Certificato medico sportivo: nuova risoluzione per garantire l’applicazione del Decreto Ministeriale

Nemmeno un mese è trascorso dall’ultimo episodio della saga “certificato medico per attività sportive non agonistiche” (chi se lo fosse perso può consultarlo QUI) che ci troviamo nuovamente nella condizione di dover recensire una nuova puntata della telenovela … Già perchè lo scorso 7 luglio la XII Commissione Affari Sociali della Camera ha votato all’unanimità la risoluzione 7-00636 sulla “Applicazione delle linee guida in materia di certificati medici per l’attività sportiva non agonistica“.
A parere di chi scrive il documento in questione, pur muovendo da talune ottime premesse, rischia di confondere ancora di più gli operatori del settore, che sul tema, soprattutto negli ultimi mesi,  hanno notevolmente alzato il loro livello di sensibilità.Vediamo quindi di cosa si tratta.La risoluzione muove da alcune premesse più che condivisibili:
1. l’abolizione della certificazione medica per l’attività ludico motoria;
2. la “scarsa efficacia preventiva” della richiesta di un elettrocardiogramma effettuato almeno una volta nella vita ai fini del rilascio del certificato medico (come da previsione delle linee guida);
3.il riconoscimento universale della pratica dell’attività motoria e sportiva come “fenomeno di alto valore sociale e civile, oltreché fondamentale per la diffusione di sani stili di vita e per la prevenzione sanitaria“;
4. l’elusione, da parte del Decreto del Ministero della Salute dell’08.08.14, del tema “… della differenza di trattamento tra le attività organizzate da associazioni e società sportive iscritte al registro del CONI e le medesime attività proposte al di fuori dell’organizzazione sportiva, ancorché organizzate da soggetti privati for profit o associativi non sportivi“, ai quali non vine richiesta alcuna certificazione.

Sempre in premessa il documento elogia poi le buone prassi di alcune regioni che “si sono attrezzate per garantire a minori e disabili la gratuità del rilascio delle certificazioni di idoneità non agonistica e la possibilità di accedere agli esami necessari in tempi ragionevoli“, e questo al fine di cercare di diminuire le discriminazioni che l’onerosità della certificazione sanitaria induce a creare oltre che l’aumento delle liste d’attesa dovuto alla “prescrizione di un gran numero di elettrocardiogrammi a riposo finalizzati al rilascio del certificato“.
Sulla base di queste considerazioni, la Commissione impegna dunque “il Governo ad intraprendere iniziative urgenti per:
– garantire l’uniformità dell’applicazione del decreto ministeriale … su tutto il territorio nazionale, riaffermando con chiarezza che nessuna certificazione medica deve essere richiesta per coloro che vogliano svolgere attività ludico motoria;
– indicare un approccio orientato alla presa in carico costante delle persone che svolgono attività sportiva di carattere ludico motorio nel corso della vita da parte di pediatri e medici di medicina generale, in modo da promuovere l’attività fisica e contrastare la sedentarietà …;
– contrastare la proliferazione di accertamenti clinici e diagnostici conseguente all’aumento delle certificazioni medico sportive inappropriate che stanno creando inefficienze nel sistema sanitario, oneri a carico dei cittadini, grave diminuzione dell’avviamento e mantenimento nella pratica sportiva e motoria soprattutto per le fasce più disagiate della popolazione;
– inserire nell’ambito delle tipologie delle attività non agonistiche svolte dai tesserati di associazioni e società sportive affiliate alle Federazioni sportive nazionali, alle discipline sportive associate, agli enti di promozione sportiva, affidata al CONI attraverso la nota esplicativa del 25 giugno 2015, anche la fattispecie dei tesserati che svolgano «attività sportive di carattere ludico motorio», che non dovranno presentare certificati;
– modificare la norma prevista dal decreto del Ministero della salute 24 aprile 2013 che, di fatto, sta producendo una diversa tutela sanitaria per cittadini che svolgono identica attività, in relazione all’appartenenza associativa e allo status dell’organizzatore;
– promuovere iniziative con le Regioni al fine di assicurare almeno per i minori, anziani e i disabili la sostenibilità delle prestazioni sanitarie finalizzate all’avviamento, al mantenimento ed alla sicurezza nella pratica motoria e sportiva“.

Ora, se è vero come è vero che gli intenti sono lodevoli, siamo sicuri che in questi termini non si aumenti la confusione degli operatori?
Se è indiscutibile che occorre “contrastare la proliferazione di accertamenti diagnostici“, questo non può che comportare la necessità di modificare la norma e riprogrammare l’intero sistema sanitario sul punto … perchè la “scarsa efficacia preventiva” di un elettrocardiogramma una volta nella vita ai fini del rilascio del certificato medico non può indurre ad evidenziare solo “l’aumento delle liste d’attesa” ma deve condurre ad una maturità nuova che permetta di ripensare il sistema per non trovarci di nuovo a vivere situazioni che lasciano sgomenti, come quella del calciatore Morosini o del pallavolista Bovolenta (atleti super professionisti ed ultra controllati …).
Se quindi l’attività sportiva rappresenta un formidabile strumento di prevenzione primaria, l’incentivo alla pratica passa dalla consapevolezza del singolo di trovarsi nella condizione psico-fisica di poterla svolgere senza che questo rischi ragionevolmente di rappresentare per lui un danno, e non diminuendo e/o eliminando gli accertamenti diagnostici, ma garantendo strumentalmente che questi ne possono confermare la “buona salute” in senso lato.

O no …?

Tutto Non Profit © riproduzione riservata

Per approfondire consultate i nostri E-Book, le Guide ed iscrivetevi alla newsletter (che tratta di temi fiscali, gestionali, amministrativi e giuridici per SSD, ASD, ETS, ODV ed APS). Account social: Facebook (Movida Studio), Twitter (Movida Studio), Instagram (Movida Studio), Linkedin (MOVIDA SRL) e YouTube (MOVIDA SRL).

Condividi su:

(Visto 477 volte, 1 visite oggi)

4 commenti

    1. Buona sera Thomas. Al seguente link, che Le suggerisco di copiare ed incollare sul browser sul quale sta navigando, trova un articolo sulle linee guida in tema di certificazione medica rilasciate dal MInistero, nel quale vengono chiariti gli obblighi in merito agli esami clinici necessari: http://www.tuttononprofit.com/2014/09/asd-ssd-linee-guida-di-indirizzo-certificati-medici-attivita-sportiva-non-agonistica-obbligo.html. Cordialità, Stefano Bertoletti

  1. Ma quindi? Non capisco l'utilità dell'articolo, e nemmeno il senso. Cose trite e ritrite, ma il dilemma resta sempre lo stesso: un'Associazione Sportiva Dilettantistica iscritta al Coni, deve richiedere il certificato ai suoi utenti o no? Anche perché se poi si scopre che quell'utente muore perché aveva anomalie fisiche non certificate, in galera chi ci va?

    1. Buongiorno.
      Non comprendo il Vostro commento, in quanto in TUTTI i nostri articoli abbiamo SEMPRE evidenziato che una ASD iscritta al CONI è obbligata a richiedere il certificato medico ai propri iscritti.
      I migliori saluti, Gabriele Aprile

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *