Certificato medico per attività sportiva: esonero per bambini da 0 a 6 anni. Anche per associazioni e società sportive dilettantistiche?

Un decreto interministeriale dello scorso 28 febbraio ha abolito il certificato medico per attività sportiva prescolare per bambini di età compresa tra 0 e 6 anni. Siamo sicuri che questo esonero faccia venir meno l’obbligo per i “piccoli” praticanti di Associazioni Sportive e Società Sportive Dilettantistiche? Scopriamolo insieme …

È un dato di fatto che il 28 febbraio 2018 il Ministro della Salute, di concerto con il Ministro per lo Sport, abbia firmato un decreto interministeriale (da poco richiamato dal CONI) avente ad oggetto la “attività sportiva in età prescolare dei bambini da 0 a 6 anni” (questo il titolo del suo articolo 1, l’unico). È altresì oggettivo che il decreto abbia stabilito che “Non sono sottoposti ad obbligo di certificazione medica, per l’esercizio dell’attività sportiva in età prescolare, i bambini di età compresa tra 0 e 6 anni, ad eccezione dei casi specifici indicati dal pediatra”. La notizia ha avuto notevole risonanza sulla stampa online (da Sky a TGcom fino ad ANSA), ma se “sulla carta” sembra tutto facile e definito, a parere di chi scrive qualche dubbio rimane ancora.

Ecco perché.

  1. Il provvedimento “stona” rispetto a tutta la campagna di sensibilizzazione e prevenzione che si è fatta in questi anni, dalla certificazione medica fino al defibrillatore (con tutti i limiti del caso), figlia evidentemente anche delle grandi tragedie che hanno colpito il mondo dello sport, l’ultima delle quali ancora tremendamente fresca;
  2. secondo l’articolo 117 della Costituzione le materie di salute ed ordinamento sportivo sono di legislazione concorrente, e pertanto “spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato”;
  3. la previsione ministeriale in questione, in quanto atto di fonte secondaria, potrebbe anche essere disapplicata da un Giudice in caso di contenzioso;
  4. se un bambino in età prescolare dovesse accusare un malore in occasione di un’attività somministrata direttamente da un’Associazione o Società Sportiva Dilettantistica, come potrebbe l’Ente (ed il suo Presidente/rappresentante legale) affrontare le connesse responsabilità civili e penali dopo aver erogato un’attività sportiva (e come tale potenzialmente lesiva della salute del destinatario) senza aver preventivamente verificato l’idoneità dell’iscritto a praticarla senza che ciò potesse rappresentare per lui una lesione del suo diritto (indisponibile) alla salute?
  5. come può un genitore sapere se il figlio/a è idoneo alla pratica di un’attività sportiva senza una visita preventiva?
  6. in caso di tragedia, il primo ad essere indagato per omicidio colposo (e non parliamo di multe, ma di “galera” …) è il Presidente dell’Associazione/Società Sportiva: non essendoci documenti comprovanti le responsabilità oggettive, l’unico responsabile è l’Ente nella persona del suo rappresentante legale; nessun medico (perché non esiste) e nessun genitore si prenderà (realisticamente) la responsabilità dell’accaduto. E l’assicurazione … pagherà?

Alla luce di tali considerazioni, il rispetto Istituzionale nei confronti del Decreto resta massimo, ma siamo sicuri che i gestori di impianti sportivi (siano essi Associazioni Sportive Dilettantistiche, Società Sportive Dilettantistiche o Società Sportive Dilettantistiche Lucrative, quando queste ultime saranno operative …) possano “a cuor leggero” non richiedere il certificato medico di idoneità sportiva ai propri piccoli iscritti? Non sarebbe forse meglio spiegare le ragioni della richiesta, che non mirano (solo) a cautelare l’Ente ed il suo rappresentante ma soprattutto la salute dei propri praticanti, che non possono sapere se qualche problema congenito (di cui avrebbero fatto volentieri a meno) li accompagna? Non è forse un problema di spiegazione e sensibilizzazione?

Meditiamo gente, meditiamo.

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8 commenti

    1. Buongiorno. Ferme le previsioni di legge, che devono essere per Voi chiare, potete decidere di procedere nella maniera per Voi più corretta e coerente alla luce delle disposizioni normative, come peraltro indicato nell’articolo. Cordialità, Stefano Bertoletti

  1. .. indipendentemente dall’obbligo di certificato medico o meno.. la visita con ecg dovrebbe comunque essere fatta a scopo preventivo prima del sesto anno di età.. e questo dovrebbe consigliarlo il pediatra o qualche decreto ministeriale ..forse sarebbe il caso più che altro che questo certificato, qualora fosse obbligatorio, non fosse fatto pagare per bambini sotto una certa età.. già far fare sport ai figli ha il suo costo.. e meno male che lo sport fa bene!!per chi ha più di un figlio.. mica tanto !

  2. Il bello è che i pediatri, a detta dei genitori, non vogliono più rilasciare il certificato medico perchè non è più obbligatorio (per 0/6 anni, compiuti o no non si capisce…). E poi quella frasetta alla fine del decreto “ad eccezione dei casi specifici indicati dal pediatra” mi sembra in linea con il solito modo di buttare confusione e lasciare adito ai giudici di aggrapparsi a qualche cosa per additare colpe a chi non ne ha.

    1. Buongiorno. Come indicato nell’articolo non si può fingere che il Decreto non esista, ma allo stesso modo non si possono, per amore di verità, omettere le considerazioni indicate, sia in termini di ratio della norma che di possibili implicazioni e responsabilità perosnali. Cordialità, Stefano Bertoletti

  3. Seguo il blog da tempo e ma complimento per vari aggiornamenti ma resto basito da questo articolo! Oltre che alterato! La vogliamo finire con queste campagne che per qualsiasi motivo portano un presidente ad essere responsabile? Se la legge ha sancito ciò, e avete omesso la frase importante del decreto “per attività organizzate”, perché parlare di responsabilità? A prescindere che concordi o meno sulla abolizione è legittimo chiedere come obbligatorio qualcosa che per legge è stato abolito? Sono io al di sopra della legge ?

    1. Buon giorno, per quanto ci riguarda siamo dispiaciuti se Lei si altera. Abbiamo sempre espresso il nostro pensiero motivato sulla base di competenze e senso di responsabilità. Se non è d’accordo Le consigliamo di rivolgersi ad un Avvocato di Sua fiducia e vedrà se quanto noi scriviamo è scritto da chi si ritiene al di sopra della legge o semplicemente cerca responsabilmente di fornire il giusto peso a provvedimenti diversi. Se non Le piace che in una associazione non riconosciuta (art 36 e seguenti del Codice Civile) il legale rappresentante sia responsabile (peraltro sulla questione esiste addirittura un potenziale livello di responsabilità penale), di nuovo ci dispiace. La polemica per noi non esiste, semplicemente se Lei pensa che ciò che scriviamo non sia condivisibile, segua serenamente e liberamente altre soluzioni, però non dimentichi il rispetto. Per caso Lei ritiene che noi siamo felici nel dover continuamente studiare provvedimenti contrastanti? Ritiene forse che non ci rendiamo conto della evidente confusione che questi modi possono generare?
      Noi scriviamo per rispetto di verità, non comodità, simpatia, o interesse, ma solo per rispetto della verità! Distinti saluti, Alberto Gambone

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