L’emergenza coronavirus ha sconvolto l’Italia (e non solo), stravolgendo le priorità delle persone ed obbligandole anche ad affrontare problematiche (non sanitarie) che mai avrebbero pensato di dover gestire. Ne sanno qualcosa i gestori di centri sportivi e natatori (palestre e piscine costituite in forma di Associazione piuttosto che di Società Sportiva Dilettantistica) o quelli di Enti culturali Non Profit, che, come se non bastassero le tragiche conseguenze economiche derivanti dalla chiusura forzata imposta il 9 marzo scorso