività che svolge o è costretta ad avere una sede legale in un luogo diverso?
Preciso che la nostra è una Associane APS
Buongiorno. Nulla osta alla circostanza rappresentata, a maggior ragione vista l’instaurazione del rapporto direttamente con il Comune. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, volevo capire una cosa per un’associazione culturale che sta per nascere.
È possibile fare dei rimborsi al Presidente, Vicepresidente e Tesoriere con i soldi che l’associazione ricava durante l’anno?
Si tratterebbe di un rimborso spese per il carburante e per le ore di lavoro su alcuni progetti grossi che l’associazione andrebbe da gestire.
Grazie mille.
Buongiorno. Le segnalo il dettato dell’articolo 17 del D. Lgs. 117/2017 sul punto: ” 3. L’attivita’ del volontario non puo’ essere retribuita in alcun modo nemmeno dal beneficiario. Al volontario possono essere rimborsate dall’ente del Terzo settore tramite il quale svolge l’attivita’ soltanto le spese effettivamente sostenute e documentate per l’attivita’ prestata, entro limiti massimi e alle condizioni preventivamente stabilite dall’ente medesimo. Sono in ogni caso vietati rimborsi spese di tipo forfetario.
4. Ai fini di cui al comma 3, le spese sostenute dal volontario possono essere rimborsate anche a fronte di una autocertificazione resa ai sensi dell’articolo 46 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, purche’ non superino l’importo di 10 euro giornalieri e 150 euro mensili e l’organo sociale competente deliberi sulle tipologie di spese e le attivita’ di volontariato per le quali e’ ammessa questa modalita’ di rimborso. La disposizione di cui al presente comma non si applica alle attivita’ di volontariato aventi ad oggetto la donazione di sangue e di organi”. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, scrivo a nome di un’organizzazione no profit che a breve compirà un anno, ancora però non ci è chiaro come procedere con la domanda di iscrizione al r.u.n.t.s.
Inoltre volevo chiedere se sapeste indicarmi come richiedere l’esenzione dall’imposta di bollo, perchè ad ogni pagamento del conto corrente veniamo dissanguati dalla detrazione dell’imposta. Siamo nati in un periodo complicato siccome la pandemia ci ha sbarrato la strada proprio in partenza, non avendo potuto produrre introiti quest’anno, per noi ogni minima spesa è un investimento.
Grazie.
Buongiorno. Le modalità di iscrizione ad oggi non sono ancora state pubblicate, e ciò in virtù del fatto che l’infrastruttura informatica del registro ancora non è stata creata, né i vari uffici territoriali. Per quanto concerne i bolli, infine, Le segnalo un nostro approfondimento dedicato: https://www.tuttononprofit.com/2019/08/esenzione-imposta-registro-bollo-modifica-statuti-enti-terzo-settore.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, volevo sapere se ci sono dei mezzi per le associazioni no profit per ottenere una sede. Attualmente la nostra sede legale corrisponde al domicilio del presidente, il che ha delle chiare incompatibilità, sopratutto per via della divulgazione… ma un’associazione nata da meno di un anno deve per forza pagare affitto o aprire un mutuo che non si può permettere per avere anche solo un ufficio in cui fare sede? So che sembra una domanda stupida… ma non è poi così banale siccome avere una sede legale pubblica è una delle cose più importanti.
Grazie.
Buongiorno. Per un’esigenza come quella da Lei rappresentata occorre verificare eventuali disponibilità da parte del Comune a fornire spazi in comodato oppure a costi contenuti alle associazioni del territorio, a fronte delle attività di rilevanza sociale da queste gestite. Cordialità, Stefano Bertoletti
Grazie per la risposta, saprebbe gentilmente indicarmi dei recapiti o eventuali pagine web presso il quale poter informarsi meglio al riguardo? Grazie mille.
Buongiorno. Verifichi sul sito del COmune in cui l’Ente ha la sede legale, ed eventualmente i bandi aperti che possnao rispondere alle Vostre necessità in funzione delle attività promosse. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve,
Facciamo parte di un’associazione onlus di livello nazionale, vorremo accedere ai documenti contabili della sezione di cui facciamo parte, bilanci, estratti conto, fatture, etc per fare delle opportune verifiche.
Abbiamo fatto richiesta scritta via email al presidente e al consiglio direttivo della nostra sezione periferica , ma non riceviamo risposta.
Dobbiamo rivolgerci al consiglio nazionale ? Possiamo prendere visione di tali documenti ?
Tenga presente che Il codice fiscale è unico e nello statuto nulla è specificato in merito.
Grazie in anticipo per la risposta
Buongiorno. In qualità di soci avete certamente diritto di visionare la documentazione dell’Ente. Ciò posto, se lo statuto nazionale nulla specifica in merito e l’Ente è uno solo, allora risulta necessario rivolgersi direttamente al consiglio nazionale dell’Ente. Cordialità, Stefano Bertoletti
Siamo un’associazione di volontariato odv vorremmo alienare un appartamento degli anni 60 lontano dalla nostra sede per acquistarne uno nuovo e più vicino alla sede. E’ possibile?
Grazie Tiziana
Buongiorno. Nulla osta a quanto evidenziato, ferma la volontà di consultare l’organo competente per la decisione in materia. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera Dottore,
vorrei porle 3 quesiti:
1) mio suocero è proprietario dell’immobile dove (nel seminterrato e al piano terra) si trovano i locali (palestra) della nostra asd (presidente sua figlia e vicepresidente io). Ristrutturata e attrezzata da poco, vorremmo capire se è possibile con un contratto di comodato d’uso gratuito sistemare il tutto, e se è necessario registrare all’agenzia delle entrate tale contratto;
2) non abbiamo mai operato in regime 398! non è obbligatorio optare o inviare comunicazione di non utilizzo di tale regime, giusto?
3) sempre mio suocero, non ha mai presentato dichiarazione di inizio attività nè ricevuto autorizzazioni sanitarie o comunali! Si può rimediare? Sono adempimenti indispensabili per un’asd o si tratta solo di essere regolarmente apposto?
Grazie anticipatamente e buon lavoro!
Buongiorno. Rispondo per punti.
1 – Le segnalo la scheda sul contratto di comodato consultabile direttamente sul sito di Agenzia Entrate: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/web/guest/schede/fabbricatiterreni/registrazione-contratti-di-comodato/scheda-informativa-registrazione-contratti-comodato. In essa potrete vedere che “I comodati di beni immobili sono soggetti a registrazione se: redatti in forma scritta: in tal caso la registrazione deve essere effettuata entro 20 giorni dalla data dell’atto; stipulati in forma verbale, solo se enunciati in un altro atto sottoposto a registrazione”.
2 – nessun obbligo di inviare alcuna comunicazione di non adesione al regime 398/91;
3 – vi suggerisco di verificare con il professionista che ha seguito i lavori quali adempimenti siano da porre in essere per sanare le irregolarità formali.
Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve sono un dirigente di una ASD, vorrei sapere se è obbligatoria l’ autorizzazione dei soci al consiglio direttivo (attraverso un assemblea) per la richiesta di un finanziamento?
Il Consiglio Direttivo può autonomamente chiedere il finanziamento senza l’autorizzazione dell’assemblea dei soci?
Cordiali Saluti
Buongiorno. Premessa la necessità di verificare le previsioni statutarie, se un’attività rientra nell’ordinaria amministrazione dell’Ente questa può essere demandata alla gestione del Consiglio Direttivo; diversamente, nell’ipotesi di attività di straordinaria amministrazione, questa è sempre di competenza dell’organo sovrano dell’Ente, e dunque dell’assemblea dei soci. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, con alcuni amici abbiano intenzione di fondare un circolo fotografico.
C’è un po’ di confusione sul numero minimo di soci fondatori, potete chiarirmi la cosa?
Grazie
Buongiorno. Se intendete costituire un Ente del Terzo Settore “semplice” sono sufficienti anche due soli soci fondatori; il numero cambia in caso di costituzione di un’associazione di promozione sociale o di un’organizzazione di volontariato, per i quali sono necessari almento 7 soci fondatori. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, a breve costituirò un’associazione di promozione sociale giovanile. Avevo alcune domande in merito:
1. Se dovessimo espanderci ci piacerebbe in un futuro che vengano aperte delle sezioni in altri Comuni, come fare? Cosa scrivere nello Statuto per permettere ciò in futuro?;
2. L’associazione vuole ricoprire più comuni appartenenti a due province differenti (Arezzo e Firenze, per ora). Dove registro l’Associazione nel comune in cui c’è la sede? Se poi volessimo partecipare ai bandi comunali diversi da quello in cui è registrata l’APS come facciamo?
3. Mettere le cariche prevalentemente gratuite può creare problemi per accedere ai bandi comunali, regionali e via dicendo? Con prevalentemente si intende i un futuro se l’associazione prenderà campo da tirarci via tanto tempo.
Grazie, saluti
Buongiorno. Rispondo per punti.
1 – Nell’ipotesi prospettata è possibile inserire un articolo che consenta all’ente di istituire ulteriori sedi operative anche in comuni diversi al fine di meglio perseguire le finalità sociali;
2 – ogni singolo bando prevede regole specifiche, motivo per il quale taluni richiedono espressamente che la sede legale dell’Ente che presenta la propria candidatura sia collocata all’interno del comune stesso: se questo è uno dei requisiti occorre che venga soddisfatto, pena il rigetto della domanda stessa;
3 – posto che le associazioni devono operare per la promozione di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale in assenza di finalità di lucro diretto e/o indiretto, uno dei principi cardine alla base di questi enti è rappresentato dal divieto di distribuzione di utili. Sul punto, l’art. 8 del D. Lgs. 117/2017 precisa che “si considerano in ogni caso distribuzione indiretta di utili:
a) la corresponsione ad amministratori, sindaci e a chiunque rivesta cariche sociali di compensi individuali non proporzionati all’attivita’ svolta, alle responsabilita’ assunte e alle specifiche competenze o comunque superiori a quelli previsti in enti che operano nei medesimi o analoghi settori e condizioni;
b) la corresponsione a lavoratori subordinati o autonomi di retribuzioni o compensi superiori del quaranta per cento rispetto a quelli previsti, per le medesime qualifiche, dai contratti collettivi di cui all’articolo 51 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, salvo comprovate esigenze attinenti alla necessita’ di acquisire specifiche competenze ai fini dello svolgimento delle attivita’ di interesse generale di cui all’articolo 5, comma 1, lettere b), g) o h);
c) l’acquisto di beni o servizi per corrispettivi che, senza valide ragioni economiche, siano superiori al loro valore normale;
d) le cessioni di beni e le prestazioni di servizi, a condizioni piu’ favorevoli di quelle di mercato, a soci, associati o partecipanti, ai fondatori, ai componenti gli organi amministrativi e di controllo, a coloro che a qualsiasi titolo operino per l’organizzazione o ne facciano parte, ai soggetti che effettuano erogazioni liberali a favore dell’organizzazione, ai loro parenti entro il terzo grado ed ai loro affini entro il secondo grado, nonche’ alle societa’ da questi direttamente o indirettamente controllate o collegate, esclusivamente in ragione della loro qualita’, salvo che tali cessioni o prestazioni non costituiscano l’oggetto dell’attivita’ di interesse generale di cui all’articolo 5;
e) la corresponsione a soggetti diversi dalle banche e dagli intermediari finanziari autorizzati, di interessi passivi, in dipendenza di prestiti di ogni specie, superiori di quattro punti al tasso annuo di riferimento. Il predetto limite puo’ essere aggiornato con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze”.
Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
una associazione culturale può intestarsi l’affitto di una palestra per delle attività prettamente sportive? o deve per forza risultare una ASD?
Buongiorno. Occorre preliminarmente verificare la compatibilità della destinazione d’uso degli spazi con le attività che intende organizzare in essi l’Associazione al fine di comprendere la fattibilità dell’operazione. Detto ciò sarà poi necessario verificare che tali attività siano previste dallo statuto sociale al fine di operare nel rispetto delle previsioni in esso contenute. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buon giorno
siamo una ASD iscritta CONI, abbiamo individuato un locale di un privato da affittare per l’attività di base della nostra società, la sezione agonistica ha già la propria sede di allenamento, attualmente il locale, pur essendo predisposto per palestra con spogliatoi e bagni, è accatastato come magazzino.
Quali sono i passi che dobbiamo fare per poterlo affittare ed utilizzarlo?
Grazie per l’attenzione.
Buongiorno. Verificate con lo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) del Comune l’iter da realizzare al fine di rendere compatibile, se possibile, la destinazione d’uso dell’immobile con le attività che l’Ente intenderebbe realizzare presso quegli spazi. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, sono il consulente di un associazione sportiva. Volevo chiedere se nel caso in cui il Vicepresidente dà le dimissioni, la nomina del nuovo entrante va comunicata in Agenzia delle Entrate con la variazione dell’atto costitutivo?
Buongiorno. L’atto costitutivo di un’associazione sportiva dilettantistica non può essere modificato, dal momento che in esso sono riportati, oltre al resto, i soci fondatori che hanno costituito l’Ente, che per sempre resteraano tali. Qualora si venisse a modificare l’organo direttivo occorrerà darne comunicazione agli organi interessati, attraverso le procedure ed i modelli di volta in volta individuati. Segnalo in proposito un nostro approfondimento specifico: https://www.tuttononprofit.com/2019/07/cambio-presidente-associazione-consiglio-direttivo.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera,
siamo una Associazione Sportiva sia ASD sia APS (sorta nel 1976, ad oggi 534 associati, iscritta in EPS e Fed)
a seguito delle ultime normative avremmo deciso di rinunciare al legame APS e rimanere solo ASD (mantenendo il beneficio delle agevolazioni in essere 398)
Per poter rinunciare alla qualifica APS dobbiamo seguire uno specifico iter o basta semplice comunicazione alla Regione (nel caso Em Rom)?
Un suo parere sarebbe gradito sul fatto se condivide la ns. scelta
Grazie
Buongiorno. Se intendete modificare lo statuto del Vostro Ente passando da ASD di Promozione Sociale ad ASD “semplice” occorrerà procedere con una modifica statutaria convocando l’assemblea sociale straordinaria, seguendo dunque l’iter di modifica sulla base delle previsioni contenute all’interno dello statuto sociale vigente dell’Ente. In proposito Vi segnalo un nostro approfondimento specifico, comprensivo di video illustrativo della procedura: https://www.tuttononprofit.com/2019/07/modifica-statuto-associazione-riforma-terzo-settore.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve
ho un contratto d’affitto di una.s.d.
vorrei sapere, per favore, se cedo la gestione a terzi il contratto d’affitto resta in vigore? oppure il nuovo gestore deve stipulare un nuovo contratto d’affitto?
Grazie per l’eventuale risposta.
Buongiorno. Se la stessa ASD continua ad operare negli spazi locati, cambiando il solo presidente/consiglio direttivo, non occorre la sottoscrizione di un nuovo contratto, proprio perchè l’Ente è il medesimo. Se invece si modifica il locatario allora a quel punto sarà necessario che venga risolto il precedente contratto e ne venga sottoscritto un nuovo tra il locatore ed il nuovo affittuario. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, vorrei porvi una domanda.
Faccio parte del direttivo di una Associazione Culturale e, avendo una nostra sede con tanto di “salone”, più volte ci è stata chiesta la possibilità di affittare il locale, da parte di soci e non, per poterci organizzare cene o eventi vari.
Al momento ci siamo limitati a metterlo a disposizione “solo per i soci” per feste di compleanno o cene familiari, ma vorrei capire se potremmo affittarlo a persone “non soci” o altri soggetti richiedendo un corrispettivo a fronte della messa a disposizione del locale.
Naturalmente la locazione sarebbe da intendersi di uno, massimo due giorni.
Ho guardato in giro la questione delle locazioni brevi, ma non ho ben capito se noi potremmo optare per questa modalità e, se si, quali adempimenti dovremmo sostenere.
Vi ringrazio anticipatamente per la Vostra disponibilità e collaborazione e, nell’occasione, Vi saluto cordialmente.
Roberto
Buongiorno. Nel caso prospettato l’eventuale corrispettivo per l’affitto di uno degli spazi dell’Ente è da considerarsi commerciale, e pertanto sarà necessario che l’Ente sia titolare di partita IVA e versi poi su detti incassi imposte ed IVA alle scadenze e secondo le aliquote previste dal regime fiscale di riferimento (ragionevolmente quello disciplinato dalla L. 398/91), predisponendo poi la relativa dichiarazione. Le segnalo in proposito un nostro apprfondimento specifico: https://www.tuttononprofit.com/2018/10/circolare-18e-regime-398-91-adesione-decadenza-conseguenze.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
buonasera,
avrei bisogno di un’informazione se riesce ad aiutarmi.
per costiture una sezione in una ASD di che documenti si ha bisogno? La sezione che si andrà a costituire può aver un suo nome specifico mantenendo lo stesso codice fiscale? cerco di spiegarmi meglio, se l’associazione si chiama frutta fresca, posso chiamare la sezione verdura fresca?
Va registrato all’agenzia delle entrare? Se si in che modo? Mi consiglia alternative?
in attesa di una risposta porgo distinti saluti
Buongiorno. Se l’Ente è sempre il medesimo, premessa la necessità di verificare le previsioni contenute nello statuto sociale vigente, occorrerà creare la sezione con apposita delibera dell’organo compente, individuandone le relative regole operative. Se invece l’obiettivo è quello di creare una asd che si occupi di altra disciplina sportiva allora sarà necessario procedere c on al regisrazione di un nuovo ente, che avrà una propria autonomia giuridica e patrimoniale. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve,
sono l’amministratore di una Società Sportiva Dilettantistica arl in 398/91, senza scopo di lucro, (palestra fitness in locale C1) nata ai primi di settembre del 2019. Relativamente al decreto rilancio, vorrei sapere se una società così giovane può accedere al credito d’imposta del 60% del canone di affitto per mesi di chiusura forza.
Buona giornata
Grazie, Pierpaolo
Buongiorno. Ai fini del credito d’imposta previsto ex articolo 28 dal Decreto Rilancio, questo spetta “ai soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione, con ricavi o compensi non superiori a 5 milioni di euro nel periodo d’imposta precedente”, a nulla rilevando la data di costituzione dell’Ente. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
una asd costituita sotto forma di unione polisportiva, iscritta a più federazioni nazionali in quanto promuove discipline sportive diverse, può nominare un solo rappresentante legale o ne può nominare diversi ? se la risposta è negativa in quale modo si possono configurare e attribuire responsabilità specifiche e potere di rappresentanza per i singoli settori di attività ?
Grazie
Buongiorno. Il legale rappresentnate dell’Ente non può che essere il presidente dello stesso: discorso diverso per gli eventuali responsabili di ogni “sezione sportiva”, che potranno essere nominati dall’organo sociale a cui questo compito è attribuito. Cordialità, Stefano Bertoletti
salve, volevo chiedere se è possibile avere nella stessa sede più associazioni con finalità diverse
Buongiorno. Se la destinazione d’uso dei locali in questione è compatibile con la natura di entrambi gli Enti, i quali sono altresì in possesso di idoneo titolo per utilizzare gli spazi (contratto di locazione, di sublocazione, di comodato d’uso, di concessione, …) riterrei che nulla osti. Cordialtià, Stefano Bertoletti
Buonasera
Sono il Presidente di una ASD Calcistica.
Ipotizzando una richiesta di rimborso di quote anuali già versate per il periodo
Di inattività causa coronavirus, devo rimborsarle oppure no
Alcuni tesserati non hanno ancora saldato. Posso chiedere lo stesso la quota intera?
Grazie
Buongiorno. Le segnalo un nostro aritcolo specifico nel quale viene trattata anche la tematica del rimborso delle quote https://www.tuttononprofit.com/2020/03/coronavirus-asd-ssd-ets-culturali-possono-rimanere-aperti.html. Al di là di ciò, visto il momento storico incredibilmente delicato e premessa la necessità di verificare eventuali contratti tra le parti piuttosto che i regolamenti interni dell’Ente, è sicuramente opportuno non richiedere ora il pagamento di quote per attività che nel breve-medio periodo non potranno essere organizzate. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
lo statuto di una associazione senza scopo di lucro può prevedere che, per effetto dello status di associato, gli associati abbiano agi, sconti, premi o cash-back quando effettuano acquisti presso aziende convenzionate con la associazione alla quale appartengono ?
(grazie in anticipo per la risposta e complimenti per il prezioso servizio che ci offrite.)
Buongiorno. Lo statuto di un’associazione deve individuare le regole sociali alla base dell’Ente e della sua gestione, individuando diritti e doveri degli associati, modalità di esercizio dei diritti, ecc … In proposito Le segnalo un nostro approfondimento specifico: https://www.tuttononprofit.com/2015/06/10-regole-che-non-possono-mancare-nello-statuto-di-una-associazione.html. Ciò premesso sicuramente l’Ente potrà sottoscrivere convenzioni con soggetti terzi volte a riservare agli associati dell’Ente un trattamento privilegiato, ma è opportuno che tali indicazioni siano inserite in accordi specifici di volta in volta. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve,
come vengono inquadrati i versamenti privati che un presidente di una asd fa nel corso del proprio mandato a favore dell’associazione stessa per lo svolgimento delle attività e per far fronte ai costi di gestione? Se il presidente agisce autonomamente senza richiesta di alcun prestito da parte del consiglio direttivo, può successivamente (anche cessato il suo mandato) il presidente pretendere la restituzione di quanto corrisposto?
Buongiorno. Se il Presidente ha effettuato delle liberalità/donazioni all’Ente non è autorizzato a richiedere la restituzione di quanto corrisposto, proprio in ragione della natura del versamento effetuato. Discorso diverso in caso di prestito infruttifero (https://www.tuttononprofit.com/2013/05/anticipo-eo-prestito-infruttifero-da.html), dal momento che questo tipo di conferimento ne prevede la restituzione. Cordialità, Stefano Bertoletti
Grazie mille!
Salve, una persona protestata per un finanziameno non pagato può aprire una associzione no profit con la qualifica di presidente?
Il protesto riguarda un finanziamento personale e non con l’associazione.
Grazie
Buongiorno. Nulla osta alla circostanza prospettata, poichè nessuna legge dello stato lo vieta. Potrà eventualmente rappresentare un problema in caso di richiesta di accessa al credito presso gli istituti Bancari vista la problematica del legale rappresentnate, ma la costizuione in sé non è vietata. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno sono vicepresidente in un cda di una scuola materna e presidente in un nido. Questi due ruoli sono incompatibili tra di loro?
Buongiorno. Se entrambi gli Enti sono associazioni e non si configurano fattispecie di conflitto di interessi vista la Sua presenza nell’organo direttivo di entrambi, nessuna legge attuale vieta tale impostazione. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera,
Io sono iscritto ad una associazione no profit vorrei iscrivermi anche alla pro loco del mio comune, posso farlo ?
Buongiorno. IN via generale sì, nulla osta alla circostanza che una persona sia iscritta contemporaneamente a più associazioni, salvo la verifica di eventuali conflitti di interesse. Cordialità, Stefano Bertoletti
salve, siamo faccio parte di una ASD ciclistica ed ora per nostre esigenze abbiamo bisogno di aprire una sottosezione della stessa magari con un nome diverso, è possibile farlo o occorre per forza aprire un’altra ASD?
Buongiorno. Premessa la necessità di verificare le previsioni statutarie, se l’esigenza è quella di organizzare direttamente le attività della sezione in questione è possibile istituirla e renderla operativa sempre all’interno dell’esistente ASD. Se invece esiste la necessità di costituire un soggetto giuridico autonomo che organizzi e promuova le attività in questione potrete procedere in qulle direzione, fatte salve le previsioni dell’articolo 90 della L. 289/2002 che stabilisce che “E’ fatto divieto agli amministratori delle società e delle associazioni sportive dilettantistiche di ricoprire la medesima carica in altre società o associazioni sportive dilettantistiche nell’ambito della medesima federazione sportiva o disciplina associata se riconosciute dal CONI, ovvero nell’ambito della medesima disciplina facente capo ad un ente di promozione sportiva”. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno Dottore , vorrei porle due domande ,
Io ho una proprietà in campagna dove abito e dove vorrei aprire una associazione culturale o APS , posso farlo mantenendo la residenza o la devo spostare ? Ma soprattutto , nella proprietà ci sono dei resti archeologici , è possibile nei fatti che ci sia la possibilità che diventando sede di una associazione , anche se io sono il presidente e il proprietario , possa venire utilizzata in modi e maniere che non mi vedano d’ accordo ? La ringrazio
Cordiali saluti
Buongiorno. Nulla osta alla circostanza che la sede legale di un’associazione coincida con la privata residenza del legale rappresentante dello stesso Ente. Discorso parzialmente diverso per la sede operativa, la quale dovrà essere evidentemente compatibile con le attività promosse, anche nel rispetto della destinazione urbanistica individuata dall’Ufficio del catasto. Ciò posto, in ogni caso, se all’interno della sede di un Ente sono in qualche modo presenti beni di proprietà di persona fisica diversa dall’associazione stessa, quest’ultima non potrà decidere della sorte debi beni (in quanto non di sua proprietà), ma potrà certamente proporre/deliberare di utilizzare gli spazi sociali secondo modalità che consentano il perseguimento degli scopi sociali dell’Ente stesso. Cordialità, Stefano Bertoletti
salve. vorrei sapere se per iscrivere al registro regionale una APS bisogna che si abbia alle spalle un periodo minimo di attività .
Altra domanda. E’ sufficiente inserire una o più attività tra quelle previste all’art. 5 oppure bisogna anche descrivere con maggiore dettaglio l’attività che si vorrebbe fare?
grazie
Buongiorno. Il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore ancora non è statao istituito, circostanza per la quale non sono ancora note le procedure di iscrizione. Questo, infine, il dettato dell’art. 21 del D. Lgs. 117/2017 in merito ai contenuti obbligatori da riportare nell’atto costitutivo/statuto dell’Ente: “L’atto costitutivo deve indicare la denominazione dell’ente; l’assenza di scopo di lucro e le finalita’ civiche, solidaristiche e di utilita’ sociale perseguite; l’attivita’ di interesse generale che costituisce l’oggetto sociale; la sede legale il patrimonio iniziale ai fini dell’eventuale riconoscimento della personalita’ giuridica; le norme sull’ordinamento, l’amministrazione e la rappresentanza dell’ente; i diritti e gli obblighi degli associati, ove presenti; i requisiti per l’ammissione di nuovi associati, ove presenti, e la relativa procedura, secondo criteri non discriminatori, coerenti con le finalita’ perseguite e l’attivita’ di interesse generale svolta; la nomina dei primi componenti degli organi sociali obbligatori e, quando previsto, del soggetto incaricato della revisione legale dei conti; le norme sulla devoluzione del
patrimonio residuo in caso di scioglimento o di estinzione; la durata dell’ente, se prevista. Lo statuto contenente le norme relative al funzionamento dell’ente, anche se forma oggetto di atto separato, costituisce parte integrante dell’atto costitutivo. In caso di contrasto tra le clausole dell’atto costitutivo e quelle dello statuto prevalgono le seconde”. Segnalo, in conclusione, specifica circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali sul punto: https://www.movidastudio.it/contenuti/pdf/MPLS_12_aprile_2019.pdf. Cordialità, Stefano Bertoletti
Gentile Stefano,
sono una docente privata con regolare partita Iva per le lezioni che impartisco ai vari ragazzi. Separatamente da questa attività (vista la notevole richiesta e le evidenti difficoltà economiche dei genitori) vorrei istituire un’Associazione culturale dedicata ai bambini della scuola primaria per promuovere attività ludico-culturali volte alla diminuzione della dispersione scolastica e al piacere per la lettura e lo studio.
Potrei farlo proseguendo la mia principale attività (pagando quindi regolare imposta sostitutiva e contributi INPS) e, in caso di fattibilità, potrei usufruire di un seminterrato della mia abitazione (che dovrò completare) nonostante l’altezza sia di 2,45 m.
La ringrazio anticipatamente.
