L’emergenza coronavirus ha sconvolto l’Italia (e non solo), stravolgendo le priorità delle persone ed obbligandole anche ad affrontare problematiche (non sanitarie) che mai avrebbero pensato di dover gestire. Ne sanno qualcosa i gestori di centri sportivi e natatori (palestre e piscine costituite in forma di Associazione piuttosto che di Società Sportiva Dilettantistica) o quelli di Enti culturali Non Profit, che, come se non bastassero le tragiche conseguenze economiche derivanti dalla chiusura forzata imposta il 9 marzo scorso (ad oggi fino al prossimo 3 maggio), per le quali il “Cura Italia” di marzo ha cercato di fornire un aiuto (anche con indennità per autonomi e sportivi), in taluni casi si trovano nella spiacevole situazione di dover gestire richieste di rimborso di abbonamenti già pagati per attività che il Centro, in questo momento, non è nella condizione di poter erogare.
Vediamo quindi come gestire le richieste di restituzione in base alla tipologia del pagamento ricevuto.
Quota associativa: è possibile chiedere il rimborso se l’Associazione è chiusa per il coronavirus?
È usuale (ma non obbligatorio) per le Associazioni richiedere ai propri associati il versamento di una quota annuale di iscrizione, solitamente da pagarsi in un’unica soluzione oppure anche dilazionata nel corso dell’anno sociale ma sempre in esito alla corretta conclusione dell’iter di richiesta. Questo pagamento discende direttamente dalla qualifica di “socio” del sodalizio, potendo dunque godere dei diritti e dei doveri connessi a tale status anche attraverso il sostentamento della stessa Associazione con il sostegno del suo fondo patrimoniale. Posto poi che, secondo le previsioni civilistiche (articolo 37 c.c.) e tributarie di riferimento in materia di agevolazioni fiscali per gli Enti di tipo associativo (articolo 148 TUIR), la restituzione di questo conferimento deve essere vietata (anche per espressa previsione statutaria), va da sé che è da escludersi la possibilità di rimborso della quota associativa (o di parte di essa).
Non solo: qualora il pagamento della quota associativa sia previsto con cadenza periodica, questo sarà da ritenersi in ogni caso dovuto anche nell’ipotesi di temporaneo mancato svolgimento delle attività associative in quanto alle stesse non è comunque direttamente riferibile (essendo connesso alla “qualifica personale”). Sarà l’Organo preposto, in tale caso, a dover stabilire se il mancato versamento costituisca causa di decadenza dalla qualifica di associato e secondo quali termini e/o procedure, senza scordarsi la rilevanza del buon senso, necessario in situazioni di emergenza come quella in essere.
Abbonamento pagato ma centro chiuso per coronavirus: è possibile chiedere il rimborso ad Associazioni Non Profit e SSD?
Il caso più usuale è certamente quello di richieste di rimborso di abbonamenti (mensili, semestrali, annuali e chi più ne ha più ne metta, generalmente attività istituzionale per l’Ente) per attività già pagate ma delle quali il socio (di Associazione) o il tesserato (di Società Sportiva) non può fruire a causa della chiusura forzata degli Enti.
Ebbene, questa fattispecie richiede una precisazione, poichè mentre il “Cura Italia” ha inserito una previsione specifica in tema di spettacoli “a data fissa”, non si è invece espresso sugli abbonamenti per attività sportive (o culturali, a parità di presupposti a monte). In tal caso, infatti, il corrispettivo pagato da un socio/tesserato di ASD/SSD in abbonamento si riferisce alla partecipazione ad “attività sportive dilettantistiche, compresa l’attività didattica” (ex articolo 90 L. 289/2002), e dunque ad un “percorso sportivo” che ha per oggetto l’insegnamento (o il miglioramento, a seconda del livello) di talune discipline sportive, promuovendo dunque stili di vita sani, a vantaggio di ogni praticante e dell’intera collettività.
In questo senso la qualificazione del “percorso sportivo” acquistato “in abbonamento” da un socio/tesserato è evidente che deve avere una sua certa durata nel tempo (per ragioni organizzative), ma allo stesso tempo non è vincolato ad essa, poichè conserva la propria valenza indipendentemente dalla sua collocazione nel tempo, circostanza che rende il pagamento effettuato coerente con il servizio reso indipendentemente dall’ipotesi che di esso si possa fruire a maggio, giugno, luglio … o comunque ad emergenza finita.
A queste condizioni, pertanto, le attività (sportive o meno) promosse non sarebbero vincolate ad una “data”, quanto al raggiungimento di un obiettivo (sportivo e non), che potrà essere posticipato ad un momento successivo alla cessazione dell’emergenza sanitaria ed al venir meno dei divieti imposti, che rendono impossibile la prestazione da parte dei vari Enti.
#SportatHome: un ottimo strumento per non interrompere le attività e “scongiurare” le richieste di restituzione degli abbonamenti
La “deriva tecnologica” subita (principalmente) dalle attività sportive promosse da ASD e SSD in esito alle chiusure forzate per impedire il contagio da coronavirus può certamente rappresentare uno strumento utile a “certificare” la buona fede del Centro Sportivo.
In tali casi infatti, l’Ente che abbia continuato a promuovere le proprie attività, seppur con palinsesti e modalità evidentemente condizionate dall’emergenza, sia per mantenere i contatti attivi con la propria utenza sia per onorare i contratti in essere, potrà rafforzare la propria posizione con la buona fede che evidentemente ne caratterizza l’operato nell’esecuzione della propria obbligazione, scongiurando richieste di rimborso anche grazie all’erogazione gratuita di ulteriori attività, senza intaccare il credito per gli abbonamenti già pagati (fatti salvi diversi accordi tra le parti ovvero previsioni specifiche).
