Collaboratori sportivi: nessuna riduzione no tax area da 7.500 a 2.000 euro

Cari lettori, poche ore fa QUI Vi abbiamo informato su cosa stava “bollendo in pentola” relativamente all’abbassamento della franchigia da 7.500 euro a 2.000 euro per i collaboratori sportivi retribuiti con i benefici della Legge 342/2000.

Fortunatamente l’allarme è rientrato (almeno per il momento?). E’ di oggi un articolo de “La Gazzetta dello Sport” intitolato “La manovra Irpef Rimborsi sportivi salvi in extremis” (articolo scritto da Maurizio Galdi). Facciamo seguire il testo dell’articolo.

La manovra Irpef – Rimborsi “sportivi” salvi in extremis Delrio e Malagò hanno lavorato nelle giornate di festa: restano i 7500 euro esentasse
Allarme rientrato. Il taglio della detassazione per i rimborsi spese dei dilettanti nonci sarà. Nel testo del decreto legge sull’IRPEF, che questa mattina dovrebbe essere firmato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, la temuta soglia di 2000 euro prima e di 5500 di ieri non ci sarà. I dilettanti continueranno a vedere non tassati i rimborsi spese fino a 7500 euro. Una buona notizia che consente alle circa 100mila società dilettantistiche di poter continuare a svolgere la propria attività di diffusione della pratica sportiva. Dopo il pericolo scongiurato del certificato penale per i volontari che “frequentavano”i minori (allenatori, dirigenti), il taglio della detassazione per i rimborsi spese poteva mettere davvero la parola fine alla pratica sportiva di base.
Sospiro di sollievo.
Dietro questo “miracolo” un lavoro diplomatico che ha visto impegnati in prima persona il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, e il presidente del CONI, Giovanni Malagò, che hanno lavorato anche a Pasqua e Pasquetta per trovare la “quadratura del cerchio”. L’importante era garantire la stessa copertura al decreto legge, pur togliendo la somma che sarebbe venuta dalla riduzione della detassazione dei rimborsi. Alla fine la soluzione sarebbe stata trovata. Ora si aspetta l’incontro tra Malagò e il premier Matteo Renzi per poter anche riaffermare un impegno del Governo per lo Sport che con le ultime vicende non sembra proprio sia al vertice dell’agenda di Palazzo Chigi.

La genesi della vicenda.
Venerdì la prima bozza del decreto lasciava le stanze del Ministero dell’Economia earrivava nei corridoi di Palazzo Chigi dove faceva temere il peggio. Italia Oggi ne aveva dato un’anticipazione, Gazzetta l’aveva commentato. Il CONI aveva subito chiesto chiarimenti a Palazzo Chigi. Ancora ieri Gazzetta aveva avuto assicurazioni che “al massimo il taglio sarebbe stato di 2000 euro”, insomma non tassabili sarebbero stati i rimborsi fino a 5500 euro. Ma nelle ultime ore dal testo definitivo ogni riferimento all’articolo 69 comma 2 del TUIR (il Testo Unico dell imposte sui redditi, la legge sulle tasse) è sparito.

Per fortuna una bella notizia che ha evitato di sollevare un polverone su un’altra questione molto delicata.

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CONI e GOVERNO
La manovra Irpef – Rimborsi “sportivi” salvi in extremis
Delrio e Malagò hanno lavorato nelle giornate di festa: restano i 7500 euro esentasse
Allarme rientrato. Il taglio della detassazione per i rimborsi
spese dei dilettanti non ci sarà. Nel testo del decreto legge
sull’IRPEF, che questa mattina dovrebbe essere firmato dal Presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano, la temuta soglia di 2000 euro prima
e di 5500 di ieri non ci sarà. I dilettanti continueranno a vedere non
tassati i rimborsi spese fino a 7500 euro. Una buona notizia che
consente alle circa 100mila società dilettantistiche di poter continuare
a svolgere la propria attività di diffusione della pratica sportiva.
Dopo il pericolo scongiurato del certificato penale per i volontari che
“frequentavano” i minori (allenatori, dirigenti), il taglio della
detassazione per i rimborsi spese poteva mettere davvero la parola fine
alla pratica sportiva di base.