I migliori saluti,
Alessandra
Buongiorno. Può certamente costituire un (futuro) Ente del Terzo Settore (sia esso un ETS, piuttosto che un’APS oppure una ODV: https://www.tuttononprofit.com/2018/02/da-quando-si-applicano-le-novita-fiscali-del-codice-del-terzo-settore-alle-associazioni-117-2017.html), che tra le attività di interesse generale individuate dall’art. 5 del D. Lgs. 117/17 si occupi, ex lettera l), di “formazione extra-scolastica, finalizzata alla prevenzione della dispersione scolastica e al successo scolastico e formativo, alla prevenzione del bullismo e al contrasto della povertà educativa”. Ovviamente oltre al perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, per beneficiare delle previsioni individuate dal CTS occorrerà rispettare integralmente il dettato normativo (che prevede, oltre al resto, il divieto di distribuire, anche in via indiretta, utili ed avanzi di gestione (ex art. 8 D. Lgs. 117/2017). Sotto il profilo dei locali, invece, questo il dettato dell’art. 71 del D.Lgs. 117/2017 “Le sedi degli enti del Terzo settore e i locali in cui si svolgono le relative attivita’ istituzionali, purchè non di tipo produttivo, sono compatibili con tutte le destinazioni d’uso omogenee previste dal decreto del Ministero dei lavori pubblici 2 aprile 1968 n. 1444 e simili, indipendentemente dalla destinazione urbanistica”. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve,
vorrei costituire una Associazione CUlturale o Associazione di promozione sociale volta a promuovere e organizzare corsi di formazione e laboratori per i soci.
Ho letto l’articolo 148 n.3 del TUIR ma confermo che ancora non mi è chiaro se posso richiedere (oltre la quota associativa per entrare a far parte dell’associazione) un costo per il corso in sè ai soci.
La seconda cosa che mi premeva chiedere riguarda la sede operativa dell’associazione stessa. E’ obbligatorio averne una?
Mi spiego meglio: se io volessi appoggiarmi a strutture ì/location per tenere i corsi di formazione, pagando l’affitto delle sale ogni volta, potrei anche non avere una sede “fissa” ?
Grazie mille in anticipo per la disponibilità.
Romina
Buongiorno. In attesa della piena operatività del Codice del Terzo Settore (D. Lgs. 117/2017), l’attuale dettato dell’articolo 148 del TUIR che discplina la de-commercializzazione dei corrispettivi specifici incassati dagli Enti di tipo associativo precisa, per quanto richiesto, che “non si considerano commerciali le attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti”, il che significa che ogni corrispettivo versato all’Ente da un socio per la partecipazione ad attività coerenti con le finalità istituzionali ideali dello stesso è da ritenersi istituzionale, e come tale non soggetto ad imposta alcuna (https://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html). Quanto alla sede, infine, d’obbligo è individuarne una legale per l’Amministrazione finanziaria, ma nulla osta alla circostanza che l’Ente operi presso spazi diversi affittati di volta in volta in funzione delle esigenze. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, sono il Presidente di una Asd con P.iva e C.F. iscritta regolarmente al CONI. Svolgiamo attività di tipo calcistico.
Ci è stata proposta la possibilità di fare un contratto di affitto di un marchio (dietro un canone annuo) per iniziare a svolgere un’attività ludica estranea all’oggetto sociale che comporterebbe un importante esborso economico (sui 20mila euro annui) ma un notevole introioto(circa il doppio). Considerando che la nostra è una piccola Ass con 20 soci, che tale nuova attività verrebbe fatta verso terzi, dietro un corrispettivo, è possibile svolgere un’attività simile. Tali incassi sarebbero assoggettati ad IVA ed al pagamento di imposta IRES non agevolata.
Cordiali saluti
Buongiorno. Per un’Associazione Sportiva Dilettantistica con partita IVA è possibile porre in essere anche attività rilevanti ai fini commerciali, versando su di esse imposte ed IVA alle scadenze e secondo le aliquote previste dai regimi fiscali di riferimento. Se in regime 398/91 su detti proventi l’Ente dovrà effettuare un versamento forfettario del 50% dell’IVA incassato versando poi le imposte con un coefficiente di reddittività del 3%. Le segnalo infine un nostro approfondimento specifico sul punto: https://www.tuttononprofit.com/2018/10/circolare-18e-attivita-connesse-associazioni-ssd-398-91.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera,
grazie in anticipo per la risposta che mi darete.
Una mia amica ha costituito una APS senza partita iva per erogare corsi di formazione ma ha intenzione anche di erogare, a partire da febbraio, sedute di psicoterapia. Lei è psicoterapeuta, ma io non sono convinta possa farlo, anche perchè le ricevute le compilerà esattamente come lo stesse facendo privatamente credendo che il paziente potrà poi scaricare le fatture tramite 730. Credo si tratti di attività protette che lei non può promuovere direttamente, anche se il commercialista insiste che si può e, pur non avendo ancora un anno di vita, le ricevute potranno essere scaricate tranquillamente. Forse nella regione Lazio funziona diversamente rispetto alla Lombardia. Io so che se non è trascorso un anno, non essendoci ancora il RUN, neanche le donazioni liberali potranno essere detratte, ma forse mi sbaglio.
Inoltre volevo domandarle se le entrate di una APS non commerciale debbano essere solo donazioni o anche pagamenti di vere e proprie fatture.
Grazie, cordialmente, Silvia.
Buongiorno. Le confermo che gli Enti di tipo associativo non possono in alcun modo sostituirsi a professionisti che esercitano professioni protette, essendo enti di tipo associativo costituiti per il raggiungimento di una finalità ideale e non lucrativa. Quanto ai possibili incassi istituzionali, ad oggi questi sono disciplinati dall’articolo 148 n. 3 del TUIR, il quale stabilisce che “Per le associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona, nonché per le strutture periferiche di natura privatistica necessarie agli enti pubblici non economici per attuare la funzione di preposto a servizi di pubblico interesse, non si considerano commerciali le attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti …”. Questo, invece, il testo dell’art. 79 del D. Lgs. 117/2017, che diverrà operativo a far data dal pieno vigore del Codice del Terzo Settore: “2. Le attivita’ di interesse generale di cui all’articolo 5, ivi incluse quelle accreditate o contrattualizzate o convenzionate con le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, l’Unione europea, amministrazioni pubbliche straniere o altri organismi pubblici di diritto internazionale, si considerano di natura non commerciale quando sono svolte a titolo gratuito o dietro versamento di corrispettivi che non superano i costi effettivi, tenuto anche conto degli apporti economici degli enti di cui sopra e salvo eventuali importi di partecipazione alla spesa previsti dall’ordinamento. 2-bis. Le attivita’ di cui al comma 2 si considerano non commerciali qualora i ricavi non superino di oltre il 5 per cento i relativi costi per ciascun periodo d’imposta e per non oltre due periodi d’imposta consecutivi”. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, sono presidente di una asd affiliata alla PGS che si occupa di pallavolo ed inoltre sono stato eletto consigliere di una asd affiliata alla Federazione Italiana Cronometristi. Volevo sapere se c’è incompatibilità nelle cariche sociali in base all’art. 90, co. 18bis della Legge 289/2002.
Grazie.
Buongiorno. Il citato articolo 90 stabilisce che “E’ fatto divieto agli amministratori delle società e delle associazioni sportive dilettantistiche di ricoprire la medesima carica in altre società o associazioni sportive dilettantistiche nell’ambito della medesima federazione sportiva o disciplina associata se riconosciute dal CONI, ovvero nell’ambito della medesima disciplina facente capo ad un ente di promozione sportiva”. L’incompatibilità dunque sussite a condizione che il soggetto rivesta la medesima carica in Enti affiliati alla stessa FSN o DSA o EPS se riconosciuti dal CONI. In difetto non esiste incompatibilità alcuna. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, sono presidente di una associazione sportiva dilettantistica, compriamo materiale da ditte italiane che ci forniscono normale fattura di vendita comprensiva di iva.
Ho provato a farmi fare dei preventivi da ditte estere, ma sempre con sedi nella comunità europea, e ho visto che possono fornire fatturazione senza iva perche risultiamo come asd iscritti VIES VAT.
La domanda è: se acquisto materiale da queste ditte pagando gli importi descritti senza iva, e uso il materiale solo per gli atleti iscritti alla a.s.d. è una cosa possibile? Cosa comporta?
Grazie
Buongiorno. Nell’ipotesi di acquisti effettuati all’estero occorrerà presentare il modello INTRA 12 oltrechè l’esterometro (https://www.tuttononprofit.com/2019/02/esterometro-cos-e-enti-obbligati-esonerati-nuova-scadenza-fiscale-per-associazioni-ets-ssd.html), integrando altresì l’IVA entro il termine del secondo mese successivo alla registrazione della fattura. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
Siamo una ASD con Codice Fiscale, ‘ stato nominato un nuovo presidente, io essendo il precedente dovrei chiudere l’attuale conto corrente per aprirne uno al nuovo rappresentante legale, purtroppo è subentrato un problema al nuovo presidente per degli insoluti e nessuna banca o carta prepagata vogliono autorizzare l’apertura. La domanda è: può il consiglio delegare ad un altra carica l’apertura di un conto per l’associazione (es. Tesoriere o Segretario)? Considerato che abbiamo un deposito di circa 4000€ e un volume di entrate uscite di 1000€ – 1500€ annue, siamo obbligati a tenere un cc?
Grazie della disponibilità
Buongiorno. Premessa la necessità che UNA ASD sia titolare di un conto corrente (anche ai fini del necessario rispetto degli obblighi di tracciabilità, per i quali segnaliamo un nostro approfondimento specifico https://www.tuttononprofit.com/2018/12/tracciabilita-dei-pagamenti-versamenti-per-asd-ssd-contributi-pubblici-raccolte-fondi-corrispettivi-manifestazioni-sportive.html), il caso di modifica del legale rappresentante di un’Associazion il conto corrente non deve subire alcuna variazione (chiusura e riapertura) in quanto il soggetto giuridco non ha subito delle variazioni, essendosi semplicemente avvicendato un diverso legale rappresentante (https://www.tuttononprofit.com/2019/07/cambio-presidente-associazione-consiglio-direttivo.html). Cambierà certamente il soggetto autorizzato ad operare su di esso, ma il c/c dovrà restare il medesimo. Cordialità, Stefano Bertoletti
Grazie della risposta, ma forse non ho spiegato bene il problema: la banca non vuole far subentrare come soggetto autorizzato ad operare su cc il nuovo presidente in quanto ha delle pendenze fiscali (protesti) seppur la legge non pregiudica la cosa, quindi la domanda è se può esserci una delega da parte del consiglio ad operare ad un soggetto diverso (segretario o tesoriere).
Buongiorno. Se lo statuto nulla esplicitamente vieta sul punto, premessa la necessità di apposita delibera in materia da parte dell’Associazione, nulla osta alla circostanza che vengano individuati anche altri componenti dell’Ente ad operare sul conto corrente dello stesso. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera e grazie per i vostri approfondimenti e le vostre risposte.
Faccio parte di un’associazione culturale senza p.iva. In accordo con il Comune presteremo dei servizi (inerenti con il nostro scopo sociale) durante i mercatini natalizi. Il Comune ci fornirà un piccolo contributo per le spese. Per procedere con il pagamento ci chiedono di inserire nella ricevuta una dicitura particolare in cui confermiamo che la nostra associazione non necessita della P.IVA.
Sapreste aiutarci?
Buongiorno. Se l’Associaizone riceve un contributo liberale/donazione può considerare questo corrispettivo come istituzionale, e pertanto detassato e non soggetto ad imposizione fiscale alcuna (non necessitando pertanto di partita IVA). Sarà dunque possibile rilasciare una ricevuta a titolo di contributo liberale, con i riferimenti legislativi del caso. Cordialità, Stefano Bertoletti
sono un insegnante di educazione fisica, vorrei organizzare dei corsi di attività motoria per ragazzi, da privato, senza costituire associazioni. Posso farlo da privato? Posso far firmare ai genitori una liberatoria per eventuali danni? Grazie
Buongiorno. Premessa la necessità di rispettare gli obblighi imposti dal contratto collettivo nazionale di lavoro da Lei sottoscritto con la Pubblica Amministrazione, che sicuramente impone limiti /restrizioni all’esercizio di altre attività, laddove intendesse richiedere ai partecipanti alle attvità organizzate il pagamento di una quota necessario sarà poter correttamente giustificare quanto incassato, versando il dovuto in termini di imposte ed eventuali contributi. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve,
siamo una associazione di astrofili ed abbiamo da poco come associazione comprato un rudere con l’intento di costruire un osservatorio astronomico privato. Questo rudere è stato acquistato dall’associazione quindi fa parte dei beni dell’associazione stessa. Dato che per ora siamo 12 soci naturalmente vorremmo aumentare il numero degli iscritti. Vorrei sapere se questi nuovi soci saranno proprietari come noi dell’immobile automaticamente anche se in effetti non hanno contribuito economicamente ad acquistarlo nè a renderlo abitabile. In caso risultassero anche loro proprietari potremmo escluderli in qualche modo? Dobbiamo modificare lo statuto quindi potremo inserire qualche clausola al suo interno. Grazie di una risposta. Bianca Maria Bassetti
Buongiorno. Gli Enti di tipo associativo, per godere delle agevolazioni fiscali ad essi riservate, devono, tra l’altro, uniformarsi alle previsioni stabilite dall’articolo 148 del TUIR, il quale stabilisce i loro statuti devono conformarsi a talune clausole, tra le quali quella di prevedere una “disciplina uniforme del rapporto associativo e delle modalità associative volte a garantire l’effettività del rapporto medesimo, escludendo espressamente la temporaneità della partecipazione alla vita associativa e prevedendo per gli associati o partecipanti maggiori d’età il diritto di voto per l’approvazione e le modificazioni dello statuto e dei regolamenti e per la nomina degli organi direttivi dell’associazione”. Questo il nostro approfondimento specifico sul punto: https://www.tuttononprofit.com/2016/04/disciplina-uniforme-del-rapporto-associativo-in-una-associazione-non-profit-cosa-significa.html. Questo significa, in altre parole, che tutti i soci di un’Associazione (che sia veramente tale) DEVONO godere dei medesimi diritti oltreché essere destinatari dei medesimi obblighi. Se l’immobile è dell’Ente, pertanto, ad esso saranno autorizzati ad accedere tutti i soci del sodalizio, proprio in linea con il principio di uguaglianza che deve necessariamente caratterizzare questi soggetti giuridici. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno…insieme ad altre persone vorremmo costituire un’associazione culturale che si occupi di eventi letterari e di collaborare con le scuole e biblioteche. Ho letto quanto previsto dal cds ma non mi è chiaro se, dopo la riforma, le associaizoni culturali possano costituirsi secondo le forme previste dal c.c. o nella forma ad es. di aps.
Grazie
Buongiorno. Questa la definizione degli Enti del Terzo Settore, ex art. 4 del D.Lgs. 117/2017: “Sono enti del Terzo settore le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale, gli enti filantropici, le imprese sociali, incluse le cooperative sociali, le reti associative, le società di mutuo soccorso, le associazioni, riconosciute o non riconosciute, le fondazioni e gli altri enti di carattere privato diversi dalle società costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale mediante lo svolgimento, in via esclusiva o principale, di una o più attività di interesse generale in forma di azione volontaria o di erogazione gratuita di denaro, beni o servizi, o di mutualità o di produzione o scambio di beni o servizi, ed iscritti nel registro unico nazionale del Terzo settore”. Trova dunque l’indicazione delle attività di interesse generale nell’art. 5 del Decreto di cui sopra. Ciò premesso, le associazioni ora dovranno certamente continuare a costituirsi ai sensi delle disposizioni del codice civile, ma tenendo altresì conto delle normative specifiche di riferimento, come il Codice del Terzo Settore (esattamente come prima, ad esempio, una APS non riconosciuta si costituiva ai sensi degli art. 36 e seguenti del codice civile ed anche della L. 383/2000). Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. Vorrei farle cortesemente una domanda, Associazione Culturale Non Profit, il Direttivo è formato da 7 membri, 4 si dimettono tra cui il Presidente, viene convocata una assemblea generale straordinaria, nell’ordine del giorno viene inserito l’argomento “Decadenza del Direttivo e Elezioni del nuovo Consiglio Direttivo” per non sciogliere l’associazione, i soci decidono all’unanimità di svolgere all’assemblea le elezioni del nuovo Consiglio Direttivo, la domanda principale è, può il Presidente dimissionario, ricandidarsi?
Certo di una risposta, ringrazio anticipatamente e buon lavoro.
Buongiorno. Stando a quanto indicato, ferma preventivamente la necessità di verificare le previsioni contenute all’interno dello statuto sociale oltreché gli eventuali ulteriori regolamenti dell’Ente, non ritengo sussistano ragioni tali da impedire al Presidente dimissionario di candidarsi nuovamente. Cordialità, Stefano Bertoletti
Grazie mille per la sua risposta ebuon lavoro.
Cordiali saluti
Salve, mi scuso per il quesito lungo, sono il segretario di un’associazione sportiva dilettantistica non riconosciuta affiliata al CONI e alla FIR con la finalità di promozione e sviluppo del rugby nelle scuole primarie e secondarie (c.d. minirugby) come da Statuto.
I nostri proventi derivano tutti dall’iscrizione e tesseramento degli atleti nelle attività sportive e da eventuali donazioni, sponsorizzazioni e contributi da enti pubblici.
Il presidente e un consigliere sono soci di un negozio di articoli sportivi e con le loro conoscenze hanno fatto realizzare ad una serigrafica delle magliette con un disegno che simboleggia la lotta contro il bullismo insieme a una associazione che i due dirigenti collaborano, da vendere ai simpatizzanti, la cui pubblicità è stata fatta sulle pagine Facebook della società e dell’associazione in cui collaborano (è una associazione che ha come obiettivo la lotta contro il bullismo).
Non mi è chiaro su come verrà destinato il ricavato di questa campagna e quindi non so nulla perchè io, come segretario sono all’oscuro di tutto e certe volte i dirigenti fanno iniziative autonome senza coinvolgere la Società per intero (direttivo, segreteria).
Dal punto di vista legale e fiscale è possibile questo tipo di rivendita?
Dal punto di vista legale e fiscale è corretto pubblicizzare la vendita sulla pagina Facebook?
Dal punto di vista legale è corretto che alcuni dirigenti organizzino in autonomia questa attività senza aver informato preventivamente il Consiglio Direttivo e lo staff?
Essendo segretario (e dirigente) sono all’oscuro di questa iniziativa creata e organizzata dagli altri dirigenti, in caso di contestazioni a chi ricade la responsabilità di tutto questo?
Se nel caso decidessi di dimettermi che procedura devo fare?
Visto che i tre consiglieri fanno quasi sempre delle iniziative autonome senza il coinvolgimento del Direttivo prima di dare le mie dimissioni posso far compilare al Presidente una dichiarazione di scarico responsabilità? Come va redatta?
Grazie mille per la vostra attenzione e per la vostra risposta, cordialità
Ste
Buongiorno. Taluni passaggi del Suo quesito non mi sono chiari: parla infatti inizialmente di un’associazione sportiva, poi si riferisce invece all’Ente come Società. Inoltre non ho compreso chi incasserà i proventi della vendita, motivo per il quale Le chiederei la cortesia, se possibile, di un contatto telefonico (0125633211, questo il nostro numero di Studio, operativo dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00) così da poter comprendere nel dettaglio la Sua necessità e fornirLe così il suppoorto richiesto. Resto a disposizione, Stefano Bertoletti
la ringrazio per la sollecita risposta. mi permetto di chiederle ancora una informazione. premesso che alcuni genitori non restano in sede durante le attività, altri restano ma preferiscono non controllare il proprio figlio, se il danno viene causato da un ragazzo disabile ad altra persona presente, a chi è imputabile la responsabilità? chi ne deve rispondere? il genitore, il presidente, un consigliere o il responsabile di quella attività? grazie mille
Buongiorno. Sulla carta la responsabilità risulta in capo a coloro che hanno i doveri di sorveglianza sul soggetto in questione, nell’ipotesi in cui per il loro stato di salute non siano reponsabili di se stessi e fatta salva la necessità, caso per caso, di verificare la dinamica dei fatti. Cordialità, Stefano Bertoletti
la ringrazio infinitamente
Buonasera. Se ha avuto modo di leggere i nostri articoli ed utilizzare i nostri supporti, La invito a dirci cosa ne pensa (può farlo QUI https://www.google.com/search?rlz=1C1CHBF_it&q=movida+studio&spell=1&sa=X&ved=0ahUKEwinkqzv397gAhVBJVAKHesLBvkQBQgpKAA&biw=1536&bih=754#lrd=0x478884c637513e87:0xf7a3a95e3bf9898,1,,, oppure QUI https://www.facebook.com/pg/movidastudio/reviews/), perchè suggerimenti e consigli sono sempre ben accetti! Cordialità, Stefano Bertoletti
buongiorno. sono consigliere di un’associazione di volontariato onlus non riconosciuta che organizza attività per ragazzi disabili tenute da personale qualificato e non. le attività sono tutte gratuite e il personale svolge la sua attività gratuitamente. tutti (ragazzidisabili, personale e soci vari) sono coperti da assicurazione. la mia domanda è la seguente: in caso di danno, morale o fisico, ad un ragazzo disabile, chi ne è responsabile? in pratica, quali sono le responsabilità del presidente e dei consiglieri (esclusa la responsabilità economica le cui norme mi sono chiare)? vi ringrazio e aspetto con ansia una vostra risposta
Buongiorno. Nel caso prospettato le responsabilità saranno da imputarsi a coloro che direttamente hanno cagionato il danno morale e/o fisico ai partecipanti alle attività direttamente gestite. Cordialità, Stefano Bertoletti
buongiorno desidero sapere se i Gruppi di Acquisto sono sottoposti alle stesse norme relative alla riforma del terzi settore Grazie
Buongiorno. Questa la definizone di Ente del Terzo Settore, e dunqune dei soggetti giuridici interessati dalle previsioni della Riforma: “Sono enti del Terzo settore le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale, gli enti filantropici, le imprese sociali, incluse le cooperative sociali, le reti associative, le societa’ di mutuo soccorso, le associazioni, riconosciute o non riconosciute, le fondazioni e gli altri enti di carattere privato diversi dalle societa’ costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalita’ civiche, solidaristiche e di utilita’ sociale mediante lo svolgimento, in via esclusiva o principale, di una o piu’ attivita’ di interesse generale in forma di azione volontaria o di erogazione gratuita di denaro, beni o servizi, o di mutualita’ o di produzione o scambio di beni o servizi, ed iscritti nel registro unico nazionale del Terzo settore”. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
siamo un’associazione culturale senza scopo di lucro.
Lavorando spesso con enti (comuni e scuole) ci troviamo ad emettere fatture elettroniche per le attività che svolgiamo (laboratori teatrali e spettacoli per bambini). Essendo attività previste dallo statuto nel nostro scopo sociale, queste fatture sono da ritenere totalmente “commerciali”, o possono essere inserite nel campo “Istituzionale” dell’associazione?
Grazie
Buongiorno. Nelle more della Riforma del Terzo Settore, la previsione della’art. 148 del TUIR cheindividua le condizioni per la de-commercializzazione dei corrispettivi specifici incassati dagli Enti di tipo associativo attualmente prevede che “Per le associazioni … culturali … non si considerano commerciali le attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti”. Pertanto, nel caso di svolgimento di attività nei confronti di terzi, e dunque non iscritti né associati, il corrispettivo da essi versato deve ritenersi commerciale, con tutte le conseguenze del caso in termini di IVA ed imposte. Segnalo in proposito un nostro approfondimento specifico: https://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera, sono la Presidente di una associazione culturale senza scopo di lucro e vorrei devolvere una parte dell’avanzo di bilancio ad altre associazioni del territorio che costantemente ricercano fondi (tipo ABEO). Qualche anno fa con il precedente direttivo era stato fatto, ma vedo sullo Statuto attualmente in vigore questa dicitura: “all’associazione è vietato distribuire, anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione comunque denominati nonchè fondi, riserve di capitale, DURANTE LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE STESSA, A MENO CHE LA DESTINAZIONE O LA DISTRIBUZIONE NON SIANO PREVISTE PER LEGGE. Eventuali avanzi di gestione saranno reinvestiti a favore delle attività istituzionali previste dal presente statuto”.
Insomma l’avanzo di gestione può essere devoluto solo allo scioglimento dell’associazione (sempre da statuto)?
Grazie mille
Lucia Scandola, Presidente Ass.ne Culturale MIconTI’
Buongiorno. Ritengo che la previsione indicata faccia riferimento generale al divieto di distribuzione di utili (https://www.tuttononprofit.com/2013/07/cosa-significa-divieto-di-distribuzione.html): ciò posto nulla osta alla circostanza che l’assemblea dei soci si esprima a favore di un’erogazione liberale nei confronti di altro Ente senza finalità di lucro, con obiettivi di utilità sociale. Nella circostanza prospettata, infatti, non sarebbe da considerarsi una “devoluzione del patrimonio” quanto una vera e propria donazione. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
Sono il presidente di una asd, insieme ad altri due enti non sportivi (circoli ricreativi) ed a dei privati volevamo costituire una assoviazione per gestire un area comunale dove svolgiamo le ns attivita. Possiamo costituire una aps? Se si, quanti devono essere i fondstori ( tra asd, circoli e privati)? Se no, quale e la forma piu corretta di associazione tra enti e privati?
Grazie,
Francesco
Buongiorno. Se il desiderio è quello di costituire un Ente che operi per il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, senza fini di lucro, operando in uno dei settori individuati dall’art. 5 del D.L. 117/2017 occorrerà rispettare le previsioni del Codice del Terzo Settore. Segnalo in proposito il nostro specifico articolo di approfondimento, nel quale è altresì consultabile il testo completo della norma (in atesa che i decreti attuativi e l’istituzione del RUNTS ne rendano piena l’operatività): https://www.tuttononprofit.com/2017/08/codice-del-terzo-settore-in-vigore-da-oggi-in-attesa-dei-decreti-e-del-registro-unico-nazionale.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera,
mi chiamo Cristiano Di Vita e sono il presidente di un A.P.S.,ex Associazione culturale, che fa attività teatrali e servizi a sostegno di bambini ed anziani. Siamo della provincia di Milano. Dovremmo fare uno spettacolo teatrale che ci verrà pagato da un Comune, il quale ci pagherà tramite notula (immagino quindi con ritenuta d’acconto). La nostra associazione possiede solo il codice fiscale. Il pagamento ricevuto va dichiarato, è sottoposto a tassazione? Attualmente non facciamo nessuna dichiarazione dei redditi ma teniamo regolare bilancio che depositiamo c/o la sede dell’associazione.
Dovremmo richiedere un’altra forma di pagamento?
Grazie mille per le risposte, cordiali saluti.
Di Vita Cristiano
Buongiorno. Premesso che in assenza di partita IVA l’Associazione può solo gestire ed organizzare attività istituzionali coerenti con le finalità sociali dell’Ente, il provento in questione potrà essere configurato, ricorrendone i presupposti, come contributo, in difetto (qualora trattasi di corrispettivo per un’attività erogata nei confronti di un terzo non associato) detta somma dovrà ritenersi rilevante ai fini commerciali per l’Associazione, per la quale l’Ente dovrà essere titolare di partita IVA e versare su questo provento imposte ed IVA alle scadenze e secondo le aliquote previste dal regime fiscale di riferimento. Le segnalo in proposito due nostri articoli di approfondimento:
– https://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html;
– https://www.tuttononprofit.com/2018/10/circolare-18e-regime-398-91-adesione-decadenza-conseguenze.html.
Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera Dott. Bertoletti.
Insieme ad un gruppo di amici tifosi del Milan, desidero costituire un Milan Club che, come indicato nello statuto, è una associazione “culturale-sportiva”.
Ho scaricato dal sito dell’AIMC tutta la documentazione da restituire compilata e firmata (Atto costitutivo, Statuto, moduli vari, eccetera). Però non vengono fornite informazioni su quali adempimenti sia necessario fare per regolarizzare l’associazione (si devono registrare l’atto e lo statuto, oltre al codice fiscale è utile la partita iva?) e per non avere problemi fiscalmente.