In sostanza, dunque, premessa la necessità di tener conto delle eventuali previsioni contrattuali in essere tra soci/tesserati e l’Ente, sia esso sportivo piuttosto che un’Associazione culturale (futuro ETS, con scadenza per gli adeguamenti statutari posticipata al prossimo 31 ottobre), alle condizioni evidenziate sopra appare giuridicamente sostenibile la posizione di Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche che ritengano di non dar seguito alle richieste di rimborso eventualmente ricevute, e ciò anche in ragione del fatto che alla premesse di cui sopra non appaiono applicabili gli istituti dell’inadempimento, piuttosto che dell’indebito o dell’arricchimento senza causa.
Tutto Non Profit © riproduzione riservata, MOVIDA SRL
Per approfondire consultate i nostri E-Book, le Guide ed iscrivetevi alla newsletter (che tratta di temi fiscali, gestionali, amministrativi e giuridici per SSD, ASD, ETS, ODV ed APS). Account social: Facebook (Movida Studio), Twitter (Movida Studio), Instagram (Movida Studio), Linkedin (MOVIDA SRL) e YouTube (MOVIDA SRL).
Buongiorno,
mia figlia svolge nuoto agonistico c/o Gestisport di Carugate che a causa dell’ emergenza covid si sono trasferiti temporaneamente c/o la piscina di Bresso.
Purtroppo a febbraio 2021 si è ammalata di Coronavirus e prontamente abbiamo inviato comunicazione tramite email e ATS della a positività dell’atleta.
Dopo 15gg è tornata ad essere negativa, ma non ha potuto tornare ad allenarsi perchè (regolamentazione per gli agonisti), doveva ripetere la visita medica per attività agonistica dopo 30giorni dalla data del tampone negativo.
Per questo caso/periodo di malattia dovuta al COVID-19 è possibile chiedere un’adeguamento dell’ultima rata da pagare?
grazie
Buona giornata
Buongiorno. La invito a relazionarsi direttamente con la sturttura sportiva in questione per verificare con essa se/quali misure siano previste alla luce di quanto occorso a Sua figlia. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
noi siamo una piccola ASD di pallavolo, ovviamente da febbraio 2020 tutte le attività sono sospese.
Vorremmo restituire agli iscritti (una trentina circa) una parte della quota associative che hanno pagato all’inizio dell’ultima stagione (2019-2020)
Sappiamo che non si possono dividere gli “utili” tra i soci, è espressamente vietato dal ns. statuto, ma noi riteniamo che questo sia un caso diverso, non è un suddivisione utili ma una restituzione quote in quanto il “servizio” (utilizzo palestra, allenamenti, campionato) non è stato effettivamente dato. Cosa ne pensa? Possiamo procedere alla restituzione delle quote magari con una causale ad hoc tipo “a.s. 2019-2020 storno quota causa Covid”? Grazie
Buongiorno. Premesso quanto indicato nell’articolo in commento, in via generale la quota associativa non è soggetta a restituzione. Se ritenete di voler procedere con una restituzione anche parziale delle quote attività versate potete sicuramente procedere, indicando in causale le ragioni a base dello storno. Cordialità, Stefano Bertoletti
Stimato Stefano Bertoletti,
un socio di un’associazione tennistica che abbia pagato l’annualità all’inizio del 2020 e causa chiusura degli impianti per covid abbia potuto fruire dei campi per soli 6 mesi su 12, può rivendicare una qualche agevolazione per il 2021 ?
Grazie
Buongiorno. Sotto il profilo della quota associativa, in via generale, non sussistono obblighi di rimborso e/o restituzione parziale, anzi, mentre ai fini di eventuali corrispettivi per quote attivià Vi segnaliamo il nostro approfondimento specifico https://www.tuttononprofit.com/2020/04/rimborso-abbonamenti-palestre-per-coronavirus-obbligo-associazioni-societa-sportive.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno
faccio parte di una ASD. Ho ricevuto l’autorizzazione dall’Ente Provincia all’uso dell’impianto sportivo di una scuola, per gli allenamenti, pagando anticipatamente la somma di € 500.00 per il periodo da gennaio a giugno 2020. Purtroppo a causa del COVID non è stato possibile utilizzare la palestra. Posso avere il rimborso dalla Provincia per il periodo che non ho usufruito?
Cordiali saluti
Buongiorno. Occorre esportare la Sua richiesta alla Provincia per verificare se ed in quali termini possa essere rimborsato per la spesa sostenuta. Cordialità, Stefano Bertoletti
Egr. Dott. Bartoletti,
nellla palestra che frequento, il pagamento è diviso tra abbonamento (con durata variabile) e iscrizione con durata 1 anno.
Per il periodo di lockdown, ci ha proposto l’allungamento dell’abbonamento annuale di 75 giorni, per cui il mio abbonamento, che sarebbe dovuto scadere i primi di Settembre, è stato prorogato fino al 15 Novembre. A detta loro, questa “agevolazione” vale però SOLO per l’abbonamento al servizio offerto, mentre l’iscrizione (che ovviamente è stata fatta contestualmete all’abbonamento) non è possibile prolungarla come l’abbonamento in quanto non rientra nel decreto rilancio. Secondo lei è corretto il loro comportamento ?
Buongiorno. Il Decreto Rilancio precisa che in virtù dell’impossibilità di usufruire dei “contratti di abbonamento per l’accesso ai servizi offerti da palestre, piscine e impianti sportivi di ogni tipo” a causa della sospensione dell’attività sportiva, viene riconosciuta agli interessati la facoltà, esercitabile entro trenta giorni “dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”, di richiedere il rimborso di quanto versato per i periodi di sosta, “allegando il relativo titolo di acquisto o la prova del versamento effettuato”. In alternativa, al gestore dell’impianto sportivo sono concessi trenta giorni di tempo dalla presentazione dell’istanza per “rilasciare un voucher di pari valore incondizionatamente utilizzabile presso la stessa struttura entro un anno dalla cessazione delle predette misure di sospensione dell’attività sportiva”. La norma in questione, pertanto, fa esplicito riferimento ai “contratti di abbonamento”, con tutte le relative conseguenze del caso. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
ho appreso oltre la scadenza della richiesta di rimborso, che il corso a cui era iscritto mio figlio è stato soppresso e non si sa se mai verrà riattivato. La società è una ASD.
