Regime dei minimi: importanti novità per chi opera nelle Associazioni

Buon giorno a Tutti, e innanzi tutto buon anno!

ATTENZIONE! A PARTIRE DAL PRIMO GENNAIO 2015 IL REGIME DEI MINIMI SUBIRÀ NUMEROSI CAMBIAMENTI RADICALI: PER RESTARE AGGIORNATI SENZA PERDERE NESSUNA NOVITÀ VI INVITIAMO A LEGGERE QUESTO ARTICOLO.

Sicuramente molti di Voi si domanderanno il motivo di questo articolo che, a differenza dei precedenti strettamente rivolti al settore non profit, oggi si rivolge a tutti i settori (non profit compreso): innanzitutto occorre sgombrare il campo da qualsiasi valutazione non professionale, perché ciò su cui ci interessa portare l’attenzione consiste nel grande impulso positivo che un provvedimento di questo genere ha prodotto in favore dei giovani e di tutti coloro che, ricorrendone i presupposti, potranno usufruire di questo regime. Infatti una tassazione di questo genere permette ai suoi beneficiari di potersi accostare al mondo del lavoro senza la pressione fiscale tipica delle altre realtà (regime ordinario, snc, sas, eccetera).

Sul finire dell’anno appena trascorso, il D.L. 98/2011 al suo articolo 27, ha introdotto un nuovo regime per i cosiddetti “Contribuenti Minimi”. La scelta di questo regime, che spesso veniva effettuata da coloro che intendevano avventurarsi nel mondo del lavoro in forma autonoma per le agevolazioni che portava con sè, era caratterizzata da un imposta sostitutiva dell’Irpef e delle relative addizionali del 20% sul fatturato, oltre che dall’assenza di Irap, Studi di Settore, IVA e obbligo di tenuta delle scritture contabili (questo fino al 31 dicembre 2011 come dalla legge 244/2007, articolo 1 commi 96/117). La possibilità di usufruire di questo regime era limitata al rispetto di taluni requisiti, quali ad esempio:
– ricavi non superiori a 30.000 euro all’anno,
– limite di acquisti di beni strumentali nel triennio di 15.000 euro,
– l’impossibilità di effettuare cessioni all’esportazione,
– l’impossibilità di prevedere spese per il lavoro dipendente, i collaboratori e assimilati.

Il primo gennaio 2012 ha sancito l’entrata in vigore del nuove regime, rivoluzionandolo sotto molti aspetti, tra i quali i più rilevanti a nostro avviso sono:
– la possibilità di usufruire di questo regime per la durata limitata di 5 anni o fino al compimento dei 35 anni;
– un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle relative addizionali del 5% sul fatturato;
– l’inizio attività a partire dal 1° gennaio 2008;
– il fatto che l’attività svolta non si configuri come una mera prosecuzione di un’altra attività svolta precedentemente sotto forma di lavoro autonomo o dipendente;
– l’assenza di esercizio, nei tre anni precedenti, di alcuna altra attività artistica, professionale o di impresa.
Questo significa che non potranno usufruire del nuovo regime tutti i contribuenti che non rispecchiano i requisiti di accesso oltre che tutti coloro che hanno iniziato la loro attività antecedentemente al primo gennaio 2008.

Questo articolo ha dunque l’ambizione di spingere ad una riflessione tutti coloro che hanno sempre ricevuto compensi “in nero” (ad esempio gli istruttori sportivi che non possiedono i requisiti per poter usufruire della legge 342/2000) perché ritenevano di non essere in grado di supportare la tassazione prevista dallo stato: valutino dunque se sia giunto il momento per qualificarsi come professionisti non solo con le parole, ma anche nei fatti.

In molti ci hanno chiesto quanto costa aprire la partita IVA. I costi dipendono dal soggetto che si occupa delle pratiche. In sostanza:
– se le pratiche vengono gestite in autonomia, non vi sono costi per l’apertura;
– se le pratiche vengono gestite da un commercialista, il costo varia dai 100 ai 250 euro a seconda della categoria nella quale ci si iscriverà, nello specifico:
1) ditta individuale (artigiano o commerciante) -> 50 euro circa per l’apertura della partita IVA + 110 euro circa per iscrizione ad Albo degli Artigiani o Camera di Commercio + 50 euro circa per iscrizione gestione artigiani o commercianti INPS;
2) lavoratore autonomo (libero professionista) -> 50 euro circa per l’apertura della partita IVA + 50 euro circa per iscrizione gestione separata INPS.Cliccando QUI avrete accesso alla “Guida completa al regime dei minimi” pubblicata l’8 aprile 2014.

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111 commenti

  1. Buonasera , sono il presidente di un' asd equestre senza partita Iva , facciamo attività equestre solo con i soci , non partecipiamo a gare e quant'altro , sia io che il mio compagno siamo gli istruttori , e restiamo ben al di sotto della soglia dei 7.500 € annuali , ma nessuno in questi anni ci aveva detto che possono rientrare in questa categoria di agevolazione fiscale solo coloro che hanno un altro lavoro principale ! Come ci dobbiamo comportare ? Dobbiamo rinunciare ad insegnare ?

  2. anonimo 123

    buongiorno volevo sapere materialmente e senza troppi giri di parole e paroloni difficili :

    – guadagno 80€ indipendentemente dalle ore giornaliere , posso farli in 1/2 ora o nell'arco della giornata , posso avere p.iva e regolarizzarmi con le tasse?

    posso continuare a guadagnare e fregarmene di far mangiare lo Stato?

    grazie per l'attenzione

    1. Buongiorno.
      se soddisfa i requisiti per rientrare nel regime dei minimi, può aprire partita iva.
      I migliori saluti, Gabriele Aprile

  3. salve… sono un ragazzo di 24 anni che lavora come istruttore in sala pesi presso una palestra… ora mi sono stufato e vorrei aprire la partita iva in quanto eseguo gia lezioni private e vorrei proseguire solo con quelle e corsi di gruppo… per usufruire del regime dei minimi non devo aver svolto attività simili a quella che vado ad intraprendere ed ecco la mia prima domanda: siccome la palestra è registrata come ditta ( quindi non palestra effettiva o società sportiva ) ed io ero un dipendente di questa ditta, posso aprire la partita iva come corsi sportivi e ricreativi ( ateco 2007 codice 855100 ) ?

    poi: mi devo iscrivere come gestione privata all'inps giusto?
    cos'è l'enpals? ho agevolazioni o mi costano di meno i contributi in questa istituzione?

    grazie mille in anticipo

    1. Buongiorno.
      Si ritiene che il quesito debba essere posto ad un consulente del lavoro o commercialista, che potrà analizzare la Vostra situazione.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  4. Salve a tutti

    Avrei una domanda da porVi. Sono presidente di un'Associazione Onlus e ci occupiamo di violenza contro le donne…! Può una psicologa lavorare con un co.co.pro? Da quello che ho letto non è possibile in quanto è esclusa per via dell'iscrizione all'albo nazionale.

    Grazie e complimenti per il sito!