Tra l’altro è corretto usare la loro documentazione prestampata? Ho ricercato delle risposte sul web ed invece sono aumentati i dubbi e le perplessità su come organizzare e gestire questa situazione non avendo trovato un caso simile.
Spero che riuscirà ad aiutarmi. Grazie. Buone Giornate!
Buongiorno. Rientrano nel novero delle Associazioni Sportive solamente quelle che propongono una o più fra le attività individuate dal CONI come “sport”, e dunque legittimate ad iscriversi al Registro da questo istituito (trovate un nostro approfondimento e l’elenco delle discpline in questione in questo nostro articolo: https://www.tuttononprofit.com/2017/02/prorogata-al-2018-la-bonifica-del-registro-coni-secondo-le-previsioni-della-delibera-1566-2016.html). Se l’attività promossa non è sportiva, invece, occorre orientarsi verso un’altra tipoligia di Ente, un’associazione culturale “semplice”, che dovrà pertanto a breve fare i conti con la Riforma del Terzo Settore, non appena verrà istituito il Registro e prenderà pieno vigore (https://www.tuttononprofit.com/2018/02/da-quando-si-applicano-le-novita-fiscali-del-codice-del-terzo-settore-alle-associazioni-117-2017.html). Quel che è certo è che il suggerimento è di adottare uno statuto che tenga conto delle vigenti previsioni normative, aggiornate al D. Lgs. 117/2017 e successive integrazioni e modificazioni. In tema di adempimenti, infine, segnaliamo un nostro approfondimento ad hoc: https://www.tuttononprofit.com/2016/09/quali-sono-obblighi-essenziali-di-associazione-non-profit-come-fare-per-non-sbagliare.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve,
sono socio fondatore di un comitato di quartiere, costituito a fine 2018, per il quale non è stato, tra l’altro, costituito formalmente un comitato direttivo e forse lo statuto dovrebbe essere stato protocollato al comune (commissari straordinari), al comando di polizia municipale ed alla società incaricata dello smaltimento rifiuti.
Nello statuto non è stata riportata alcuna norma circa la decadenza dalla qualità di socio.
Se volessi recedere cosa devo fare? E’ opportuno comunicarlo anche al Comune etc , anche per evitare di incorrere in eventuali conseguenze da comportamenti inopportuni o di eventi fortuiti connessi all’operato di membri del Comitato?
Grazie per la risposta
Buongiorno. Premesso che se rientra tra i soci fondatori dell’Associazione il suo nominativo resterà per sempre tra i costituenti dell’Ente, se lo statuto non fornisce indicazioni specifiche per il recesso (che si ritiene comunque opportuno verificare ulteriormente) il suggerimento è quello di notificare la Sua volontà di recedere dalla qualifica di socio dell’Associazione attraverso un mezzo certo, nel contenuto e nella data (raccomandata, PEC, …). Ciò posto, premesso che la responsabilità nelle associazioni non riconosciute è, ex art. 38 c.c., in capo a coloro che agiscono in nome e per conto dell’Ente (https://www.tuttononprofit.com/2016/06/enti-non-profit-senza-personalita-giuridica-quali-responsabilita-consiglio-direttivo-presidente.html), non è necessario notifichi il suo recesso anche al Comune (ma ovviamente nulla vieta che lo faccia). Segnalo in ogni caso un nostro approfondimento specifico: https://www.tuttononprofit.com/2013/10/recedere-dalla-qualifica-di-socio-in.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, siamo un’associazione neonata solo codice fiscale, ci occupiamo di prestare i nostri servizi in eventi, pubblici e privati, e, con i ricavi, dopo avere tolto i rimborsi spese dei soci, le rimanenze le vorremo donare.
Detto questo, arriviamo al sodo, alcuni dei nostri soci, hanno effettuato dei servizi per alcuni eventi, organizzati da un’ altra associazione con partita iva. L’altra associazione ci chiede fattura o ricevuta per i pagamenti, cosa dobbiamo fare in questo caso?basta una semplice ricevuta esente iva? dobbiamo inserire una dicitura particolare nella ricevuta? bisogna apporre marche da bollo?Oppure bisogna emettere qualcosa di diverso? attendo vostre notizie in merito.
Grazie mille
Buongiorno. Se i soci della Vostra associazione ALFA hanno prestato la propria opera a titolo personale in favore di un’associazione BETA sarà necessario che il rapporto venga discplinato direttamente tra ogni singolo soggetto e l’Associazione BETA. Discorso diverso nell’ipotesi in cui l’Associazione ALFA fornisca il proprio supporto all’Associazione BETA: in tal caso occorrerà che entrmabi gli Enti discplinino il proprio rapporto e la sua natura al fine di comprendere altresì la corretta qualificazione di quanto incassato dall’Associazione ALFA, se istituzionale o commerciale (in questo secondo caso occorre che l’Ente sia titolare di partita IVA, predisponga ed invii le dovute dichiarazioni fiscali e versi imposte/IVA alle scadenze e secondo le aliquote previste dal regime fiscale di riferimento, solitamente quello normato dalla L. 398/91: https://www.tuttononprofit.com/2018/10/circolare-18e-regime-398-91-adesione-decadenza-conseguenze.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
Grazie mille, si parla del secondo caso, l’ass.ne ALFA, fornisce il proprio supporto all’ass.ne BETA.
Si tratta di soci dell’Ass.ne ALFA, compreso il presidente, che hanno svolto operazioni, per conto dell’ass.ne BETA.
In pratica l’ass.ne BETA (con P.I.), incassa dal cliente, e a sua volta dovrà rimborsare l’ass.ne ALFA (solo C.F.) per il supporto.
L’ass.ne ALFA deve emettere ricevuta per avere i rimborsi stabiliti, ma come deve essere questa ricevuta?basta una ricevuta semplice?senza iva e, se si, serve una marca da bollo da apporre?
Grazie ancora.
Buonasera. Se ALFA ha prestato la propria opera per un soggetto terzo non associato detto provento incassato sarà commerciale, e come tale da assoggettarsi ad imposte ed IVA. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera Dott. Bertoletti,
Avrei da porLe due domande:
1) siamo una asd in regime di 389/91 costituita nel novembre 2016 ed operativa da subito (nel 2016 abbiamo emesso una fattura per una sponsorizzazione ricevuta). Abbiamo presentato il mod. EAS per la prima volta nel dicembre 2018. Abbiamo sentito parlare della c.d. remissione in bonis…. Le chiedo pagare una sanzione immediatamente può servire a sanare, in caso di controlli fiscali, le annualità (2016-2017) per le quali eravamo scoperti?
2) abbiamo una sede operativa per la quale il proprietario ci chiede di fare un contratto. Le chiedo è
più conveniente un contratto di comodato d’uso (magari gratuito) rispetto al contratto d’affitto? Cosa sposta al proprietario? Grazie come sempre.
Buongiorno. Rispondo per punti:
1) Le segnalo un nostro approfondimento specifico sul tema: https://www.tuttononprofit.com/2016/03/modello-eas-per-associazioni-ed-enti-non-profit-ecco-tutto-quello-da-sapere.html.
2) Giustamente è necessario che l’Associazione abbia titolo per utilizzare gli spazi in cui opera (evidentemente attraverso idoneo contratto): occorrerà dunque che le parti (associazione e proprietà) individuino la soluzione che le soddisfi entrambe (contratto di comodato d’uso, gratuito, piuttosto che contratto di locazione, con pagamento di un canone mensile).
Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera, volevo sapere se una ssd può ottenere il riconoscimento di aps
Ringrazio anticipatamente
Stefano
Buongiorno. Premessa l’abrograzione della legge n. 383 del 2000 intitolata “Disciplina delle Associazioni di Promozione Sociale” ad opera dell’art. 102 co. 1 lett. a) del D. Lgs. 117/2017, non è possibile per una Società Sportiva Dilettantistica ottenere il riconoscimento di Associazione di Promozione Sociale. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, nella sede della nostra associazione ci sono alcuni mobili rotti (acquistati dall’associazione stessa decenni fa) dei quali vorremmo disfarci. Un artigiano ci ha proposto di ritirarceli per 100-150 euro (una cifra simbolica), per poi modificarli e venderli. Per noi andrebbe bene…
Come si definisce però uno scambio di questo tipo? Si tratta di un’attività commericale?
Dobbiamo rilasciare una ricevuta? Se sì, con quali caratteristiche?
La nostra associazione svolge solo attività istituzionali e abbiamo solo codice fiscale…
Buongiorno. Stando a quanto indicato è presumibile che il provento in questione rientri nel novero dei redditi diversi ex art. 67 n. 1 lett. i) del TUIR: “Sono redditi diversi … i) i redditi derivanti da attività commerciali non esercitate abitualmente”. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
una asd con solo codice fiscale, può ricevere fattura di acquisto senza l’applicazione dell’IVA?
Buongiorno. A meno che il Vostro fornitore, in forza del suo regime fiscale, non sia nelle condizioni di poter vendere i prorpi servizi in esenzione IVA, per una ASD l’IVA rappresenta un costo da sostenere, circostanza in per cui la fattura ricevuta conterrà l’IVA dal Vostro Ente dovuta. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. Sono socia di una asd nata per creare corsi di difesa personale per le donne. L’associazione è cresciuta e le donne, che sono diventate socie hanno cominciato anche a produrre piccoli oggetti che di solito portano a mercatini di solidarietà etc. Questi oggetti sono quindi prodotti da socie e non venduti ma ceduti dietro un’offerta di denaro alla associazione. A chi fa l’offerta viene fornita una ricevuta con la scritta “erogazione libera”. E’ corretto questo meccanismo o il responsabile dell’associazione rischia una “visita” fiscale?
Buonasera. E’ possibile per un’associazione ricevere offerte/donazioni/contributi/erogazioni liberali ed è altrettanto possibile che l’Associazione omaggi ai donatori beni di modico valore a titolo di ringraziamento per l’offerta ricevuta. Questo modus operandi in sé è corretto, ma ovviamente occorre verificare nel complesso l’impostazione gestionale del’Ente per comprenderne la correttezza sotto il profilo formale e sotanziale. Cordialità, Stefano Bertoletti
BUONASERA DOTT. BERTOLETTI,
SIAMO UNA ASD COSTITUITA A FINE ANNO 2016 CHE SVOLGE ATTIVITA’ DILETTANTISTICA DAL 2017.
ABBIAMO AVUTO DELLE SPONSORIZZAZIONI PER LE QUALI ABBIAMO EMESSO REGOLARE FATTURA.
DALL’INZIO DELL’ATTIVITA’ NON ABBIAMO FATTO COMUNICAZIONE SIAE, NE’ EAS, NE’ ISCRIZIONE REA.
COME POSSIAMO RIMEDIARE? E/O A COSA ANDIAMO INCONTRO?
GRAZIE IN ANTICIPO PER L’ATTENZIONE E PER IL GENTILE CONSIGLIO CHE VORRA’ DARMI.
Buongiorno. Il mancato invio del modello EAS compoterebbe, ad oggi, la decadenza dalle agevolazioni fiscali riservate alle associaizoni sportive dilettantistiche (http://www.tuttononprofit.com/2012/05/dimenticato-di-inviare-il-modello-eas.html), mentre l’assenza di comunicazione SIAE (immagino per l’adesione al regime 398/91) non comportebbe automaticamente al decadenza dal regime agevolato di favore, fatto salvo il comportamente concludente e la regolare comunicazizone in Agenzia Entrate (http://www.tuttononprofit.com/2018/10/circolare-18e-regime-398-91-adesione-decadenza-conseguenze.html). Va da sé che la perdita della qualificia di associazione sportiva dilettantistica causerebbe la perdita di tutte le agevolazioni fiscali riservate a detti Enti (http://www.tuttononprofit.com/2017/02/quali-sono-le-agevolazioni-fiscali-di-un-ente-non-profit-associazione-societa-sportiva-dilettantistica.html), con conseguente richiesta del dovuto in termini di imposte, IVA e sanzioni. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, avrei il seguente questito:
Associazione culturale non a scopo di lucro, optato per la L- 398/91 ha la seguente situazione:
assuzione a tempo indeterminato di personale dipendente oltre a collaborazioni occasionali. Nessun provente commerciale conseguito nell’anno, incassi di soli proventi istituzionali . Deve pagare IRAP? e se si su che base imponibile? Non c’è alcuna esenzione per le associazioni? Grazie per la gentile attenzione.
Buongiorno. Nel caso indicato l’associazione sarà tenuta a pagare IRAP. La base imponibile è costituita dal 3% dell’attività commerciale a cui si aggiungono plusvalenze patrimoniali, costi per dipendenti e collaborazioni occasionali, al netto di eventuale deduzione spettante per il cuneo fiscale. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve…
sono il presidente di una Asd di fitness.
ho messo a posto lo statuto, ho aggiornato il consiglio e rinnovato il presidente. con le nuove normative Coni. i miei istruttori hanno tutti il tesserino tecnico e gli sto facendo un contratto con le diverse attivita’ che facciamo ( sempre riconosciute dal coni)… le cose che sono cambiate rispetto a prima sono che possono prendere fino a 10,000 euro annui senza tasse e che pero devono essere pagati in maniera tracciata cioe assegno o bonifico . è obbligatorio o si puo’ pagare in contanti?
altra domanda alle due segretarie che stanno in reception e non hanno tesserini tecnici che tipo di contratto gli posso fare? la tipologia sara’ sicuramente come amministrativo , rientrera’ sempre nei 10,000 euro ….. ma devo fare altro o basta solo questo? saluti
Buongiorno. Sul tema del divieto di pagamento delle retribuzioni in contanti Le segnalo il nostro articolo specifico di riferimento: http://www.tuttononprofit.com/2018/06/associazioni-e-societa-sportive-divieto-di-pagamento-della-retribuzione-in-contanti-dal-primo-luglio.html. Quanto al secondo quesito, questo il testo della lett. m) dell’art. 67 TUIR: “Sono redditi diversi … le indennita’ di trasferta, i rimborsi forfetari di spesa, i premi e i compensi erogati ai direttori artistici ed ai collaboratori tecnici per prestazioni di natura non professionale da parte di cori, bande musicali e filodrammatiche che perseguono finalita’ dilettantistiche, e quelli erogati nell’esercizio diretto di attivita’ sportive dilettantistiche dal CONI, dalle Federazioni sportive nazionali, dall’Unione Nazionale per l’Incremento delle Razze Equine (UNIRE), dagli enti di promozione sportiva e da qualunque organismo, comunque denominato, che persegua finalita’ sportive dilettantistiche e che da essi sia riconosciuto. Tale disposizione si applica anche ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa di carattere amministrativo-gestionale di natura non professionale resi in favore di societa’ e associazioni sportive dilettantistiche”. In funzione dell’inquadramento, dunque, esisteranno adempimenti specifici. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. La ringrazio in anticipo per l’attenzione e spero possa aiutarmi a risolvere il mio quesito. Siamo un’associazione in regime di 398. Abbiamo fatto un corso di teatro per gli ospiti del Dipartimento Salute mentale dell’ASL locale. Nonostante sulla fattura abbiamo segnalato di non essere soggetti allo split payment, la fattura ci è stata liquidata SENZA IVA. La cosa è successa già lo scorso anno e segnalammo con una raccomandata all’Ente liquidatore la cosa. Nessuna risposta o atto. Anzi, a distanza di un anno si è ripetuto per una cifra maggiore! Cosa mi consiglia di fare? Grazie
Buongiorno. Posto che, correttamente, gli Enti in regime 398/91 sono esentati dall’applicazione dello split payment (http://www.tuttononprofit.com/2015/04/split-payment-esonerati-gli-enti-che-sono-in-398-91.html), il suggerimento è quello di adempiere ai vostri obblighi versando (alle scadenze dovute) le imposte e l’IVA sulle fatture in questione, seppur quest’ultima risulti non ancora incassata. Solleciterei poi l’Ente liquidatore affinchè proceda ad un saldo corretto di quanto dovuto, sia in relazione al passato che sull’ultima fattura emessa. Cordialità, Stefano Bertoletti
La ringrazio per la cortese risposta. Cordialmente.
Come si trasforma un’associazione culturale no profit in una ASD?
Buongiorno. La trasformazione di un’associazione è da ritenersi sempre un’operazione straordinaria, circostanza che implica la necessità che ad esprimersi su di essa sia l’assemblea dei soci, appositamente convocata secondo le previsioni statutarie, oltreché secondo le maggioranze indicate nello statuto sociale. Ciò premesso, pertanto, occorre che l’assemblea dei soci venga convocata e che in essa si dia lettura/approvazione della nuova versione di statuto, dando dsuccessivamente mandato al Presidente di procedere con le registrazioni/comunicazioni del caso. Segnalo in proposito un nostro specifico articolo di approfondimento: http://www.tuttononprofit.com/2017/10/come-si-modifica-lo-statuto-di-unassociazione-non-profit-culturale-sportiva-qui-tutte-le-istruzioni-ed-i-modelli.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, è possibile costituire una SSD in forma di SRL Semplificata, che se non sbaglio eviterebbe costi notarili?
Buongiorno. Le SRL semplificate devono avere statuti dal contenuto “tipizzato”, che pertanto non contempla le previsioni che devono necessariamente essere contenute nello statuto di una società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata, la quala per godere delle agevolazioni fiscali ad essa riservate dal legislatore deve necessariamente inserire talune previsioni. Cordialità, Stefano Bertoletti
sono un associazione aps no profit, con l’integrazione a 7 soci, 3 hanno dato le dimissioni.Si devono sostituire con i nuovi o non occore si rimane in 4
Buongiorno. Questa la previsione dell’attuale art. 35 del D.L. 117/2017: “Le associazioni di promozione sociale sono enti del Terzo settore costituiti in forma di associazione, riconosciuta o non riconosciuta, da un numero non inferiore a sette persone fisiche o a tre associazioni di promozione sociale per lo svolgimento in favore dei propri associati, di loro familiari o di terzi di una o più attività di cui all’articolo 5, avvalendosi in modo prevalente dell’attività di volontariato dei propri associati”. Sulloperatività della norma Le segnalo un nostro articolo di approfondimento specifico: http://www.tuttononprofit.com/2018/02/da-quando-si-applicano-le-novita-fiscali-del-codice-del-terzo-settore-alle-associazioni-117-2017.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. Questa la previsione dell’attuale art. 35 del D.L. 117/2017: “Le associazioni di promozione sociale sono enti del Terzo settore costituiti in forma di associazione, riconosciuta o non riconosciuta, da un numero non inferiore a sette persone fisiche o a tre associazioni di promozione sociale per lo svolgimento in favore dei propri associati, di loro familiari o di terzi di una o più attività di cui all’articolo 5, avvalendosi in modo prevalente dell’attività di volontariato dei propri associati”. Sull’operatività della citata norma, infine, Le segnalo un nostro articolo di approfondimento specifico: http://www.tuttononprofit.com/2018/02/da-quando-si-applicano-le-novita-fiscali-del-codice-del-terzo-settore-alle-associazioni-117-2017.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
quali sono gli adempimenti che una APS deve fare per poter offrire ai propri associati un servizio di fisioterapia?
Grazie
Francesca
Buongiorno. Non è consentito ad un Ente di tipo associativo, come una APS, di promuovere direttamente attività professionali protette. Potrà di certe sottoscrivere accordi/convenzioni con professionisti del settore, ma non erogarle direttamente, in quanto non si tratta di un soggetto abilitato allo svolgimento di dette attività. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera. Siamo un associazione culturale senza scopo di lucro. Ci occupiamo essenzialmente di teatro. Abbiamo dei soci che attraverso contributi volontari partecipano a corsi che noi stessi organizziamo. Con questi contributi noi saldiamo le spese (numerose) di gestione dello spazio e di manutenzione. Inoltre rimborsiamo nei limiti del possibile l’impegno di coloro che insegnano (rimborso scontrini carburante, ristorante etc) . Inoltre organizziamo alcuni eventi riservati ai soci ad offerta libera ( letture, cabaret, serate dedicate). A fine anno arriviamo al pareggio . Stiamo sbagliando qualcosa ?
Buongiorno. Per comprendere se l’Associazione beneficia con ragione delle agevolazioni fiscali a queste tipologie di Enti riservate (http://www.tuttononprofit.com/2017/02/quali-sono-le-agevolazioni-fiscali-di-un-ente-non-profit-associazione-societa-sportiva-dilettantistica.html) occorre un’analisi dettagliata, che muove dalla forma (statuto a norma, modello EAS, libri verbali, contabilità, inquadramento collaboratori, …) per verificare poi la sostanza (di cosa si occupa l’Ente? quale il fine ideale? come viene perseguito?). Al di là di quanto indicato, pertanto, per poter fornire una risposta certa al Suo quesito risulta a nostro avviso indispensabile entrare nel merito dell’Ente e della Sua gestione, per comprendere se sussitano le condizioni per beneficiare delle agevolazioni fiscali e, allo stesso modo, se le prassi gestionali poste in essere siano coerenti con la natura giuridica dell’Ente. Se lo ritiene resto quindi a Sua disposizione via mail (stefano@movidastudio.it) per tutti gli approfondimenti del caso. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve ho un associazione culturale. Ci occupiamo di produrre e divulgare video naturalistici e tematiche sulla natura per sensibilizzarne il rispetto. Essendo un appassionato dei fondali marini, volevo chiedere se è possibile organizzare con i soci delle perlustrazioni, per fare delle fotografie e dei video ai fondali.
Buongiorno. Premessa la necessità di verificare le previsioni statutarie dell’Ente e pertanto il suo oggetto sociale, l’Associazione potrà organizzare tutte le attività coerenti con le finalità sociali previste nello statuto, trattando dunque i relativi corrispettivi incassati da soci come istituzionali, individuando altresì la copertura assicurativa più idonea per i soci partecipanti alle attività promosse. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, una domanda. La nostra presidente dovrà dimettersi e ci sarebbe la volontà dei soci di eleggere nuovamente l’ex ex Presidente (di 2 mandati precedenti)?
Leggendo lo statuto nulla dice sulla ricandidatura e rielezione dello stesso socio a distanza di tempo (in 2 anni e abbiamo avuto 2 presidenti). Il nostro statuto prevede solo che il presidente dura in carica 5 anni e puo essere rieletto per un solo mandato.
Possiamo ricandidare a distanza di tempo (2 anni in cui si sono succeduti altri due mandati/2 presidenti) il nostro ex Presidente (che ha già esaurito 2 mandati)? grazie
Buongiorno. Se il Vostro stauto sociale prevede che un Presidente “puo essere rieletto per un solo mandato”, non è possibile che lo stesso venga nominato per più di due volte quale Presidente dell’associazione. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno. Fino ad oggi ho diretto un gruppo artistico culturale. Ora vorremmo formare un’associazione di promozione sociale. Volevo chiarimenti sulla differenza fra socio e tesserato.
Da qualche parte ho letto che si possono avere entrambi: i soci partecipano alle riunioni, votano, ecc. ; mentre i tesserati non accedono alle riunioni e alle votazioni. Si possono far pagare le quote agli uni e agli altri. È giusto?
Inoltre la durata del “tesseramento” di un anno, non può essere di un anno solare dalla data di tesseramento di ognuno? Voglio dire: se Tizio si tessera (tesserato, non socio) il 3 gennaio e quindi deve rinnovare il 2 gennaio successivo; per Caio che si iscrive il 28 aprile, il tesseramento non può durare fino al 27 aprile dell’anno successivo?
Spero di essermi espressa in modo chiaro.
Grazie per le eventuali risposte.
Buongiorno. Premesso che la durata dell’iscrizione all’Ente coincide con quanto indicato sullo statuto (se l’anno sociale coincide con quello solare se un soggetto si iscrive ad aprile la sua qualifica durerà fino al dicembre dell’anno in questione), quanto alla differenza tra soci e tesserati, particolarmente delicata, Le segnalo un approfondimento specifico del Prof. Martinelli: https://www.ecnews.it/soci-o-tesserati/. Cordialità, Stefano Bertoletti
Gentilissimo sono il presidente di un associazione culturale siamo 4 soci fondatori. Il vice presidente e un altro socio fondatore no stanno ottemperato ad alcune ruoli che abbiamo deciso di fare insieme durate una manifestazione. ( non si sono presentati all’inaugurazione della prima mostra ufficiale fatta in collaborazione con il comune, senza dare nessuna spiegazione e soprattutto senza neanche avvisare dando di noi come associazione una cattiva immagine). Il comune è la città metropolitana di Milano e questa era il debutto ufficiale della nostra associazione. Io e l’altro socio fondatore abbiamo pensato che forse sarà il caso che si dimettano. Visto che si tratta di soci fondatori posso io come presidente fare qualcosa se essi decidono di non dimettersi? L’associazione è nata da pochi mesi e noi siamo un po inesperti. Mi potrebbe dare qualche consiglio?
Grazie
Buongiorno. In via preliminare occorre analizzare le previsioni statutarie vigenti, per comprendere se, a quali condizioni e secondo quale iter un socio possa essere espulso. Laddove il Vostro statuto disciplini tale ipotesi occorrerà seguirla alla lettera. Segnalo in proposito un nostro specifico articolo di approfondimento: http://www.tuttononprofit.com/2015/06/esclusione-socio-associazione-termine-impugnazione-delibera-assembleare.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Siamo un’associazione APS registrata all’Agenzia delle Entrate dal 2015, ora con le nuove
disposizioni vorremmo sapere entro quale termine dobbiamo registrare la nostra associazione per continuare ad avere i benefici previsti. Qual’è la pratica corretta da effettuare, documenti ecc. Grazie
Buongiorno. Alla luce del Codice del Terzo settore e della relativa Riforma, seppur ancora priva di numerosi decreti attuativi, rispondo al quesito posto riportando quanto espresso, nel merito, dal codice all’art. 101: “Fino all’operatività del Registro unico nazionale del Terzo settore, continuano ad applicarsi le norme previgenti ai fini e per gli effetti derivanti dall’iscrizione degli enti nei Registri Onlus, Organizzazioni di Volontariato, Associazioni di promozione sociale e Imprese sociali che si adeguano alle disposizioni del presente decreto entro diciotto mesi dalla data della sua entrata in vigore. Entro il medesimo termine, esse possono modificare i propri statuti con le modalità e le maggioranze previste per le deliberazioni dell’assemblea ordinaria”. Di seguito, infine, segnalo il nostro approfondimento specifico sul tema: http://www.tuttononprofit.com/2018/02/da-quando-si-applicano-le-novita-fiscali-del-codice-del-terzo-settore-alle-associazioni-117-2017.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno le vorrei fare il seguente quesito se possibile:
Sono amministratrice di una ssd ho un contratto a tempo indeterminato con un’altra azienda ho già una posizione inail devo aprirla anche con la ssd o è sufficiente quella dell’azienda per cui lavoro?
Non percependo nessun compenso da amministartrice dalla ssd devo fare qualche adempimento inail
e avvalermi di un consulente del lavoro (a parte il commercilista che tiene la contabilità che già ho)
grazie
saluti
Alessia
Buongiorno. Si ritiene necessario che per gli amministratori di una SSD sia sempre necessario aprire una posizione INAIL a prescindere dalla circostanza che siano o meno titolari di un altro contratto di lavoro. La posizione INAIL è infatti legata alla società ed al rischio che si corre per lo svolgimento del proprio mandato in quella specifica società. Cordialità, Stefano Bertoletti
Grazie e cordiali saluti
Buongiorno volevo cortesemente sottoporre la seguente domanda:
una ssd deve aprire per forza una posizione inps e inal anche se non ha dipendenti?
ringrazio anticipatamente
Stefano
Buongiorno. L’iscrizione INAIL è dovuta necessariamente per gli ammiinstratori della Società; se gli stessi ricevono poi compensi di amministrazione si dovrà procedere con la loro iscrizione stessi alla gestione separata INPS. L’apertura della posizione “INPS DITTA” non si effettua in assenza di dipendenti. Cordialità, Stefano Bertoletti
Grazie per la celere risposta,
l’amministratore ha già una posizione inps e in quanto è insegnante di sostegno con contratto a tempo indeterminato.