Mi vorrebbero propinare il solito voucher di 1 anno per altri sport a cui non siamo minimamente interessati.
Abbiamo diritto al rimborso?
Grazie.
Buongiorno. Il Decreto Rilancio precisa che in virtù dell’impossibilità di usufruire dei “contratti di abbonamento per l’accesso ai servizi offerti da palestre, piscine e impianti sportivi di ogni tipo” a causa della sospensione dell’attività sportiva, viene riconosciuta agli interessati la facoltà, esercitabile entro trenta giorni “dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”, di richiedere il rimborso di quanto versato per i periodi di sosta, “allegando il relativo titolo di acquisto o la prova del versamento effettuato”. In alternativa, al gestore dell’impianto sportivo sono concessi trenta giorni di tempo dalla presentazione dell’istanza per “rilasciare un voucher di pari valore incondizionatamente utilizzabile presso la stessa struttura entro un anno dalla cessazione delle predette misure di sospensione dell’attività sportiva”. Accanto a questa previsione di legge, in ogni caso, il buon senso dovrebbe rappresentare il criterio cui ispirarsi per dirimere tutti i possibili casi che non possono ragionevolmente essere normati in un DL. In ogni caso è ragionevole ipotizzare che il centro sportivo debba emettere un voucher senza riduzioni, salvo accordo e consenso dei tesserati, poichè per ritener succedanee le attività è necessario il consenso sul rapporto di equivalenza anche da parte dei tesserati. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
in buona sostanza mi sta dicendo che se da un lato non ho diritto ad un rimborso, d’altro canto non è automatico che le altre discipline offerte dalla società sportiva si possano ritenere valide come sostituto della disciplina soppressa (e difatti è così, anche per motivi medici e non solo per questione di gusti).
Però mi pare che in questo modo arriviamo ad una situazione di stallo. Come ne esco?
Grazie.
Buongiorno. Confermo: lo stallo si potrebbe evitare cercando di “ragionare” con il centro sportivo alla luce di quanto da Lei evidenziato. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
mia figlia di 12 anni fa parte di una squadra di nuoto sincronizzato Propaganda in una Polisportiva S.S.D ar.l.
Gli allenamenti sono stati sospesi per 3 mesi causa Covid poi la Società ha deciso unilateralmente di riprendere le attività, che inizialmente sarebbero dovute terminare a metà giugno, nei mesi di Luglio, Agosto e Settembre per recuperare i mesi persi.
Da notare che sono stati modificati gli orari di allenamento, bisogna presentarsi già con il costume indossato e non è possibile fare la doccia dopo l’attività in piscina.
Ho immediatamente comunicato che per mia figlia non sarebbe stato possibile partecipare a causa di impegni estivi già presi e richiesto un voucher incondizionato per altre attività.
Mi è stato risposto che l’attività del nuoto sincronizzato è ripresa regolarmente e se mia figlia non può partecipare il problema è mio e non della società.
Ho ragione a chiedere un voucher o la società può riprendere le attività nei modi e nei tempi che ritiene opportuno?
Grazie mille
Buongiorno. Premessa la necessità di verificare le previsioni inserite nel contratto sottoscritto tra le parti, il Decreto Rilancio precisa che in virtù dell’impossibilità di usufruire dei “contratti di abbonamento per l’accesso ai servizi offerti da palestre, piscine e impianti sportivi di ogni tipo” a causa della sospensione dell’attività sportiva, viene riconosciuta agli interessati la facoltà, esercitabile entro trenta giorni “dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”, di richiedere il rimborso di quanto versato per i periodi di sosta, “allegando il relativo titolo di acquisto o la prova del versamento effettuato”. In alternativa, al gestore dell’impianto sportivo sono concessi trenta giorni di tempo dalla presentazione dell’istanza per “rilasciare un voucher di pari valore incondizionatamente utilizzabile presso la stessa struttura entro un anno dalla cessazione delle predette misure di sospensione dell’attività sportiva”. Ciò posto il Centro Sportivo potrà sicuramente riprendere nei tempi e nei modi che ritiene opportuni, nel rispetto dei DPCM nazionali nonché delle varie ordinanze regionali specifiche, ma questo non toglie che gli iscritti di un centro sportivo possano ottenere il rimborso di quanto pagato e non utilizzato per la chiusura forzata delle attività sportive, attraverso rimborso o voucher di pari valore. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
Le scrivo per quanto concerne il DL Rilancio. La ns SSD ha ricevuto in data odierna una richiesta di vaucher a seguito sospensione attività sportive in presenza. Da parte ns abbiamo comunque continuato ad operare con attività a distanza come sugerito dal vs articolo https://www.tuttononprofit.com/2020/04/rimborso-abbonamenti-palestre-per-coronavirus-obbligo-associazioni-societa-sportive.html . Abbiamo inoltre proposto attività in presenza nelle ultime due settimane di giugno 2020, al fine del completamento del percorso formativo di cui il genitore aveva versato il corrispettivo.
La ns domanda è se il diritto al vaucher è comunque valido o se l’attività proposta a distanza/presenza sia sostitutiva dell’attività ordinaria sospesa dal lockdown.
Cordialmente.