  5. Buongiorno,
    sono una psicologa che nel 2014 ha firmato come socio fondatore di una cooperativa onlus. Presso la medesima cooperativa svolgo attività di educatrice con contratto Co.Co.pro. Vorrei aprire la partita iva, in regime dei minimi, per svolgere l'attività di psicologa nell'ambito della cooperativa, mantenendo anche il suddetto contratto di educatrice. Sono compatibili le suddette attività con il regime dei minimi? grazie anticipatamente

    1. Buongiorno.
      Se dovesse decidere di aprire partita iva, nei confronti dell'Associazione dovrà necessariamente emettere fattura, senza l'utilizzo di altri contratti, anche perchè immagino che le due attività siano comprese all'interno dello stesso codice attività (Le consiglio a tal proposito di contattare un consulente del lavoro o un commercialista).
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  6. Buongirono!! come sempre siete precisi e puntuali nel pubblicare notizie
    nei post però non ho trovato una puntualizzazione importante circa il nuovo regime minimi 2015.
    premessa: io sono educatore-formatore, non iscritto all’albo (non esiste per educatori professionali) ho 36 anni e da marzo 2014 ho p.iva minimi. (irpef 5% e durata 5 anni). e molto probabilmente resterò in questo regime. non passerò al nuovo. forse perché mi è sfuggito un aspetto.
    per calcolare la possibilità o meno di rientrare nei nuovi minimi 2015 un professionista del mio settore/categoria numero 8 secondo le tabelle (cultura, istruzione, ecc), non può gudagnare più di 15 mila euro all’anno. in caso di superamento rientrerebbe nel regime ordinario.
    facendo un calcolo approssimativo, in un anno in base al mio giro di lavoro, arriverei a guadagnare fra i 14 e i 21 mila euro lordi al massimo.
    se ne guadagno 14 mila rientro nel regime, se ne guadagno 16-17 sono fuori.
    è una fregatura colossale, perché questa legge non permette ai professionisti di crescere. devono stare nel loro orticello e contare i centesimi!!
    vorrei avere male interpretato la legge, ma temo di no.
    a oggi prendere in considerazione di passare a regime ordinario, per un professionista del settore socio-culturale è improponibile, secondo me.
    spero che questa riflessione possa essere utile a tutti.
    voi cosa ne pensate?
    saluti
    alberto

  7. Salve, vorrei avere se possibile dei chiarimenti riguardo eventuali rimborsi che verrebbero donati ai nostri associati, premetto che sono la presidente di una onlus, facente parte di una consulta, quindi apparteniamo ad una associazione maggiore che è una onlus, regionale.. e noi in particolare siamo una sottosezione della stessa operiamo nella raccolta fondi attraverso un "laboratorio terapico artigianale", quindi si svolgono nella nostra sede operativa diciamo così per essere più esaustivi..lavori di artigianato di qualsiasi genere, per poi raccogliere fondi e offrire di conseguenza servizi di vario genere.. che variano secondo le necessità che ci vengono richieste.. tipo assistenza domiciliare, servizio di psicoterapia, servizio di fisioterapia domiciliare, servizi di volontariato nelle varie strutture.. case famiglia, case di accoglienza, case di cura per anziani, offrendo gratuitamente corsi di attività sociali, soprattutto che rientrano nelle nostre attività che svolgiamo nella sede. premetto che siamo come associazione regionale convenzionati con l'Asl competente per servizi sia nel sociale che nel sanitario. Il mio dilemma è che ancora dopo tanto tempo sono sempre incerta e preoccupata nel gestire le raccolte che facciamo nelle varie sedi ( tipo feste patronali, manifestazioni, ecc..), noi quando diciamo così… vengono venduti alcuni articoli da noi creati, chiediamo un rimborso spese su quello stesso articolo,con annessa un eventuale donazione libera.. e poi su tutto quello che ricaviamo facciamo ricevuta fiscale di tutto l'importo ricevuto dal cliente! la mia domanda! E' giusto nei confronti delle regole che appartengono alle ONLUS? Poi, per eventualmente dare un piccolo rimborso allo stesso associato che ha realizzato quello stesso articolo, quale è la prassi giusta da seguire? grazie infinite

    1. Buongiorno Monia.
      Per quanto riguarda le raccolte fondi, abbiamo scritto un articolo dedicato che può consultare al seguente link http://www.tuttononprofit.com/2013/11/focus-su-raccolte-fondi-tombole.html
      Mi perdoni, ma la richiesta di un rimborso spese sull'articolo parrebbe un corrispettivo camuffato…inoltre attenzione nel contesto "non profit" all'utilizzo del termine "cliente". Per quanto rigurda i compensi ai soci, abbiamo scritto questo articolo http://www.tuttononprofit.com/2013/09/compensi-ai-soci-di-una-associazione-e.html
      Considerati questi dubbi gestionali, qualora desiderasse un nostro supporto professionale, anche per fare un check sulla gestione dell'associazione, non esiti a contattarci.
      Grazie,
      Gabriele Aprile
      gabriele@movidastudio.it

  8. Buongiorno, sono Stefania ed ho aperto la partita iva per lavorare nel settore finess dal 2012. Precedentemente avevo un contratto co co co sotto i 7500 e mi è stato detto non essere più possibile farle.
    Essendo le tasse un peso gravoso, e non superando i 1000 euro al mese, sto pensando di chiuderla. Vorrei due chiarimenti in merito: io prevalentemente mi occupo si Aquafitness. Se facessi il brevetto per istruttore di nuoto F.I.N. ,è CORRETTO SOSTENERE CHE NON SAREBBE OBBLIGATORIO CHE IO EMETTA FATTURA ?(si tratta di una SSDIL SRL). SECONDO: IPOTIZZANDO CHE IO FREQUENTI IL CORSO E DIVENTI ISTRUTTORE DI NUOTO A TUTTI GLI EFFETTI A GIUGNO 2014, è POSSIBILE CHE IN QUESTI MESI (GENNAIO-GIUGNO) IO COLLABORI CON LA STRUTTURA ATTRAVERSO UN CONTRATTO DI TIPO DIVERSO ( A CHIAMATA O ALTRO) SENZA EMETTERE FATTURA?
    Vi ringrazio in anticipo,ma davvero vorrei NON avere nessun reddito da fatturare nel 2014, in attesa di un lavoro migliore e da dipendente, mantenendo questo solo come passione….

    Saluti

    1. Buona sera Stefania.
      Fino a quando la partita IVA resta aperta, deve fatturare con la partita IVA. Diversamente, può chiuderla ed utilizzare gli altri contratti di lavoro (rimborsi sportivi ex lege 342/2000 esclusi). Tenga presente che se chiude la partita iva in regime dei minimi, dovesse decidere di riaprirla sarà in regime ordinario…
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

      p.s. non potrebbe parlare con qualche SSD con cui collabora proponendo di diventare amministratore della stessa?