Dalla ssd non percepisce compensi da amministratore, solo rimborsi per prestazioni sportive,
quindi teoricamente non ci sarebbe obbligo per la società ne inps ne inail giusto?
cordiali saluti
Buongiorno. Come detto l’iscrizione INAIL è dovuta necessariamente per gli amminstratori della Società, mentre la posizione INPS in assenza di compensi corrisposti agli amministratori e di dipendenti non si effettua. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, sto valutando con altre due persone di aprire una associazione per promuovere il riciclo abiti e attrezzature usate prima infanzia, essendo titolare di un’agenzia di affari (c/vendita) che si occupa già di questo settore, vorrei sapere se un’associazione può gestire con stipula di contratto di affitto di azienda un’attività di questo tipo. Grazie per l’attenzione
Buongiorno. La recente Riforma del Terzo Settore ha modificato il panorama degli Enti di tipo associativo, confermando e rafforzando la necessità che questi operino per l’esclusivo perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, attraverso la promozione di una o più attività tra quelle di interesse generale indicate all’art. 5 del Codice del Terzo Settore (D. Lgs. 117/2017). A fronte di questa premessa, per la quale Le segnalo alcuni nostri articoli di approfondimento http://www.tuttononprofit.com/category/riforma-terzo-settore, ritengo che l’attività ipotizzata non sia coerente con quella prevista dalla norma sopra citata. Cordialità, Stefano Bertoletti
Gomitoli associazione di promozione Sociale ha eseguito dei lavori di manutenzione straordinaria e ordinaria , riguardanti impianto elettrico, idrico e condizionamento
Vorrei sapere se l iva è dovuta o è ridotta al 10 %
grazie e buona giornata
Buongiorno. Non esistono agevolazioni specifiche sul punto, e l’aliquota IVA andrà individuata in funzione della tipologia di intervento effettuato. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, volevo farle cortesemente tre domande:
se per inizio attività di una ssd srl (non lucrativa) bisogna dare inizio attività a comune e camera di commercio,
se era necessaria la comunicazione del laureato isef o era sufficiente il diploma nazionale istruttore di specifica disciplina rilasciato da ente di promozione sportiva/ federazione,
e se un capanonne con destinazione d’uso artigianale era compatibile con uso sportivo.
grazie,
Stefano
Buongiorno. Rispondo per punti:
– è necessario, sulla base dell’attività effettivamente svolta, contattare l’Ufficio commercio o il SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) al fine di verificare la tipologia di pratica da presentare, posto che ogni amministrazione comunale è soggetta a prorpie regolamentazioni;
– occorre verificare la sussistenza di eventuali leggi regionali specifiche e comunque verificare le prassi previste della Camera di Commercio di competenza;
– occorre verificare la compatibilità con la presenza di persone ed interpellare il SUAP/Ufficio Tecnico per le verifiche del caso.
Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera,
il presidentre di una ONLUS può vendere i beni della stessa senza informare il direttivo? A cosa va in contro il direttivo se il presidente gestisce i beni a suo piacimento ( senza informare il direttivo) lasciando debiti da pagare?
Buongiorno. Nelle associazioni non riconosciute, costituite ai sensi degli art. 36 e seguenti del Codice Civile, la responsabilità (ex art. 38 c.c.) è in capo a coloro che agiscono in nome e per conto dell’Ente stesso. Questo l’articolo di riferimento: “Per le obbligazioni assunte dalle persone che rappresentano l’associazione i terzi possono far valere i loro diritti sul fondo comune. Delle obbligazioni stesse rispondono anche personalmente e solidalmente le persone che hanno agito in nome e per conto dell’associazione”; su di esso abbiamo quindi realizzato un approfondimento specifico, consultabile qui: http://www.tuttononprofit.com/2016/06/enti-non-profit-senza-personalita-giuridica-quali-responsabilita-consiglio-direttivo-presidente.html. Pertanto il Presidente sarà chiamato a rispondere personalmente di quanto posto in essere spendendo il nome dell’Ente. Cordialità, Stefano Bertoletti
Per ospitare una associazione culturale senza fini di lucro, come deve essere accatastato il cocale?
Buongiorno. Premessa la necessità che la destinazione d’uso dell’immobile sia compatibile con la presenza di persone, è opportuno verificare presso il SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) del Comune presso il quale l’Associazione intende operare al fine di valutare la fattibilità dell’operazione sotto il profilo destinazione d’uso degli spazi. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera chiedo gentilmente; ho una struttura abitativa con sala/studio connessa nella quale vorrei fare attivitá olistiche in affiliazione ad una associazione gia avviata. Come posso fare essendo abitazione?
Buongiorno. Verificata la compatibilità della destinazione d’uso con la presenza di persone, è opportuno interfacciarsi con il SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) del Comune presso il quale l’Associazione intende operare al fine di valutare la fattibilità dell’operazione sotto il profilo destinazione d’uso degli spazi. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, sono il vice presidente di una associazione culturale senza scopo di lucro, mi chiedevo se acquistando e intestando all’ass. un mezzo di trasporto, ci fossero delle agevolazioni fiscali.
grazie
Buongiorno. Nessuna agevolazione fiscale, oltre a quelle già previste http://www.tuttononprofit.com/2017/02/quali-sono-le-agevolazioni-fiscali-di-un-ente-non-profit-associazione-societa-sportiva-dilettantistica.html relativamente all’acquisto di un mezzo. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera,
sono il presidente di una associazione culturale no profit. Ci stiamo occupando dell organizzazione di un evento religioso . I fondi per poter realizzare l’evento sono stati raccolti in cambio di sponsorizzazioni. Sicuramente non tutti i fondi verranno utilizzati quest’anno e potrebbero farci comodo negli anni successivi. Volevo chiederle se c’è un limite massimo di tempo per poter trattenere i fondi sul conto corrente intestato all associazione stessa.
Grazie.
Buongiorno. Non esiste per un’Associazione alcun termine massimo per conservare i soldi sul proprio conto corrente: se trattasi di proventi derivanti da attività istituzionale nulla sarà dovuto in termini di imposte, mentre se derivanti da attività commerciale, una volta versae le imposte e l’IVA, nulla sarà più dovuto su di essi, e tutto potrà essere re-investito per il perseguimento delle finalità sociali dell’Ente negli esercizi a venire. Cordialità, Stefano Bertoletti
Grazie della celere risposta.
A proposito di attività commerciale.
Se in questo evento volessimo distribuire bevande e panini chiedendo una somma molto vicina al rimborso spese di che autorizzazioni avremmo bisogno???
Grazie mille ancora e complimenti per il blog.
Cordiali saluti.
Buongiorno. L’attività di somministrazione di alimenti e bevande si configura sempre come commerciale per un’associaizone, e pertanto occorrerà che l’Ente sia titolare di partita IVA e che versi sui proventi incassati IVA ed imposte alle scadenze e secondo le aliquote previste dal regime fiscale di riferimento. Occorrerà altresì richiedere apposita autorizzazione in Comune, e rispettare tutti gli obblighi sotto il profilo sanitario. Cordialità, Stefano bertoletti
Buongiorno, innanzitutto complimenti per il Blog, avrei gentilmente un quesito.
Un mese fa abbiamo fondato un’associazione culturale, questa necessiterebbe di liquidità per iniziare l’attività.
Tra le varie opportunità di un prestito, la migliore è stata quella di un prestito personale (non quindi richiesto dall’associazione) fatto da un mio parente, tale prestito è ora stato erogato e mi è stato fatto un bonifico sul conto personale. Ora dovrei ovviamente approvare un prestito all’associazione tramite il consiglio direttivo con le relative motivazioni, il dubbio che mi sorge è che i prestiti da parte degli associati alle associazioni devono essere infruttiferi, in questo caso però gli interessi sono applicati dalla banca verso il mio parente che ha richiesto il prestito. Sentendo un amico avvocato mi ha consigliato di allegare le rate richieste dalla banca alla riunione del consiglio direttivo e richiedere quindi il pagamento degli interessi da parte dell’associazione che verranno girate poi dal ricevente direttamente alla banca, il tutto ovviamente mediante bonifici bancari in modo da rendere tutto il più trasparente possibile. Potrebbe funzionare?
Seconda domanda: avendo ora io il denaro da prestare (mi è stato girato tramite assegno), nella causale del bonifico sarebbe meglio scrivere “Prestito da parte di “Nome parente” ecc ecc…” in modo da poter poi bonificare i soldi direttamente dal conto dell’associazione al conto del parente che ha richiesto il prestito?
Grazie in anticipo per la risposta e buon lavoro.
Buongiorno. Premesso che, a parere di chi scrive, l’impostazione iniziale del rapporto in questione non è opportuna (perchè mai una persona che eroga un prestito ad un’associazione non lo fa direttamente a quest’ultima ma ad un componente dell’organo direttivo dell’Ente? A che titolo questa persona incassa denari che non sono per Lei ma bensì per l’Ente che rappresenta/amministra?), la restituzione di una somma maggiorata rispetto a quella ricevuta in prestito (http://www.tuttononprofit.com/2013/05/anticipo-eo-prestito-infruttifero-da.html) potrebbe (facilmente) essere considerata distribuzione di utili, in espressa violazione pertanto di uno dei principi di riferimento per gli Enti di tipo associativo (http://www.tuttononprofit.com/2013/07/cosa-significa-divieto-di-distribuzione.html) con la conseguenza di far decadere l’Ente dalle agevolazioni fiscali ad esso riservate (http://www.tuttononprofit.com/2017/02/quali-sono-le-agevolazioni-fiscali-di-un-ente-non-profit-associazione-societa-sportiva-dilettantistica.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
Grazie per la celere risposta.
Quindi sarebbe più opportuno far prestare i soldi direttamente all’associazione da parte del parente che ha richiesto il prestito? (in questo caso effettuerei un bonifico anche in serata nuovamente a colui che ha richiesto il prestito)
In questo secondo caso si potrebbe allegare al consiglio direttivo le rate richieste dalla banca o vi potrebbe essere a suo parere un modo più corretto di procedere?
Grazie mille
Gianni
Buongiorno. Come detto ragioni di trasparenza portano a suggerire un prestito infruttifero diretto nei confronti dell’Associazione, ed allo stesso modo, al fine di evitare il rischio di contestazione per distribuzione di utile, l’importo reso deve coincidere con quello prestato, esclusa qualsiasi forma di corresponsione di interessi. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, vorrei dei chiarimenti per ASD.
Ho un appartamento di mia proprietà adiacente la mia abitazione, vorrei aprire un ASD per potervi praticare dei mini corsi yoga e di pilates.
-Sarebbe possibile o per questo tipo di attività servono dei locali con requisiti specifici?
– Potrei far figurare come costo l’affitto, visto che con questo ci coprirei parte della rata del mutuo?
– Ed infine per poter percepire uno stipendio dovrei figurare come dipendente della mia ASD? È possibile?
Vi ringrazio in anticipo per la risposta e complimenti per il blog
Buongiorno. La costituzione di un Ente di tipo associativo comporta necessariamente il rispetto di taluni obblighi (http://www.tuttononprofit.com/2016/09/quali-sono-obblighi-essenziali-di-associazione-non-profit-come-fare-per-non-sbagliare.html) ed il perseguimento di una o più finalità ideali (nel caso di Ente sportivo d’obbligo è la promozione di una delle discipline riconsciute dal CONI ai fini dell’iscrizione al suo Registro: http://www.tuttononprofit.com/2017/02/prorogata-al-2018-la-bonifica-del-registro-coni-secondo-le-previsioni-della-delibera-1566-2016.html) per poter beneficiare delle numerose agevolazioni fiscali riservate a detti Enti.
Ferma restando questa necessaria ma doverosa premessa, rispondo per punti:
– la destinazione d’uso di un immobile in cui si intendono promuovere attività sportive deve essere compatibile con la presenza di persone, e pertanto alla luce di quanto richiesto, sarà opportuno richiedere un parere preventivo al SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) del Comune nel quale l’Ente opererà;
– in forza di un idoneo contratto tra le parti (proprietario immobile ed Associazione) sarà possibile che l’Ente paghi un canone di locazione al proprietario degli spazi concessi;
– è possibile che una ASD, sempre premesso il divieto di distribuzione di utili (http://www.tuttononprofit.com/2013/07/cosa-significa-divieto-di-distribuzione.html), si avvalga della collaborazione di istruttori sportivi per lo svolgimento delle proprie attività, secondo le logiche previste dalle ordinarie disposizione di legge in materia di rapporti di lavoro/collaborazione (assunzione diretta, partita IVA, collaborazione occasionale, voucher, compensi ex L. 342/00, … http://www.tuttononprofit.com/2016/12/chiarimenti-sui-compensi-erogati-dalle-associazioni-sportive-e-dalle-societa-sportive-dilettantistiche.html).
Tutti questi aspetti, gli ultimi due in particolare, riteniamo meritino un approfondimento specifico al fine di un’impostazione corretta e coerente con la natura giuridica dell’Ente che intende costituire
Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera,
il quesito è il seguente: è stata creata un’associazione tra medici per poter offrire ai propri associati formazione gratuita obbligatoria ai fini della professione.
gli associati (attualmente circa 500), versano una cifra irrisoria come quota associativa e quindi per poter conseguire il fine istituzionale, l’associazione riceve delle sponsorizzazioni rispetto alle quali emette regolare fattura. L’associazione detiene sia codice fiscale che partita iva ovviamente, e ha optato per il regime 398/91. le sponsorizzazioni nell’anno fiscale appena trascorso sono circa 20.000 euro ed esiste un avanzo di gestione di circa 2.000 euro.
Dato che le entrate commerciali sono più elevate di quelle istituzionali (le quote associative non superano i 500 euro), si configura la possibilità di fuoriuscita dal regime agevolato? o l’uscita è legata al volume delle entrate commerciali che comunque non supera i 250.000 euro l’anno?
mi sapete dare dei riferimenti di legge (circolari, risoluzioni o altro?)?
Grazie
Buongiorno. Premesso che il regime agevolato discplinato dalla 398/91 ha aumentato la soglia a 400 mila euro/anno (http://www.tuttononprofit.com/2016/12/enti-in-398-91-associazioni-e-societa-sportive-ufficiale-aumento-volume-affari-a-400mila-euro-anno.html), in relazione al quesito postoLe segnalo il dettato dell’art. 149 del D.P.R. 22/12/1986 n° 917 (intitolato “Perdita della qualifica di ente non commerciale”), il quale al numero 1 stabilisce che “Indipendentemente dalle previsioni statutarie, l’ente perde la qualifica di ente non commerciale qualora eserciti prevalentemente attivita’ commerciale per un intero periodo d’imposta”. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, siamo un gruppo di amici e vorremmo aprire una APS.
1) vorremmo affiliarci a CONACREIS ma ci chiedono 7 soci fondatori a statuto, la legge italiana non ne indica 3 come minimo? conacreis puo’ pretenderne 7 per affiliarci?
2) il presidente puo’ essere retribuito per prestazioni lavorative (con voucher o ritenuta?)
3) la sede dell’associazione sara’ casa del presidente, con spazi esterni ed interni per le attivita’. Meglio stipulare un contratto di affitto o comodato d’uso gratuito?
grazie
clementina
Buongiorno. Rispondo per punti:
1) ritengo che CONACREIS applichi il dettato del Codice del Terzo Settore (D.L. 117/2017), il quale al suo articolo 35 stabilisce che “Le associazioni di promozione sociale sono enti del Terzo settore costituiti in forma di associazione, riconosciuta o non riconosciuta, da un numero non inferiore a sette persone fisiche …”;
2) il Presidente, fermo il divieto di distribuzione diretta e/o indiretta di utili/avanzi di gestione (http://www.tuttononprofit.com/2013/07/cosa-significa-divieto-di-distribuzione.html) potrà essere retribuito per l’attività prestata in forza del suo specifico inquadramento;
3) questa valutazione non può che spettare a Voi, ferma la necessità che l’associazione abbia un titolo per occupare gli spazi in questione.
Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera stavo per aprire un associazione culturale sull informatica . Era tutto pronto quando ad un certo punto sono venuto a conoscenza del terzo settore . Come dovrei cambiare lo statuto?
Buongiorno. Premesso che l’operatività del Codice del Terzo Settore è condizionata, tra l’altro, all’istituzione del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (http://www.tuttononprofit.com/2018/02/da-quando-si-applicano-le-novita-fiscali-del-codice-del-terzo-settore-alle-associazioni-117-2017.html), i nuovi statuti degli Enti che intenderanno iscriversi al RUNTS dovranno tenere conto del dettato degli articoli del C.T.S. (D.L. 117/2017), con particolare riguardo all’art. 21 (http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2017/08/2/17G00128/sg). Cordialità, Stefano Bertoletti
per promuovere un’area della calabria poco sviluppata vorremo costituire un associazione con sede in toscana. la necessità che vorremmo soddisfare è la promozione di quanto il territorio possa offrire nel senso più ampio del termine: cultura locale, prodotti genuini non industriali, ricettività presso famiglie, e naturalmente la scoperta del territorio in quanto tale. si possono comprendere tutti questi obiettivi in un unica associazione? se sì, che tipo di associazione si può fare?
Buongiorno. Se l’obiettivo è quello di costituire un’associazione, d’obbligo è tenere presente che il Codice del Terzo Settore (legge dello stato dallo scorso agosto: http://www.tuttononprofit.com/2017/08/codice-del-terzo-settore-in-vigore-da-oggi-in-attesa-dei-decreti-e-del-registro-unico-nazionale.html) impone a detti Enti il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale attraverso l’esercizio di una o più attività di interesse generale, indicate nell’art. 5 D.L. 117/2017. Ferme tutte le considerazioni sulla vigenza del Codice pertanto (http://www.tuttononprofit.com/2018/02/da-quando-si-applicano-le-novita-fiscali-del-codice-del-terzo-settore-alle-associazioni-117-2017.html), occorrerà verificare se le attività immaginate rientrino tra quelle ammissibili per la costituzione di un Ente del Terzo Settore. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera.
Da diversi anni dirigo un gruppo artistico culturale. Siamo nati e proseguiamo le nostre attività su tutto il territorio nazionale: concorsi letterari, presentazioni editoriali, organizzazioni eventi…
Vorremmo finalmente costituirci in associazione (ape). I soci fondatori che faranno anche parte del direttivo possono essere di città differenti? Il mio compagno, pur vivendo con me è residente a San Marino. Il mio vice vive all’Aquila ed io a Torino, anche se sovente ci incontriamo appunto X l’orga di eventi. Possono essere loro con me i soci fondatori?
Buongiorno. Premessa la necessità a monte di definire le finalità ideali che il futuro Ente andrà a promuovere (http://www.tuttononprofit.com/2016/03/perche-costiuire-associazione-cosa-comporta-come-deve-essere-gestita.html), nulla osta all’ipotesi di costituire un’associazione (che tenga anche conto delle disposizioni normative del D.L 117/2017 http://www.tuttononprofit.com/2017/08/codice-del-terzo-settore-in-vigore-da-oggi-in-attesa-dei-decreti-e-del-registro-unico-nazionale.html) i cui soci fondatori risiedano in città differenti. Sarà però necessario che vi sia buona capacità organizzativa da parte dei componenti del Consiglio Direttivo, in quanto le loro riunioni e successive verbalizzazioni sottoscritte rappresentano la prassi di gestione ordinaria di un Ente di tipo associaitivo. Cordialità, Stefano Bertoletti
salve.. vorrei aprire un’associazione per il randagismo.. che costi ci sono??? e che problemi potrei avere in futuro??? se l’associazione non và avanti??
Buongiorno. Premessa la necessità di individuare un fine ideale (http://www.tuttononprofit.com/2016/03/perche-costiuire-associazione-cosa-comporta-come-deve-essere-gestita.html), per la costituzione di un’associazione i costi ammontano a circa 300 euro tra imposta di registro (200 euro) e marche da bollo (meno di un centinaio), esclusi i costi di un eventuale consulente e la relativa assistenza (http://www.tuttononprofit.com/2013/05/creare-associazione-primi-passi.html e http://www.tuttononprofit.com/2017/07/movida-e-tutto-non-profit-cosa-facciamo-realizziamo-le-vostre-idee-progettuali-non-profit.html). Ciò premssso una volta che l’Ente sarà operativo la sua amministrazione ordinaria spetterà al consiglio direttivo, mentre quella straordinaria all’assemblea sociale, circostanza che implica che qualora le cose non dovessero andare bene sarà compito dell’assemblea procedere con una delibera di scioglimento. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve a tutti,
scrivo qui per una questione urgente che ci sta creando non pochi problemi: la locazione di un’associazione sportivo-dilettantistica. Siamo iscritti presso l’Aics, con riferimento presso gli uffici di Padova. Sempre nella provincia di Padova, presso il comune di Piove di Sacco, abbiamo trovato lo spazio ideale per la nostra sede operativa dopo mesi e mesi di ricerca.
Si tratta di un locale di oltre 300 mq, interrato, dove già erano presenti due palestre che sono state attive per oltre vent’anni. Ci sono bagni, impianti d’aerazione, segreteria, e un magazzino classificato C2 dove vorremmo svolgere attività ricreative in quanto la nostra associazione si occupa anche di attività culturali. Questo locale è identico a quello delle palestre, solo la destinazione d’uso è diversa. Il geometra ha chiesto al comune i parametri di agibilità, e il comune c’ha chiuso le porte dicendo che le associazioni non operano interrato o aree C2. Dicono di non sapere nulla dell’associazione preesistente, cosa alquanto strana perchè ci sono indicazioni esterne da moltissimi anni. All’interno il locale è veramente bello, ci sono anche 4 uscite con maniglie antipanico! Le uscite danno su una rampa esterna,in realtà non sembra neppure un interrato. Il geometra dice che in comune non conoscano i decreti che regolano l’uso dei locali da parte di associazioni. Dice di presentare i decreti che ne parlano per ottenere il beneplacito comunale. Come possiamo procedere? Non mi capacito di un luogo che era attivo e che è bellissimo, funzionale, con punti luce,servizi, pavimenti e impianti d’aerazione. Come possiamo procedere? Come si procede in questi casi? Serve per forza un’approvazione comunale? Dimenticavo, inizialmente l’ufficio urbanistica ci aveva detto: ‘nessun problema! Il posto non conta basta che poi ci comunichiate l’inizio attività!’e noi c’abbiamo speso un bel pò per adibire il tutto e ora… i hanno detto di no! Chiedo un consiglio su come procedere e se davvero ci possano bocciare un posto di questo tipo.
Buongiorno. Spiacente, ma è il Comune, sul punto, ad avere l’ultima parola. E’ infatti il SUAP a poter vagliare, in forza del regolamento comunale specifico, quale possa/debba essere la destinazione d’uso di uno spazio in cui viene promossa una certa attività specifica. Per completezza preciso che l’art. 71 del codice del Terzo Settore prevede che “Le sedi degli enti del Terzo settore e i locali in cui si svolgono le relative attività istituzionali, purché non di tipo produttivo, sono compatibili con tutte le destinazioni d’uso omogenee previste dal decreto del Ministero dei lavori pubblici 2 aprile 1968 n. 1444 e simili, indipendentemente dalla destinazione urbanistica”. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno;
ultimamente cercando informazioni sulle ASD-SSD, ho notato che ci sono divergenza su come redigere i verbali e obbligatorietà e come fare se viene smarrito.
1) il verbale si può redigere e archiviare al computer e non cartaceo?
2) il libro verbali consiglio direttivo e assemblee soci è obbligatorio?
3) se viene perso il libro verbali cosa succede?
Anticipatamente Grazie
Giancarlo
Buongiorno. Premesso che gli obblighi di tenuta/gestione dei libri sociali variano a seconda che si tratti di ASD (per cui è sufficiente un registro a fogli fissi con le pagine numerate e scritte a mano, http://www.tuttononprofit.com/2015/03/chi-puo-deve-firmare-i-verbali-di-riunione-di-assemblea-sociale-ordinaria-e-straordinaria.html) piuttosto che di una SSD (che essendo cvilisticamente un ente commerciale è soggetta a tutti gli obblighi delle SRL ordinarie, e dunque registri vidimati da notaio), rispondo di seguito ai suoi quesiti:
1 – ferme le considerazioni di cui sopra, per una ASD non è opportuna una gestione digitale dei verbali, e ciò in ragione del fatto che gli stessi potrebbero essere sostituiti, con conseguente violazione del principio di trasparenza;
2 – assolutamente sì;
3 – è opportuno procedere con una denuncia di smarrimento.
Cordialità, Stefano Bertoletti
Un socio iscritto dal 2009 al 2017, che non intenda rinnovare la tessera ACSI per l’anno 2018 gli si può rifiutare l’ingresso in milonga non avendo mai ottenuto la seguente documentazione:-
1) copia dei diritti sulla privacy:
2) copia del regolamento dell’associazione no profit e relativo statuto per i diritti-doveri dell’associato.
Buongiorno. Premessa le necessità di verificare le disposizioni statutarie sul punto e di tenere bene a mente che gli Enti di tipo associativo, in quanto tali, devono garantire il rispetto del principio di uguaglianza e democraticità (http://www.tuttononprofit.com/2016/04/disciplina-uniforme-del-rapporto-associativo-in-una-associazione-non-profit-cosa-significa.html), in via generale la volontà a partecipare alla vita associativa e l’accettazione, senza riserva alcuna, da parte dell’aspirante socio, di quanto riportato in Statuto (come per altro del perseguimento delle finalità ideali dell’Associazione) consente di perfezionare l’iscrizione all’associazione. Così non fosse, il soggetto non potrà ritenersi a tutti gli effetti “socio” dell’Ente. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, abbiamo costituito una ASD con solo codice fiscale senza registrare l’atto costitutivo. Il Coni per iscriverci ci chiede la registrazione dello stesso presso l’Agenzia delle Entrate dicendo che è obbligatoria.
Vorrei sapere se è vero e se si da quando
Buongiorno. La registrazione dell’atto e quindi la costituzione (a tutti gli effetti) del soggetto giuridico in questione, è condizione indispensabile per poter ottenere le agevolazioni fiscali che interessano il mondo degli Enti sportivi di tipo associativo (http://www.tuttononprofit.com/2017/12/iscrizione-al-registro-coni-condizione-necessaria-riconoscimento-ai-fini-sportivi-asd-ssd-non-sufficiente-usufruire-delle-agevolazioni-fiscali.html). Risulta pertanto veritiera tale affermazione. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera! Vorrei sapere se un ente non profit (associazione pubblica di fedeli) che ha tra l’altro come scopo quelle di sostenere le persone in difficoltà, può erogare prestiti infruttiferi senza particolari autorizzazioni. Importi piccoli max 500,00 € e restituzioni in piccole rate, appunto senza interessi. L’unica scrittura sarebbe il contratto con il richiedente con le modalità di rimborso.
Grazie.
Buonasera. Premessa la necessità di verificare le disposizioni statutarie e le previsioni in esso contenute, è indispensabile verificare se le attività risultino coerenti con le finalità istituzionali dell’Ente ed, in quanto tali, esercitabili (http://www.tuttononprofit.com/2016/03/perche-costiuire-associazione-cosa-comporta-come-deve-essere-gestita.html). Va da sé che non è possibile che l’Associazione eserciti l’attività di un’istituto di credito o affini. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno avrei dei quesiti da fare
1)Volevo sapere se una srl già esistente che amministra varie attività commerciali può aprire una società sportiva o deve aprire una nuova società come ssd?
2)la stessa srl di cui parlavo potrebbe assorbire una asd o non si può fare?