Sospiro di sollievo. Dietro questo “miracolo” un
lavoro diplomatico che ha visto impegnati in prima persona il
sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, e il
presidente del CONI, Giovanni Malagò, che hanno lavorato anche a Pasqua e
Pasquetta per trovare la “quadratura del cerchio”. L’importante era
garantire la stessa copertura al decreto legge, pur togliendo la somma
che sarebbe venuta dalla riduzione della detassazione dei rimborsi. Alla
fine la soluzione sarebbe stata trovata. Ora si aspetta l’incontro tra
Malagò e il premier Matteo Renzi per poter anche riaffermare un impegno
del Governo per lo Sport che con le ultime vicende non sembra proprio
sia al vertice dell’agenda di Palazzo Chigi.

La genesi della vicenda. Venerdì la prima bozza
del decreto lasciava le stanze del Ministero dell’Economia e arrivava
nei corridoi di Palazzo Chigi dove faceva temere il peggio. Italia Oggi
ne aveva dato un’anticipazione, Gazzetta l’aveva commentato. Il CONI
aveva subito chiesto chiarimenti a Palazzo Chigi. Ancora ieri Gazzetta
aveva avuto assicurazioni che “al massimo il taglio sarebbe stato di
2000 euro”, insomma non tassabili sarebbero stati i rimborsi fino a 5500
euro. Ma nelle ultime ore dal testo definitivo ogni riferimento
all’articolo 69 comma 2 del TUIR (il Testo Unico dell imposte sui
redditi, la legge sulle tasse) è sparito.

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CONI e GOVERNO
La manovra Irpef – Rimborsi “sportivi” salvi in extremis
Delrio e Malagò hanno lavorato nelle giornate di festa: restano i 7500 euro esentasse
Allarme rientrato. Il taglio della detassazione per i rimborsi
spese dei dilettanti non ci sarà. Nel testo del decreto legge
sull’IRPEF, che questa mattina dovrebbe essere firmato dal Presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano, la temuta soglia di 2000 euro prima
e di 5500 di ieri non ci sarà. I dilettanti continueranno a vedere non
tassati i rimborsi spese fino a 7500 euro. Una buona notizia che
consente alle circa 100mila società dilettantistiche di poter continuare
a svolgere la propria attività di diffusione della pratica sportiva.
Dopo il pericolo scongiurato del certificato penale per i volontari che
“frequentavano” i minori (allenatori, dirigenti), il taglio della
detassazione per i rimborsi spese poteva mettere davvero la parola fine
alla pratica sportiva di base.

Sospiro di sollievo. Dietro questo “miracolo” un
lavoro diplomatico che ha visto impegnati in prima persona il
sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, e il
presidente del CONI, Giovanni Malagò, che hanno lavorato anche a Pasqua e
Pasquetta per trovare la “quadratura del cerchio”. L’importante era
garantire la stessa copertura al decreto legge, pur togliendo la somma
che sarebbe venuta dalla riduzione della detassazione dei rimborsi. Alla
fine la soluzione sarebbe stata trovata. Ora si aspetta l’incontro tra
Malagò e il premier Matteo Renzi per poter anche riaffermare un impegno
del Governo per lo Sport che con le ultime vicende non sembra proprio
sia al vertice dell’agenda di Palazzo Chigi.

La genesi della vicenda. Venerdì la prima bozza
del decreto lasciava le stanze del Ministero dell’Economia e arrivava
nei corridoi di Palazzo Chigi dove faceva temere il peggio. Italia Oggi
ne aveva dato un’anticipazione, Gazzetta l’aveva commentato. Il CONI
aveva subito chiesto chiarimenti a Palazzo Chigi. Ancora ieri Gazzetta
aveva avuto assicurazioni che “al massimo il taglio sarebbe stato di
2000 euro”, insomma non tassabili sarebbero stati i rimborsi fino a 5500
euro. Ma nelle ultime ore dal testo definitivo ogni riferimento
all’articolo 69 comma 2 del TUIR (il Testo Unico dell imposte sui
redditi, la legge sulle tasse) è sparito.

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