Daniele
Il diritto al va
Buongiorno. Il Decreto Rilancio precisa che in virtù dell’impossibilità di usufruire dei “contratti di abbonamento per l’accesso ai servizi offerti da palestre, piscine e impianti sportivi di ogni tipo” a causa della sospensione dell’attività sportiva, viene riconosciuta agli interessati la facoltà, esercitabile entro trenta giorni “dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”, di richiedere il rimborso di quanto versato per i periodi di sosta, “allegando il relativo titolo di acquisto o la prova del versamento effettuato”. In alternativa, al gestore dell’impianto sportivo sono concessi trenta giorni di tempo dalla presentazione dell’istanza per “rilasciare un voucher di pari valore incondizionatamente utilizzabile presso la stessa struttura entro un anno dalla cessazione delle predette misure di sospensione dell’attività sportiva”. Accanto a questa previsione di legge, in ogni caso, il buon senso dovrebbe rappresentare il criterio cui ispirarsi per dirimere tutti i possibili casi che non possono ragionevolmente essere normati in un DL. In ogni caso è ragionevole ipotizzare che il centro sportivo debba emettere un voucher senza riduzioni, salvo accordo e consenso dei tesserati, poichè per ritener succedanee le attività è necessario il consenso sul rapporto di equivalenza anche da parte dei tesserati. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
la socita (ssd) di mia figlia per un corso pre agonistico ci ha lasciato un voucher pari alla somma di € 175.00 usufruibile per l’anno prossima ma la societa ha eliminato la categoria gold agonistica per cui si allena mia figlia e quindi siamo costretti a cambiare societa e non possiamo usufruire del voucher a questo punto posso richiedere il rimborso dei € 175.00€ oppure mi devo subire il danno dato che le paestre sono chiuse e nessuno provina mia figlia per andare in un altra socita e quindi mi becco pure la beffa?
Cordialmente
Buongiorno. Il Decreto Rilancio precisa che in virtù dell’impossibilità di usufruire dei “contratti di abbonamento per l’accesso ai servizi offerti da palestre, piscine e impianti sportivi di ogni tipo” a causa della sospensione dell’attività sportiva, viene riconosciuta agli interessati la facoltà, esercitabile entro trenta giorni “dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”, di richiedere il rimborso di quanto versato per i periodi di sosta, “allegando il relativo titolo di acquisto o la prova del versamento effettuato”. In alternativa, al gestore dell’impianto sportivo sono concessi trenta giorni di tempo dalla presentazione dell’istanza per “rilasciare un voucher di pari valore incondizionatamente utilizzabile presso la stessa struttura entro un anno dalla cessazione delle predette misure di sospensione dell’attività sportiva”. Accanto a questa previsione di legge, in ogni caso, il buon senso dovrebbe rappresentare il criterio cui ispirarsi per dirimere tutti i possibili casi che non possono ragionevolmente essere normati in un DL. Segnalo infine il nostro approdonfimento ad hoc: https://www.tuttononprofit.com/2020/05/decreto-rilancio-aiuti-economici-asd-ssd-istruttori-sportivi.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Mi scusi a me il voucher e stato emesso ma non potendone usufruire in nessun caso in questa società il rimborso del voucher è un mio diritto oppure no?
Grazie mille
Buongiorno. Stando alle attuali previsioni del Decreto Rilancio Lei ha certamente diritto a chiedere il rimborso, ma in alternativa alla restituzione il Centro Sportivo ha la possibilità di emettere un voucher di pari valore incondizionatamente utilizzabile presso lo stesso Centro Sportivo. Cordialità, Stefano Bertoletti
Gent.mo,
I miei figli sono entrambi iscritti a una piscina. Per uno dei due l’ultima rata era ancora da saldare. Il centro può rifiutarsi di emettere i voucher fino al pagamento dell’ultima rata (preciso che l’importo della rata è inferiore al valore del voucher)?
Inoltre i voucher sono cedibili a terzi ma non cumulabili. È corretto da parte del centro mettere questa limitazione? Dato che non sono certa di potere confermare l’iscrizione di entrambi, mi piacerebbe quantomeno cumulare i due sulla stessa persona in modo tale da non perderne uno.
Grazie in anticipo per le risposte
Buongiorno. Il Decreto Rilancio precisa che in virtù dell’impossibilità di usufruire dei “contratti di abbonamento per l’accesso ai servizi offerti da palestre, piscine e impianti sportivi di ogni tipo” a causa della sospensione dell’attività sportiva, viene riconosciuta agli interessati la facoltà, esercitabile entro trenta giorni “dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”, di richiedere il rimborso di quanto versato per i periodi di sosta, “allegando il relativo titolo di acquisto o la prova del versamento effettuato”. In alternativa, al gestore dell’impianto sportivo sono concessi trenta giorni di tempo dalla presentazione dell’istanza per “rilasciare un voucher di pari valore incondizionatamente utilizzabile presso la stessa struttura entro un anno dalla cessazione delle predette misure di sospensione dell’attività sportiva”. Accanto a questa previsione di legge, in ogni caso, il buon senso dovrebbe rappresentare il criterio cui ispirarsi per dirimere tutti i possibili casi che non possono ragionevolmente essere normati in un DL. Segnalo infine il nostro approdonfimento ad hoc: https://www.tuttononprofit.com/2020/05/decreto-rilancio-aiuti-economici-asd-ssd-istruttori-sportivi.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera, io e mio marito ci siamo iscritti a fine gennaio in una palestra che ci ha fatto sottoscrivere un abbonamento annuale , abbiamo versato il 50% del costo ed entro 30 gg avremmo dovuto versare il saldo. Prima della scadenza la palestra è stata chiusa, ha riaperto il 25/5 ma non ci ha dato alcuna informativa sulle modalità di fruizione e di sanificazione dei locali però ci hanno inviato un sollecito di pagamento. Hanno diritto a chiederci un pagamento per un servizio che non hanno offerto e che non sono ancora in grado di offrire pienamente avendo spazi angusti ed ingressi contingentati? Il nostro abbonamento prevedeva accesso illimitato alla sala attrezzi 6 giorni su 7. Mi ha infastidito molto che si siano preoccupati di sollecitare quanto dovuto ma non di come poterne usufruire. Vorrei sapere se posso rescindere il contratto e in che termini. Grazie mille
Buongiorno. Premessa la necessità di verificare le previsioni inserite nel contratto sottoscritto tra le parti, il Decreto Rilancio precisa che in virtù dell’impossibilità di usufruire dei “contratti di abbonamento per l’accesso ai servizi offerti da palestre, piscine e impianti sportivi di ogni tipo” a causa della sospensione dell’attività sportiva, viene riconosciuta agli interessati la facoltà, esercitabile entro trenta giorni “dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”, di richiedere il rimborso di quanto versato per i periodi di sosta, “allegando il relativo titolo di acquisto o la prova del versamento effettuato”. In alternativa, al gestore dell’impianto sportivo sono concessi trenta giorni di tempo dalla presentazione dell’istanza per “rilasciare un voucher di pari valore incondizionatamente utilizzabile presso la stessa struttura entro un anno dalla cessazione delle predette misure di sospensione dell’attività sportiva”. Accanto a questa previsione di legge, in ogni caso, il buon senso dovrebbe rappresentare il criterio cui ispirarsi per dirimere tutti i possibili casi che non possono ragionevolmente essere normati in un DL. Segnalo infine il nostro approdonfimento ad hoc: https://www.tuttononprofit.com/2020/05/decreto-rilancio-aiuti-economici-asd-ssd-istruttori-sportivi.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno
l’associazione ha riattivato i corsi di ginnastica per adulti bloccati per due mesi proponendoli ai soci all’aperto con modalità gratuita
Se il socio rifiuta e richiede di poterne usufruire in seguito è nel giusto?