Buongiorno. Perchè una SRL commerciale (for profit) dovrebbe costituire/aprire una SSD senza finlità di lucro che non può, per essere tale, distribuire utili/avanzi di gestione? E ancora: perchè una SRL commerciale (for profit) dovrebbe “assorbire” (cosa intende con questo termine?) un ASD senza fini di lucro che non può distribuire utili/avanzi di gestione? Cordialità, Stefano Bertoletti
Sono piu chiaro, ho un problema di disdetta anticipata commerciale da parte di una srl su un contratto di affitto di un terreno dove esercito la mia attivita la con motivazione di voler aprire una scuola velica; la mia domanda è per far si che la disdetta sia valida, una srl può aprire una scuola velica? anche se poi questa scuola velica è esistente al terreno confinante con me come asd i quali si vigliono allargarr e per questo chiedevo se la srl può non so in che modo (assorbire acquistare) questa asd all interno della sua società per far si che la disdetta sia valida?
spero di essere stato chiaro
Buongiorno. Premesso che i termini di disdetta di un contratto di affitto devono essere indicati all’interno del contratto stesso, affinchè un ente sportivo possa proporre un’attività è necessaria che questa sia inserita della delibera CONI (http://www.tuttononprofit.com/2017/02/prorogata-al-2018-la-bonifica-del-registro-coni-secondo-le-previsioni-della-delibera-1566-2016.html) oltre che nel suo oggetto sociale. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve stiamomettendo su un associazione culturale dedicata all insegnamento della fotografia
Volevo sapere come registrare il marchio Dell associazione? Grazie
Buongiorno. Se intendete registrare un marchio potete appoggiarvi ad uno studio abilitato ad effetttuare la pratica in questione oppure procedervi in autonoma compilando la modulistica richiesta (modulo MA-RI ed eventuali fogli aggiuntivi) e depositandola presso la Camera di Commercio a Voi più comoda. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve mi servirebbe sapere se il socio sostenitore di una associazione di danza può richiedere il TFR.
Grazie
Buongiorno. Qual è il nesso tra la qualifica di “socio sostenitore” di un’associazione ed il suo “trattamento di fine rapporto”? E’ forse dipendente dell’Ente? IN tal caso occorrerà applicare il relativo contratto collettivo nazionale di lavoro, con tutte le implicazioni del caso; in difetto resto a disposizione per comprenderne il collegamento. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve…mi chiamo Antonio e volevo chiedere delle risposte alle domande…sto cercando di poter aprire un distaccamento di un associazione scacchistica in un altro luogo rispetto alla sede principale; premetto che io non sono ne il presidente ne ho rapporti con la sede principale di scacchi, ma parlando con la suddetta associazione scacchistica mi hanno dato parere favorevole ad aprire un distaccamento della stessa…chiedevo cortesemente a che doveri fiscali vado incontro e se, naturalmente i miei associati mi pagheranno una quota per sostenere le lezioni di scacchi e l’iscrizione, in che modo io posso essere in regola fiscalmente…devo dimostrare qualcosa o tenere un libro contabile??? devo avere autorizzazioni speciale del tipo: -autorizzazione antincendio; -abitabilità della struttura; -se può essere costituita anche in un grande garage adibito ex negozio!; -se ce bisogno di impianto elettrico certificato! ecc.. in attesa di una vostra risposta vi porgo i miei più cordiali saluti e grazie del tempo speso per leggere queste righe.
Buongiorno. Se l’intento è quello di aprire una nuova sede operativa dell’Ente, priva di autonomia patrimoniale e giuridica, occorre che l’Associazione “madre” si esprima sul punto per validare o meno tale opportunità. Discorso diverso invece qualora Lei intendesse costituire un’autonoma associazione che si occupi di promuovere la discplina in questione, nel qual caso occorrerebbe dunque creare un nuovo Ente seguendo il relativo iter (atto costitutivo e statuto, AA5/6, F23, 69 ed EAS http://www.tuttononprofit.com/2013/05/creare-associazione-primi-passi.html e http://www.tuttononprofit.com/2016/03/perche-costiuire-associazione-cosa-comporta-come-deve-essere-gestita.html). Quanto infine agli admepimenti, segnalo il nostro approfondimento specifco sul punto: http://www.tuttononprofit.com/2013/10/quali-sono-gli-adempimenti-di-una.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, i quesiti che vorrei porre sono i seguenti :
1) Può una associazione avere la propria sede legale in un locale classificato al catasto categoria C/2 ?
2) Può una associazione svolgere la propria attività istituzionale (corsi di ballo, canto, musica, editing video ecc) in un locale classificato al catasto categoria C/2 ?
3) Può una associazione avere la propria sede legale e svolgere la propria attività istituzionale (corsi destinati ai soci come sopra) in un locale classificato al catasto categoria C/2 ?
4) Nel caso di nuova edificazione di un fabbricato da adibire a sede sociale quale categoria catastale è più idonea?
Grazie per l’attenzione.
Buonasera. Le associazioni, quali enti di diritto privato, possono porre la propria sede ed organizzare le proprie attività presso immobili che abbiano destinazione d’uso compatibile con la presenza di persone, fatte salve specifiche disposizioni comunali/regionali sul punto. Il suggerimento è dunque quello di verificare con il SUAP (Sportello UNico per le Attività Produttive) del Comune presso il quale l’Ente intenderà operare se/quali restrizioni esistano per la destinazione d’uso dell’immboile in questione. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
Vorrei porre un quesito riguardante la sede sociale di una associazione culturale.
È possibile indicare come sede sociale una abitazione privata presso la quale vive la famiglia di un socio?? L’attività istituzionale, corsi di musica e canto, verrebbe esercitata all’interno di una stanza inutilizzata dell’abitazione. Il proprietario della casa farebbe un contratto di comodato di uso gratuito all’associazione per l’utilizzo della abitazione / stanza. Il proprietario della casa non vorrebbe perdere i benefici dell’esenzione IMU per l’abitazione principale; può un contratto di comodato d’uso gratuito come sopra scritto, regolarmente registrato all’agenzia delle entrate, far decadere tale beneficio di esenzione IMU? Ringrazio per l’attenzione.
—
Buongiorno. Premessa la necessità di verificare la compatibilità dell’immobile con le disposizioni comunali per l’esercizio delle attività promosse dall’ente in questione, ai fini IMU è opportuno verificare direttamente con il commercialista del proprietario dell’immobile se in tal caso continuino a sostenere le condizioni dell’esenzione. Cordialità, Stefano Bertoletti
Quando si dice che le associazioni non sono obbligate al rilascio di ricevuta/scontrino fiscale ci si riferisce sia alla attività istituzionale che alla eventuale attività commerciale?
In pratica una associazione che pone in essere attività commerciale con partita e opzione per la 398/91 (vendita di oggetti di ceramica in negozio aperto al pubblico) non è obbligata al rilascio di scontrino/ricevuta per le cessioni di beni a clienti non soci?
Ed ancora: c’è differenza, ai fini dell’obbligo di cui sopra, tra sede dell’associazione ed eventuali unità locali?
Grazie infinite per l’attenzione
Buongiorno. Le Associazioni non sono tenute ad emettere scontrino o ricevuta fiscale in caso di cessione di beni o prestazione di servizi: così ha disposto il Decreto Ministeriale 21 dicembre 1992, n° 6016, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n°300 del giorno successivo ed intitolato “Esonero dall’obbligo di rilascio della ricevuta e dello scontrino fiscale per determinate categorie di contribuenti”. Tale Decreto, all’articolo 1, punto 15, prevede che “Non sono soggette all’obbligo di documentazione disposto dall’art.12, comma 1, della legge 30 dicembre 1991, n.413, le categorie di contribuenti e le operazioni sottoelencate: (…) operazioni poste in essere dalle associazioni sportive dilettantistiche che si avvalgono della disciplina di cui alla legge 16 dicembre 1991, n.398, nonché dalle associazioni senza fini di lucro e dalle associazioni pro-loco, contemplate dall’art. 9-bis della legge 6 febbraio 1992, n.66”. Qui un nostro specifico articolo di approfondimento sul tema: http://www.tuttononprofit.com/2016/02/cose-una-ricevuta-non-fiscale-puo-emetterla-un-ente-non-profit-associazione-societa-sportiva.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Risposta puntuale ed esaustiva; complimenti e grazie ancora
Salve a tutti!!
Avrei bisogno di un tuo suggerimento in merito all’esclusione della mia Associazione Sportiva Dilettantistica dal 5×1000 del 2015.
In pratica:
– in data venerdì 10 settembre 2017 alle ore 22:56, ho provveduto ad inviare una P.E.C. all’indirizzo ufficiosport.darts@pec.governo.it avente oggetto: Richiesta di informazione in riferimento al 5 per mille 2015;
– in data venerdì 22 settembre 2017 alle ore 23:48, ho provveduto ad inviare una P.E.C. all’indirizzo 5xmille.ufficiosport@pec.governo.it avente oggetto: Richiesta di informazione in riferimento al 5 per mille 2015;
– in data venerdì 29 settembre 2017 alle ore 14:27, ho provveduto ad inviarVi una P.E.C. all’indirizzo 5xmille.ufficiosport@pec.governo.it avente oggetto: Seconda missiva con richiesta di informazione in riferimento al 5 per mille 2015.
Per tutte e tre gli invii di P.E.C. non ho ancora ricevuto alcuna risposta da parte dell’Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Considerando che la motivazione di esclusione della mia Associazione dal 5×1000 del 2015 è per il fatto che sono decaduti i termini perché non abbiamo inviato la dichiarazione sostitutiva prevista dal D.M. del 2 aprile 2009.
Visto e considerato che, in base all’art. 2 del Decreto legge del 2 marzo 2012 n. 16, possono partecipare al riparto delle quote del cinque per mille anche gli enti ritardatari che, pur non avendo assolto in tutto o in parte entro i termini di scadenza agli adempimenti richiesti per l’ammissione al contributo, presentino le domande di iscrizione e provvedano alle successive integrazioni documentali, versando contestualmente una sanzione di importo pari a 250 euro utilizzando il modello F24 con il codice tributo 8115 (Risoluzione 11 maggio 2012 n. 46).
Ad oggi, ci sarebbe la possibilità di seguire qualche procedura per poter rientrare nell’elenco degli ammessi e non perdere l’importo di 578,05 €. Se si, quale procedura mi suggerite di seguire?
Vi ringrazio anticipatamente per la risposta.
Buon lavoro!
Buongiorno. Scaduti i termini per l’invio tardivo della dichiarazione sostitutiva non esistono, al momento, iter alternativi. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera sono membro del direttivo di una associazione culturale. Il presidente per ragioni personali ha rassegnato le dimissioni comunicandolo via mail al direttivo. dopo una ventina di giorni durante i quali il direttivo si è impegnato a trovare un nuovo presidente anche se non lo ha ancora formalmente eletto, decide ora di revocarle e di tornare al suo posto sostenendo che le sue dimissioni non siano state a suo tempo formalizzate per iscritto dal direttivo. è corretta tale procedura?
Buongiorno. Premesso che non è il consiglio direttivo a potersi occupare di tale questione, bensì l’assemblea sociale (trattandosi di straordinaria amministrazione dell’Ente), bisogna verificare quanto riportato in statuto a riguardo delle modalità di elezione di un nuovo Presidente e delle relative modalità di formalizzazione delle dimissioni. Segnalo dunque un nostro articolo specifico relativo alla previsioni obbligatorie che devono essere contenute nello statuto di un Ente di tipo associativo: http://www.tuttononprofit.com/2015/06/10-regole-che-non-possono-mancare-nello-statuto-di-una-associazione.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buon giorno vorrei avere un vostro parere su un problema ,
Siamo un’associazione aps e un’associazione nostra socia ci ha chiesto di fare dei corsi di formazione
a pagamento, cosa che noi facciamo abitualmente per i nostri soci, visto che ricade nella caratteristica della ns. Associazione .
Il mio dubbio è : Collaborare per questi corsi a favore di un’associazione ns. socia la prestazione continua a ricadere nella parte no profit oppure diventa una prestazione commerciale ?
La ringrazio per la sua attenzione
Buongiorno. Se l’APS “vende un servizio” ad un soggetto terzo dietro il pagamento di un corrispettivo, questo dovrà essere considerato commerciale, e pertanto soggetto ala pagamento di IVA ed imposte (http://www.tuttononprofit.com/2014/12/legge-39891-il-regime-fiscale-agevolato-enti-non-profit-associazioni-societa-sportive.html). Differetemente vale la regola individuata dall’art. 148 n. 3 del TUIR: “Per le associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona non si considerano commerciali le attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti, di altre associazioni che svolgono la medesima attività e che per legge, regolamento, atto costitutivo o statuto fanno parte di un’unica organizzazione locale o nazionale, dei rispettivi associati o partecipanti e dei tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali …”. Cordialità, Stefano Bertoletti
SALVE!
La mia associazione no profit di promozione culturale non ha partita iva ancora (perché muova) ma solo codice fiscale regolarmente registrato.
Adesso una scuola privata paritaria (inquadrata come cooperativa, credo) mi ha chiesto di collaborare con lei per un progetto.
Legalmente come possiamo creare una collaborazione? Come posso far lavorare alcuni miei esperti e soci (di musica nel caso) nella scuola se non posso emettere fattura ?
Buongiorno. Premesso che per i rapporti con la scuola pubblica abbiamo redatto un articolo specifico sul tema (http://www.tuttononprofit.com/2013/11/associazioni-esenzione-iva-e-tassazione-amministrazioni-pubbliche-e-scuole.html), il caso prospettato si configura per l’associazione evidentemente come esercizio di attività rilevante ai fini commerciali in quanto erogata nei confronti di terzi non iscritti dietro il pagamento di un corrispettivo specifico. Pertanto per detta attività è indispensabile che l’Ente sia titolare di partita IVA versando le imposte alle scadenze e secondo gli importi previsti dal regime fiscale opzionato (http://www.tuttononprofit.com/2014/12/legge-39891-il-regime-fiscale-agevolato-enti-non-profit-associazioni-societa-sportive.html). Cordialtià, Stefano Bertoletti
Salve, voglio fare un’associazione culturale e solidale, i miei dubbi sono sull’indirizzo, ossia.. per la sede legale metterò il mio, ma per fare le attività, per forza dovrei avere un posto? La commercialista mi disse di si, può essere in una associazione già esistente, un locale, ma se ancora non abbiamo nulla in mano e tampoco che ci aiuta con i soldi, come possiamo affittare un posto se non abbiamo nemmeno cominciato? Credevo che l’indirizzo della sede legale fosse sufficiente, mentre quello operativo era piu elastico…….. Magari credevo che potevo rivolgermi, per es: alle biblioteche. Potete aiutarmi chiarendo questo per favore?
Buongiorno. Confermo la necessità di dover individuare in maniera certa e precisa la sede legale dell’Ente sull’atto costitutivo/statuto dell’Ente costituendo. Ciò premesso, posta la necessità di essere autorizzati ad occupare uno spazio (convenzione, comodato, locazione, …), confermo che sarà possibile operare anche in spazi diversi dalla sede legale in forza di specific accordi sottoscritti tra le parti interessate. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, sono socio fondatore e socio ordinario di una società no profit. Ho rassegnato le dimissioni che sono state accettate e quindi firmate dal direttivo. Vorrei sapere se devo far presente delle mie dimissioni anche all’istituto bancario con il quale l’associazione a nome del presidente (a me personalmente hanno chiesto solo fotocopia della carta d’identità e del codice fiscale senza aver firmato niente) ha aperto un conto corrente??
Grazie in anticipo per la risposta.
Buongiorno. E’ ragionevole ipotizzare che l’Ente stesso provveda a notificare l’avvenuta variazione dell’Organo Direttivo dell’Ente a tutti i soggetti interessati, ma così non fosse può essere opportuno che lo segnali direttamente Lei in prima persona. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
rappresento un APS di agricoltura e turismo, già costituita da tempo e operativa.
La mia richiesta di consiglio riguarda materiale a disposizione in merito a STRATEGIE e GESTIONE dell’associazione. Come organizzarla bene e darle una struttura che funzioni? come farla crescere? Chiedo consigli proprio a livello di STRATEGIA.
grazie
Buongiorno. Se lo ritiene con piacere possiamo fissare una call skype per valutare se d in quali termini possiamo fornirVi il nostro supporto professionale. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno Stefano, ho iniziato a seguire il tuo blog da un paio di giorni. Mi sembra essere molto interessante e gli approfondimenti risultano essere davvero molto utili.
Avrei una domanda da porti rispetto ad un articolo che hai pubblicato rispetto all’argomento”associazioni non profit, esenzione iva e tassazione”.
Nello specifico io sono presidente di una piccola associazione di Lecce che da poco gestisce ospitalità migranti presso una piccolo comune di provincia. La mia associazione ha aperto da qualche giorno partita iva con richiesta di regime agevolato ex 398/1991.
La ragione dell’apertura di questa partita iva risiede nel fatto che mensilmente dobbiamo emettere un giustificativo alla Prefettura di Lecce per richiedere il Saldo dei servizi offerti così come da capitolato allegato alla convenzione che abbiamo sottoscritto.
Nello specifico e sinteticamente ti elenco i servizi che eroghiamo:
1. mediazione linguistico-culturale;
2. accoglienza materiale;
3. servizio di assistenza sanitaria;
4. servizio di pulizia ed igiene ambientale;
5. orientamento e accesso ai servizi del territorio;
6. formazione e riqualificazione professionale;
7. orientamento e accompagnamento all’inserimento lavorativo;
8. orientamento e accompagnamento all’inserimento abitativo;
9. orientamento e accompagnamento all’inserimento sociale;
10. tutela legale;
11. tutela psico-socio-sanitaria;
12. servizi di ingresso e gestione amministrativa.
La mia domanda è: devo applicare una aliquota iva sul totale? se si quale aliquota?
Spero in una tua pronta risposta
Buongiorno. Le condizioni di esenzione dall’applicazione dell’IVA ed i soggetti giuridici che ne possono beneficiare sono quelli indicati nell’articolo: http://www.tuttononprofit.com/2013/11/associazioni-esenzione-iva-e-tassazione-amministrazioni-pubbliche-e-scuole.html. Al di fuori delle ipotesi indicate, salvo casi specifici da verificare caso per caso, occorre esporre un’aliquota IVA al 22% per l’esercizio di attività commerciali. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno.
Ho un quesito che mi tormenta da un po’. Sono il tesoriere di un associazione culturale no profit. Abbiamo avuto entrate e uscite da quasi un anno, purtroppo non sono documentate ne registrate tramite un conto corrente bancario. Questo può essere un problema per l’agenzia delle entrate e non solo?
Buongiorno. Anche ai fini del rispetto dell’obbligo di traccibilità delle movimentazioni economiche (http://www.tuttononprofit.com/2015/05/violazione-obbligo-di-tracciabilita-dei-pagamenti-e-versamenti-per-associazioni-ecco-cosa-si-rischia.html) è indispensabile che l’Ente sia titolare di un proprio conto corrente (bancario o postale). Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve vorrei farle una domanda su una mia perplessità dato che su internet non ho trovato la risposta: Nel consiglio direttivo di un’associazione culturale il presidente può anche svolgere le funzioni di segretario/tesoriere?
Grazie
Buongiorno. Nulla osta alla circostanza che il Presidente di un’associazione svolga anche il ruolo di segretario/tesoriere della stessa. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve,
faccio parte di un’associazione di promozione sociale, vorrei un’informazione in merito alle dimissioni di un membro del Consiglio Direttivo e più precisamente se il presidente può rifiutare le dimissioni dei membri del Consiglio Direttivo.
potrebbe eventualmente indicare i riferimenti normativi?
Ringraziandola anticipatamente,
porgo cordiali saluti
Buongiorno. Ritengo non possano essere rifiutate le dimissioni dei componenti del consiglio direttivo di un’associazione, e ciò in ragione del fatto che, ragionevolmente, nessuno può essere obbligato a far parte di un Ente di tipo associativo basato su di una finalità ideale. Cordialità, Stefano Bertoletti
Egr. Sig. Bertoletti,
la ringrazio per la sua celere risposta, altresì volevo chiederle come poter recedere da socio sempre da una associazione di promozione sociale.
Ho rinnovato la tessera qualche mese fa.
Ringraziandola ancora,
porgo cordiali saluti
Antonio
Buongiorno. Per potersi dimettere da un’associazione occorre verificare le previsioni statutarie sul punto: in ogni caso, in linea generale, è sufficiente formalizzare una comunicazione specifica nella quale precisare al volontà di recedere dalla qualifica di socio dell’Ente (http://www.tuttononprofit.com/2013/10/recedere-dalla-qualifica-di-socio-in.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
Grazie mille per la sua celere risposta!
ringraziandola per il suo tempo vorrei porle un’ultima domanda,
nel nostro statuto non è specificato cosa accada qual’ora il consiglio direttivo decadrebbe, quindi non è specificato neanche se il presidente decade o meno qualora si verificasse tale ipotesi, alla luce di ciò anche se il presidente dovesse cadere assieme al consiglio, a ragion di logica (dato che lo statuto non dispone alcunchè) per non creare vuoti di potere, il presidente decaduto diverrebbe Presidente ad interim e al fine di traghettare l’associazione, ha il potere indire l’assemblea dei soci al fine di ristabilire gli organi sociali?
grazie mille
Buongiorno. Assolutamente si: qualora decadesse il CD occorrerebbe quanto prima convocare un’assemblea sociale straordinaria avente all’ordine del giorno l’elezione di un nuovo consiglio direttivo secondo le formalità statutarie. Cordialità, Stefano Bertoletti
Siamo un associazione, “Unione Delle Associazioni Egna” no profit e vorremmo fare ex novo lo statuto.
Da dove dobbiamo iniziare?
Voi avete un modello da adattare?
Voi fareste l’assistenza nella creazione di detto statuto?
Luigi
Buongiorno. Premesso che lo statuto di un’associazione è un “abito su misura”, che deve essere redatto sulla base delle esigenze specifiche dell’Ente e richiede pertanto uno studio ed una progettazione molto accurata, sotto il “profilo pratico” l’approvazione di un nuovo statuto (http://www.tuttononprofit.com/2014/06/associazioni-non-profit-come-modificare-lo-statuto-sociale-parte-1.html) necessita del parere favorevole di un’assemblea sociale straordinaria appositamente convocata, cui far seguire l’iter di registrazione della nuova versione di statuto (F23, modello 69, … http://www.tuttononprofit.com/2013/05/creare-associazione-primi-passi.html) e le varie comunicazioni di legge (AA5/6 o AA7/10 o ancora EAS, se dovuto http://www.tuttononprofit.com/2016/03/modello-eas-per-associazioni-ed-enti-non-profit-ecco-tutto-quello-da-sapere.html). Se lo ritiene con piacere posso inviarLe un’analisi di costo a fronte delle Vostre specifiche richieste (in tal caso attendo una Vostra mail all’indirizzo stefano@movidastudio.it). Cordialità, Stefano Bertoletti
VORREI UN INFO,
HO UN CIRCOLO (APS) ORGANIZZIAMO EVENTI E FACCIAMO UN PO DI SPORT … HO NEL CAMPETTO DOVE I SOCI GIOCANO A CALCETTO UNA PICCOLA STRUTTURA AMOVIBILE.. POSSO TENNERE DELLE BEVANDE (ACQUa gatorade ecc) A DISPOSIZIONE PER I SOCI ? O è NECESSARIA LA SCIA AL COMUNE PER LAUTORIZZAZIONE SANITARIA ECC ECC ? COSA DOVREI FARE?
Buongiorno. Le “cessioni di beni nuovi prodotti per la vendita” ex art. 148 n. 4 del TUIR non rappresenta per un Ente di tipo associativo un’attività istituzionale (http://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html), motivo per il quale è indispensabile che l’Ente sia titolare di partita IVA e versi imposte ed IVA alle scadenze e secondo gli importi previsti dal regime fiscale di riferimento. L’ipotesi prospettata (vendita bevande chiuse e sigillate) non configura la fattispecie della “somministrazione di pasti” (anch’essa commerciale ex art. 148 TUIR n. 4) poichè i prodotti rivenduti sono nuovi e sigillati. Cordialità, Stefano Bertoletti
Siamo un’associazione senza profitti, proponiamo sedute di Yoga e l’insegnante lo fa in forma gratuita. Ora il CONI ha escluso lo Yoga tra le attività sportive e quindi certe persone ci dicono che la nostra attività sarebbe così diventata commerciale. Ma le quote richieste ai soci praticanti servono solo per pagare le spese vive come i locali delle pratiche, l’assicurazione, l’acquisto di beni materiali come tappetini infusi incensi strumenti per l’atmosfera luci musica deodoranti, libri e corsi per gli aggiornamenti e per le nostre pratiche. La domanda che vi faccio è: su queste quote, molto basse, dobbiamo ora versare l’IVA e se sì come si fa a versare l’IVA lo possiamo fare noi o ci serve un commercialista? Grazie
Buongiorno. Premesso che questa estate il Presidente del CONI Malagò ha aperto al riconoscimento dello yoga come discplina sportiva, se l’Ente in questione rimane di tipo associativo potrà godere delle agevolazioni fiscali riservate a queste tipologie di Enti (http://www.tuttononprofit.com/2017/02/quali-sono-le-agevolazioni-fiscali-di-un-ente-non-profit-associazione-societa-sportiva-dilettantistica.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera volevo sapere che problema potrebbe sorgere se il presidente di una associazione culturale viene retribuito in qualita di dipendente o con la gestione separata. Mi sembra di aver letto qua e la che potrebbe essere un conflitto di interessi allora mi chiedo un presidente di una associazione che presta la propria collaborazione quotidiana e continuativa per una associazione dovrebbe farlo gratuitamente?
Buongiorno. Le associazioni devono essere costituite per perseguire una finalità ideale di utilità sociale (http://www.tuttononprofit.com/2016/03/perche-costiuire-associazione-cosa-comporta-come-deve-essere-gestita.html), dovendo necessariamente rispettare, al fine di poter con ragione godere delle agevolaizoni fiscali, il divieto di distribuzione diretta e/o indiretta di utili e avanzi di gestione (http://www.tuttononprofit.com/2013/07/cosa-significa-divieto-di-distribuzione.html). Ciò non significa in via generale che coloro che prestano la prorpia opera per l’Ente non possano essere compensati sotto il profilo economico, ma che quanto corrisposto debba rispondere all’attività effettivamente prestata e non, ad esempio, alla carica rivestita. In ogni caso occorre precisare che l’associazionismo vive in buona sostanza grazie all’apporto spontaneo e gratuito dei propri aderenti. Cordialità, Stefano Bertoletti
Volevo un informazione, un associazione di tipo APS può accettare pre giustificare uscite di denaro per l’acquisto di beni e materiali usati per lo svolgimento dell’attività sociale con scontrini fiscali e fatture però intestate ad altri ? e possibile per l’intestatario della fattura produrre un autocertificazione che il bene è sato acquistato per nome dell’associazione ?
Grazie.
Buongiorno. Se un soggetto effettua una spesa/anticipa dei denari in nome e per conto di un’associazione è legittimo che ne richieda il rimborso all’Ente stesso. Va ovviamente da sè, in ogni caso, che la spesa effettuata/i beni acquistati effettivamente debbano poi essere utilizzati dall’Associazione. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera volevo sapere se una associazione puo rendere tutta la sua attivita commerciale anche per quanto riguarda i proventi da attivita istituzionali? Cosa cambierebbe?
Grazie.
Buongiorno. Questo il testo dell’art. 149 del TUIR, rubricato “perdita della qualifica di ente non commerciale”:
“1. Indipendentemente dalle previsioni statutarie, l’ente perde la qualifica di ente non commerciale qualora eserciti prevalentemente attivita’ commerciale per un intero periodo d’imposta.
2. Ai fini della qualificazione commerciale dell’ente si tiene conto anche dei seguenti parametri:
a) prevalenza delle immobilizzazioni relative all’attivita’ commerciale, al netto degli ammortamenti, rispetto alle restanti attivita’;
b) prevalenza dei ricavi derivanti da attivita’ commerciali rispetto al valore normale delle cessioni o prestazioni afferenti le attivita’ istituzionali;
c) prevalenza dei redditi derivanti da attivita’ commerciali rispetto alle entrate istituzionali, intendendo per queste ultime i contributi, le sovvenzioni, le liberalita’ e le quote associative;
d) prevalenza delle componenti negative inerenti all’attivita’ commerciale rispetto alle restanti spese.