    2. buongiorno,in merito a questo intervento avrei bisogno di un chiarimento se possibile.. io è 10 anni che lavoro in asd con la legge dei 7500..dal 2011 ho aperto partita iva col regime dei minimi perché"obbligata" se volevo lavorare in una palestra facente parte di una grande catena.. il problema é che poi le altre palestre non ti vogliono perché costi troppo e preferiscono pagare con i 7500. però ora mi ritrovo a fatturate ad un unico posto e come ben sapete non si può,sopratutto dal 18/06…onestamente non so cosa fare.. grazie

    3. Buona sera.
      Il problema è che Lei, avendo aperto la partita iva come istruttore professionista, non ha diritto di percepire da nessuno i rimborsi sportivi ex lege 342/2000 e chiudere la partita iva per percepire solo rimborsi sportivi non ha assolutamente senso.
      I migliori saluti, Gabriele Aprile

  9. Grazie ancora… ultima domanda: e se l'associazione non farà più corsi (anche se li ha fatti finora)? il conflitto di interessi sparirebbe? cioè se il presidente svolge attività professionali diverse da quelle dell'associaizone non c'è più il conflitto, a vostro parere?
    (potreste segnare il commento precedente come utente anonimo o cancellarlo? so che ne comprendete il motivo…)

    1. Buongiorno. Commento cancellato!
      Sicuramente attività differenti, denominazione differente e marchio differente sarebbero un'ottima soluzione per evitare conflitti di interessi.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  10. Buongiorno (e buon anno!), sono presidente di una associazione culturale che negli ultimi due anni ha svolto prevalentemente attività di formazione rivolta agli associati… diciamo così… dall'associazione ho percepito il rimborso spese delle spese vive sostenute e documentate. Io risulto attualemente disoccupato da più di un anno. La mia domanda è: vorrei aprire la p.iva con il regime dei minimi e mantenere il mio ruolo di presidente nell'associazione, continuando a occuparci di ricerca sociale come già facciamo. Vorrei dare alla mia nuova attività con p.iva lo stesso nome e logo dell'associazione (perchè già noto in alcuni ambienti) e l'attività si occuperà anche di formazione nello stesso ambito. All'associazione cambierei logo… Che rischi ci sono che l'attività venga vista come prosecuzione di altra attività? Il rischio è che non mi accettino la domanda di apertura della p.iva o che intervengano dopo? o che altro? grazie davvero!

    1. Buongiorno.
      Non ci saranno problemi per l'apertura di partita IVA con lo stesso nome dell'Associazione, ma ci saranno problemi legati al fatto che il presidente di una Associazione apra partita iva con lo stesso nome dell'Associazione ed utilizzi il logo della stessa (anche se poi per l'Associazione cambierà) in quanto questo verrebbe visto facilmente quale utilizzo improprio di un Ente non profit… Le consiglio la consultazione del seguente articolo http://www.tuttononprofit.com/2013/09/compensi-ai-soci-di-una-associazione-e.html I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

    2. La mia personale opinione è di utilizzare denominazione e logo differenti onde evitare situazioni di palese conflitto di interesse. In qualsiasi caso, dare le dimissioni da presidente dal momento in cui andrà a svolgere praticamente la stessa attività con ditta individuale, mi sembra doveroso.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  11. Salve,
    Vorrei capire una cosa, posso aprire nella mia abitazione un asd ? O ci vogliono dei permessi speciale denuncia inizio attività locali adeguati… io dispongo di 80mq con 1 bagno e 1 spogliatoio cabina,armadio.

    1. Buongiorno.
      Può aprire una ASD nella Vostra abitazione, in quanto trattasi di Ente privato e la destinazione d'uso del locale è compatibile con la presenza di persone. Non ci vogliono permessi (salvo casi particolari). A tal proposito Vi segnalo la consultazione della "Guida al non profit: come creare e gestire un'Associazione" che può trovare, insieme ad altre guide sull'argomento, all'indirizzo http://www.movidastudio.it/edizioni.php . I migliori saluti, Gabriele Aprile

  12. Salve, vorrei fare cortesemente una domanda:
    Sono possessore di una partita iva dei minimi come istruttore sportivo: io lavoro come istruttore di sala in due palestre diverse, inoltre fatturo ogni anno determinate ore di personal training svolte all'interno delle stesse strutture o domiciliari. Fino a poco tempo fa fatturavo lo stipendio come istruttore di sala in entrambi i centri, ma adesso mi è stato detto che non è più legale farlo. Come mi devo comportare? Inoltre premetto che non verso Enpals ma Inps. Grazie infinite per la disponibilità.

    1. Buongiorno.
      Comprendo la confusione.
      Premesso che a mio avviso è opportuno che approfondisca la questione con il commercialista che Vi segue, è indispensabile che un professionista abbia diversi committenti, pertanto è corretto fatturare ai diversi centri e alle persone a cui fa da personal. Per quanto riguarda invece il versamento di INPS piuttosto che ENPALS, trovo questa scelta azzardata, in quanto gli istruttori sportivi e personal devono versare ENPALS. Mi permetto di consigliarLe la consultazione delle guide intitolate "istruttori sportivi e personal trainer" e "ENPALS e istruttori sportivi" che trova all'indirizzo http://www.movidastudio.it/edizioni.php I migliori saluti. Gabriele Aprile

  13. Salve a tutti, avrei un quesito importante a cui non riesco a dare una risposta concisa visti diversi pareri di commercialisti. Vorrei aprire la partita iva a regime agevolato come istruttore sportivo però lavoro gia con questo tipo di inquadramento: fino al luglio 2012 ero addirittura assunto come dipendente, poi fino ad ora come collaboratore presso un altra palestra. Ora, un commercialista mi ha dato parere positivo perché da quando dovrei aprire la partita iva lavorerò presso altre strutture, diverse dalle precedenti e quindi dice che non viene considerato come prosecuzione di attività precedentemente svolta perché le fatturazioni avranno un diverso committente mentre un altro parere è stato negativo. Resto in attesa di una vostra gentile delucidazione ringraziandovi per la cortesia dedicatami.
    Cordiali saluti,
    Davide

    1. Buongiorno Davide.
      Viene indicato chiaramente che "…l’attività svolta non si configuri come una mera prosecuzione di un’altra attività svolta precedentemente sotto forma di lavoro autonomo o dipendente". Ciò posto, ritengo inapplicabile il regime dei minimi.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

    2. Ma secondo la normativa, uno come fa a mettersi in proprio in una certa professione se prima non si fa una certa esperienza in quel campo, quindi lavorando come dipendente?
      Ringrazio nuovamente.
      Davide

    3. Concordo. Ma nel caso specifico, se si tratta di una mera prosecuzione dell'attività (anche se dipendente), potrà mettersi in proprio aprendo partita iva con regime ordinario.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

    4. Mi scusi nuovamente il disturbo ma ho contattato il commercialista secondo il quale si può usufruire del regime agevolato nel mio caso rifacendosi a questa circolare dell'agenzia delle entrate del 26.01.2011 n°8:"Segnatamente, rappresenta mera prosecuzione dell'attività esercitata in precedenza quell'attività che presenta il carattere della novità unicamente sotto l'aspetto formale, ma che viene svolta in sostanziale continuità, utilizzando, ad esempio gli stessi beni dell'attività precedente, nello stesso luogo e nei confronti degli stessi clienti" in quanto avrei committenti e luoghi di esercizio differenti dai precedenti. Grazie ancora per la disponibilità.
      Davide

