Il disconoscimento della natura sportiva dilettantistica di un Ente non esclude i rimborsi sportivi ex lege 342/2000

Quante volte un avviso di accertamento emanato da Agenzia Entrate nei confronti di un Ente sportivo si conclude con una richiesta di disconoscimento della natura sportiva dilettantistica (non profit) del soggetto accertato (sia esso un’associazione sportiva dilettantistica oppure anche una S.R.L. sportiva dilettantistica)? Bene (o forse no …), e quante volte in esito a detti avvisi di accertamento Agenzia delle Entrate ritiene che in forza del citato disconoscimento l’Ente accertato non fosse nelle condizioni di poter riconoscere legittimamente ai propri atleti, dirigenti o istruttori i famosi compensi esenti fino a 7.500 euro per esercizio diretto di attività sportiva dilettantistica di cui agli art. 67, comma 1, lett. m) e 69 del TUIR?

Ecco … se ancora non vi è capitato (e speriamo non vi accada mai) o se anche solo ve lo hanno raccontato … tirate pure un sospiro di sollievo … perchè un pronunciamento della CTP di Lecco (sentenza n. 171/01/14) ha definitivamente (speriamo …) demolito questo (spesso) automatico assunto portato avanti da Agenzia Entrate.

Come …? Molto semplice!

La parte ha infatti costruito la propria linea difensiva (condivisa dai Giudicanti) a partire dal dettato della norma di riferimento, mostrando come ai fini di una corretta applicazione della stessa fosse richiesta la “semplice” corresponsione di compensi per attività svolte nell’esercizio diretto di attività sportive da parte di una specifica cerchia di Enti ben individuati (CONI, FSN, EPS, ASD, SSD e qualunque altro organismo che persegua finalità dilettantistiche). In altre parole, la sola e contemporanea soddisfazione di entrambi gli aspetti sopra evidenziati avrebbe reso nel caso di specie corretta la corresponsione dei rimborsi sportivi, e ciò a prescindere dal fatto che l’Ente operasse o meno secondo modalità non conformi allo spirito del “non profit”. Ecco la motivazione dei giudici: “Sussistendo le condizioni oggettive e soggettive, peraltro non contestate, indipendentemente dalla tipologia di attività praticata dal soggetto erogante, per l’art. 69, TUIR i compensi di cui all’art. 67 comma 1, lett m) TUIR, non costituiscono mai reddito per il percipiente entro la soglia di euro 7.500 nel periodo d’imposta e non devono, di conseguenza, essere operate in riferimento ad essi ritenute di alcun tipo“.

Per verificare statuto e modalità gestionali adottate dal Vostro Ente proponiamo un intervento che prevede:

  • invio di questionario in formato excel via mail;
  • ricezione del questionario compilato unitamente ad una copia di statuto;
  • call conference su skype (o di persona presso di noi) dedicata all’analisi del questionario, alla gestione dell’Associazione ed alle eventuali criticità riscontrate, con verifica delle possibili soluzioni operative;
  • predisposizione, nei 5 giorni lavorativi successivi, di apposita relazione, con le prassi corrette.

Per maggiori informazioni scriveteci a info@tuttononprofit.com con oggetto “info check”.

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2 commenti

  1. mi sono iscritta in una palestra, new energy di busnago. non ho mai frequentato il corso di pilates, ( volevo un istruttore privato, ma con le loro manfrine mi hanno consigliato di rifiutare) e mi hanno aggiunto un open, posso andare in palestra quando voglio. non hanno voluto il certificato medico. ho problemi di circolazione del sangue e volevo pilates, per vari problemi, visto che le mie colleghe hanno avuto benefici con questo corso, svolto a vimercate. al telefono, mi hanno trattato malissimo, il signor luca, cosi’ si e’ presentato, non so se e’ il suo nome. vi hanno telefonato a marzo per un corso on line. io non gioco con la mia salute, loro a quanto si. mi hanno negato il risarcimento, mi avevano proposto un voucher ma che partiva da giugno, sono andata da loro il 4 giugno,( CON IL LORO OPEN OBBLIGATO) ho speso 310,00 mentre le mie colleghe a vimercate hanno pagato 600 per un anno con istruttore che ha chiesto loro i vari problemi, con certificato medico, e svolge il corso con tre persone soltanto, non ho diritto al risarcimento? ho il contratto firmato e con lo scontrino di quanto ho pagato

    1. Buongiorno. Comprendo quanto indicato, ma il Decreto Rilancio, ovviamente, non entra nel merito di un caso così specifico, limitandosi a precisare che in virtù dell’impossibilità di usufruire dei “contratti di abbonamento per l’accesso ai servizi offerti da palestre, piscine e impianti sportivi di ogni tipo” a causa della sospensione dell’attività sportiva, viene riconosciuta agli interessati la facoltà, esercitabile entro trenta giorni “dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”, di richiedere il rimborso di quanto versato per i periodi di sosta, “allegando il relativo titolo di acquisto o la prova del versamento effettuato”. In alternativa, al gestore dell’impianto sportivo sono concessi trenta giorni di tempo dalla presentazione dell’istanza per “rilasciare un voucher di pari valore incondizionatamente utilizzabile presso la stessa struttura entro un anno dalla cessazione delle predette misure di sospensione dell’attività sportiva”. Accanto a questa previsione di legge, in ogni caso, il buon senso dovrebbe rappresentare il criterio cui ispirarsi per dirimere tutti i possibili casi che non possono ragionevolmente essere normati in un DL. Segnalo infine il nostro approdonfimento ad hoc: https://www.tuttononprofit.com/2020/05/decreto-rilancio-aiuti-economici-asd-ssd-istruttori-sportivi.html. Cordialità, Stefano Bertoletti

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