3. Il mutamento di qualifica opera a partire dal periodo d’imposta in cui vengono meno le condizioni che legittimano le agevolazioni e comporta l’obbligo di comprendere tutti i beni facenti parte del patrimonio dell’ente nell’inventario di cui all’articolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600. L’iscrizione nell’inventario deve essere effettuata entro sessanta giorni dall’inizio del periodo di imposta in cui ha effetto il mutamento di qualifica secondo i criteri di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1974, n. 689.
4. Le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 non si applicano agli enti ecclesiastici riconosciuti come persone giuridiche agli effetti civili ed alle associazioni sportive dilettantistiche”.
Va da sè, pertanto, che la perdita della qualifica comporta il decadimento dalle agevolazioni fiscali riservate (http://www.tuttononprofit.com/2017/02/quali-sono-le-agevolazioni-fiscali-di-un-ente-non-profit-associazione-societa-sportiva-dilettantistica.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
Sono stato nominato presidente di un’associazione di volontariato. Vorrei avere qualche indicazione se fare e come fare un verbale di passaggio di consegne con il presidente uscente.
Gazie
Buongiorno. Premesso che nelle associazioni non riconosciute ex art. 38 CC rispondono delle obbligazioni contratte coloro che hanno agito in nome e per conto dell’Ente stesso (http://www.tuttononprofit.com/2016/06/enti-non-profit-senza-personalita-giuridica-quali-responsabilita-consiglio-direttivo-presidente.html), e che pertanto la reponsabilità delle azioni/omissioni passate resta in capo a coloro che tali azioni/omissioni hanno commesso, il suggerimento nel caso in oggetto è quello di predisporre un apposito verbale in cui vengano individuate le eventuali pendenze esistenti, “certificando” i conti ed evidenziando ogni aspetto utile di “competenza” del presidente/consiglio direttivo uscente. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, sta diventando tutto difficile e complicato…. Volevo solo sapere se una Associazione di Promozione Sociale, può retribuire il socio che insegna canto, e se le quote di partecipazione ai corsi sono istituzionali. Grazie
Buongiorno. Premesse tutte le novità che la Riforma del Terzo Settore ha annunciato (http://www.tuttononprofit.com/2017/08/codice-del-terzo-settore-in-vigore-da-oggi-in-attesa-dei-decreti-e-del-registro-unico-nazionale.html), Le segnalo il testo dell’art. 18 della “vecchia” l. 383/2000, quella di riferimento per le associazioni di promozione sociale: “Le associazioni di promozione sociale si avvalgono prevalentemente delle attività prestate in forma volontaria, libera e gratuita dai propri associati per il perseguimento dei fini istituzionali. Le associazioni possono, inoltre, in caso di particolare necessità, assumere lavoratori dipendenti o avvalersi di prestazioni di lavoro autonomo, anche ricorrendo a propri associati”. Quanto invece alle quote di partecipazione ai corsi, “Per le associazioni … di promozione sociale … non si considerano commerciali le attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti …” ex art. 148 TUIR n. 3 (http://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, ho letto con interesse tutte le richieste di informazioni, non trovando nello specifico ciò che mi interessa, percui Le scrivo per cercare di chiarire qualche dubbio che, comune, commercialista, enti associativi nazionali non sono stati in grado di fare.
Sono presidente di un’associazione culturale per bambini. La nostra associazione si propone come luogo di incontro e condivisione per bambini e famiglie. All’interno del locale é presente una cucina con bar, per somministrazione ai soli soci, utilizzata per la produzione di cibi destinati alla colazione, pranzo e merenda intesi come momento sociale, di aggregazione, quindi parte integrante delle finalità associative. La mia donanda è questa:
– dobbiamo richiedere necessariamente partita iva ? ( la nostra commervialista dice di no, l’ente nazionale a cui ci siamo rivolti dice di si)
– oltre al corso haccp per tutti gli addetti alla manipolazione degli alimenti, é necessario avere altre qualifiche o autorizzazioni, a parte quelle di idoneità dei locali?
– ci è stato detto dall’ufficio suap del nostro comune che avendo la somministrazione, per poter accedere ai regimi fiscali agevolati, siamo obbligati ad essere affiliati ad un ente nazionale riconosciuto. Ciò corrisponde al vero?
– Per sopperire agli alti costi fissi dei locali, in una sala degli stessi, separata da una porta dalla zona di somministrazione, concederemo ai soci la stanza, per poter organizzare una festa. Gli invitati del nostro socio devono essere anch’essi soci? Ci é stato detto di no, a patto che, naturalmente, ad essi non siano somministrati cibi e bevande. É corretto? Il rimborso spese che chiederemo ai soci, viene considerato come attività commerciale? Dobbiamo rilasciare ricevuta fiscale? Grazie in anticipo per il Suo tempo
–
Buongiorno. Rispondo per punti ai Suoi quesiti:
– la somministrazione di alimenti e bevande si configura sempre come attività commerciale ex art. 148 TUIR, circostanza che implica che per esercitarla l’Ente debbe necessariamente essere titolare di partita IVA (http://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html);
– occorre un’autorizzazione alla somministrazione (licenza) oltre che idonea comunicazione di inzio attività in Comune (DIA);
– corretto;
– l’affitto spazi (sia esso rivolto a soci oppure a terzi) si configura per un’associazione sempre come un’attività commerciale, rientrando quindi nelle ipotesi di cui sopra (fattura con IVA).
Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
avrei questa domanda da sottoporle :
è prassi comune ormai che gli sponsor preferiscano pagare direttamente divise..magliette stampando il proprio logo …quindi l’associazione di fatto non ha nessun incasso (per sponsorizzazione) e nessun costo (per acquisto del materiale)..è opportuno emettere comunque fattura per la sponsorizzazione pagando così iva (l.398) e ires ?
La ringrazio per l’attenzione.
Serena
Buongiorno. Confermo quanto indicato: nelle ipotesi di sponsorizzazioni in natura è necessaria l’emissione di idonea fattura per i beni ricevuti. Cordialità, Stefano Bertoletti
Ogni tesserato ad una società sportiva asd con la 398, quanto si puo scaricare annualmente compreso anche i dirigenti, sono spese forfettarie e non chilometriche,
Buongiorno. Ai sensi dell’art. 69 n. 2 del TUIR “Le indennità, i rimborsi forfettari, i premi e i compensi di cui alla lettera m) del comma 1 dell’articolo 67 non concorrono a formare il reddito per un importo non superiore complessivamente nel periodo d’imposta a 7.500 euro. Non concorrono, altresì, a formare il reddito i rimborsi di spese documentate relative al vitto, all’alloggio, al viaggio e al trasporto sostenute in occasione di prestazioni effettuate fuori dal territorio comunale”. Oltre la citata soglia di esenzione risulta dovuta una ritenuta a titolo di imposta al di sotto di 20658,28 euro/anno, a titolo di acconto, invece, se supera anche questo secondo scaglione. Sulle indennità chilometriche, invece, così come precisato nello stesso articolo, non esistono soglie specifiche (http://www.tuttononprofit.com/2014/04/rimborsi-spese-e-indennita-chilometriche-per-gli-sportivi-dilettanti.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
Un’associazione no profit può fare pagare ai soci una quota mensile fissa per coprire le spese della stessa? Se si, come vanno contabilizzate?
Buongiorno. L’art. 148 del TUIR stabilisce che “Per le associazioni … non si considerano commerciali le attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti …”. In altre parole le quote corrisposte da un socio di un’associazione per la partecipazione ad attività da questa organizzate e coerenti con le finalità istituzionali dell’Ente stesso sono da ritenersi de-commercializzate (ossia non soggette ad imposte). Contabilmente, dunque, occorrerà indicare che trattasi di quote corrisposte da soci per la partecipazione ad attività sociali. Segnalo quindi un nostro articolo di approfondimento in relazione al tema in oggetto: http://www.tuttononprofit.com/2015/01/quota-sociale-quota-associativa-contributo-associativo-differenze.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve!
Premesso che come ASD organizziamo 1 o 2 volte all’anno delle gare di arti marziali e che l’organizzazione di gare ed eventi sportivi è prevista nello statuto dell’ ASD, sono a richiedere le seguenti informazioni:
1 – fiscalmente le quote di iscrizione che gli atleti di altre ASD versano per gareggiare non sono entrate commerciali, giusto? questo sia nel caso che gli atleti facciano parte dello stesso ente di promozione sportiva a cui è affiliata nostra ASD sia che invece siano affiliati a un ente di promozione diverso o a una federazione coni?
2 – oltre i 2 eventi, dal terzo in poi, diventano commerciali, giusto?
3 – in occasione della gara di recente organizzata, un’ ASD affiliata a nostro stesso ente di promozione ha iscritto alla gara un suo atleta versando la quota di iscrizione alla gara tramite bonifico sul ns conto (una trentina di euro) e ora mi hanno richiesto ricevuta per tale importo.
Sono a richiedere:
– basta che gli faccio normale ricevuta non fiscale/non commerciale?
– è vero che potrei anche non fargliela poichè hanno fatto pagamento tramite bonifico e quindi il loro pagamento è già tracciato e come ricevuta basterebbe che si stampano documento dell’operazione bancaria?
– non serve marca da bollo perchè inferiore ai 77 euro, giusto? Se fosse superiore ai 77 Euro di quanto è la marca da bollo e chi deve pagarla/metterla, io che la emetto o loro che la ricevono?
– uso un normale blocchetto di ricevute buffetti: le ricevute vanno numerate e la numerazione è relativa all’anno solare, cioè da Gennaio 2018 ricomincia da ‘1’ (nello statuto ASD ho indicato come anno sociale quello solare genn-dic)?
4 – parlando in generale delle ricevute, nel caso delle quote sociali annuali dei soci o delle quote che i soci versano per partecipare alle attività dei corsi sportivi, se loro non la richiedono, io sono obbligato o no a fargli la ricevuta non fiscale per queste quote? Qual è la prassi?
5 – nella ricevuta i dati della mia ASD devono per forza essere messi con timbro o posso anche scriverli a penna? mi sembra che normativa di legge non da imposizioni in merito.
Inoltre in una ricevuta rilasciatami di recente da un EPS, c’è un timbro con testo: ‘ nota amministrativa non commerciale esente da iva in base agli art. 4 del dpr 29 settembre 1972 n 633 e 20 del dpr 29 settembre 1973 n 598 e successive modificazioni ‘; cosa riguarda tale testo e devo metterla anche io sulla ricevuta?
Grazie!
Buongiorno. Rispondo per punti.
1 – Questo il testo dell’art. 148 n. 3 sul tema dei corrispettivi istituzionali: “Per le associazioni … sportive dilettantistiche … non si considerano commerciali le attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti, di altre associazioni che svolgono la medesima attività e che per legge, regolamento, atto costitutivo o statuto fanno parte di un’unica organizzazione locale o nazionale, dei rispettivi associati o partecipanti e dei tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali”.
2 – I due eventi cui Lei si riferisce immagino siano le raccolte fondi: http://www.tuttononprofit.com/2013/11/focus-su-raccolte-fondi-tombole.html.
3 – Premesso che le ricevute non fiscali non esistono (http://www.tuttononprofit.com/2016/02/cose-una-ricevuta-non-fiscale-puo-emetterla-un-ente-non-profit-associazione-societa-sportiva.html), pur essendo esonerati dall’obbligo di rilascio se richiesta è doveroso che venga emessa, apponendo la marca da bollo da 2,00 euro sull’originale del documento (la cui numerazione ogni anno riparte da capo) se l’importo supera i 77,47 euro (http://www.tuttononprofit.com/2014/05/marca-da-bollo-sui-documenti-e-responsabilita-in-caso-di-assenza.html).
4 – Visto l’esonero dall’obbligo di rilascio di ricevuta (http://www.tuttononprofit.com/2013/09/esiste-lobbligo-di-emettere-ricevute-e.html) l’Associaizone può decidere di adottare la prassi che meglio ritiene opportuna.
5 – E’ necessario che la ricevuta contenga tutti i dati necessari richiesti dalla legge, non per forza contenuti in un timbro (http://www.tuttononprofit.com/2015/07/ricevute-emesse-dalle-associazioni-10-cose-da-ricordare.html), e nemmeno quanto indicato di seguito.
Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera,
un quesito pratico. Una ssd a rl (gestione palestra) svolge esclusivamente attività verso i frequentanti e non ha fatto l’opzione per 398/91. Ai sensi dell’art. 148 c. 3 tutti i ricavi sono decommercializzati essendo rivolti ai frequentanti e conseguentemente i costi non sono deducibili. Se la mia interpretazione è giusta nel modello Unico SC dove inserisco la variazione in diminuzione dei ricavi in quanto non avendo fatto l’opzione per la 398/91 non posso compilare la sezione prevista per il regime forfettario?
E per l’irap vale lo stesso ragionamento (ricavi in diminuzione e costi in aumento) per cui sono imponibili solo compensi a collaboratori e interessi passivi? applico orso ?
Buongiorno. Se la SSD non ha aderito al regime 398/1991 allora non rientra tra i soggetti giuridici definibili come “forfetari” e dovrà pertanto compilare il quadro F. Ai fini IRAP valgono quindi le generali regole di determinazione della base imponibile, e pertanto i compensi per lavoro dipendente e assimilato e gli interessi passivi non saranno deducibili. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
vorrei farle le seguenti domande:
può un socio facente parte del consiglio direttivo di un’associazione di promozione sociale non riconosciuta essere assunto con CCNL a tempo indeterminato? Se il rapporto di lavoro si conclude come bisogna regolarsi con il tfr? è dovuto? se l’associazione non ha risorse per erogare alla fine del rapporto di lavoro il tfr può tale socio amministratore fare vertenza all’associazione per ottenerlo?
Grazie
Buongiorno. Premessa la necessità di valutare attentamente l’opportunità che un “socio amministratore” (immagino intenda indicare con questa espressione un componente del Consiglio Direttivo) di una APS venga dalla stessa assunto, e ciò non perchè esita una norma che espressamente lo vieti quanto per la necessità di rispettare il divieto di distribuzione diretta/indiretta di utili che deve necessariamente caratterizzare gli Enti di tipo associativo (http://www.tuttononprofit.com/2013/07/cosa-significa-divieto-di-distribuzione.html), se il CCNL in forza del quale viene assunto prevede (come immaigno) il TFR, questi avrà tutte le (legittime) ragioni per richiederlo, eventualmente anche attraverso il ricorso all’autorità giudiziaria. Cordialità, Stefano Bertoletti
Mi scusi se insisto,
ma in quanto componente del direttivo il socio in questione, e nel caso che l’associazione non abbia risorse proprie per erogare il tfr, non dovrebbe rispondere in solido agli altri componenti il direttivo e a chi abbia agito in nome e per conto dell’associazione dei debiti dell’associazione? (in questo caso il tfr); allora mi chiedo come può configurarsi una vertenza da parte del socio-componente del direttivo se egli stesso è coresponsabile? non si verrebe a creare una situazione conflittuale ed alquanto ambigua?
Grazie per la disponibilità, buona giornata.
Buongiorno. Il fatto che esista una responsabilità solidale tra i componenti del Consiglio Direttivo di un’Associazione (http://www.tuttononprofit.com/2016/06/enti-non-profit-senza-personalita-giuridica-quali-responsabilita-consiglio-direttivo-presidente.html) non significa che il soggetto non possa adire l’autorità giudiziaria per vedersi corrisposto il dovuto dall’Associazione stessa. Cordialità, Stefano Bertoletti
D’accordo.
Quindi nel caso da me proposto il socio in oggetto dovrebbe versarsi da solo quota parte del proprio tfr(in quanto coresponsabile dei debiti dell’associazione)? e la cifra rimanente graverebbe dunque sul resto del consiglio direttivo che ha agito in nome e per conto dell’associazione nel periodo di assunzione dello stesso?
Cordialità.
Non è possibile determinare a priori cosa potrebbe stabilire un giudice chiamato ad esprimersi sulla vicenda. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera,
la mia associazione ha aderito al regime agevolato 398/91, per ricevere dei finanziamenti pubblici è obbligato ad emettere la fattura alla PA? se si quale codice iva indicare rispetto allo split payment e al regime agevolato a cui ha aderito?
Grazie per l’attenzione sarei grata delle vs risposte.
Buongiorno. Premesso che gli Enti in regime 398/91 sono esonerati dall’applicazione dello split payment (http://www.tuttononprofit.com/2015/04/split-payment-esonerati-gli-enti-che-sono-in-398-91.html), occorre procedere con l’emissione di fattura elettronica nell’ipotesi in cui venga prestato un servizio nei confronti di un’Amministrazione pubblica. Cordialità, Stefano Bertoletti
buonasera, volevo chiederle, un socio fondatore che ha chiesto le dimissioni un’anno fa, vuole ora partecipare agli eventi come socio ordinario, devo seguire la solita procedura della domanda di ammissione, quota sociale e poi accettazione o …… grazie
Buongiorno. Un socio fondatore che ha rassegnato le proprie dimissioni dalla qualifica di socio dell’Ente rimane “fondatore” dello stesso ma non più parte della compagine sociale (http://www.tuttononprofit.com/2013/10/recedere-dalla-qualifica-di-socio-in.html), circostanza che implica che qualora lo stesso voglia entrare nuovamente a farvi parte debba necessariamente seguire il consueto iter (http://www.tuttononprofit.com/2013/09/come-gestire-la-domanda-di-ammissione.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve,
siamo un’associazione di promozione sociale…svolgiamo in primis come lavoro l’organizzare concerti e spettacoli vari per conto terzi (associazioni, comitati, locali e comuni) mi servirebbe sapere alcune cosette:
1) quando effettuiamo il “lavoro” dobbiamo emettere fattura? o ricevuta? dobbiamo obbligatoriamente inserire l’Iva? perchè ci dissero agli inizi che l’APS è essente….
2) come sarebbe nel caso il numero legge?
3) dovendo svolgere un corso di musica come dovrei pagare gli insegnanti?
4) è possibile che al momento dell’iscrizione di un’associazione culturale un funzionario dell’AdE ha dichiarato che non vi era bisogno di versare la quota di registrazione ?? rilasciando ugualmente il C.F.
5) il presidente di una APS potrebbe esserne anche di un’associazione culturale? o svolgere altre cariche?
in attesa ringrazio e porgo cordiali saluti
Buongiorno. Rispondo per punti:
1) Premesso che un’APS non è esente IVA, la natura del corrispettivo incassato (istituzionale o commerciale, e dunque senza o con IVA) dipende da chi versa i denari e per quale motivo. Se un socio paga una quota per la partecipazione ad un’attività coerente con le finalità istituzionali dell’Ente il provento è istituzionale e come tale detassato, diversamente è commerciale, con tutte le conseguenze del caso. Segnalo in proposito alcuni nostri articoli specifici di approfondimento sul tema:
– http://www.tuttononprofit.com/2013/09/come-gestire-la-domanda-di-ammissione.html
– http://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html
– http://www.tuttononprofit.com/2014/12/legge-39891-il-regime-fiscale-agevolato-enti-non-profit-associazioni-societa-sportive.html
2) Negli articoli sopra indicati trova i riferimenti normativi specifici
3) Posta la necessità di rispettare il divieto di distribuzione diretta/indiretta di utili (http://www.tuttononprofit.com/2013/07/cosa-significa-divieto-di-distribuzione.html), gli insegnanti vanno pagati in forza di un contratto ad hoc e dell’analisi specifica della posizione di ognuno (http://www.tuttononprofit.com/2013/09/compensi-ai-soci-di-una-associazione-e.html)
4) Talune tipologie di Enti sono esonerate dall’imposta di bollo (ONLUS), altre anche dall’imposta di registro (OdV)
5) Assolutamente sì, fatta salva la necessità di evitare situazioni di palese conflitto di interesse
Cordialità, Stefano Bertoletti
salve volendo fare un’associazione culturale per un parco divertimento, siamo soggeti al pagamento dell’iva sull’immobile affittato di propietà di costruttori?
grazie
Buongiorno. Occorre analizzare il regime fiscale dei proprietari dell’immobile per verificare se sussitano le condizioni per un affitto in esenzione IVA (art. 10 co. 8 D.P.R. 633/1972). Cordialità, Stefano Bertoletti
ho letto la legge che lei mi ha indicato e il punto 20 sarebbe proprio il nostro caso, essendo la nostra un’associazione culturale con uno statuto che prevede proprio tra le finalità
la formazione e tutela dei diritti socio culturali educativi dei bambini….del diritto al gioco… mediante l’offerta di un servizio centrato sul gioco..
offerta di un centro ricreativo,educativo…,promozione di progetti pedagocici ludici…e via dicendo.
in questo caso potremmo rientrarci oppure dipende sempre dal regime fiscale dei propietari dell’immobile?
grazie ancora del suo aiuto
Buongiorno. Occorre comunque verificare la disponibilità del proprietario dell’immmobile a fronte del suo regime fiscale. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno a tutti!
Complimenti per il sito, un ottimo esempio di content marketing.
Ho una domanda: anni fa, con alcuni amici, ho fondato una associazione culturale senza scopo di lucro. Volevamo fare qualche attività, ma non se ne è mai fatto nulla. Risultato: non è mai stato né raccolto né speso nemmeno 1€. Io mi sono addirittura trasferito all’estero.
La domanda è… cosa dovrei fare? Faccio finta di nulla e lascio tutto così, dato che niente è mai stato pagato o incassato o pubblicato a nome dell’associazione… oppure dovrei provvedere a chiuderla?
E non avendo mai fatto un bilancio, cercare di chiuderla mi esporrà a sanzioni?
Grazie per l’aiuto!
Buongiorno. Il suggerimento, nel caso in oggetto, è quello di procedere con l’estinzione dell’associazione (http://www.tuttononprofit.com/2013/12/procedura-per-chiusura-associazione-non-profit.html), espletando ovviamente le formalità sociali previste da statuto in tema di convocazione di assemblea (anche se da quanto leggo immagino che non esistano “soci” nel senso tecnico del termine, ma allo stesso tempo lo scioglimento di un’associazione rientra nei compiti tassativamente attribuiti all’assemblea sociale). Infine chiudere l’Ente non vi esporrà “d’ufficio” a sanzioni (che potrebbero essere comminate nel caso in cui l’Amministrazione Finanziaria, in esito ad un accesso, riscontrasse talune irregolarità), ma la circostanza per cui “non è mai stato né raccolto né speso nemmeno 1€” dovrebbe potervi porre al riparo da contestazioni. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera, sono presidente di un’ass.culturale , la nostra sede è un parco nel quale vorremmo organizzare un’evento, tra le tante cose un’amico si è offerto di suonare per l’occasione e vorremmo anche vendere delle bibite ai soli associati (P.S.nel nostro statuto tra le attività c’è anche conduzione e gestione di bar, pizzeria e altro), cosa devo fare per poterlo organizzare correttamente? grazie
Buongiorno. La somministrazione di alimenti e bevande si configura per un’Associazione quale attività rilevante ai fini commerciali, per la quale occorre che l’Ente sia titolare di partita IVA e versi IVA ed imposte alle scadenze e secondo gli importi previsti dal regime fiscale di riferimento (http://www.tuttononprofit.com/2014/12/legge-39891-il-regime-fiscale-agevolato-enti-non-profit-associazioni-societa-sportive.html). Occorre poi richiedere/ottenere autorizzazione specifica per la somministrazione, individuando un preposto incaricato. Infine, in caso di diffusione musica, occorrerà adempiere agli adempimenti di SIAE. Cordialità, Stefano Bertoletti
e se ci affiliassimo ad un ente riconosciuto ( per esempio l’ARCI)? le cose potrebbero cambiare? grazie
Buongioro. No, gli adempimenti fiscali/autorizzatori ed affini rimangono i medesimi. Cordialità, Stefano Bertoletti
Il presidente (legale rappresentante) di una aps deve necessariamente avere la cittadinanza italiana?
Buongiorno. Nulla osta alla circostanza che il Presidente di un’Associazione non abbia cittadinanza italiana. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, il suo blog è veramente ben fatto e chiaro.
Vorrei porle i seguenti quesiti:
Lo satuto nazionale Avis prevede l’approvazione del rendiconto entro il mese di Maggio, è possibile modificare il nostro statuto indicando questa data, che permette una maggiore comodità operativa, anzichè il 30 Aprile?
Quando conviene abbandonare la contabilità per cassa e passare a quella per competenza in un’organizzazione di volontariato che non svolge attività commerciale?
La saluto cordialmente.
Dino
Buongiorno. Se il Vostro Ente (come immagino) è dotato di autonomia giuridica e petrimoniale rispetto ad AVIS Nazionale (e dunque se, in sostanza, ha un proprio codice fiscale), salvo che non vi siano regole specifiche provenienti dall’Ente Nazionale, nulla osta all’opoortunità che, seguendo le previsioni statutarie, si effettui una modifica di statuto (www.tuttononprofit.com/2014/06/associazioni-non-profit-come-modificare-lo-statuto-sociale-parte-1.html). Per quanto riguarda invece il regime contabile, occorre conoscere nel dettaglio la situazione dell’Ente per verificare l’opportunità/utilità di adottare il criterio contabile di competenza in luogo di quello di cassa. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera,
sono un impiegato contabile e insegnante di Yoga, e sto cercando di documentarmi sul funzionamento delle associaizoni culturali, le asd, e la delibera del Coni riguardo all’esclusione dello Yoga e altre discipline dalla categoria dello sport.
Vorrei sapere se è possibile parlarne qui oppure via email.
In breve, giusto per dare un’idea:
Da Settembre/Ottobre vorrei creare una mia base per operare come insegnante di Yoga, l’intento è quello di, dato che devo anche trasferirmi e sto cercando casa, trovare un appartamento che mi consenta di viverci come abitazione, e al tempo stesso ricavarne una sala corsi all’interno.
Principalmente, i miei punti oscuri sono:
1- capire se mi convenga aprire p.iva forfetaria o un’associazione allo scopo, e specialmente nel caso della seconda, quali sarebbero le osservanze che dovrei rispettare e adempiere per poterlo fare all’interno di un’abitazione;
2- La delibera del Coni riguardo all’esclusione dello Yoga e altre discipline dalla categoria dello Sport. Ne parlo con molti colleghi di contonuo ma sembra che ognuno abbia una versione differente…vorrei capire se davvero non si potrà sapere nulla di certo fino a Dicembre 2017, e nel caso quali potrebbero essere le alternative attuabili, nel caso di un’associazione operante nel settore olistico.
Ringraziando per l’attenzione.
Cordiali saluti
Riccardo Ervini
Buongiorno. Rispondo per punti:
1 – non è possibile basare il ragionamento sulla convenienza (o meno) di aprire P.IVA o un’associazione: è infatti necessario individuare a monti le ragioni del progetto (guadagno personale? promozione di un ideale senza finalità di lucro?) ed in funzione di ciò individuare lo strumento giuridico più appropriato a fronte dell’obiettivo. A titolo di approfondimento segnalo un nostro articolo specifico: http://www.tuttononprofit.com/2016/03/perche-costiuire-associazione-cosa-comporta-come-deve-essere-gestita.html.
2 – le discispline che il CONI oggi riconosce come “sport” (dunque tali da consentire l’iscrizone al registro CONI) sono quelle indicate nell’ultima delibera (consualtabile qui http://www.tuttononprofit.com/2017/02/prorogata-al-2018-la-bonifica-del-registro-coni-secondo-le-previsioni-della-delibera-1566-2016.html). In assenza di revisioni/integrazioni questo è l’elenco ufficiale delle attività che consentono la costituzione di un Ente Sportivo. Tutte le altre, se promosse senza finalità di lucro e fatta salva la verifica del caso di specie, possono essere promosse attraverso un’associaizone culturale, con i relativi adempimenti del caso (http://www.tuttononprofit.com/2016/09/quali-sono-obblighi-essenziali-di-associazione-non-profit-come-fare-per-non-sbagliare.html).
Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
una ditta individuale può assumere il titolo di impresa sociale? Come?
