Aprire una attività di ristorazione con la forma giuridica di Associazione?

DOMANDA: E’ possibile aprire una attività di ristorazione (somministrazione di bevande ed alimenti nei confronti di tutti indistintamente) con la forma giuridica di associazione? Oppure, quale sarebbe la forma giuridica più conveniente?

RISPOSTA: Buongiorno. Inizio precisando subito che l’oggetto principale per un ente non profit deve comunque e sempre essere non commerciale, e quindi l’eventuale attività commerciale (che può in ogni caso esserci quale, a puro titolo esemplificativo, somministrazione di alimenti e bevande ai soci, vendita di prodotti, sponsorizzazioni, eventi, ecc…) deve essere secondaria e sussidiaria. Un ente non profit deve avere infatti uno scopo “ideale” e, per questo, la tassazione sulle attività istituzionali è nulla. Non esiste un limite di entrate istituzionali e non esistono incompatibilità per l’attività professionale degli associati o dei componenti del Consiglio Direttivo, ma a condizione di una gestione corretta e democratica sia nella forma che nella sostanza.
Ciò premesso, la somministrazione bevande ed alimenti deve essere attività secondaria e sussidiaria all’attività istituzionale (attività culturale …) e non può essere il fine, ma deve essere un mezzo per raggiungere il fine istituzionale. Pertanto, se dovesse trattarsi del fine (a tal proposito Le segnalo una puntata di “Mi manda rai3” dove si parla proprio di bar, ristoranti e pub camuffati da associazioni culturali/circoli) sconsiglio assolutamente l’associazione culturale (circolo in questo caso è sinonimo), altrimenti si può valutarne la fattibilità. Nel secondo caso, posso aiutarVi ed approfondire la questione.

In realtà è ormai da qualche anno che si sono intensificati i controlli, soprattutto da parte della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate e molti bar/pub camuffati da Associazione/circolo sono stati sanzionati e fatti chiudere (vedi sopra la foto dei Murazzi a Torino).
Quindi, attenzione! Non bisogna pensare alla forma giuridica più “conveniente”, ma a quella corretta …

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16 commenti

  1. Buongiorno,
    un’associazione APS che si occupa di fornire attività di arteterapia, musicoterapia ecc per bambini affetti da ipovedenza, all’interno della sua sede puo’ avviare un’attività di ristorazione? sotto che formula?? gazie

    1. Buongiorno. Questo il testo dell’articolo 6 del D. Lgs. 117/2017: “Gli enti del Terzo settore possono esercitare attivita’ diverse da quelle di cui all’articolo 5, a condizione che l’atto costitutivo o lo statuto lo consentano e siano secondarie e strumentali rispetto alle attivita’ di interesse generale …”. Le segnalo quindi il nostro specifico articolo di approfondimento, in riferimento ai “criteri e limiti definiti con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze”: https://www.tuttononprofit.com/2021/09/attivita-diverse-enti-terzo-settore-decreto-mlps-107-2021.html. Cordialità, Stefano Bertoletti

  2. SALVE . sono parrucchiere con relativo negozio. vorrei continuare la mia attivita costituendo una associazione culturale acconciature e benessere. e possibile? grazie

    1. Buongiorno. Non ritengo che l’attività che intende promuovere, stando a quanto leggo, rientri tra le finalità “civiche, solidaristiche e di utilità sociale” che devono necessariamente caratterizzare gli Enti del Terzo Settore, motivo per il quale l’ipotesi prospettata non risulta a mio avviso realizzabile. Cordialità, Stefano Bertoletti

  3. Salve ho un locale commerciale adibito a laboratorio artigianale di rosticceria con una saletta che viene utilizzata X eventi, premetto che ho licenza di piccolo intrattenimento e somministrazione di alimenti e bevande, la domanda è posso trasformare la mia attività in un circolo privato o associazione culturale?

    1. Buongiorno. La costituzione di un’Associazione/Ente del Terzo Settore è legittimata dalla promozione di attività con “finalità civiche, solidarsitiche e di utilità sociale”, in assenza di scopo di lucro. A quanto leggo le attività che propone nulla possono avere a che pare con la promozione di scopi sociali in assenza di finalità lucrative, motico per il quale non ritengo in alcun modo percorribile l’ipotesi prospettata. Segnalo in proposito alcuni nostri approfondimenti: https://www.tuttononprofit.com/?s=finte+associazioni. Cordialità, Stefano Bertoletti

  4. Biongiorno,
    Sono un enologo. Vorrei costituire un’associazione culturale in cui organizzare delle serate sul vino. Serate in cui si parla di vino, si fa cultura sul vino ma alla fine si fa anche una degustazione con l’analisi organolettica. Non intendiamo cucinare ma accompagnare la degustazione con qualche stuzzichino.
    E’ possibile?
    Grazie

    1. Buongiorno. Rientrano nel novero delle attività sempre commerciali se organizzate da un’associazione quelle di “somministrazioni di pasti” (ex art. 148 n. 4 del TUIR). Per realizzarle è necessario che l’Ente sia titolare di partita IVA, individui un soggetto titolato per l’attività e sotto il profilo fiscale versi imposte ed IVA alle scadenze e secondo gli importi previsti dal regime fiscale di riferimento. Senza l’esercizio di questa attività nessun adempimento specifico sul punto è dovuto per l’organizzazione di corsi con finalità coerenti con gli scopi istituzionali ed ideali dell’Ente. Segnalo in proposito un nostro approfondimento specifico: https://www.tuttononprofit.com/2016/03/perche-costiuire-associazione-cosa-comporta-come-deve-essere-gestita.html. Cordialità, Stefano Bertoletti

  5. Ho un’associazione per la tutela e valorizzazione del caffè, con questa abbiamo partecipato e vinto un bando per creare una caffetteria aperta al pubblico, abbiamo il rec, ex libretti sanitari, iscrizione cciaa, haccp, antincendio, licenza sanitaria, licenza insegna, cassetta medica, registratore di cassa, partita iva ecc. abbiamo presentato scia per licenza di somministrazione ma questa ci viene bocciata con la sola motivazione che per loro natura le assiciazioni non possono svolgere attività commerciale, non inserendo alcun riferimento normativo, ma ci hanno invitato a trasformare l’associazione in società (polizia amministrativa) mentre Gdf agenzia delle entrate e ministero sviluppo economico dicono che si può fare. Voi che dite ? La polizia amministrativa del comune sta commettendo un illecito a non rilasciarci la licenza? E perché? Avete riferimenti normativi? Grazie

    1. Buongiorno. La somministrazione di alimenti e bevande, per un’Associazione (che è un Ente senza finalità di lucro che deve essere costituito per il perseguimento di una finalità ideale non lucrativa), si configura sempre come un’attività rilevante ai fini commerciali, e come tale da assoggettarsi ad IVA ed imposte. Non solo: detta attività deve comunque essere sempre riservata ai soli soci, e non al pubblico, poichè in difetto verrebbe snaturata la natura sostanziale dell’Ente stesso. Le segnalo in particolare un nostro recente approfondimento specifico: https://www.tuttononprofit.com/2018/08/somministrare-alimenti-e-bevande-ai-soci-di-associazione-attivita-istituzionale-commerciale.html. Cordialità, Stefano Bertoletti

  6. Salve, sono Giuseppe, socio di una Associazione Onlus riconosciuta, e tutti noi genitori desideriamo sapere , avendo dei locali in affitto dal comune, trascorriamo il 90% del nostro tempo in associazione mentre i nostri figli, con disabilità varie, dawn, intelletive, autismo, ritardo intellettivo, vengono impegnati, volontariamente a frequentare corsi di musica, computer, biblioteca, teatro e tante altre cose. In questi locali , essendo abitazioni nel passato, c’è anche un locale adibito a cucina, a norma di legge e senza fiamme ma ad induzione, tutto in regola. Fanno anche laboratorio di cucina con una mamma che per lavoro fa la cuoca, socia enche lei e mamma di figlia dawn. La domanda : Noi genitori iscritti al libro soci, e solo per noi, possiamo trascorrere del tempo con i nostri figli a tavola, durante le feste e qualche ricorrenza, ripeto senza persone estranee, e insieme preparare da mangiare solo per noi? Tengo a precisare nessun estraneo e nessuno prezzo da pagare, ma ognuno porta del cibo e viene preparato in cucina dalle mamme come fanno a casa loro con la famiglia. La ringrazio infinitamente di una Sua risposta negativa o positiva o eventualmente suggerirci cosa dobbiamo fare per riuscirci? Grazie da parte di tutti noi genitori e ragazzi disabili. Tengo a precisare che scrivo per una mia idea personale.

    1. Buongiorno. La somministrazione di alimenti e bevande effettuata da un’associaizone nei confronti dei propri soci richiede il rispetto di tre distinti profili:
      – igienico/sanitario: impianto a norma, haccp, rispetto di previsioni comunali/regionali specifiche, …;
      – amministrativo: comunicazione in Comune di inzio attività con individuazione del soggetto preposto idoneo, autorizzazione specifica, …;
      – fiscale: i proventi incassati dalla somministrazione (che in questo caso non vi sarebbero perchè ha precisato “nessun prezzo”, ma lo inserisco per completezza) hanno rilevanza commerciale, e dunque su di essi l’Ente dovrà versare IVA ed imposte alle scadenze e secondo le aliquote previste dal regime fiscale di riferimento (http://www.tuttononprofit.com/2014/12/legge-39891-il-regime-fiscale-agevolato-enti-non-profit-associazioni-societa-sportive.html).
      Cordialità, Stefano Bertoletti

  7. salve ….sono un operaio appassionato di canto e musica e sarei interessato ad aprire un circolo privato per fare serate di karaoke e serate di musica con cover di vari cantanti e con la sola somministrazione di bevande solo ed esclusivamente hai soci ….la cosa potrebbe essere fattibile ? …grazie

  8. salve, dopo anni di ricerche la ns associazione ha finalmente trovato un sito per la sede nautica, infatti ci occupiamo di wakeboard.
    l'area è bella e grazie alla partecipazione degli associati l'abbiamo ripristinata e messa in ordine.
    i ragazzi però vorrebbero la possibilità dato che si potranno fermare tutto il giorno di avere un chioschetto dove poter avere qualcosa da mangiare e delle bibite fresche.
    rientrando nell'attività secondaria, dato che nessuno è interessato a farlo diventare un bar, quali adempimenti burocratici sono necessari (licenze, permessi asl ecc.)si tratterà di un prefabbricato amovibile e temporaneo, dato che il contratto d'affitto della sede nautica è solo per quest'anno. solo cibi già confezionati, nessuna cucina. vi sarei grata per una risposta chiara poichè non ne ho avute molte fino ad ora. sia dal comune che dall'asl che non ha idea di cosa fare.

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