Il nostro intento era quello di recuperare l’attività mancante
grazie
ASD Atletica 2000
Buongiorno. Il Decreto Rilancio precisa che in virtù dell’impossibilità di usufruire dei “contratti di abbonamento per l’accesso ai servizi offerti da palestre, piscine e impianti sportivi di ogni tipo” a causa della sospensione dell’attività sportiva, viene riconosciuta agli interessati la facoltà, esercitabile entro trenta giorni “dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”, di richiedere il rimborso di quanto versato per i periodi di sosta, “allegando il relativo titolo di acquisto o la prova del versamento effettuato”. In alternativa, al gestore dell’impianto sportivo sono concessi trenta giorni di tempo dalla presentazione dell’istanza per “rilasciare un voucher di pari valore incondizionatamente utilizzabile presso la stessa struttura entro un anno dalla cessazione delle predette misure di sospensione dell’attività sportiva”. Accanto a questa previsione di legge, in ogni caso, il buon senso dovrebbe rappresentare il criterio cui ispirarsi per dirimere tutti i possibili casi che non possono ragionevolmente essere normati in un DL. In ogni caso è ragionevole ipotizzare che il centro sportivo debba emettere un voucher senza riduzioni, salvo accordo e consenso dei tesserati, poichè per ritener succedanee le attività è necessario il consenso sul rapporto di equivalenza anche da parte dei tesserati. Segnalo infine il nostro approdonfimento ad hoc: https://www.tuttononprofit.com/2020/05/decreto-rilancio-aiuti-economici-asd-ssd-istruttori-sportivi.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
Faccio parte del direttivo di una ASD pallavolistica. Alcuni atleti chiedono il rimborso della quota di iscrizione annuale dato che il servizio, causa coronavirus, non è stato erogato completamente. Il regolamento nostro di iscrizione annuale indica che “le lezioni non effettuate per qualsiasi motivo personale o per motivi non imputabili direttamente all’Associazione se possibile saranno recuperate ma non potranno in alcun modo essere rimborsate”. Aldilà del buon senso, questo inciso, insieme alle note esplicative da voi indicate, autorizzano l’ASD a non effettuare alcun rimborso. E’ corretto?
Buongiorno. Le segnalo il nostro approfondimento specifico sulla base delle previsioni inserite nel Decreto Rilancio, che nelle “misure per lo sport” ha destinato un comma ad hoc alla definizione della problematica in questione: https://www.tuttononprofit.com/2020/05/decreto-rilancio-aiuti-economici-asd-ssd-istruttori-sportivi.html. Cordialità, Stefano Bertoletti
La mia palestra ha deciso fare recuperare solo il 50% dell’abbonamento già pagato (un trimestrale da fine febbraio). Quindi alla riapertura mi hanno permesso di allenarmi solo fino a fine giugno e ora se voglio allenarmi a luglio devo pagare, perdendo ben 5 settimane. È legittima questa decisione?
Buongiorno. Premessa la necessità di verificare le previsioni inserite nel contratto sottoscritto tra le parti, il Decreto Rilancio precisa che in virtù dell’impossibilità di usufruire dei “contratti di abbonamento per l’accesso ai servizi offerti da palestre, piscine e impianti sportivi di ogni tipo” a causa della sospensione dell’attività sportiva, viene riconosciuta agli interessati la facoltà, esercitabile entro trenta giorni “dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”, di richiedere il rimborso di quanto versato per i periodi di sosta, “allegando il relativo titolo di acquisto o la prova del versamento effettuato”. In alternativa, al gestore dell’impianto sportivo sono concessi trenta giorni di tempo dalla presentazione dell’istanza per “rilasciare un voucher di pari valore incondizionatamente utilizzabile presso la stessa struttura entro un anno dalla cessazione delle predette misure di sospensione dell’attività sportiva”. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno
io frequentavo la palestra durante la pausa pranzo o prima di andare a lavoro
La mia palestra aprirà senza la possibilità di fare docce.
Ho chiesto non il rimborso ma il fatto che il mio abbonamento possa essere bloccato finchè non ripristineranno l’uso delle docce.
Mi è stato risposto che la palestra riapre e quindi non ho diritto a nessuna sospensione ulteriore ma che il mio abbonamento verrà esteso di validità per i giorni di chiusura.