Grazie
Mario
Buongiorno. Siamo in attesa del decreto attuativo che normerà l’imnpresa sociale (http://www.tuttononprofit.com/2016/07/riforma-del-terzo-settore-articolo-6-impresa-sociale.html) in esito alla riforma del Terzo Settore: successivamente sarà possibile comprendere nel dettaglio le peculiarità di questo soggetto giuridico. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve avremmo idea di spostare la nostra asd in altro fondo prima di dare inizio alle opere murarie volevo sapere se possibile se ai fini ASL siamo obbligati ad avere un magazzino ed il bagno disabili
Buongiorno. Vi suggerisco di contattare l’ufficio SUAP (Sportello unico per le Attività Produttive) del Comune interessato al fine di verifcare con esso gli adempimenti necessari alla luce del soggetto giuridico che occuperà quegli spazi. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve sono il presidente di un associazione musicale culturale ? organizzo un festival ogni anno .
posso dare un compenso ai gruppi facendolo rientrare Art. 67, co. 1, lett. m), D.P.R. 917/1986 e 69, comma 2, D.P.R. 917 del 1986 ? Facendo passare uno del gruppo come direttore artistico e rientrante nei 7500 di reddito in un anno ? grazie
Buongiorno. La norma in questione è prevista esclusivamente per “compensi erogati ai direttori artistici ed ai collaboratori tecnici per prestazioni di natura non professionale da parte di cori, bande musicali e filo-drammatiche che perseguono finalita’ dilettantistiche”: pertanto al di fuori delle ipotesi indicate non è possibile applicare l’articolo in quesitone (riporto inoltre articolo speicifo sul tema dei 7500 euro/anno: http://www.tuttononprofit.com/2014/01/compensi-ai-collaboratori-sportivi-applicazione-7500-euro.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, abbiamo istituito una associazione culturale per l’apertura di un asilo nido. C’è l’obbligo di affiliarsi ad una associazione nazionale (csen)? e quali sono i vantaggi effettivi. O viceversa a che cosa si va incontro in caso di non affiliazione?
Grazie
Buongiorno. Per un Ente non-sportivo non esistono obblighi di affiliazione ad un EPS/CONI, motivo per cui nel Vostro caso potete valutarne l’opportunità in funzione degli effettivi benefici resi dall’affiliazione (coperuta assicurativa?). Cordialità, Stefano Bertoletti
La ringrazio, approfitto della Sua cordialita per un altra domanda. E’ proprio impossibile per una associazione accedere a fondi di qualsiasi tipo se non magari per le spese relative all’ammodernamento della struttura in cui opera, o all’acquisto degli arredi? cordiali saluti
Buongiorno. E’ assolutamente possibile per un’associazione cercare di partecipare a bandi/finanziamenti specifici in funzione delle necessità. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve nel caso di una aps musicale la figura del direttore artistico deve essere inserita necessariamente all’interno dello statuto o può essere inserita successivamente nel regolamento interno?
Grazie mille per la vs disponibilità
Egidio
Buongiorno. Non essendo il “direttore artistico” una figura che debba necessariamente essere prevista per legge all’interno di un’associazione, non esiste l’obbligo di prevederla in statuto, ma semplicemente la possibilità. Altre sono infatti le previsioni indispesabili che devono necessariamente essere contenuto all’interno di uno statuto sociale “a norma”: http://www.tuttononprofit.com/2015/06/10-regole-che-non-possono-mancare-nello-statuto-di-una-associazione.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Grazie mille
Gentilissimo
Cordiali saluti
Egidio
Salve,
vorrei un’informazione riguardo questo quesito:
– mi piacerebbe fondare un’associazione culturale che si occupi di pedagogia teatrale nelle scuole e sulle modalità di costituzione dell’associazione ho pochi dubbi sui passi da seguire. Mi sfugge il passo successivo.
Siccome l’idea è di lavorarci per fini commerciali volevo capire cosa bisogna fare in questo caso.
Sicuramente aprire Partita IVA ma non mi è chiaro il regime fiscale.
In parole più povere su ogni fattura emessa quali sono le tasse che vengono sottratte?
Se, ad esempio, una scuola mi paga per un progetto 1.000,00 euro devo fare fattura trattenendo cosa? Il 22% di IVA? Quindi 880,00 li incassa l’associazione e 220 sono per l’IVA?
Tenga presente che per questi progetti la cifra è quasi sempre ommincomprensiva di ogni onere fiscale.
Grazie in anticipo. Il blog è molto bello.
Michele
Buongiorno. Premesso che, prima di fornirLe una risposta occorrerebbe analizzare nel dettaglio cosa intende per “lavorarci per fini commerciali”, e ciò dal momento che un’associazione deve necessariamente essere costituta per il perseguimento di una finalità ideale/non lucrativa, potendo comunque promuovere attività rilevanti ai fini commerciali ma allo scopo di “alimentare” l’attività istituzionale principale (sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo), segnalo alcuni nostri articoli specifici di approfondimento: http://www.tuttononprofit.com/2016/03/perche-costiuire-associazione-cosa-comporta-come-deve-essere-gestita.html; http://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html e http://www.tuttononprofit.com/2014/12/legge-39891-il-regime-fiscale-agevolato-enti-non-profit-associazioni-societa-sportive.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve signor Stefano,
e grazie per la risposta e per gli articoli segnalati.
Ciò che volevo sapere riguardava il regime fiscale che idealmente deve seguire un’associazione che, da quanto ho capito, è la legge 398/91.
Per lavorarci per “fini commerciali” intento dire che sicuramente l’importo annuo di 250.00,00 euro (ora 400.000) non verrà superato.
Il fine dell’associazione è quello di promuovere l’attività pedagogica in campo teatrale negli istituti scolastici e la modalità principale per raggiungere questo obiettivo sarà quello di partecipare a bandi pubblici regolarmente presentati dalle scuole e mandare professionisti che possano svolgere l’attività. Tali professionisti saranno esterni all’associazione e conto di farli lavorare attraverso un contratto di prestazione occasionale.
Chiarito questo provo a ripetere la domanda anche alla base di ciò che ho capito.
Su un progetto con una scuola di 1.000,00 euro ommnicomprensivi (50 euro orari per 20 ore) (si consideri che i progetti saranno più di uno nell’arco dell’anno) l’associazione dovrà pagarci
– 90,16 euro di IVA (22% su imponibile di 500,00);
– 14,56 euro di IRES (3% su imponibile di 500,00)
poi ci sono altre imposte. L’IRAP all’8,5% ad esempio?
Poi su questo netto percepito di 895,28 (1000 – 90,16 – 14,56; non ho considerato altre imposte) ho da pagare il professionista diciamo 400,00 euro (20 euro lordi per 20 ore).
L’associazione verserà la ritenuta d’acconto del 20% (80 euro) e al professionista andrà un netto di 320 euro.
Ora la restante cifra di 495,28 andrà nelle casse dell’associazione e le domande sono:
tale cifra può essere divisa in parte tra i soci?
In altre parole un associato poi può ricavare qualcosa per la sua attività?
C’è un massimale? C’è un minimale? Può illuminarmi su questo aspetto?
Mi scuso della prolissità ma spero che il ragionamento sia chiaro e possa capire i miei quesiti.
Cordialmente
Michele
Buongiorno Michele. Andiamo con ordine:
– non è in alcun modo (ed in nessuna misura) possibile distibuire direttamente/indirettamente utili/avanzi di gestione tra soci di un’Associazione, poichè questo sarebbe in espressa violazione di divieto di distribuzione di utili, previsione che deve necessariamente caratterizzare, nella forma e nella sostanza, gli Enti di tipo associativo (http://www.tuttononprofit.com/2013/07/cosa-significa-divieto-di-distribuzione.html);
– i proventi derivanti dallo svolgimento di attività commerciali da parte di un’Associazione, se in regime 398/91, prevedono sotto il profilo delle imposte dirette il versamento di IRES ed IRAP con aliquota ordinaria nella misura del 3% dell’imponibile commerciale, mentre per quanto riguarda l’IVA il solo versamento del 50% di quella incassata (e dunque nel Suo esempio, a fronte di un IVA incassata complessiva pari a 90.16 euro quella da versarsi ammonta a 45.08).
Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve signor Stefano,
e grazie ancora per le risposte. Mi sono tolto il primo dubbio riguardante la portata delle imposte che non mi sembra eccessiva (IRAP e IRES al 3% e IVA al 50% di 22%). Pensavo peggio.
Il secondo, quello più spinoso, riguarda la distribuzione dell’utile rimasto.
In questo caso la mia domanda è questa:
Fermo restando che non è un’attività fatta per guadagnarci (nel senso che non ci vivi con l’utili prodotto dall’associazione perché si tratta comunque di cifre esigue) un membro di un’associazione può retribuirsi attraverso regolare contratto (che sia di prestazione occasionale o con partita IVA)?
Ovviamente non tutta la cifra intera ma lasciando qualcosa all’associazione?
Tornando all’esempio di prima, che so, 350 lordi al sottoscritto (con regolare versamento di imposte) e 150 all’associazione?
C’è un limite o un massimo da lasciare in questi casi? C’è un buon costume da seguire?
Ringraziandola nuovamente
saluto cordialmente.
Michele
Buongiorno. Come indicato nella precedente risposta non è in alcun modo (ed in nessuna misura) possibile distibuire direttamente/indirettamente utili/avanzi di gestione tra soci di un’Associazione, poichè questo sarebbe in espressa violazione di divieto di distribuzione di utili, previsione che deve necessariamente caratterizzare, nella forma e nella sostanza, gli Enti di tipo associativo. In questa linea non esistono limiti minimi/massimi da rispettare, poichè la distribuzione di utili è, per legge, vietata. Ciò non significa che non possano essere compensati coloro che prestano la propria opera per l’Ente (http://www.tuttononprofit.com/2013/07/cosa-significa-divieto-di-distribuzione.html), ma che non è possibile distribuire gli avanzi tra i soci (http://www.tuttononprofit.com/2013/09/compensi-ai-soci-di-una-associazione-e.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve signor Stefano,
Perfetto! Tutto chiarissimo.
Quindi, secondo ciò che è scritto nell’articolo, basterà dimostrare che un membro associato non venga retribuito per la carica in se ma per un lavoro effettivamente svolto.
Nel mio caso c’è sicuramente un lavoro amministrativo e formativo effettivamente svolto su ogni progetto e quindi non credo ci siano problemi in merito anche perché, qualora non dovessi svolgere io quel lavoro di ricerca bandi e di invio delle domande di partecipazione alle scuole, dovrei reclutare qualche collaboratore esterno per farlo.
Il problema a questo punto riguarda la questione contratto. Nel senso che se assumo un collaboratore esterno allora io lo metto sotto contratto attraverso l’associazione firmando a nome di questa.
Ma se mi assumo da solo, onestamente e quantificando le ore di lavoro e scorporando ciò che c’è da lasciare all’associazione, la cosa crea sicuramente una sorta di conflitto di interessi…
E allora come posso assumermi io con regolare contratto (che si di prestazione occasionale o attraverso altra forma anche con partita IVA) per un lavoro effettivamente svolto? Devo solo sperare che qualcuno non abbia sospetti in merito perché può pensare che io mi paghi solo per il fatto di essere nell’associazione? O non c’è anche qui una regola precisa?
Ringraziandola ancora una volta
saluto cordialmente
Michele
Buongiorno. Non esitsono regole diverse o più precise rispetto a quella indicata, che prevede il divieto di distribuzione di utile. Certo potrà porre in essere atalune cautele, magari concordate con il consulente che Vi assiste, ma le reogle da rispettare rimangono quelle indicate. Cordialità, Stefano Bertoletti
Grazie mille.
E’ stato esaustivo e gentile.
Cordialmente
Michele
Buongiorno in una associazione ricreativa per bambini minorenni accompagnati dai genitori chi saranno i soci a cui verrà rilasciata la tessera? Il minorenne o va fatta al genitore o famiglia? La tessera puo essere a vita senza necessita di ripagare la quota sociale ogni anno?
Grazie
Buongiorno. Premesso che occorrerebbe verificare sullo statuto sociale (che contiene le regole alla base della vita associativa) la durata della qualifica di socio (che, di norma, è annuale), la qualifica di “socio” deve essere attribuita a colui che, compilata la domanda di ammissione, effettivamente partecipa alle attività promosse ed organizzate dall’associazione. Se poi trattasi di minorenni ciò significa che non potranno votare in occasione delle assemblee sociali, ma nulla di più. Segnalo quindi in proposito un nostro specifico articolo di approfondimento: http://www.tuttononprofit.com/2016/10/associazioni-non-profit-e-falsi-miti-facciamo-chiarezza.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera ho letto sul vs sito non ricordo dove circa la scalabilità delle associazioni. E’ veramente tutto cosi semplice cioè io oggi costituisco una associazione con i miei familiari, apporto denaro per acquistare attrezzature ristrutturare spazi etc etc dopo cinque anni i soci decidono di mettersi insieme e prendere loro la direzione dell’associazione. E’ cosi realmente?
Volevo sapere eventualmente posso acquistare tutte le attrezzature come privato e darle in noleggio all’associazione? Grazie e saluti
Buongiorno. Le Associazioni, in quanto “enti di tipo associativo”, sono intrinsecamente di “proprietà” di tutti i soci, che sono pertanto chiamati, periodicamente, ad eleggere un consiglio direttivo che amministri l’Ente (ATTENZIONE: essere Presidente di un’Associazione non significa che i beni dell’Associazione sono beni del Presidente). Ciò premesso se un soggetto decide di effettuare un prestito infruttifero all’associazione ne resterà comunque creditore anche quando il consiglio direttivo/presidente dovesse cambiare (http://www.tuttononprofit.com/2013/05/anticipo-eo-prestito-infruttifero-da.html). E’ infine possibile, sotto il profilo tecnico, un noleggio di attrezzature, fatto salvo il rispetto del divieto di distribuzione di utili (http://www.tuttononprofit.com/2013/07/cosa-significa-divieto-di-distribuzione.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, avrei un po di domande da farle, rappresento un’associazione culturale, il Comune ci ha dato in concessione un parco pubblico e vorremmo tra le tante cose aprirci anche un piccolo snack-bar, oltre alle richieste igienico/sanitarie, quali adempimenti ci sono come associazione? Le voci spese da inserire tra le uscite, devono essere documentate (fattura- scontrino-ricevuta) o va bene solo inserire l’importo e la voce spesa? La quota associativa deve essere fissa o si può chiedere un’offerta volontaria? grazie
Buongiorno. Per somministrare alimenti e bevande, oltre al rispetto dei requisiti igienico-sanitari ed al possesso dei titoli abilitativi alla somministrazione (ex-REC e licenza) occorre che l’Ente sia titolare di partita IVA e qualifichi i relativi incassi come commerciali, versando su di essi imposte ed IVA alle scadenze e secondo gli importi previsti dal regime fiscale di riferimento (http://www.tuttononprofit.com/2014/12/legge-39891-il-regime-fiscale-agevolato-enti-non-profit-associazioni-societa-sportive.html). Ciò premesso sarà necessario che tutte le uscite siano documentate attraverso idonee pezze giustificative (fatture) e che la somministrazione avvenga nei limiti di quanto concesso dalla licenza. Cordialità, Stefano Bertoletti
grazie mille, ma non ha risposto ad una domanda; la quota associativa annua che ogni socio deve versare, deve essere fissa o si può chiedere un’offerta volontaria? grazie per la disponibilità
Buongiorno. La quota associativa è opportuno che sia di importo uguale per tutti (per facilitare la “prova” del rispetto del principio di uguaglianza): in ogni caso l’Ente potrà incassare donazioni/contributi liberali. Cordialitàù, Stefano Bertoletti
Buonasera
Vorrei aprire una asd in un paese in cui io non ho la residenza, ma per vari vantaggi che mi spetterebbero preferirei mettere la sede legale nel paese in cui intendo operare.
E’ possibile dunque mettere come sede legale una casella postale presa in affitto a mio nome?
Grazie
Buongiorno. Nel caso prospettato, se possibile, di certo sarebbe più opportuno intestare il contratto di locazione direttamente in capo alla costituenda ASD; in alternativa occorrerà disciplinare il rapporto fra il titolare del contratto di locazione e l’ASD che ne utilizzerà gli spazi (ovviamente se reso possibile dall’originario contratto di locazione). Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve,
sono il presidente di una Asd che promuove le Arti Marziali nel comune di Pistoia.
Attualmente stiamo valutando l’affitto di un fondo di circa 200 mq e il mio ingegnere di riferimento sostiene che saremmo costretti ad avere 3 spogliatoi con docce (uomini-donne-istruttori) e uno di questi (istruttori) adibirlo con bagno handicap.. in tanti anni che lavoro nelle “palestre” di altre asd non ho mai visto tale scenario che invece ho visto in S.r.l. di wellness o fitness..
potete chiarirmi la questione?
grazie
Buongiorno. Occorre verificare le prescrizioni del Comune in materia, tenendo conto che gli adempimenti di una ASD piuttosto che di una SSD in termini di conformità dei locali non possono che essere i medesimi. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve,
un qualsiasi socio (fondatore o ordinario) che richiede di controllare i documenti fiscali dell’associazione può farlo avvalendosi di un commercialista estraneo all’associazione?
Permetto che l’associazione ha già un proprio commercialista designato.
E se lo stesso socio avesse inviato atto costitutivo e statuto al suddetto commercialista senza richiedere il permesso al presidente?
Buongiorno. Ogni socio è legittimato, ovviamente, a prendere visione/consultare i documenti sociali, siano essi atto costituivo e statuto piuttosto che la contabilità o le pezze giustificative a sostegno dei conti dell’Ente, facendone l’uso che ritiene più opportuno, chiaramente nei limiti del mandato conferito al Vostro attuale consulente. Cordialità, Stefano Bertoletti
salve, sono presidente di un’assoc. ludico ricreativa composta da 5 soci fondatori, ma 3 di questi hanno chiesto le dimissioni e siamo rimaste in 2, volevo chiedere se è possibile continuare così o ….quali passi altrimenti? grazie
Buongiorno. Dal ruolo di “soci fondatori” non ci si può dimettere, nel senso che i fondatori rappresentano i “costituenti” dell’Ente, che per sempre saranno i soggetti dalla cui idea/volontà è “nato” l’Ente. E’ però possibile che un socio fondatore, componente del Consiglio Direttivo o semplice “socio ordinario”, decida di rassegnare le proprie dimissioni: in tal caso occorrerà verificare le previsioni statutarie in caso di dimissioni e, qualora si trattasse di uno o più componenti del CD le cui dimissioni causano la decadenza dell’intero Consiglio sarà necessario convocare un’assemblea sociale straordinaria avente all’ordine del giorno l’elezione di un nuovo Organo Direttivo. Segnalo in proposito un nostro articolo specifico sul tema: http://www.tuttononprofit.com/2013/10/recedere-dalla-qualifica-di-socio-in.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
grazie e complimenti per la celerità
Buongiorno, dopo aver redatto il verbale accettando le dimissioni dei 3 soci, ora siamo rimaste in 2 e dalla risposta precedente ho capito che devo fare un’assemblea straordinaria per introdurre i nuovi soci, ma questi potranno essere soci fondatori? e come? devo comunicare i cambiamenti all’agenzia delle entrate? grazie
Buongiorno. La procedura di iscrizione prevede la presentazione di una domanda da parte dell’aspirante socio che dovrà essere valutata dal Consiglio Direttivo al fine di formalizzarne l’accettazione mediante apposito verbale. In esito alla corretta acquisizione della qualifica di socio il nuovo socio potrà candidarsi a rivestire una carica sociale (ma di certo non potrà essere un socio fondatore, a fronte delle considerazioni di cui alla mia precedente risposta). Segnalo quindi in proposito alcuni nostri articoli specifici di approfondimento: http://www.tuttononprofit.com/2015/11/procedura-di-ammissione-socio-controllate-lo-statuto-della-associazione.html e http://www.tuttononprofit.com/2013/09/come-gestire-la-domanda-di-ammissione.html. In caso poi di variazione del Presidente/CD occorrerà comunicare in Agenzia Entrate le modifiche attraverso appositi modelli (AA5/6 o AA7/10 ed eventualmente EAS). Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera, innanzitutto complimenti per la completezza e chiarezza del sito, delle risposte e di tutto quanto ho visto stasera; ero in “giro” in internet per trovare una risposta al quesito che farò a Voi ed ho trovato “tuttonoprofit” quindi:
sono socio, responsabile della comunicazione (mi dicono direttore…), di un’associazione no profit, nata circa tre anni fa, che si occupa principalmente di tutto quello che riguarda l’area dove risiede (il Cilento -SA): arte, artigianato, enogastronomia, eventi e turismo; ebbene poiché non riesco a trovare la cartella con i libri sociali già da qualche giorno, ho il brutto presentimento che qualcuno abbia potuto rubarla dalla macchina (qui abbiamo ancora l’abitudine di lasciare le macchine aperte…), continuerò a cercare ma se poi non riuscissi a trovarla cosa dovrei fare? Sporgere denuncia all’autorità del luogo dove penso sia avvenuto il furto? Poi come bisognerà procedere? In attesa di gradita risposta ringrazio e saluto cordialmente.
Pantaleo
Buongiorno. A fronte di quanto indicato occorre che il Presidente/Consiglio Direttivo proceda con urgenza a denunciare il fatto (anche poichè in caso di verifica fiscale occorrerebbe poter spiegare le ragioni della mancata consegna dei registri verbali). Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, vorrei sapere se in una ssdrl possono esistere studi medici per professionisti come il fisioterapista o il massaggiatore, il massoterapista, il nutrizionista o lo psicologo.
Se non possono, come posso fare per aprire un centro dove coesisterebbe sia l’allenamento che la cura senza farmi schiacciare da un 60% di imposte?!?
Buongiorno. Premesso che la costituzione di un Ente Sportivo (sia esso una ASD o una SSD) deve essere motivata in via principale dal raggiungimento di una finalità ideale e non lucrativa e non da una motivazione economica (segnalo in proposito due nostri articoli specifici: http://www.tuttononprofit.com/2013/07/cosa-significa-divieto-di-distribuzione.html e http://www.tuttononprofit.com/2016/03/perche-costiuire-associazione-cosa-comporta-come-deve-essere-gestita.html), è possibile che un Ente sportivo collabori con soggetti terzi (siano essi medici, psicologi, fisioterapisti, …) ma non potrà erogare direttamente queste attività, sia perchè riservate a professionisti del settore e sia perchè trattasi di un Ente Sportivo, e non di un medico o fisioterapista ecc … Qualora reputasse opportuna un’assistenza diretta per la verifica della fattibilità del Suo progetto con piacere resto a disposizione (stefano@movidastudio.it). Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera volevamo aprire un associazione ricreativa per bambini da 3 a 10 anni in un capannone coperto e avevo bisogno di chiedere:
I componenti mi sembrano essere minimo, uno puo anche essere residente all’estero?
Se il canannone e’ catastalmente industriale ci si puo sempre avvalere della legge 383?
I finanziamenti inizialii dei soci possono essere recuperati dai soci e/o possono essere imputati come costi?
Grazie.
Buongiorno. Se viene costituita un’associazione in Italia con sede all’interno del territorio nazionale questa soggiacerà alle leggi italiane, indipendentemente dalla residenza di uno o più dei fondatori/componenti del consiglio Direttivo. Quanto invece alla destinazione d’uso, questo il dettato dell’art. 32 co. 4 della legge 383/2000 intitolata “Disciplina delle associazioni di promozione sociale”: “La sede delle associazioni di promozione sociale ed i locali nei quali si svolgono le relative attività sono compatibili con tutte le destinazioni d’uso omogenee previste dal decreto del Ministro per i lavori pubblici 2 aprile 1968, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 97 del 16 aprile 1968, indipendentemente dalla destinazione urbanistica”. Questo, infine, un nostro approfondimento in tema di prestito infruttifero: http://www.tuttononprofit.com/2013/05/anticipo-eo-prestito-infruttifero-da.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera,
faccio parte di un gruppo di persone che provengono da un paesino di montagna, facciamo alcune feste durante l’anno tra di noi e adesso vorremmo regolarizzare la cosa creando un associazione per poter dar luce al paese.Siamo orientati sulla fondazione di un circolo anspi , io però vorrei informarmi meglio per prendere la decisione migliore.
Mi si è aperto un mondo non del tutto chiaro però, meglio pro loco?o altri circoli?
Spero di essere pertinente con la natura del blog
Grazie
Buongiorno. I termini “associazione” e “circolo” sono sostanzialmente sinonimi, e ciò in ragione del fatto che entrambi presuppongono la costituzione di un Ente di tipo associativo. “ANSPI” (così come tanti altri) rappresenta invece un’associazione di secondo livello cui è possibile che l’Ente che intendete costituire si affili per poter beneficiare dei vantaggi connessi all’iscrizione. Ciò premesso occorre in ogni caso individuare a monte in maniera precisa e puntuale le Vostre finalità sociali ideali (http://www.tuttononprofit.com/2016/03/perche-costiuire-associazione-cosa-comporta-come-deve-essere-gestita.html), e ciò al fine di predisporre lo statuto dell’Ente nella maniera più aderente possibile ai Vostri scopi istituzionali (che da quanto leggo legittimano la costituzione di un’associazione per la promozione del territorio). Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, Sono il Presidente di un Associazione di promozione sociale di Roma, che si occupa del recupere e insegnamento di vecchi mestieri. La mia domanda è: la tassa sui rifiuti va pagata o le associazioni usufruiscono di uno sconto.
Grazie anticipatamente
Buongiorno. Premessa la necessità di verificare le disposizioni comunali sul punto, non mi risultano, ad oggi, riduzioni di sorta per le APS in relaizone al tributo in questione. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
sono la segretaria di un’associazione non profit che si occupa dell’addestramento di unità cinofile nell’attività di ricerca dispersi.
I nostri proventi derivano tutti dal tesseramento dei soci e da eventuali donazioni.
Con l’arrivo dell’estate vorremmo far realizzare ad una serigrafica delle magliette con il logo della nostra associazione da vendere ai nostri soci a qualche euro in più rispetto a quanto ci sono costate.
Il ricavato contriburrà al sotenimento delle nostre attvità.
Dal punto di vista legale è possibile questo tipo di rivendita?
Grazie mille
Buona giornata
Buongiorno. La cessione di beni novi prodotti per la vendita (ex art. 148 TUIR n. 4) si configura sempre come attività commerciale per un Ente di tipo associativo. Ciò significa che è possibile che venga posta in essere, ma nel rispetto delle previsioni e dei requisiti di riferimento:
– l’ente deve essere titolare di partita IVA (http://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html);
– occorre adempiere agli obblighi contabili e dichiarativi connessi al regime fiscale di riferimento (http://www.tuttononprofit.com/2014/12/legge-39891-il-regime-fiscale-agevolato-enti-non-profit-associazioni-societa-sportive.html);
– ex art. 149 TUIR “Indipendentemente dalle previsioni statutarie, l’ente perde la qualifica di ente non commerciale qualora eserciti prevalentemente attività commerciale per un intero periodo d’imposta”.
Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, sono il presidente nonché legale rappresentante di un’associazione di tipo non profit che conta tra i 120 e i 170 soci ogni anno. La nostra principale attività consiste nel preparare unità cinofile da soccorso per UCIS e Protezione Civile. Come ulteriore attività c’è quello di sensibilizzare i cittadini al mondo cane fornendo loro diverse giornate di educazione “interna” dove alcuni soci più esperti mettono a disposizione volontariamente le proprie conoscenze. In pari a queste attività, a volte, abbiamo esigenza di docenti esterni, ad esempio per determinati weekend, che chiaramente chiedono un corrispettivo economico. Come dobbiamo comportarci fiscalmente perché la somma da pagare all’esperto sia divisa tra i partecipanti a quelle determinate giornate di formazione?
Grazie
Cordiali saluti
Buongiorno. Se l’Ente organizza e promuove il corso occorre che individui un costo di partecipazione all’attività che dovrà essere pagato dai soci all’Ente stesso, dopodichè potrà pagare la fattura/parcella del professionista/collaboratore che ha erogato l’attività. In aletrnativa può “mettere in contatto” direttamente i propri soci con il professionista/collaboratore, il quale richiederà ad ognuno il compenso che ha stabilito per la prestazione resa. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, grazie del chiarimento.
