Non profit: distribuzione indiretta di utili o di avanzi di gestione …

Cosa significa essere senza scopo di lucro?

Essere un ente non profit, senza scopo di lucro, significa che in nessun caso ci può essere un distribuzione indiretta di utili o avanzi di gestione.

La risoluzione 38E del 17 maggio 2010 dell’Agenzia delle Entrate, ma soprattutto l’articolo 10, comma 6, del Dlgs 460/1997, evidenziano la determinazione del requisito di non lucratività degli enti non profit al fine di poter usufruire alle agevolazioni fiscali. Di seguito il comma 6 in questione (nonostante si parli di ONLUS, il ragionamento è valido anche per le altre tipologie di Associazioni):

6. Si considerano in ogni caso distribuzione indiretta di utili o di avanzi di gestione:
a) le cessioni di beni e le prestazioni di servizi a soci, associati o partecipanti, ai fondatori, ai componenti gli organi amministrativi e di controllo, a coloro che a qualsiasi titolo operino per l’organizzazione o ne facciano parte, ai soggetti che effettuano erogazioni liberali a favore dell’organizzazione, ai loro parenti entro il terzo grado ed ai loro affini entro il secondo grado, nonché alle società da questi direttamente o indirettamente controllate o collegate, effettuate a condizioni più favorevoli in ragione della loro qualità. Sono fatti salvi, nel caso delle attività svolte nei settori di cui ai numeri 7) e 8) della lettera a) del comma 1, i vantaggi accordati a soci, associati o partecipanti ed ai soggetti che effettuano erogazioni liberali, ed ai loro familiari, aventi significato puramente onorifico e valore economico modico;
b) l’acquisto di beni o servizi per corrispettivi che, senza valide ragioni economiche, siano superiori al loro valore normale;
c) la corresponsione ai componenti gli organi amministrativi e di controllo di emolumenti individuali annui  superiori al compenso massimo previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 10 ottobre 1994, n. 645, e dal decreto-legge 21 giugno 1995, n. 239, convertito dalla legge 3 agosto 1995, n. 336, e successive modificazioni e integrazioni, per il presidente del collegio sindacale delle società per azioni;
d) la corresponsione a soggetti diversi dalle banche e dagli intermediari finanziari autorizzati, di interessi passivi, in dipendenza di prestiti di ogni specie, superiori di 4 punti al tasso ufficiale di sconto;
e) la corresponsione ai lavoratori dipendenti di salari o stipendi superiori del 20 per cento rispetto a quelli previsti dai contratti collettivi di lavoro per le medesime qualifiche“.

Rispettate, nella forma e nella sostanza, la normativa? Come funziona una verifica fiscale?

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5 commenti

  1. il problema è che siamo sempre nel campo delle opinioni…il le normative sul terzo settore sono roba da diventare matti…sono quasi 3 anni che me le studio e ancora non ho chiare molte cose…comunque, certamente, le associazioni possono erogare servizi a non soci e in questo caso si tratterebbe di attività commerciale (a meno che non si tratti di partenti di soci di una APS), ma poichè essa è secondaria e sussidiaria a quella istituzionale, non mi sembrava il caso d'inserire anche questa possibilità che complica ulteriormente le cose…

  2. Mi scusi l'ignoranza….. ma in parole più semplici e comprensibili che cosa vuol dire il tutto in sostanza? Grazie

    1. Buongiorno. Significa che non ci può essere divisione di utili o avanzi di gestione in un ente non profit.
      I migliori saluti
      Gabriele Aprile

  3. non sono d'accordo con l'interpretazione del dlg 460/97. quell'articolo si riferisce solo alle organizzazioni di utilità sociale che per essere tali devono garantire prestazioni anche a non soci. per questo le prestazioni di servizi a soci, associati o partecipanti,vengono considerate come distribuzione indiretta di utili se "effettuate a condizioni più favorevoli in ragione della loro qualità". cioè, nel caso un servizio di migliore qualità fosse erogato solo ai soci, si tratterebbe giustamente di distribuzione indiretta di utili. non credo però che il criterio possa adattarsi anche ad altro tipo di associazioni che non possono comunque effettuare prestazioni di servizi a non soci

    1. Buona sera.
      Premesso che non entro nel merito delle Vostre opinioni, ci mancherebbe altro (anche perchè il 460/97 non l'ho scritto io), mi permetto solo di dissentire riguardo la Vostra ultima affermazione. Le altre tipologie di Associazioni posso effetuare prestazioni di servizi nei confronti di non soci, a condizione che gli introiti siano gestiti quale attività commerciale e che quest'ultima sia secondaria e sussidiaria a quella istituzionale.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

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