    5. Se decidete di procedere con questa impostazione, Vi consiglio di farVi mettere per iscritto dal Vostro commercialista che in riferimento a quella circolare ritiene opportuno che possiate aprire partita iva rientrando nel regime dei minimi.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  14. Salve, vorrei fare una domanda:
    sto per aprire la P.Iva per poter svolgere la Libera Professione di Psicologo, ho 26 anni e credo di rientrare nei requisiti previsti dal Regime dei Minimi. Volevo sapere se essere uno dei membri fondatori di un' Associazione di Promozione sociale di cui faccio parte possa essere un intralcio per rientrare nel Regime dei Minimi.
    La ringrazio

    1. Buona sera.
      Essere un fondatore di una A.P.S. non è da intralcio al fine di rientrare nel regime dei minimi. Il problema potrebbe porsi nel momento in cui l'unico Vostro committente fosse l'APS perchè in quel caso Lei sarebbe un dipendente camuffato da libero professionista.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  15. Gentilissimi,
    ho un dubbio a proposito del regime dei nuovi minimi:
    Rientrando nell regime dei nuovi minimi dal 2012, posso essere anche un socio fondatore di un'Associazione culturale ONLUS di nuova costituzione? (ricordo che con il vecchio regime dei minimi questo non era possibile)
    L'attività con cui è registrata la mia partita iva e quella che andrei a svolgere per l'associazione sarebbero all'incirca le stesse, ovvero attività teatrale.

    Grazie mille!

    1. Buongiorno.
      Nulla vieta che Lei possa aprire partita iva con regime dei minimi e contestualmente essere socio fondatore di una onlus.
      Attenzione però, perchè l'Associazione non potrà essere l'unico Vostro committente, altrimenti sarebbe un dipendente camuffato da libero professionista.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  16. Salve, faccio l'educatore professionale da 4 anni (anche da prima, ma gli ultimi 4 anni sono stati continuativi) per i primi 3 ho avuto un co.co.pro. quest'anno non essendo possibile stipulare nuovamente un contratto atipico mi è stato somministrato un contratto full time a tempo determinato di un anno. Non essendoci nessuna postilla l'anno venturo o mi proporranno un Contratto a T.I. o resterò a spasso. visto anche la paga irrisoria che prevede il CCNL per la mia professione, sto pensando di aprire una P.I. da gennaio. avendo 33 anni il prossimo gennaio rientrerei nel regime dei minimi. vorrei sapere se oltre al 5% di tasse agevolate si debba pagare anche qualcos'altro (credo di si perchè il 5% mi pare una quota irrisoria) Inps, Inail, Iva, studi di settore o quant'altro in che misura sono/non sono previsti? grazie, matteo

    1. Buona sera Matteo.
      Il problema, in questo caso, è che il regime dei minimi può essere aperto a condizione che non sia una mera prosecuzione di un’altra attività svolta precedentemente sotto forma di lavoro autonomo o dipendente. Dovrete quindi aprire una posizione iva con regime ordinario, con la tassazione ordinaria. Spiacente.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  17. Buona sera,
    In merito all'apertura p.i. regime dei minimi,non essendo lavoratore
    dipendente o subordinato, credo venga meno l'obbligo dell'iscrizione all' enpals ma alla gestione separata inps;
    Poichè ho mia figlia e mio genero laureati in scienze motorie,
    che intendono aderire a questo regime,desidererei avere delle
    delucidazioni.
    distinti saluti

    1. Buongiorno.
      Riteniamo più opportuno, occupandoci esclusivamente di enti non profit, che in merito si rivolga ad un consulente del lavoro o commercialista. Le ricordo, inoltre, che l'Agenzia delle Entrate ha prodotto una guida per i contribuenti minimi.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  18. Buonasera, la mia posizione di Diplomato Isef poi trasformata in Laureato in Scienze motorie, titolare di partita IVA dal 2007, posso erogare fatture con la dicitura:

    n. lezioni ginnastica posturale

    ???????????????????

    Vi ringrazio anticipatamente per la vostra risposta
    Paolo

    1. Buongiorno Paolo.
      La ginnastica posturale può essere attività erogata da un laureato in scienze motorie, pertanto la risposta è affermativa.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  19. Buonasera, io volevo chiedere questo. Se apro la pi regime dei minimi, sono obbligato anche a iscrivermi all enpals? E in questo caso le asd devono pagare il 23 per cento circa dei contributi? Sono ora un istruttore senza p.i. Redditi diversi Grazie. Marcella

    1. Buongiorno.
      Esattamente. La cosa migliore è contattare un commercialista o un consulente del lavoro che può predisporLe un prospetto dei costi.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  20. Salve,da quest'anno avrò solo contratti con A.S.D. e S.S.D.(prima avevo anche un Co.Pro).Sono un ISEF,sono un professionista?Sono anche PT certificato Fif,sono un professionista?Il lavoro sportivo è la fonte unica dei miei redditi(annualmente dichiarati con il mod unico)per un tot.che varia di anno in anno,da 5.000 a 8.000euro..circa.
    Sono obbligato ad aprire la p.iva?dei minimi?Se nn la apro sono in regola?Sono in alto mare…help!!

    1. Buongiorno.
      Penso che si sia risposto da solo. Se il lavoro sportivo è la fonte unica dei Vostri redditi allora è il Vostro lavoro e non vi è dubbio che dobbiate aprire partita iva (il regime dei minimi è sicuramente la possibilità meno onerosa per iniziare ad operare). I rimborsi spesa ex lege 342/2000 sono appunto rimborsi spesa (redditi diversi) e non redditi di lavoro. Pertanto non siete nelle condizioni di poterli percepire. Mi permetto di consigliarVi la consultazione della guida "istruttore sportivo e personal trainer" che potrà trovare all'indirizzo http://www.movidastudio.it/edizioni.php
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  21. Buonasera,
    vorrei sapere, ho 40 anni e vorrei aprire la partita iva, posso usufruire dei regimi minimi, ma è vera la notizia che ho trovato sul web ?

    Dal 1° gennaio 2012 il regime dei minimi, lo potranno ottenere solo i giovani fino a 35 anni d’età. La disciplina dei contribuenti minimi, è in vigore da solo 3 anni ed è stata introdotta dall’art. 1, commi 96-117, della L. 244/2007

    Grazie infinite

    1. Buongiorno,
      a noi risulta che possa applicare il regime dei minimi per 5 anni dall'apertura (come indicato sull'articolo). Le consiglio comunque di prendere contatti con un consultente del lavoro o commercialista.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

    1. Buongiorno,
      sicuramente la partita IVA può riaprirla. Ho dei dubbi però sui seguenti requisiti:
      – il fatto che l’attività svolta non si configuri come una mera prosecuzione di un’altra attività svolta precedentemente sotto forma di lavoro autonomo o dipendente;
      – l’assenza di esercizio, nei tre anni precedenti, di alcuna altra attività artistica, professionale o di impresa.

      Pur cambiando la forma nella scelta di settore per l'apertura della posizione IVA, la sostanza è la stessa, pertanto dubito che possa aprire partita iva con regime dei minimi.

      Le consiglio comunque di prendere contatti con un consulente del lavoro o commercialista.

      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  22. Salve sono Fabrizia. Nel 2011 ho aperto una p.iva come personal trainer per un centro sportivo, ma alla fine ho dovuto chiudere la posizione iva non avendo mai esercitato ed ovviamente con dichiarazione a zero. Ora mi trovo pentita perchè vorrei svolgere l'attività di Pt privatamente. Posso riaprire la posizione iva ? Inoltre è possibile erogare sedute di Personal Training sottoforma di "consulente fitness" invece del codice "corsi sportivi e ricreativi" inglobando una consulenza piu' ampia come sviluppo piani di allenamento ecc…ecc.. Grazie

  23. cortesemente gradirei alcuni chiarimenti sul contratto sportivo,
    spiego:
    essendo gia lavoratrice dipendente presso una azienda privata
    tessile con un proprio reddito,vorrei sapere se le retibuzioni ricevute dalle pr
    estazioni del contatto sportivo,anche se inferiori a7.500 euro,vanno sommate all
    atro reddito al momento della dichiarazione dei redditi e se si pagano cosi eve
    ntuali trattenute irpef.grazie

    1. Buongiorno,
      se i rimborsi sportivi non superano i 7500 euro non vi è l'obbligo di portarli in dichiarazione. Anche se portati in dichiarazione non cambiano le aliquote. Nel caso in cui invece i 7500 euro vengano superati, questi sono da dichiarare nei redditi diversi e le aliquote possono cambiare.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  24. Ciao a tutti. Dopo aver letto tutte queste pagine mi sembra che nei vari post manchi il punto di vista delle ASD. Mi spiego meglio: tutti chiedono di aprire partita o comunque cosa fare nel caso vengano superati questi 7500€. Sarebbe bello sapere anche quali sono le possibilta per una ASD di "assumere" questi lavoratori.

    1. Buongiorno.
      Non mi pare corretto quanto da Lei evidenziato, infatti stiamo parlando delle possbilità per l'istruttore e quindi per l'asd di avvalersi di collaboratori con partita iva.

      Dal punto di vista dell'ASD, la stessa non può collaborare con istruttori che emetterebbero fatture solo nei confronti dell'ASD perchè saremmo di fronte ad un dipendente camuffato da libero professionista. Nel caso di assunzione, non cambia nulla rispetto ad un contratto di lavoro subordinato tipico anche degli enti commerciali.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  25. Gentile 'Gruppo di studio Movida',
    Nel 2009 ho chiuso ditta di commerciante portandomi dietro un po’ di debiti che piano pianp paghero',nel frattempo mi sono laureata e adesso faccio l’infermiera per una cooperativa. Nel 2013 vorrei aprire P.I. Per fare la libero professione, rientrei nel regime dei minimi? E potrei conciliare un lavoro dipendetnte part time in qualche ambulatorio e la libero professione?
    Grazie
    Cirdiali saluti

    1. Buongiorno.
      Purtroppo non ci occupiamo di questo, pertanto per questa questione è necessario prendere contatti con un consulente del lavoro. Mi dispiace.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  26. Secondo voi un dipendente privato di 40 anni con un reddito lordo annuo di 35.000€ può aprire partita iva con il nuovo regime dei superminimi?
    A parte l'età, che non mi pare vincolante, e la attività che andrebbe ad eseguire come libero professionista che è del tutto estranea a quella come lavoratore dipendente (non esiste quindi la mera prosecuzione, rimane il limite dei 30.000€ annui.
    I due redditi si devono cumulare o il limite di 30 mila si riferisce soltanto all'attività con partita iva?

    1. Buongiorno.
      Teoricamente è possibile. Il datore di lavoro però deve essere informato dello svolgimento di altre attività, in quanto, solgendo due lavori, potrebbe ad esempio essere stanco e fare imperizie sul posto di lavoro…
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

    2. Purtroppo non ci occupiamo di questo, pertanto per questa questione è necessario prendere contatti con un consulente del lavoro.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  27. Salve. Mi poptete aiutare? Sono dipendente statale, anche socio di una ASD. Posso ricevere contributi fino a 7500 euro?? Per l'attività prestata a favore delle attività dell'associazione? Grazie

    1. Buongiorno.
      E' per Voi possibile ricevere i rimborsi sportivi ex Lege 342/2000 senza alcun problema in quanto avete già un altro reddito di lavoro.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  28. Buonasera, volevo chiedere la seguente informazione.
    Io sono un laureato in scienze motorie che ha un contratto a tempo indeterminato presso un negozio di articoli sportivi faccio part-time.
    Volendo adesso aprirmi uno studio da personal trainer in un abitazione continuando nel mio lavoro principale, posso usufruire della legge 342/2000 oppure devo perforza aprire la partita iva?anche se il mio guadagno come personal trainer annuo inizialmente sarà sotto i 7500 euro?
    Grazie

    1. Buongiorno,
      la 342/2000, in ambito sportivo dilettantistico, può essere utilizzata solo da Associazioni sportive dilettantistiche o Società sportive dilettantistiche a responsabilità limitata. Persone fisiche che svolgono attività di personal non possono usufruire di questa legge.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  29. salve , sono laureata in scienze motorie e vorrei aprire una A.S.D., se non supero i 7.500 euro di incasso posso non aprire la p.i.?

    1. Buongiorno,
      il problema non è legato al superamento o meno dei 7500 euro/anno, ma al fatto che l'applicazione della 342/2000 (i famosi 7500 euro/anno in completa esenzione) è consentita a chi è studente, pensionato o ha un altro reddito di lavoro (ovviamente non insegnare in una asd). Chi fa questo come lavoro, non può utilizzare la 342/2000 e deve quindi pensare ad altre soluzioni.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  30. Grazie mille della risposta, in effetti era questo che stavamo valutando,ma un conto e' aprire con il nuovo regime dei minimi e un conto aprire con il regime normale. Se le indennità percepite erano redditi diversi(quindi potevano non esser considerate continuazione di un'attività), il contratto di 4 ore settimanali non potrebbe esser considerato mera prosecuzione?

    1. Buongiorno. Non era stata indicata in precedenza la tipologia di contratto di 4 ore settimanali con una terza palestra. Il consiglio è di informarsi presso un commercialista che possa seguirVi. I migliori saluti

  31. Buongiorno,
    una laureata in scienze motorie che percepisce indennità ex art. 67 TUIR lett. m da due associazioni sportive dilettantistiche ed ha un contratto di 4 ore settimanali con una terza palestra potrebbe rientrare nel nuovo regime?
    grazie

    1. Buongiorno,
      una laureata in scienze motorie che di fatto nella vita fa l'istruttrice in palestra, è opportuno che prenda in seria considerazione la necessità di aprire una partita IVA, dichiarandosi al mondo quale professionista. Ovviamente, una volta aperta partita IVA (questo regime può fare al caso Vostro), non potrete più usufruire delle agevolazioni legate alla 342/2000 (i famosi 7500 euro/anno in completa esenzione).
      I migliori saluti

    1. Buongiorno,
      purtroppo si tratta di un argomento che è al di fuori delle nostre competenze, pertanto il consiglio è di rivolgersi ad un commercialista o esperto del settore.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  32. Buona sera, lavoro come p.t. Con p.iva regime minimi. La società con la quale ho un contratto di franchising ha deciso di diventare una a.s.d e cambiare il contratto da franchising in locazione facendomi uscire dai 15000 euro spendibili in beni strumentali. La mia domanda é la seguente: può una società compiere questa "metamorfosi" e se si subaffittare una struttura privata nella quale è lei stessa in affitto?

    1. Buongiorno,
      è possibile (anche se sconsigliato da parte nostra, in quanto si tratta di un clamoroso autogoal) che un ente commerciale si trasformi in ente non commerciale. E' altresì possibile, se previsto nel contratto di affitto, che un Ente possa subaffittare degli spazi.
      I migliori saluti

  33. Buongiorno,
    dal 2009 sono presidente di un'A.S.D. che si occupa dell'insegnamento della danza classica in particolar modo, ma si svolgono altre discipline ad essa collegate (danza moderna, danza contemporanea, etc.). Io ho sempre insegnato danza classica, pur svolgendo altre attività ma ho capito che volevo lavorare con la danza. Nel 2011 ho conseguito un diploma con la Royal Academy di Londra che mi ha conferito la qualifica, valida a livello internazionale, di insegnante certicata. Da quando ho cominciato a lavorare con la Royal academy sono aumentati gli iscritti e di conseguenza le mie ore di lezione. Ho un contratto di collaboratore sportivo perchè fino a poco tempo fa non superavo il tetto dei 7500 euro annui, ma prevedo che nel 2012 li supererò anche se non di molto e ol tempo però potrebbe aumentare ancora.
    Io non capisco più come inquadrarmi. E' compatibile la mia figura di presidente con dei rimborsi che cominciano a superare la soglia dei 7500 euro? Posso da presidente aprire una P.Iva in regime dei minimi pur percependo un compenso solo dalla stessa associazione? Immagino di no…
    Adesso i locali presso cui operiamo sono piccoli e cominciamo a star stretti e nel giro di due anni mi toccherà andar via e mi servono circa 50.000/70.000 euro per adeguare un locale nuovo alle esigenze della scuola. Ma come faccio se le banche non prestano soldi ad una associazione, ne tantomeno a me che sono il presidente che vive di rimborsi? Mi sembra un circolo vizioso…
    Potete aiutarmi a chiarirmi le idee, non vorrei per ignoranza agire contraddicendo i principi stesi dell'associazione. Grazie

    Cordiali saluti

    1. Buongiorno. Comprendo benissimo la situazione e le soluzioni possono essere più di una. Per prospettarLe le differenti possibilità ho bisogno di avere altre informazioni. Se desidera possiamo confrontarci privatamente gabriele@movidastudio.it o telefonicamente 0125633211.
      I migliori saluti

  34. avendo 40 anni e decidendo di aprire p.iva con il regime superminimi potrei farlo? ho saputo che anche over 35 per 5 anni possono farlo..sono un infermiere.

    1. Buongiorno,
      esattamente, può aprirla. Deve soddisfare i requisiti indicati nell'articolo ovviamente.
      I migliori saluti,
      Gabriele e Stefano

  35. Un istruttore di danza con P.I. presso una ASD, ha diritto al rimborso chilometrico per raggiungere le varie sedi operative dell'associazione ed al rimborso delle spese sostenute per i corsi di aggiornamento inviato dall'associazione.

    1. Buongiorno.
      Un istruttore di danza con p.i. non ha "diritto" a ricevere questi rimborsi, ma può essere facoltà dell'Associazione riconoscere rimborsi spese km (se a piè di lista) all'istruttore per gli spostamenti in nome e per conto della stessa. Stesso discorso per i corsi di aggiornamento: può essere facoltà dell'Associazione pagare i corsi di aggiornamento al posto dell'istruttore, ma questa è una scelta dell'Ente, non un obbligo per l'Associazione stessa.

      I migliori saluti,
      Gabriele e Stefano

  36. Buongiorno.
    Un personal trainer con partita IVA non può percepire rimborsi spese ex Lege 342/2000 (redditi diversi sportivi), altrimenti lo farebbero tutti considerato che fino a 7.500 euro/anno nessun rimborso ex Lege 342 è tassato…
    Chi fa il personal per professione può solo emettere fattura.
    I migliori saluti

    1. perche un prof di educazione fisica puo lavorare a scuola e poi usufruire di questa legge….?io lavoro come personal trainer e in palestra faccio ginnastica correttiva…perche non posso? l'ingengenre puo fare il 740 mettendo tra i redditi diversi le prestazione che fa in palestra…che assurdita di legge

    2. Mi scusi ma qui non si tratta di assurdità!!!
      Chi ha un altro reddito di lavoro (insegnante a scuola, ingegnere, ecc…) per il quale versa i contributi pensionistici, chi è studente e chi è pensionato può usufruire della 342/2000, mentre chi svolge l'attività di personal ed istruttore sportivo con partita IVA non ha diritto di percepire anche i rimborsi spesa ex Lege 342/2000 essendo "redditi diversi". Come può percepire "redditi diversi" se il fatto di essere istruttore è per lui un "lavoro" e quindi deve percepire "redditi di lavoro"?
      Mi perdoni, ma questo è molto chiaro!
      I migliori saluti

    3. Tutto ciò che è medico deve essere in capo ad un soggetto con i titoli appositi. Quello che non è medico (attività di riatletizzazione per esempio) può essere in capo un soggetto con la semplice laurea in scienze motorie o anche senza laurea (visto che purtroppo chiunque può fare l'istruttore o il personal).

    4. ……"Chi ha un altro reddito di lavoro (insegnante a scuola, ingegnere, ecc…) per il quale versa i contributi pensionistici, chi è studente e chi è pensionato può usufruire della 342/2000, mentre chi svolge l'attività di personal ed istruttore sportivo con partita IVA non ha diritto di percepire anche i rimborsi spesa ex Lege 342/2000 essendo "redditi diversi". "………..

      Buongiorno intanto grazie per i precisi chiarimenti; io sono un laureato scienze motorie che negli ultimi due anni ha lavorato con un contratto di collaborazione con il coni come insegnante di educazione motoria all'interno di un progetto provinciale maturando un reddito basso (2-3000 euro) ma comunque regolare da un punto di vista contrattuale (ricevendo quindi il cud); per il resto ho lavorato percependo dei rimborsi collaborando con società sportive dilettantistiche rimanendo sotto la soglia dei 7.500 euro annui.
      So, leggendo le vostre risposte, che sono esenti dalla dichiarazione dei compensi minori di 7500 gli studenti, pensionati e chi ha altro reddito;
      io posso considerarlo altro reddito quello maturato per insegnare nelle scuole elementari? Lo chiedo per due motivi:
      – 1 perchè magari l'insegnamento rientra comunque nella sfera di un laureato scienze motorie, cosi come il percepire i rimborsi collaborando come istruttore presso le società sportive;
      – 2 perchè il reddito maturato magari deve avere un importo annuale minimo.

      Cordiali saluti

    5. Buongiorno,
      il mio consiglio infatti è quello di valutare la seria possibilità di aprire la partita IVA, essendo questo il Vostro lavoro. A parte l'assunzione, non ci sono molte altre possibilità a prova di accertamento.
      I migliori saluti e buona fortuna.
      Gabriele Aprile

    6. L'ASD che riceve fattura dagli istruttori sportivi con P.I. deve sempre versare i contributi ENPALS (F24)?
      Diversamente in quali casi?
      Grazie e buona giornata
      Paola

    7. Buongiorno.
      La fattura dell'istruttore sportivo solitamente indica il netto da riconoscergli e la percentuale di ENPALS che l'Associazione deve versare come sostituta di imposta. Diversamente, l'ENPALS non è da versare se qualche istruttore versa INPS anzichè ENPALS (scorretto, ma a volte succede che qualche istruttore venga consigliato male e versi INPS anzichè ENPALS). Mi permetto di consigliarLe la consultazione della guida sugli istruttori sportivi e di quella sull'ENPALS reperibili all'indirizzo http://www.movidastudio.it/edizioni.php I migliori saluti, Gabriele Aprile

  37. un soggetto è in possesso di p.iva
    (personal trainer in una società sportiva (non asd ma "srl") è incompatibile con l'agevolazione per i compensi come sportivo dilettante in una a.s.d?

  38. Buongiorno Alberto,
    semplicemente rispettando i requisiti evidenziati si può accedere a questo regime, indipendentemente da ciò che può accadere nella realtà dei fatti, come da Lei evidenziato.
    I migliori saluti

  39. fra me e me….
    vista l'inversione di marcia dell'ADE sui "vecchi" minimi, non mi fiderei piu' di tanto; conosco "vecchi minimi" che, per via dell'eta, ed in barba al triennio, dopo essere "emersi" si son dovuti pure trasformare in semplificati. Tanto valeva inserire nel 740 un reddito diverso.

    buonanotte.

    Alberto.

  40. Buongiorno Andrea. Non si tratta di una prosecuzione di un'attività svolta precedentemente in forma autonoma perchè nel 2011 l'istruttore non ha percepito reddito di lavoro ma "redditi diversi".

    I migliori saluti,
    Gabriele Aprile
    Stefano Bertoletti

  41. MI RIFERISCO AL QUESITO POSTO DA ALESSANDRO MURA.

    QUALORA L'ISTRUTTORE NEL 2011 CHE HA PERCEPITO COMPENSI DI CUI ALL'ART.67 DEL TUIR SE NEL 2012 INTENDE APRIRE UNA POSIZIONE IVA ED USUFRUIRE DEL NUOVO REGIME DEI MINIMI SIAMO SICURI CHE NON SI CONFIGURI UNA PROSECUZIONE DI UN'ATTIVITA' SVOLTA PRECEDENTEMENTE
    IN FORMA AUTONOMA

    GRAZIE PERL'ATTENZION

  42. Con piacere accogliamo il Suo commento. A prescindere da valutazioni relative al merito contenutistico del Suo report, chiariamo che per lo Staff di Tutto Sul Non Profit lo scopo di questo articolo era meramente informativo, e non volto a commentare o criticare impostazioni previste per legge, indipendentemente dal fatto che esse siano buone o meno.
    Per dovere di completezza e correttezza, comunque, ci teniamo a chiarire che condividiamo il Suo pensiero relativamente alla necessità che si definiscano "istruttori sportivi" coloro che hanno affrontato corsi di studi specifici, e che pertanto si qualifichino in questo modo anche in virtù del fatto che si sono aperti una posizione IVA che li rende liberi professionisti a tutti gli effetti, sia sotto il profilo formale che dal punto di vista sostanziale.

    Stefano Bertoletti
    Gabriele Aprile

  43. Il problema principale, secondo me, è che ci sono troppe leggi, tutti hanno hanno ragione, mi spiego:

    1) ha ragione il laureato in scienze motorie a lamentarsi perchè purtroppo chiunque può "insegnare lo sport" con un semplice corso;
    2) ha ragione lo stato a pretendere che chi lavora, abbia una partita iva e paghi le tasse, compreso chi insegna nella palestrina sotto casa con un il diploma del corso domenicale.

    Penso che la figura del laureato in scienze motorie sia sottovalutata, insegnare lo sport è un compito difficile e DEVE ESSERE SVOLTO da chi ha studiato per farlo, in quanto, avendo a che fare con persone, e in particolar modo con giovani e bambini (nel caso delle associazioni sportive dilettantistiche) mi sembra corretto che l'educatore sia preparato al 100%, altrimenti, sarebbe un po' come pretendere che un contadino che ha la V elementare insegni la Divina Commedia al suo adepto; lascereste vostro figlio nelle sue mani? Lo sport e il movimento sono come la cultura, per impararla bisogna che i "dotti" la insegnino, per questo ci sono i "dottori" in scienze motorie.

    Lo stato dovrebbe bandire l'insegnamento dello sport a chi non è preparato nel farlo, e le università dovrebbero includere il corso di laurea in scienze motorie sotto la sezione delle discipline paramediche (come fisioterapia o infermieristica), rendendola più completa, perchè la tendenza è quella di riconoscere il movimento come benefico al corpo, infatti l'attività sportiva è detraibile in quanto preventiva e curativa, e finalmente lo stanno capendo anche i luminari della medicina (un esempio è il fatto che per le fratture anticamente si immobilizzava il soggetto il più possibile per mesi, e oggi, all'opposto, appena possibile lo si fa muovere!… quindi il movimento fa bene davvero?!).

    In conclusione, lo stato italiano dovrebbe avere 1 sola legge:
    il movimento (e lo sport, quindi) deve essere insegnato dal laureato in scienze motorie, ciò vale per la scuola, per tutti i centri sportivi e anche per gli ospedali (a fianco di medici e fisioterapisti, ci deve essere un lavoro in equipe, solo così si può ambire alla qualità!); questa figura deve pagare le tasse, COME TUTTE LE ALTRE CATEGORIE E CON LE STESSE LEGGI, CHE SI TRATTI DI CONTRIBUENTI MINIMI O NO.

    Firmato: un dottore in scienze motorie e fisioterapia.

    1. IO sono uno psicomotricista e mi trovo abbastanza in sintonia con quello che tu dici, anche se hai dimenticato alcune "cosette": 1.Il mondo dello sport in italia è gestito e comandato dal CONI e non dalle vecchie Isef o scienze motorie, e i soldi dei brevetti e i relativi aggiornamenti sono il pane per il comitato, 2.Ricordati che non sempre un laureato è effettivamente preparato, siamo in Italia e si sa come vanno le cose, 3.I presidenti o direttori delle ASD sono allergici ai professionisti, spesso essendo appunto gli specialisti del settore pretendono compensi maggiori, giustamente, ma questo non piace a chi li deve sborsare, preferiscono pagare poco chi lavora stando zitto.4.Di soldi ce ne sono sempre meno e il mondo dello sport sarà sempre più pieno di incompetenti. 5. Ci sono brevetti e brevetti, percorsi di studio anche privati, molto seri e altri no. 6. Io nella vita ho imparato a rispettare tutti e ho conoscuto splendidi istruttori non laureati come anche grandi TDC, e viceversa Laureati ai quali non affiderei l'istruzione neanche del mio gatto.Ciao

  44. Buona sera,
    se vengono rispettati tutti gli altri requisiti, può utilizzare questo regime per 5 anni.
    I migliori saluti,
    Gabriele Aprile

  45. Salve, io sto cercando di capire se posso rientrare nei regimi minimi. Ho aperto la partita iva il 2 gennaio 2012 ma ho compiuto 35 anni il 7 gennaio 2012… sapete se posso usufruire delle agevolazioni fiscali anche io?

  46. La ringrazio per la gentilezza e la cortesia con la quale ha voluto rispondere al mio sfogo .

    Sfogo dettato dal fatto che io professionista ho provato a diventarlo aprendomi una P.Iva prima e un A.S.D. poi…iho dovuto chiuedere la P.Iva. perchè strozzato da tasse e impossiblitato a prendere prestiti bancari visto il regime dei minimi che non lo consente…e l' A.S.D. non avendo fondi per poterla tirare avanti ho dovuto chiuedere anche quella.

    Ora sono frustrato dal dovermi ritrovare a lavorare in una palestrina fianco a fianco con i brevettati che lo fanno come dopo scuola…a 6 7 euro l'ora.

    Invidio chi collabora con lei che guadagna cifre che qui dalle mie parti ( prov. di roma ) sono una chimera !

    Grazie per l'attenzione

    buona giornata.

  47. Questo lo sostiene Lei. E’ sicuramente vero che alcuni istruttori sono in monocommittenza e non sono dipendenti, ma non si tratta della maggioranza dei casi nè tantomeno si può sostenere che istruttori sportivi dotati di partita IVA non si possano definire professionisti. La maggior parte degli istruttori collabora con più palestre ed il problema non è tanto il fatto legato alle competenze (su cui concordiamo con Lei), ma il fatto che questo sia il loro lavoro e vengano pagati esclusivamente da tutti con la 342/2000 (per definizione redditi diversi e non di lavoro) o in nero

    Il problema delle competenze c’è sempre stato, ed infatti la 342 è riconosciuta a chi è nella posizione di studente, pensionato o che abbia un altro reddito di lavoro (non istruttore sportivo ovviamente), non a chi svolge l’attività in modo professionale.

    Riguardo l'ultimo punto, non sono a conoscenza degli istruttori che Lei conosca, ma tanti di quelli con cui collaboriamo noi arrivano a prendere dai 25 ai 40 euro all'ora (soprattutto personal trainer e istruttori di danza sportiva). Soggetti in questa posizione non devono aprirsi una posizione IVA e pagare le imposte per che ragione a Suo modo di vedere??? Cosa dovrebbe fare allora un istruttore che fa questo come lavoro se non diventare dipendente dell’Ente o aprire la partita IVA ed emettere fattura a uno o più Enti e alle persone fisiche? Deve continuare ad essere pagato con la 342 o in nero???? La questione delle competenze è un altro discorso. Io sono laureato in scienze motorie e Le garantisco che molti dei miei colleghi sulla carta hanno le competenze, ma di fatto non sarebbero neppure in grado di gestire una partita IVA personale…

    Per concludere, nessuno ha affermato che non occorrono laureati in Scienze Motorie per "professionalizzare" il settore, ma che se un soggetto si qualifica come tale e svolge questa attività come LAVORO, DEVE aprirsi una posizione IVA e versare le imposte come tutti gli altri. Non crede?

  48. in merito all'articolo vorrei precisare che gli " Istruttori Sportivi" come li chiamate voi non sono professionisti e non lo sono neanche se aprissero una p.iva (finta perchè spesso sono in monocommittenza…) non lo sono semplicemente perchè non hanno un titolo di studio come la Laurea in Scienze Motorie che insegna la professione. Avete mai visto un professionista Avvocato, Medico, Ingegnere o altro con un brevetto del fine settimana CONI o EPS ??? ecco molti Istruttori sono questo dei semplici brevettati . E preciso che non c'è la possibilità reale di aprire una p.iva anche a regime agevolato supportando tutti i costi di tasse e di gestione che un p.iva prevede se la media dei rimborsi che gli istruttori ricevono è di 6 /7 euro l'ora !!!

    Il mondo dell' Associazionismo Sportivo dovrebbe solo capire che se vuole professionalizzarsi deve accettare di stipulare dei contratti con i professionisti del settore e cioè Insegnanti in Scienze Motorie…non 18enni messi li nel dopo scuola ad insegnare qualsivoglia sport …!!!!

    1. i laureati in scienze motorie ricevono la loro formazione per lo sport e gli sportivi che non quasi nulla hanno a che vedere con il fitness e la media degli utenti, in italia non vi è una scuola di formazione univoca per tale disciplina e dovrebbe esserci, hai ragione nel dire che vi sono tanti ciarlatani ma non tutti, del resto anche per un muratore, imbianchino idraulico ecc non vi è una facoltà universitaria se non la formazione sul campo…

  49. Buongiorno Alessandro,
    se l'istruttore sportivo soddisfa i requisiti richiesti per accedere al regime dei superminimi (da quanto Lei esemplifica direi che è così), nulla osta al fatto che il soggetto possa aprire partita IVA con tale regime.
    I migliori saluti,
    Gabriele Aprile

  50. Colgo l'occasione per condividere con voi un mio pensioro ed eventualmente confrontarci sul tema.
    Qualora un'istruttore avesse ricevuto nell'arco dell'anno 2011 un indennità ex art. 67 TUIR lett. m da una associazione sportiva dilettantistica, e nel 2012 volesse aprire una partita IVA al fine di esercitare professionalmente l'attività di istruttore sportivo andando così a fatturare le proprie prestazioni sia alla medesima associazzione che a singoli privati(ma in misura maggiore in termini di reddito sviluppato); potrebbe accedere al nuovo regime dei c.d. super minimi?
    A mio parere, alla luce anche dell'articolo apparso giusto ieri sulla stampa specializzata, dovrebbe essere possibile anche se non è sicuramente una scelta "blindata".
    Cosa ne pensate?
    Cordiali saluti,
    Alessandro Mura

  51. Grazie Gabriele e Stefano per l'aggiornamento! Qualcosa si sapeva sarebbe accaduto ma in questo modo è tutto più chiaro…
    Piero Nossa

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