Nuovo ruolo del CONI post riforma dello sport: cosa cambia per ASD e SSD?

Nuovo ruolo del CONI post riforma dello sport: cosa cambia per ASD e SSD?

Che all’interno del sistema sportivo italiano non regnasse un clima sereno era immaginabile, ma i risvolti dell’ultimo periodo hanno confermato il presumibile ridimensionamento che potrebbe subire il CONI in base alle previsioni della Riforma dello Sport licenziata l’estate scorsa.

Per comprenderne l’esatta portata occorrerà, evidentemente, attendere i decreti attuativi (così come sta accadendo per la Riforma del Terzo Settore), ma, nel frattempo, è necessario prendere atto di ciò che potrebbe cambiare, a partire dal nuovo ruolo del Comitato Olimpico Nazionale Italiano.

Il passaggio a “Sport e Salute”

L’opera di riordino del CONI trova il suo fondamento nella Legge di Bilancio 2019, attraverso la trasformazione del “Coni Servizi” nella società per azioni “Sport e Salute”, incaricata per conto del Governo di operare secondo “logiche manageriali“. Una scelta, questa, messa in campo per valorizzare e incentivare le istituzioni sportive attraverso un collegamento più stretto con le Associazioni Sportive, le Società Sportive Dilettantistiche e gli altri operatori presenti sul territorio, all’insegna di una più efficiente gestione dei contributi pubblici e salvaguardando, com’è d’obbligo, l’autonomia del CONI.

CONI prima e dopo la Riforma dello sport: cosa cambia?

La L. 86/2019, nel revisionare l’apparato sportivo, prevede la riorganizzazione e la ricollocazione delle attribuzioni del CONI, salvaguardandone l’indipendenza quale “ente di governo dell’attività olimpica”.
Secondo il testo di legge, l’attuazione della riforma garantirà l’autonomia gestionale, amministrativa e contabile delle federazioni sportive nazionali, delle discipline sportive associate, degli enti di promozione sportiva e delle associazioni benemerite, rafforzando il controllo del Governo sull’impiego delle risorse disponibili, circoscrivendo al potenziamento (solo?) dell’attività olimpica la missione del Comitato, con strutture territoriali ridotte a funzioni di mera rappresentanza.
E se perseguire l’obiettivo della semplificazione e del coordinamento, nell’ottica della valorizzazione dello sport, non può che essere condivisibile, pare evidente che in questi termini il ruolo del CONI arriverebbe a subire un ridimensionamento non indifferente (condivisibile o meno che sia).

Nuovo CONI: cosa cambierà per gli operatori sportivi con la Riforma dello sport?

Il CONI, ufficialmente riconosciuto come “ente pubblico cui è demandata l’organizzazione e il potenziamento dello sport nazionale”,  oltreché “unico organismo certificatore della effettiva attività sportiva(ex art. 7 D. L. 136/2004), in quanto tale:
detiene il Registro Nazionale delle associazioni e società sportive dilettantistiche, da lui stesso istituito, al quale gli enti sportivi hanno obbligo di iscrizione;
– impone, a partire da quest’anno, di comunicare l’attività sportiva/formativa/didattica organizzata, pena la sospensione/cancellazione dall’omonimo Registro;
– conferma o meno il riconoscimento a fini sportivi dei sodalizi iscritti, con tutte le annesse conseguenze, anche in termini di perdita delle agevolazioni di carattere fiscale oltreché di possibilità di erogare le indennità sportive (esenti fino a 10000 euro/anno nel rispetto di talune condizioni tassative);
– è l’Ente nazionale incaricato di salvaguardare, incentivare e promuovere lo sport, anche ai fini della partecipazione alle olimpiadi.

Se questo è il presupposto, alcune domande non trovano (al momento?) risposta:
– la volontà di riforma di un sistema di governo può entrare nel merito di quello che costituisce l’apparato organizzativo dell’autorità di disciplina, regolazione e gestione delle attività sportive nazionali, ufficialmente riconosciuta?
– tale intento potrebbe rappresentare un’ingiustificata intromissione, in conflitto con l’autonomia d’azione riconosciuta all’ordinamento sportivo dalla Carta Olimpica e dallo stesso Statuto del CONI?
– quali potrebbero essere i rischi pratici per gli operatori sportivi?

Ad oggi maggiori sono i dubbi in confronto alle risposte. Quel che è certo è che perplessità al riguardo sono state sollevate anche dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO), anche in riferimento a possibili ripercussioni che potrebbero pregiudicare la partecipazione degli “atleti azzurri” ai giochi olimpici di “Tokyo 2020”, mettendo anche in discussione i giochi invernali di “Milano-Cortina” del 2026.

Riforma dello sport e “nuovo” CONI: un bene per gli operatori sportivi?

In attesa della fase attuativa, la querelle che ha circondato le scelte operate con la Riforma dello Sport ha condotto, nei giorni scorsi, alla firma del contratto di servizio tra Coni e Sport e Salute, primo passo verso una reale e costruttiva collaborazione (o quantomeno questa è la speranza dei più).

Agli operatori del settore, Enti o Professionisti che siano, non resta che attendere per capire se la strada intrapresa potrà davvero rappresentare un cambiamento positivo in grado di migliorare il settore, mettendo finalmente al centro lo sport ed i suoi protagonisti, e valorizzando al contempo gli esempi virtuosi che, fortunatamente, in questo modo non mancano.

Questo approfondimento è stato realizzato in collaborazione con la Dott.ssa Mimma Sgrò.

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