Se ho capito bene nel registro contabile, sotto le uscite apparirà la voce “Corso con docente XXX EUR -300,00”. Mentre sotto le entrate apparirà per esempio la voce “Contributo per corso 12 partecipanti EUR +300,00”.
Nel caso il docente richieda anche un rimborso spese di vitto e alloggio sarà difficile calcolare in anticipo e dividere esattamente la quota totale tra i partecipanti.
È legale poter raccogliere un contributo maggiore alla spesa effettiva sostenuta? Come è corretto segnare nel registro contabile?
Grazie, cordiali saluti
Buongiorno. I denari richiesti dall’Ente rappresentano il corrispettivo per la partecipazione all’attività dallo stesso organizzata e promossa, e non il “rimborso” per le spese sotenute dal docente. Nulla osta alla circostanza che l’incasso proveniente dai soci ammonti, ad esempio, a 1000 euro, e che il “costo” del docente, sostenuto dall’associazione, sia di 200 euro. Da una parte occorrerà segnalare l’incasso delle quote attività versate dai soci, dall’altro l’uscita per la prestazione del collaboratore/professionista. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, sono Presidente di una Onlus con solo codice fiscale che svolge la sua attività nel settore dell’assistenza sociale e socio-sanitaria nei confronti di persone con gravi disabilità.
In particolare forniamo servizi alla persona a titolo completamente gratuito.
Come da Statuto offriamo anche un servizio di assistenza fiscale nella compilazione della dichiarazione dei redditi a disabili che non hanno possibilità di recarsi presso un caf.
A tale proposito volevo sapere:
1)Con il caf che si occuperà dell’elaborazione delle dichiarazioni dobbiamo stipulare una convenzione? Se si quale procedura dobbiamo seguire? Dove posso trovare un modello che fa al caso nostro? La convezione dev’essere registrata?
2)Dato che per il disabile la dichiarazione sarà gratuita il caf emetterà una fattura di importo pari ad Euro 0,00 all’utente. L’associazione però dovrà sopportare un costo di 15,00 Euro per l’elaborazione di ogni dichiarazione che verrà fatturata dal caf all’associazione.
Come possiamo rendicontare tale uscita?
E’ sufficiente specificare il tutto con Verbale del Consiglio Direttivo e allegare alla prima nota il certificato di disabilità, la fattura del caf al disabile di importo pari a Euro 0,00 e la fattura del caf all’associazione con il numero e l’importo totale delle dichiarazioni fatturateci?
3)Abbiamo altri obblighi quali dichiarazione iva e dichiarazione dei redditi anche se per l’associazione si tratta di attività istituzionale?
Ringrazio anticipatamente per la vostra attenzione e disponibilità.
I migliori saluti.
Buongiorno. Rispondo per punti ai suoi quesiti:
1) è possibile, ma non obbligatorio, che venga sottoscritta con il CAF una convenzione (non soggetta ad obbligo di registrazione) all’intenro della quale deifnire i temrini del vostro accordo;
2) nella contabilità dell’Ente occorrerà inserire la pezza giustificativa a sostegno del pagamento effettuato, evidente (sarebbe preferibile) anche dall’estratto conto e non pagata in contanti;
3) gli obblighi dichiarativi (UNICO, …) scattano nel momento in cui l’Ente eserciti anche attività di natura commerciale (http://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html) oltre a quella istituzionale, per la quale ad oggi non esistono obblighi specifici.
Cordialità, Stefano Bertoletti
La ringrazio tantissimo per la risposta.
Un saluto.
Eleonora.
buongiorno,
chiedo gentilmente un’informazione :
– l’associazione no profit è obbligata a nominare il tesoriere o può essere svolto dallo stesso presidente?
– il tesoriere può essere scelto tra i soci o deve essere scelto tra i membri del consiglio direttivo?
grazie in anticipo
Buongiorno. Premessa le necessità di verificare le previsioni statutarie sul punto, se viene istituita il ruolo del tesoriere occorre che questo sia un componente del consiglio direttivo (http://www.tuttononprofit.com/2013/10/definizione-e-ruolo-dei-componenti-i.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera, sono tesoriere di un’associazione no profit. mi sono trovata a dover eseguire un rimborso chilometrico ad una persona che viene dalla liguria ma non so come fare per darle i soldi. questa persona deve emettere una ricevuta con ritenuta d’acconto?grazie
Buongiorno. Premesso che non è ammessa la correspensione di un rimborso chilometrico per la trasferta “casa-associazione”, ma esclusivamente per trasferte effettuate in nome e per conto dell’Ente stesso, segnalo un nostro approfondimento specifico in materia: http://www.tuttononprofit.com/2014/04/rimborsi-spese-e-indennita-chilometriche-per-gli-sportivi-dilettanti.html. Ad ogni modo nell’ipotesi prospettata non si rientra nel caso di ritenuta d’acconto, e ciò in ragione del fatto che trattasi, a quanto leggo, di un rimborso analitico a piè di lista, per il quale è sufficiente predisporre un riepilogo analitico dei costi sostenuti (tabella ACI, con relativo costo chilometrico), con allegate eventuali pezze giustificative specifiche (telepass, …). Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
avrei bisogno di avere informazioni in merito alle associazioni. Il mio cliente vorrebbe avviare una attività per intrattenere i bambini con i gonfiabili, è possibile inquadrarla come ASD (e quindi essere sottoposto alla L. 398/91) o in quale altro modo?
Eventuali sponsorizzazioni da affiggere all’interno del capannone in cui si svolgerebbe l’attività devono provenire da soci o anche da terzi che abbiano intenzione di farsi pubblicità?
Possono frequentare l’associazione solo i bambini tesserati?
Ringrazio fin da ora per l’attenzione
Cordiali saluti
Buongiorno. Premesso che l’ultima delibera CONI ha prorogato al primo gennaio 2018 il termine per la “bonifica” del Registro CONI di tutti gli Enti che non promuovono attività ritenute sportive dallo stesso CONI (http://www.tuttononprofit.com/2017/02/prorogata-al-2018-la-bonifica-del-registro-coni-secondo-le-previsioni-della-delibera-1566-2016.html), indipendentemente da ciò l’attività immaginata (“intrattenere i bambini con i gonfiabili”) non può nemmeno ora essere ritenuta quale “sportiva dilettantistica”. Ricorrendone i presupposti potrà eventualmente essere ritenuta un’attività propria di un’associazione culturale e ricreativa, fatto salvo però il rispetto di alcuni prerequisiti fondamentali (http://www.tuttononprofit.com/2016/03/perche-costiuire-associazione-cosa-comporta-come-deve-essere-gestita.html). Qualora il progetto fosse poi configuarbile nella forma di ente di tipo associativo senza finalità di lucro, questo potrà eventualmente esercitare anche attività commerciale (verso non soci), come chiarito qui: http://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buona sera, mi chiamo Paolo, la domanda è questa: se nella mia associazione di volontariato che opera sul sociale e sulle emergenze di tipo sanitario e di protezione civile ; il consiglio direttivo non applica le regole dello statuto e del regolamento interno, e più precisamente ,non rispetta la scritture dei verbali durante le riunioni o assemblee, o come in questo momento del rinnovo del consiglio direttivo , non ha istituito di fatto l’ufficio elettorale e si fa le elezioni chiuso in una stanza e decidono loro , a chi posso interpellare per denunciare tutto ciò?
Buongiorno. Il suggerimento è quello di contattare un legale affinchè possa predisporre e depositare un esposto, sulla base dei dati da Voi forniti, alle Autorità competenti. Cordialità, Stefano Bertoletti
buongiorno mi chiamo Simona ho il diploma magistrale vorrei avere maggiori informazioni
Buongiorno Simona. Come possiamo esserLe utili? Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, sono un consigliere di una ONLUS, a Gennaio scorso abbiamo avuto la scadenza del consiglio direttivo (incarica biennale) e di conseguenza le nuove elezioni, ho scoperto che, la segretaria non ha invitato alla assemblea generale molti soci, sia in regola con l’iscrizione che quelli non in regola ma, che potevano farlo il giorno della assemblea, al di sopra del nostro statuto che prevede l’obbligatorietà del C.D di invitare tutti i cosi, si possono considerare brogli questi comportamenti ai fini del codice civile?
grazie
Buongiorno. E’ ovvio che le disposizioni statutarie, ed in maniera particolare quelle relative alla modalità di convocazione/gestione delle assemblee sociali, debbano essere rispettate: in difetto, infatti, sarebbe possibile per i soci impugnare il verbale con il quale è stato nominato il nuovo CD per violazione delle disposizioni statutarie, convocando una nuova assemblea sociale (questa volta seconodo le regole dello statuto) avente all’ordine del giorno l’elezione di un nuovo organo direttivo. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, faccio parte di un associazione culturale che fornisce un servizio ludico ricreativo per bambini dai 3 anni in su. Non abbiamo partita iva in quanto i nostri servizi sono rivolti esclusivamente ai nostri associati e non somministriamo cibo o bevande. Secondo il dcr 84 2007 della regione veneto chi offre un servizio ludico ricreativo / ludoteca deve comunicare l inizio attività al suap . Nel nostro caso dobbiamo comunicare l inizio dell attività? Per quanto riguarda i requisiti professionali cosa serve operando come associazione?Grazie.
Buongiorno. Il suggerimento è quello di contattare direttamente il SUAP rappresentandogli la Vostra natura giuridica al fine di individuare, in funzione delle leggi regionali, gli adempimenti cui siate o meno tenuti. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera,
ho un piccolo nido in appartamento che gestisco come associazione.
Vorrei aprire un altro spazio per fare corsi a bambini e genitori . Sono anche insegnante di massaggio infantile e counselor.
E’ possibile gestire il tutto come associazione?
L’associazione in questo caso avrebbe due sedi, due spazi per le diverse attività. E’ consentito?
e ultima domanda, posso utilizzare i “fondi” dell’associazione attuale per questo nuovo spazio ? risulterebbe comunque attività dell’associazione e quindi è consentito?
grazie
Buongiorno. Nulla osta alla circostanza che un’associazione abbia una sede legale ed una (o più) sedi operative: ovviamente i denari incassati dall’Ente potranno essere utilizzati per l’organizzazione e gestione di tutte le attività sociali promosse. Relativamente a queste ultime, infine, occorrerà verificarne la coerenza con l’oggetto sociale dell’Ente e, qualora non vi rientrassero ma fossero comunque coerenti con le finalità ideali che necessariamente devono caratterizzare un’associazione, potrete eventualmente sottoporre all’assemblea l’ipotesi di modifica dello statuto sociale (http://www.tuttononprofit.com/2014/06/associazioni-non-profit-come-modificare-lo-statuto-sociale-parte-1.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
salve,
abbiamo costituito un’associazione culturale senza scopo di lucro, con il solo codice fiscale (no partita iva). dobbiamo fare il modello EAS?
grazie
Buongiorno. Le segnalo il nostro ultimo articolo specifico in materia di modello EAS nel quale può trovare specificati i casi di esonero dall’obbligo di invio: http://www.tuttononprofit.com/2016/03/modello-eas-per-associazioni-ed-enti-non-profit-ecco-tutto-quello-da-sapere.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno siamo una onlus con personalità giuridica abbiamo con relativo contratto fatto un prestito per mancanza di liquidità ad una onlus di volontariato, il prestito è stato dilazionato in 60 mesi senza interessi , da oggi non ci pagano più e hanno cambiato il presidente , come possiamo riavere il nostro capitale
Grazie in attesa di una gentil risposta
Senaldi Giuseppe
Buongiorno Giuseppe. A quanto leggo occorre impugnare il contratto facendo valere la pretesa della ONLUS nelle sedi opportune (mediante un legale) chiedendo la restituzione del dovuto. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buon giorno, il mio nome è Pietro Luciano Belcastro e vorrei costituire un’associazione culturale senza scopo di lucro, in particolare un club poetico on line dove chi vuole può pubblicare gratis i suoi lavori, con la sola eventuale quota di iscrizione annuale, o come socio sostenitore. Quali sono le procedure da seguire e quali documenti ci vogliono?
Grazie
Belcastro Pietro Luciano
Buongiorno. Ho visto che mi ha inviato il medismo quesito a mezzo mail. Ho dunque già risposto, fornendoLe indicaizoni precise a fronte della richiesta esposta. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera, volevo chiedere il vostro parere sempre molto illuminato in merito ad un dubbio che espongo spero sinteticamente. Abbiamo fatto un accordo per un progetto con la ASL di animazione teatrale (siamo un’associazione culturale in regime di 398) per i loro utenti del dipartimento di salute mentale. Al momento del pagamento della fattura hanno sollevato il problema che i loro sistemi online versano direttamente l’IVA all’agenzia delle entrate. Ciò sarebbe un problema per noi essendo in regime di 398 e vorrebbero risolverlo con una ricevuta fiscale. Ma è possibile per noi considerare questo intervento OPERAZIONE ESENTE ai sensi dell’art. 10 della legge 633/72? Oppure? Grazie e distinti saluti.
Buonasera. Riterrei che la lettura congiunta di alcuni nostri articoli Le possa fornire gli elementi necessari per definire la situazione. Partiamo dal corretto inquadramento del corrispettivo incassato: http://www.tuttononprofit.com/2013/11/associazioni-esenzione-iva-e-tassazione-amministrazioni-pubbliche-e-scuole.html e http://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html. A questo segue l’esonero dell’applicazione dello split payment agli Enti in 398: http://www.tuttononprofit.com/2015/04/split-payment-esonerati-gli-enti-che-sono-in-398-91.html. In altre parole se i denari incassati da un Ente Pubblico, a fronte di idoneo accordo con questo sottoscritto, devono necessariamente essere qualificati come “corrispettivo”, e dunque non come “contributo”, gli stessi dovranno rientrare necessariamente nel novero delle attività rilevanti ai fini delle imposte per l’Associaizone, seppur in assenza di applicazione dal meccanismo dello split payment. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno e grazie per la risposta innanzitutto.
Dunque mi pare di aver capito che sempre nei rapporti con Enti Pubblici il corrispettivo ha natura commerciale a meno che non sia un contributo tout court per l’attività istituzionale. Per cui questo esclude che noi si possa applicare in alcun caso l’art. 10. Non resta che convincere la funzionaria che alla nostra fattura non è applicabile ai sensi della circolare 15/E 13 aprile 2015 Agenzia delle Entrate. Cosa a lei ignota perché dice che “il sistema è in automatico e lei non può derogare” generica e trita affermazione che sempre usano i funzionari pubblici difronte all’ignoto! 🙂
Grazie e cordiali saluti.
Buongiorno, e grazie in anticipo per l’attenzione che darete alla mia domanda.
Siamo un’associazione culturale in regime di 398. Prevalentemente “produciamo” spettacoli teatrali. Ciò premesso, essendo ultimamente sempre più difficile reperire (almeno dalle nostre parti) il registro cosiddetto IVA MINORI, ce lo siamo creati da soli con un foglio excel. Volevo chiedere alcune precisazioni se possibile:
1. Nelle OPERAZIONI ESENTI è giusto considerare le entrate da corsi, laboratori, ecc. tenuti per non-soci ed a eventuali introiti da convenzioni con Enti Pubblici comprese le Scuole sempre inerenti a corsi di formazione artistica?;
2. Quali potrebbero essere nel ns. caso le OPERAZIONI NON IMPONIBILI?
3. Tra le OPERAZIONI NON RILEVANTI AI FINI IVA vanno considerate le quote sociali e le erogazioni liberali o donazioni in denaro?
4. Tra i PROVENTI NON COSTITUENTI REDDITO IMPONIBILE è giusto annoverare entrate da raccolte fondi nei limiti previsti dalle normative?
5. A noi appare naturale non avere PLUSVALENZE PATRIMONIALI: a parte materiali di facile consumo, acquistiamo attrezzature, costumi o stoffe per realizzarli, legno per scenografie ed oggettistica varia… E’ corretto non considerarli tali?
Grazie ancora e cordiali saluti.
Buongiorno. Rispondo per punti:
1 – i proventi corrisposti da non soci per la partecipazione ad attività sociali sono da considerarsi commerciali, idem dicasi i corrispettivi incassati da un Ente pubblico per lo svlgimento di un’attività specifica (segnalo in proposito due nostri specifici articoli di approfondimento http://www.tuttononprofit.com/2013/11/associazioni-esenzione-iva-e-tassazione-amministrazioni-pubbliche-e-scuole.html e http://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html);
2 – ex art 148 TUIR “le attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti”;
3 – corretto;
4 – le raccolte fondi, nei limiti di quanto previsto dalla normativa di riferimento, rappresentano per l’Ente un provento istituzionale;
5 – trattasi, ad esempio, delle plusvalenze derivanti dalla vendita di beni strumentali come le attrezzature.
Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve
è possibile fondare un no profit con un solo socio?
Saluti
Buongiorno. E’ indispensabile la presenza di una pluralità di soggetti (tra i soci fondatori dell’Ente) che vadano a comporre l’Organo Direttivo dell’Associazioni (non meno di due persone). Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve, sono il presidente di una ASD sportiva (scuola di vela) regolarmente iscritta al CONI ed alla UISP con solo codice fiscale.
Vorremmo partecipare ad un bando di un PON emesso da una Scuola , ma vorrei capire se dal punto di vista fiscale per ricevere il compenso forfettario dalla scuola sia sufficiente da parte della ASD emettere solo la ricevuta fiscale nei confronti della scuola.
grazie
Buongiorno. Occorre analizzare il testo del bando al fine di comprendere la natura dei denari corrisposti dalla Scuola, e dunque se trattasi di contributi istituzionli oppure corrispettivi commerciali (segnalo un nostro articolo di approfondimento in materia: http://www.tuttononprofit.com/2013/11/associazioni-esenzione-iva-e-tassazione-amministrazioni-pubbliche-e-scuole.html). Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, volevo gentilmente chiederVi una cosa. Puo’ un locale accatastato c2, quindi come deposito-magazzino, essere la sede e quindi il luogo dove avvengono le attività di una associaassociazione culturale? Grazie mille
Buongiorno. Le attività organizzate e promosse da un Ente di tipo associativo devono essere svolte all’interno di locali la cui destinazione d’uso risulti compatibile con la presenza di persone. Ciò premesso nel caso in esame il suggerimento è quello di rivolgersi al SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) del Comune presso il quale intendete operare. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve
sono socio fondatore di un'associazione culturale e la sede legale dell'associazione è la mia residenza. Per motivi personali è diventato impossibile organizzare un'assemblea per deliberare la modifica dello statuto. E' possibile eliminare la mia associazione eliminando anche la mia sede legale? Se si come devo procedere? Grazie
Buongiorno. Le decisioni relative alla modifica di statuto (http://www.tuttononprofit.com/2014/06/associazioni-non-profit-come-modificare-lo-statuto-sociale-parte-1.html) oppure all'eventuale estinzione dell'assocazione (http://www.tuttononprofit.com/2013/12/procedura-per-chiusura-associazione-non-profit.html), riguardando la straordinaria amministrazione dell'Ente, competono necessariamentente all'assemblea (strordinaria) dei soci. Pertanto occorrerà convocare un'assemblea sociale (non necessariamente presso la sede legale dell'Ente) ponendo all'ODG i punti di interesse, su cui i soci saranno chiamati ad esprimersi. Cordialità, Stefano Bertoletti
una S.R.L. trasformata in una S.S.D. a r. l. ed ora proprietaria dell'immobile dove svolge la sua attività può per volere dei soci ricostituirsi nuovamente in S.R.L. e come può evitare l’obbligo di devoluzione ai fini sportivi del patrimonio
E nel caso di vendita della Società dove i soci sono possessori delle relative quote che rivalutazione hanno quest'ultime
Buongiorno. Premesso che la trasformazione da Ente Commerciale ad Ente Non Profit è attività, per quanto tecnicamente lecita, assai delicata e complessa, per le SSD non è possibile ovviare all'obbligo di devoluzione del patrimonio ai fini sportivi. Infine, in tema di cessione delle quote, preso atto che sul punto esistono differenti correnti di pensiero, secondo le quali alcune lo escludono categoricamente mentre altre le permettono, anche nell'ipotesi in cui si propendesse per accogliere la tesi in forza delle quali le quote di una SSD siano cedibili, queste non potranno in ogni caso essere cedute se non al valore nominale effettivamente versato, dal momento che differentemente palese sarebbe la violazione del divieto di distribuzione di utili, previsione che deve necessariamente caratterizzare gli Enti senza finalità di lucro, ivi incluse le SSD. Segnalo quindi per completezza il nostro ultimo articolo di approfondimento sul tema: http://www.tuttononprofit.com/2015/12/srl-sportive-dilettantistiche-ed-associazioni-sportive-alcune-riflessioni-per-espresso-online.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve sono un ragazzo che vuole creare un'associazione culturale di promozione della cultura giapponese. Organizzeremo eventi di scrittura, cerimonia del the, e assaggio di prodotti tipici giapponesi comprati da internet. La mia domanda è: è possibile vendere questi prodotti agli associati (come se li avessimo ordinati tutti insieme e quindi senza rincari)?
È possibile organizzare eventi di degustazione sotto corrispettivo di un prezzo?
Tengo a precisare che possiedo haccp e sab. In attesa di una risposta le auguro cordiali saluti
Buongiorno. I proventi incassati dalle "cessioni di beni nuovi prodotti per la vendita" ex art. 148 TUIR (indipendentemente da eventuali rincari o meno) si considerano sempre commerciali, e pertanto al fine di poter ricevere detti corrispettivi occorre che l'Ente sia titolare di partita IVA e versi imposte/IVA alle scadenze e secondo gli importi stabiliti dal regime fiscale di riferimento. Segnalo quindi un nostro specifico articolo di approfondimento sul tema: http://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html. Per quanto riguarda infine la somministrazione di alimenti e bevande, fatto salvo il rispetto dei requisiti amministrativi ed igienico sanitari (DIA/SCIA e locale a norma), anche detta attività è da considerarsi commerciali, con tutte le implicazioni di cui sopra. Cordialità, Stefano Bertoletti
Grazie per la risposta, per quanto riguarda il pagamento dell'inps? Mettendo caso che è un'attivita commerciale connessa all'ente, bisogna pagare inps oppure il lavoratore puo uscire come volontario?
I proventi commerciali incassati dall'Ente saranno assoggettati a tassazione, e non a contribuzione previdenziale. L'inquadramento del collaboratore, invece, dovrà essere effettato tenendo conto delle modalità di svolgimento della prestazione: se trattasi di un volontario "puro" nulla sarà dovuto, diversamente subentrerà la contribuzione e l'imposizione fiscale specifica per il rapporto contrattuale instaurato. Cordialità, Stefano Bertoletti
Grazie nuovamente per la risposta. L'ultima e con questa chiudo: è possibile quindi creare un'associazione culturale di promozione della cultura giapponese, creare all'interno un'attività connessa commerciale(vendita di prodotti), pagare l'iva su detti prodotti e non pagare l'inps al collaboratore che probabilmente sarà il presidente ? Rispetto ad una normale attività commerciale ce il risparmio di ben 3000 euro di inps o sbaglio? Ciò la rende piu vantaggiosa ne deduco è corretto? Grazie ancora
Il ragionamento deve essere effuettuato in forza del corretto inquadramento e non dell'utilità/risparmio. Se il soggetto preposto presterà la propria opera a titolo gratuito con mero spirito volontaristico per il solo bene del sodalizio e nell'esclusivo interesse di quest'ultimo potrà essere ritenuto un vero e proprio volontario; se invece questo rappresenterà per lui un "lavoro" ne scaturiranno tutte le conseguenze sul piano fiscale e previdenziale. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera ,siamo un gruppo di tre persone che vorrebbero aprire una SSD ,facendo attività di fitness e pesistitica .Vorremmo chiedere quali spese andremo in contro e se il capitale deve obbligatoriamente essere di 10.000 euro o si può versare solo una parte cioè il 25% .Se si la restante parte entro quando si deve versare e se il capitale può essere usato per spese della società.purtroppo non abbiamo molti soldi ma siamo molto motivati a portare avanti questa idea.preferiamo una ssd ad un asd .Attendiamo una sua risposta al piu presto.
distinti saluti
Buongiorno. Rispondo per punti:
– se il capitale sociale stabilito è di 10.000 euro sarà possibile in fase costitutiva procedere con il versamento del 25% dello stesso da parte dei soci secondo la proporzione delle rispettive quote;
– è di certo possibile utilizzare i denari versati per le spese della società, tendo conto che il capitale andrà itegrato a richiesta dell'Organo Amministrativo della Società;
– le spese di costituzione/assistenza per una srl sportiva dilettantistica possono variare a seconda del consulente e delle modalità di supporto professionale prospettate, tenendo conto che nel caso di SSD d'obbligo è l'atto pubblico (con i conseguenti costi notarili).
In caso di necessità restiamo a disposizione. Cordialità, Stefano Bertoletti
Salve
Presiedo da alcuni anni una Associazione che si occupa di Formazione e Informazione su temi di tipo psicologico e rivolge ai soli soci programmi di formazione pluriennali. Inoltre, sempre per i soci, vengono attivate iniziative formative puntuali, servizi per il supporto alle famiglie ed altro ancora. In questo momento la crisi sta limitando molto la disponibilità di tempo e risorse dei pochi componenti il Direttivo a dispetto del fatto che la domanda dei servizi offerti non appare in diminuzione, anzi, ma piuttosto richiede che lo sforzo per contattarla e indirizzarla sia costante, importante, specialistico. Questo richiederebbe a mio avviso la necessità di un supporto esterno che si occupi, nei limiti prescritti dalla legge, della formulazione e realizzazione del materiale informativo e di molte delle strategie e strumenti utili e al reclutamento di nuovi soci e alla promozione del messaggio di fondo, della mission insomma dell'Associazione. Tutto ciò prevede dei costi, ovviamente che quindi come minimo devono essere ammortati. Pongo brevi e sintetiche domande
1) Quali margini di detraibilità e deducibilità hanno i costi sostenuti?
2) Quali sono i costi deducibili e detraibili?
3) Esistono "agenzie" che supportino le Associazioni durante la loro vita per permettere loro di agire conformemente allo Statuto?
4) Dove trovarne traccia?
Se vorrà essere così cortese da rispondermi le sarò molto grato.
Dott.Mario Bianchini
Psicologo, Psicoterapeuta
3488014950
aipacproject@libero.it
studiomariobianchini@gmail.com
Buongiorno, e grazie per la cortese richiesta. Premessa la necessità di rispettare il divieto di distribuzione diretta e/o indiretta di utili/avanzi di gestione (questo il nostro articolo specifico sul punto http://www.tuttononprofit.com/2013/07/cosa-significa-divieto-di-distribuzione.html), nulla vieta che un'associazione si avvalga dell'opera di professionisti/colloboratori al fine di meglio raggiungere il prorpio fine ideale. Alla luce di tale premessa è legittimo che un'associazione decida di sostenere i costi di professionisti/collaboratori/dipendenti necessari per svolgere le attività promosse dall'Ente al fine di perseguire l'obiettivo sociale, con la precisazione che ovviamente detti costi dovranno essere integralmente e correttamente contabilizzati ed inseriti a bilancio. Se dovesse ritenere opportuno/necessario un ulteriore supporto funzionale e verificare le modalità gestionali adottate con piacere restiamo a Sua disposizione. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
Sono il presidente di una ASD, l'associazione gestisce due campi da calcetto, siamo affiliati CSEN e ACSI. Mi servirebbe capire come devo gestire coloro che usufruiscono, dietro il pagamento di un corrispettivo specifico, dei campi. Devo necessariamente iscriverli all'associazione ed inserirli nel libro soci? Devo anche tesserali con l'ente a cui sono affiliato ( sarebbe un costo veramente rilevante) ? Inoltre devo rilasciare una ricevuta ad ogni giocatore o ne basta una complessiva per il campo?
Grazie mille per la disponibilità
Saluti
E.
Buongiorno. In relazione al quesito posto Le segnalo un nostro articolo specifico: http://www.tuttononprofit.com/2016/06/il-noleggio-di-beni-ai-soci-di-una-associazione-e-attivita-commerciale-o-istituzionale.html. Cordialità, Stefano Bertoletti