Cos’è una “ricevuta non fiscale”? Può emetterla un Ente Non Profit (Associazione o SSD)? In cosa consiste?

Nel tentativo di sfatare tutti i falsi miti che alimentano il mondo delle Associazioni e del Non Profit in generale, affrontiamo oggi un tema tanto caro a tutti i gestori di questi Enti: l’emissione delle ricevute. Detto in più di un’occasione che queste particolari tipologie di contribuenti non sono tenute (nel senso di obbligate) ad emettere scontrino o ricevuta fiscale in caso di cessione di beni o prestazione di servizi così come è stato disposto dal Decreto

Enti Non Profit: quando un corrispettivo è istituzionale? E quando è commerciale?

Gentili lettori, a poco più di due anni dal nostro articolo (sempre attualissimo) intitolato “Come distinguere le attività istituzionali da quelle commerciali per un’Associazione“, vista la quotidiana grossa mole di richieste di chiarimento sul punto, abbiamo deciso oggi di affrontare la questione della natura dei corrispettivi versati ad un Ente Non Profit da un altro punto di vista, muovendo l’analisi dall’articolo della legge di riferimento sul punto (cliccando QUI potete visionare anche un approfondimento video sul tema).

Lezioni di prova: come può gestirle correttamente un’Associazione o Società Sportiva Dilettantistica?

Cari lettori, di sicuro molti di Voi saranno alle prese con i preparativi per la riaperura, molti altri avranno già ripreso (qualcuno senza mai fermarsi) ed infine una buona parte di Voi sarà già alle prese con le richiestissime (in questo periodo) lezioni di prova … Sul tema ne abbiamo personalmente sentite di tutti i colori, motivo per cui abbiamo deciso di fare chiarezza in merito, cercando di fornire a tutti i gestori di Associazioni e Società

Ricevute emesse dalle Associazioni: 10 cose da ricordare

L’obbligo di emissione di ricevute e fatture da parte di Associazioni in genere e Società Sportive Dilettantistiche in srl (e le relative modalità operative) è sempre un tema molto ricercato (non a caso è nella top 3 degli argomenti più gettonati del nostro blog). Rispondiamo infatti quotidianamente ad un numero sempre più elevato di quesiti in merito e, per tale motivo, abbiamo deciso di elencare le 10 cose da ricordare quando si tratta di ricevute ed Enti

Sport, figli minorenni e detrazione del 19% fino ad un massimo di 210 euro

Strano ma vero, però quando si parla di detrazione del 19% fino a 210 euro all’anno per attività sportiva svolta da un soggetto minorenne di età compresa tra i 5 ed i 18 anni ogni genitore conosce molto bene l’argomento. E’ così anche per i gestori di Enti sportivi? Noi ci auguriamo di sì, ma riteniamo comunque opportuno informare i nostri attenti lettori che … … innanzi tutto occorre definire le caratteristiche delle associazioni sportive, palestre, piscine

Circoli ippici (ASD o SSD): la “pensione cavalli” dei soci è attività istituzionale se …

“Se lo scopo della associazione è “la pratica e la diffusione degli sport equestri” è consequenziale che la stessa comprenda nei suoi fini istituzionali anche la ospitalità e cura dei cavalli di proprietà dei soci. E’ proprio questo, infatti, l’aspetto che consente il perseguimento di una delle finalità sociali che è quello della pratica dello sport equestre. Non si vede, infatti, diversamente come potrebbe perseguirsi tale finalità: non certo col noleggio di cavalli di proprietà della associazione

Associazioni e decadenza dei benefici fiscali

Cari lettori, il caso di oggi è quello di una ONLUS che, a seguito della sentenza 1254/2014 della CTR della Lombardia, ha perso tutti i benefici fiscali legati al Decreto Legislativo 460/1997. Fin qui nulla di nuovo, direte … Il fatto è che tali benefici sono decaduti dal momento stesso in cui è stato accertato che la ONLUS in questione svolgeva prevalentemente (per non dire in via esclusiva) attività commerciale e non dalla cancellazione dall’Anagrafe delle ONLUS.

Enti sportivi a natura commerciale o con finalità di reale promozione sportiva?

CTP di Firenze, sentenza n. 579 depositata il 5.05.2014: un ente sportivo che organizzi, promuova e gestisca attività secondo modalità analoghe a quelle con le quali possono essere svolte anche da realtà for profit (ditta individuale o società) deve essere soggetto ad IRES ed IVA. Questo il principio di diritto che emerge dalla citata sentenza, la quale ha visto il giudicante esprimersi a favore del disconoscimento della natura sportiva dilettantistica di una ASD, non ritenendo da questa

Non profit: imprenditori aggressivi o imprenditori con il freno a mano tirato?

Cari lettori, dopo i nostri numerosi (quasi tutti) post “di contenuto”, cerchiamo con questo di stimolare un dibattito su temi che, senza dubbio, nelle dinamiche interne all’Ente non commerciale per il quale prestate la Vostra opera, almeno una volta avete affrontato. Partiamo da un dato di fatto: in Italia esistono centinaia di migliaia di Enti Non Profit. E’ questo il risultato dell’ultimo censimento ISTAT e, proprio su questi temi e sul terzo settore in generale, quotidianamente numerosi

Regime dei corrispettivi per attività sportiva con non soci e non tesserati stranieri

Esiste attualmente una discrepanza tra la normativa comunitaria e la normativa nazionale in relazione al regime applicabile ai corrispettivi corrisposti per i servizi connessi all’attività sportiva dilettantistica erogati da un Ente sportivo nei confronti dei suoi soci (nel caso di Associazione Sportiva Dilettantistica) o dei suoi tesserati/frequentatori (nel caso di Società Sportiva Dilettantistica). Nello specifico: – in ambito nazionale l’articolo 4 del D.P.R. n. 633/1972 prevede che tali corrispettivi non siano soggetti all’imposta sul valore aggiunto qualora