Agenzia Entrate, indirizzi operativi 2016: Enti Non Profit ancora una volta nel mirino?

Con la circolare 16/E dell’aprile scorso Agenzia Entrate ha chiarito che intende “individuare i soggetti che apparentemente si presentano come “non profit”, ma in realtà svolgono vere e proprie attività lucrative in settori tipicamente commerciali“.

Il 28 aprile scorso Agenzia delle Entrate con questa circolare ha reso noti i propri indirizzi operativi per l’anno 2016. Dalla lettura si comprende che l’Amministrazione Finanziaria (di fatto in linea con le indicazioni dello scorso 2015) anche per quest’anno intende riservare grande attenzione agli Enti Non Profit, informazione che non deve stupire visto il gran numero di “furbetti” che si celano nel “terzo settore” oltre che la rilevanza delle agevolazioni fiscali concesse.Ma c’è davvero da preoccuparsi?
Sul web è possibile leggere articoli di ogni sorta sul tema, ma proprio per questo occorre analizzare con il giusto distacco lo stato dei fatti al fine di comprendere quando sia necessario intervenire per sanare (se possibile) impostazioni scorrette e quando invece sia possibile continuare a dormire serenamente tra due guanciali.

Entriamo nel merito.

Agenzia Entrate afferma che per il 2016 l’indirizzo operativo generale sarà evitare di “disperdere energie in contestazioni di natura essenzialmente formale”. In fin dei conti una buona notizia che segue il solco di indicazioni precedenti (si veda in proposito la circolare 9/E del 24 aprile 2013) e di un consolidato orientamento giurisprudenziale (QUI uno dei nostri ultimi approfondimenti sul tema), circostanza che non deve però far abbassare la guardia o indurre in facili festeggiamenti. Già perchè se è vero che ogni accertamento fiscale muove in prima battuta dalla verifica della forma, è altrettanto vero che in esito la verifica si sposta sul piano sostanziale, attraverso un’analisi minuziosa delle circostanze concrete al di là delle previsioni “sulla carta”.Come procedere quindi? Verificate prima di tutto che lo statuto, i libri sociali, i rendiconti, nonché di ogni altro documento o atto (ricevute, contratti, etc.) redatto o sottoscritto dall’Ente, sia coerente con le disposizioni normative in vigore (proprie quelle che vi riservano le agevolazioni fiscali …).
Se è tutto a posto e ne siete convinti … meglio così! Ma se “qualcosa non vi quadra” o non siete sicuri della bontà dell’impostazione adottata, allora è tempo di correre ai ripari e di cercare una soluzione, poiché la legge non ammette ignoranza. Troppo spesso infatti ci siamo imbattuti in onesti gestori finiti nel mirino dell’Amministrazione Finanziaria per scorrettezze che non avrebbero commesso se solo fossero stati adeguatamente informati/assistiti.

E poi che succede?

Alla verifica documentale segue una scrupolosa analisi sostanziale relativamente alla gestione dell’Ente, e quindi: come vengono convocate le assemblee sociali? Il pagamento delle quote è contestuale alla richiesta di iscrizione? Ai soci è consentito esercitare i diritti che lo statuto attribuisce loro? E ancora: è rispettato il divieto di distribuzione di utili? L’Ente è gestito in maniera democratica e “trasparente”? Ciò che è soggetto a verifica, insomma, è che il modus alla base delle prassi gestionali poste in essere rispetti i “confini fiscali” stabiliti dal Legislatore.

Non vi scoraggiate se qualcosa non torna, né gioite troppo se tutto vi pare al posto giusto: monitorate costantemente la gestione ed in caso di dubbio … chiedete aiuto!

Per verificare statuto e modalità gestionali adottate dal Vostro Ente proponiamo un intervento che prevede:

  • invio di questionario in formato excel via mail;
  • ricezione del questionario compilato unitamente ad una copia di statuto;
  • call conference su skype (o di persona presso di noi) dedicata all’analisi del questionario, alla gestione dell’Associazione ed alle eventuali criticità riscontrate, con verifica delle possibili soluzioni operative;
  • predisposizione, nei 5 giorni lavorativi successivi, di apposita relazione, con le prassi corrette.

Per maggiori informazioni scriveteci a info@tuttononprofit.com con oggetto “info check”.

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2 commenti

  1. Buongiorno a tutti, dirigo un’associazione culturale, ci occupiamo di teatro, per lo più formazione, piccole rassegne e spettacoli da noi prodotti. Esistiamo dal 1999, ora l’agenzia delle entrate mi farà un controllo sul 2016-17-18 (non mi preoccupa) ma poi mi chiedono documenti come EAS e l’opzione al regime agevolato 398 che proprio non trovo più (oltre che statuto e atto costitutivo che invece sono in una carpetta ben al sicuro). Mi chiedo, si possono recuperare? Oppure…. perché mai non viene dichiarato di tenerli come oro in cassaforte per 20 anni, pena multa assicurata? Grazie per il vostro aiuto Elena

    1. Buongiorno. Per quanto concerne l’adesione al regime 398, Agenzia delle Entrate ha confermato nella circolare n. 18/E/2018 la regolarità dell’adozione del regime di cui alla l. 398/91 anche in assenza di comunicazione alla SIAE a condizione l’ente abbia correttamente applicato le disposizioni previste da detta norma nonché correttamente esercitato l’opzione nel quadro VO. Relativamente all’EAS, infine, se siete certi di averlo trasmesso Vi invito a verificare presso il Vostro consulente se abbia archiviato la ricevuta di trasmissione oppure eventualmente presso gli uffici dell’amministrazione finanziaria se sia disponibile una copia del modello in questione. Segnalo che in caso di mancato invio è possibile sanare l’inadempimento attraverso l’istituto della remissione in bonis, ricorrendone i presupposti: https://www.tuttononprofit.com/2016/03/modello-eas-per-associazioni-ed-enti-non-profit-ecco-tutto-quello-da-sapere.html. Cordialità, Stefano Bertoletti

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