Senza l’utilizzo delle docce mi stanno però di fatto impedendo l’utilizzo.
Posso far valere il mio problema richiedendo semplicemente la sospensione?
oltre a questo la palesta offriva altri servizi da me pagati e che comunque non potranno più essere erogati nei termini del contratto che io ho firmato e per cui io non sto chiedendo nessun tipo di risarcimento.
Buongiorno. Comprendo quanto indicato, ma il Decreto Rilancio, ovviamente, non entra nel merito di un caso così specifico, limitandosi a precisare che in virtù dell’impossibilità di usufruire dei “contratti di abbonamento per l’accesso ai servizi offerti da palestre, piscine e impianti sportivi di ogni tipo” a causa della sospensione dell’attività sportiva, viene riconosciuta agli interessati la facoltà, esercitabile entro trenta giorni “dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”, di richiedere il rimborso di quanto versato per i periodi di sosta, “allegando il relativo titolo di acquisto o la prova del versamento effettuato”. In alternativa, al gestore dell’impianto sportivo sono concessi trenta giorni di tempo dalla presentazione dell’istanza per “rilasciare un voucher di pari valore incondizionatamente utilizzabile presso la stessa struttura entro un anno dalla cessazione delle predette misure di sospensione dell’attività sportiva”. Accanto a questa previsione di legge, in ogni caso, il buon senso dovrebbe rappresentare il criterio cui ispirarsi per dirimere tutti i possibili casi che non possono ragionevolmente essere normati in un DL. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera,
gestisco una casa vacanze a Roma ed i miei ospiti stranieri un paio di giorni prima della chiusura totale, hanno sottoscritto un abbonamento quadrimestrale in una palestra. Loro vorrebbero il rimborso ma la palestra si ostina a rispondere di poter solo prolungare la durata dell’abbonamento. Il problema è che questi ragazzi torneranno nel loro paese ad inizio luglio quindi potrebbero usufruirne solo di un mese o poco più. Io capisco che le palestre si trovano in difficoltà dopo due mesi di chiusura e fanno bene ad incentivare il prolungamento degli abbonamenti ma questo è un caso particolare e mi pare anche un’ingiustizia pagare per quattro mesi ma poterne usufruire solo di uno e loro sono stati irremovibili anche per un eventuale rimborso parziale. C’è qualche modo per obbligarli a fare un rimborso anche se loro non vogliono neanche venire incontro per un rimborso parziale?
Buongiorno. Comprendo quanto indicato, ma il Decreto Rilancio, ovviamente, non entra nel merito di un caso così specifico, limitandosi a precisare che in virtù dell’impossibilità di usufruire dei “contratti di abbonamento per l’accesso ai servizi offerti da palestre, piscine e impianti sportivi di ogni tipo” a causa della sospensione dell’attività sportiva, viene riconosciuta agli interessati la facoltà, esercitabile entro trenta giorni “dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”, di richiedere il rimborso di quanto versato per i periodi di sosta, “allegando il relativo titolo di acquisto o la prova del versamento effettuato”. In alternativa, al gestore dell’impianto sportivo sono concessi trenta giorni di tempo dalla presentazione dell’istanza per “rilasciare un voucher di pari valore incondizionatamente utilizzabile presso la stessa struttura entro un anno dalla cessazione delle predette misure di sospensione dell’attività sportiva”. Accanto a questa previsione di legge, in ogni caso, il buon senso dovrebbe rappresentare il criterio cui ispirarsi per dirimere tutti i possibili casi che non possono ragionevolmente essere normati in un DL. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, gestisco una ASD, se è stata rilasciata la ricevuta ai fini della detraibilità in dichiarazione e riconosciamo il rimborso per i mesi non goduti, come mi devo comportare ai fini fiscali?
Buongiorno. È sufficiente procedere con la predisposizione di una nota di rimborso con tutti i dati anagrafici, la cifra e la motivazione del rimborso: se poi dei pagamenti per i quali effettuate il rimborso avete anche emesso relativa ricevuta di incasso in allora Vi suggeriamo di citarne anche il numero nella nota di rimborso. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
ho fatto gli ingressi in palestra e non sono potuto andare per il corona, e sono scaduti, la palestra mi rimborsa quelli non fatti senza l ‘iva è corretto? non ha inserito anche la quota dell’iscrizione..premetto che ho fatto gli ingressi a fine febbraio e su 10 ne ho usufruiti 3.
Grazie
Buongiorno. In via generale i corrispettivi versati da un socio ad una ASD per la partecipazione ad attività sportive da questa promosse sono de-commercilizzati ed anche non soggetti ad IVA. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buonasera,
nel decreto Rilancio si evince che i consumatori/soci/ecc possono richiedere alle associazioni sportive il rimborso di abbonamenti o quote già versate/anticipate.
Non mi è chiaro se l’associazione sportiva può autonomamente decidere tra il rimborso in liquidità e il voucher o è il consumatore che decide quale di queste due opzioni scegliere.
Inoltre vorrei sapere se lo Stato darà dei fondi perduti a queste associazioni per l’ulteriore danno che inevitabilmente questi rimborsi causeranno (calcolando anche solo le spese di contabilità, bancarie, restituzione del contributo, nuova contabilità, note di credito ecc ) . Non sarebbe allora più giusto restituire un 50% della quota versata?
In fine non mi è chiaro se anche altre tipologie di associazione (APS, culturali ecc) devono restituire, in caso di richiesta da parte del partecipante, il contributo in denaro per le ore di corsi non completati causa Covid. Nel decreto non mi sembra ci sia nulla a riguardo.
Nella fattispecie, molte associazioni aps propongono corsi al minimo delle spese, proprio per far si che chiunque possa parteciparvi, proponendo corsi al disotto del loro valore commerciale e quindi attuabili esclusivamente per l’alto numero di consensi/partecipanti (sto parlando di corsi educativi/formativi anche al costo di 1 euro l’ora).
Come potrebbe restituire tale somme? La perdita sarebbe pesante per un’associazione e non mi sembra ci siano fondi perduti a riguardo. Mi sembra di aver letto che verrà aumentato un fondo in particolare, utilizzabile esclusivamente da alcune associazioni (iscritte al registro unico non ancora attivo), sicuramente sotto forma di bando o esclusivamente per progetti dettati dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali… quindi non è un vero aiuto.
Vi ringrazio in anticipo per ogni tipo di chiarimento a riguardo.
Buon lavoro!
Buongiorno. Rispondo per punti.
1 – L’articolo 216 n. 4, per come è formulato, lascia al gestore la scelta tra rimborso dell’abbonamento o emissione del voucher di pari valore, quindi allo stato attuale appare pacifico che la decisione spetti insandacabilmente al centro sportivo (https://www.tuttononprofit.com/2020/05/decreto-rilancio-aiuti-economici-asd-ssd-istruttori-sportivi.html).
2 – Al momento non sono note eventuali forme di contributo per detti Enti.
3 – L’articolo 216 è inserito in un capo dedicato alle “misure per lo sport”, quindi non si può applicare questa previsione anche ai corrispettivi versati ad associazioni culturali o similari (https://www.tuttononprofit.com/2020/05/decreto-rilancio-misure-economiche-sostegno-terzo-settore.html).
Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, la mia famiglia (siamo tre persone) ha sottoscritto un abbonamento annuale, presso un circolo spirtivo, come soci, che scadrebbe a settembre. Vorrei chiedere se ho diritto al rimborso monetario sia dei tre mesi non usufruiti, sia dei mesi rimanenti fino a settembre, rifiutando prolungamenti o voucher, dato che sono cambiate le condizioni per effetto del covid e quindi non vorremmo più frequentare il suddetto circolo. Grazie.
Buongiorno. Le segnalo un nostro approfondimento specifico, sulla base delle previsioni del decreto rilancio: https://www.tuttononprofit.com/2020/05/decreto-rilancio-aiuti-economici-asd-ssd-istruttori-sportivi.html. Sul punto il Decreto Rilancio ha previsto che in virtù dell’impossibilità di usufruire dei “contratti di abbonamento per l’accesso ai servizi offerti da palestre, piscine e impianti sportivi di ogni tipo” a causa della sospensione dell’attività sportiva, viene riconosciuta agli interessati la facoltà, esercitabile entro trenta giorni “dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”, di richiedere il rimborso di quanto versato per i periodi di sosta, “allegando il relativo titolo di acquisto o la prova del versamento effettuato”. In alternativa, al gestore dell’impianto sportivo sono concessi trenta giorni di tempo dalla presentazione dell’istanza per “rilasciare un voucher di pari valore incondizionatamente utilizzabile presso la stessa struttura entro un anno dalla cessazione delle predette misure di sospensione dell’attività sportiva”. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, il mio caso è relativo all’acquisto di un’ora in un circolo di tennis.
Mi spiego, tutti i martedì dalle 19 alle 20 giocavo a tennis con amico, per un anno avevo l’ora prenotata fissa alla tal ora e giorno.
L’acquisto della suddetta ora fissa dura e scade dopo 1 anno.
Ho telefonato e mi hanno riferito che non prolungano l’abbonamento per il periodo non goduto ma attendono risposte dal governo a riguarda di una proposta fatta dai vari circoli al governo.
Il quale dovrebbe procedere a rimborsare.
???
Grazie
Buongiorno. Copio/incollo di seguito quanto previsto sul punto dalle bozze circolanti del Decreto Rilancio, in attesa della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, che ad oggi ancora non è avvenuta: “A seguito della sospensione delle attività sportive, disposta con i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri attuativi dei decreti legge 23 febbraio 2020, n. 6, e 25 marzo 2020, n. 19, e a decorrere dalla data di entrata in vigore degli stessi, ricorre la sopravvenuta impossibilità della prestazione dovuta in relazione ai contratti di abbonamento per l’accesso ai servizi offerti da a palestre, piscine e impianti sportivi di ogni tipo, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 1463 del codice civile. I soggetti acquirenti possono presentare, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, istanza di rimborso del corrispettivo già versato per tali periodi di sospensione dell’attività sportiva, allegando il relativo titolo di acquisto o la prova del versamento effettuato. Il gestore dell’impianto sportivo, entro trenta giorni dalla presentazione dell’istanza di cui al periodo precedente, in alternativa al rimborso del corrispettivo, può rilasciare un voucher di pari valore incondizionatamente utilizzabile presso la stessa struttura entro un anno dalla cessazione delle predette misure di sospensione dell’attività sportiva”. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
sono tesserata presso un’associazione sportiva dilettantistica che prevede la possibilità di acquistare pacchetti di lezioni a scadenza. Attualmente, data la sospensione, propongono lezioni interattive on line (scalando una lezione dal pacchetto ogni due seguite) o lezioni scaricabili (scalando una lezione dal pacchetto per ogni lezione scaricata) e hanno segnalato che i pacchetti scadranno comunque a fine luglio, confermando la chiusura dell’anno prevista al momento della sottoscrizione. Per ragioni assolutamente personali, non ho né possibilità né intenzione di usufruire dei pacchetti alternativi. Ho richiesto una proroga della scadenza per un periodo equivalente alla sospensione delle attività e mi è stato risposto che, in caso di proposta alternativa, il CONI non prevede rimborsi. Ma come è possibile che, se una persona acquista una cosa e non ha la possibilità di usufruire dell’alternativa proposta non abbia diritto ad avere la spesa in qualche modo rimborsata?
Grazie e cordiali saluti
Buongiorno. In attesa della pubblicazione in GU, questo il testo dell’articolo specifico del Decreto Rilancio annunciato ieri dal presidente Conte sul punto: “A seguito della sospensione delle attività sportive, disposta con i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri attuativi dei decreti legge 23 febbraio 2020, n. 6, e 25 marzo 2020, n. 19, e a decorrere dalla data di entrata in vigore degli stessi, ricorre la sopravvenuta impossibilità della prestazione dovuta in relazione ai contratti di abbonamento per l’accesso ai servizi offerti da a palestre, piscine e impianti sportivi di ogni tipo, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 1463 del codice civile. I soggetti acquirenti possono presentare, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, istanza di rimborso del corrispettivo già versato per tali periodi di sospensione dell’attività sportiva, allegando il relativo titolo di acquisto o la prova del versamento effettuato. Il gestore dell’impianto sportivo, entro trenta giorni dalla presentazione dell’istanza di cui al periodo precedente, in alternativa al rimborso del corrispettivo, può rilasciare un voucher di pari valore incondizionatamente utilizzabile presso la stessa struttura entro un anno dalla cessazione delle predette misure di sospensione dell’attività sportiva”. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno, anche io mi trovo nell’impossibilità di usufruire del servizio in futuro, e al momento del pagamento avevo specificato questo fatto. Ora si rifiutano di rimborsare la quota dovuta, penso che in un momento come questo abbiamo un motivo più che valido di richiedere il rimborso sopratutto quando la formula dell’Associazione risulta essere una scusa perché le palestre sono in modo evidente imprese a scopo di lucro. Inoltre il fatto che diano la possibilità di differire il servizio da la possibilità di non far perdere a queste Associazioni la maggior parte dei soci, ma coloro che non hanno la possibilità devono essere tutelati in qualche modo.
Buongiorno. Come indicato al termine dell’articolo risulta indispensabile verificare la concorde volontà delle parti, tradotta negli accordi sottoscritti da Lei per l’Ente. Sempre nell’articolo abbiamo ribadito la necessità di affidarsi in goni caso al “buon senso”, a maggior ragione in situazioni assolutamente straordinarie nonché di emergenza come quella in corso. Va da sé che potrà legittimamente avanzare le Sue richieste di tutela, me non perchè “le palestre sono in modo evidente imprese a scopo di lucro”. Cordialità, Stefano Bertoletti
e se un associato cambiasse città, ad esempio perchè studente universitario, dichiarandosi impossibilitato a fruire di un recupero futuro, può aver diritto ad un rimborso economico?
Buongiorno. Come indicato nell’articolo è necessario tener conto in via principale delle previsioni contenute nei contratti in essere tra le parti, il tutto ovviamente da declinarsi nel caso specifico, che a fronte di quanto indicato rappresenta un caso eccezionale rispetto alla norma, anche alla luce della situazione emergenziale causata dal coronavirus. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno,
quindi leggendo il suo articolo deduco che nel caso i tesserati di una SSD facciano richiesta per un rimborso, la società non è obbligata ad accogliere la richiesta in quanto i corsi verrano recuperati appena possibile e nel frattempo abbiamo messo a disposizione gratuitamente delle lezioni online. Corretto?
Buongiorno. L’articolo si conclude confermando la necessità prima di tutto di “tener conto delle eventuali previsioni contrattuali in essere tra soci/tesserati e l’Ente”, precisando poi che “alle condizioni evidenziate”, e dunque nel caso di “percorso sportivo” che non termina a data certa, “appare giuridicamente sostenibile la posizione di Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche che ritengano di non dar seguito alle richieste di rimborso eventualmente ricevute, e ciò anche in ragione del fatto che alla premesse di cui sopra non appaiono applicabili gli istituti dell’inadempimento, piuttosto che dell’indebito o dell’arricchimento senza causa”. Cordialità, Stefano Bertoletti
Buongiorno.
A vostro parere se una asd ha dato lezioni online specificando che valevano come lezioni “in presenza” e adesso offre un vaucher per l’anno prossimo ma di un valore Simbolico, è a norma di legge? Premetto che ha dato possibilità di avere accesso ad un numero maggiore di lezioni rispetto a quelle che ci spettavano da accordi.
Se un’associato dice di non aver usufruito delle lezioni online può richiedere rimborso o voucher non di valore simbolico, ma del reale valore dei mesi persi?
Buongiorno. Comprendo quanto indicato, ma il Decreto Rilancio, ovviamente, non entra nel merito di un caso così specifico, limitandosi a precisare che in virtù dell’impossibilità di usufruire dei “contratti di abbonamento per l’accesso ai servizi offerti da palestre, piscine e impianti sportivi di ogni tipo” a causa della sospensione dell’attività sportiva, viene riconosciuta agli interessati la facoltà, esercitabile entro trenta giorni “dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”, di richiedere il rimborso di quanto versato per i periodi di sosta, “allegando il relativo titolo di acquisto o la prova del versamento effettuato”. In alternativa, al gestore dell’impianto sportivo sono concessi trenta giorni di tempo dalla presentazione dell’istanza per “rilasciare un voucher di pari valore incondizionatamente utilizzabile presso la stessa struttura entro un anno dalla cessazione delle predette misure di sospensione dell’attività sportiva”. Accanto a questa previsione di legge, in ogni caso, il buon senso dovrebbe rappresentare il criterio cui ispirarsi per dirimere tutti i possibili casi che non possono ragionevolmente essere normati in un DL. In ogni caso è ragionevole ipotizzare che il centro sportivo debba emettere un voucher senza riduzioni, salvo accordo e consenso dei tesserati, poichè per ritener succedanee le attività (online e in presenza) è necessario il consenso sul rapporto di equivalenza anche da parte dei tesserati. Segnalo infine il nostro approdonfimento ad hoc: https://www.tuttononprofit.com/2020/05/decreto-rilancio-aiuti-economici-asd-ssd-istruttori-sportivi.html. Cordialità, Stefano Bertoletti