Bar mascherati da circoli ricreativi

Da quando “Mi manda RAI 3” ha prodotto il servizio sui Circoli dell’evasione rispondo alle persone che mi chiedono di aprire un bar o un pub o un ristorante come circolo fornendo il link del servizio.

La Commissione Tributaria Reg. di Torino, con la sentenza del 24 marzo 2011, n. 18/10/11 parla di libero accesso per la Guardia di Finanza (se il circolo vende bevande o alimenti anche ai clienti occasionali, e non effettua i necessari adempimenti, perde il diritto alla detassazione).

I militari delle Fiamme Gialle possono accedere ai locali di un circolo ricreativo, presso i quali opera un bar/ristorante, senza la necessità dell’autorizzazione del Procuratore della Repubblica. Inoltre, il circolo ricreativo che svolge l’attività di somministrazione di bevande e alimenti non può godere del regime di detassazione previsto se non effettua tutti gli adempimenti formali richiesti dalla normativa di riferimento.

Gli articoli 4-bis e 4-quinquies dell’art.5 del DL 460/1997 e il punto 5 dell’articolo 148 del TUIR prevedono che SOLO per le Associazioni di promozione sociale ricomprese tra gli enti di cui all’articolo 3, comma 6, lettera e), della legge 25 agosto 1991, n. 287, le cui finalita’ assistenziali siano riconosciute dal Ministero dell’interno NON si consideri commerciale, anche se effettuata verso pagamento di corrispettivi specifici, la somministrazione di alimenti e bevande, svolta presso le sedi in cui viene esercitata l’attività istituzionale, da bar ed esercizi similari nei confronti dei soli soci. Inoltre, tale agevolazione – che esclude la commercialità e quindi la tassazione ordinaria – si applica a condizione che, tra l’altro, venga redatto e approvato il rendiconto annuale economico e finanziario dell’attività istituzionale e di quella “decommercializzata”, e che venga conservata la documentazione necessaria a redigere tale documento. Per TUTTE le altre tipologie di Enti non Profit si tratta di attività commerciale.

Confermiamo dunque la bontà di quanto sempre sostenuto e comunicato: l’attività commerciale di un ente non profit può esistere a condizione che rispetti i requisiti richiesti dalla legge e che si configuri qualitativamente e quantitativamente secondaria e sussidiaria rispetto all’attività istituzionale promossa dall’ente stesso. Infatti solo nell’ipotesi in cui queste richieste vengano attese è possibile usufruire dei benefici previsti dalla legge per coloro che esercitano tali attività all’interno di enti senza scopo di lucro.

Mi auguro che questo articolo ti possa fare riflettere sulla realtà che ti circonda (per fortuna non è sempre cosi!).

Per tutti coloro che intendessero verificare la gestione della loro Associazione/Società Sportiva abbiamo ideato un check di cui seguono specifiche. L’intervento proposto prevede:
– invio da parte nostra via mail di apposito questionario in formato excel;
– trasmissione sempre a mezzo mail del questionario compilato unitamente ad una copia di statuto;
– call conference su skype dedicata all’analisi del questionario, della gestione dell’Associazione ed alle eventuali criticità riscontrate, con verifica delle possibili soluzioni operative;
– predisposizione, nell’arco dei 5 giorni lavorativi successivi alla call, di apposita relazione corredata dall’indicazione delle corrette modalità gestionali.

Per maggiori informazioni sul check, cliccate QUI mettendo come oggetto “info check”.

Tutto Non Profit © riproduzione riservata – VOLETE SAPERNE DI PIÙ? Consultate le nostre Guide (cliccando QUI) e richiedete un aggiornamento periodico e approfondito sulle tematiche gestionali e giuridico-fiscali di tutti gli Enti non Profit (ASD, OdV,ONLUS, APS, SSD, …) cliccando QUI.

Condividi su:

(Visto 19.510 volte, 2 visite oggi)

105 commenti

  1. Buongiorno, nel mio paese c’è una associazione sportiva di mountain bike nella cui sede c’è praticamente un ristorante registrato come asd che serve alimenti e bevande ai prezzi esposti in un tariffario. Su tripadvisor e googlemaps compare come ristorante perciò il flusso turistico è elevato e il flusso di persone che transita non è certo socio della suddetta associazione. Questa attività può essere segnalata o è comunque in regola?

    1. Buongiorno. Un’associazione sportiva dilettantistica con partita IVA può certamente, accanto alle attività istituzionali, gestire anche attività commerciali connesse, beneficiando delle numerose agevolazioni fiscali riservate dal Legislatore agli enti di tipo associativo senza finalità di lucro che esercitano dette attività. Ciò non significa che l’Ente possa connotarsi come un “ristorante”, anche in virtù del fatto che occorrerà verificare i limiti imposti nell’autorizzazione alla somministrazione concessa alla stessa ASD, la cui principale finalità dovrà evidentemente essere quella sportiva e non quella “ristorativa”. Segnalo in proposito alcuni nostri approfondimenti specifici: https://www.tuttononprofit.com/2018/08/somministrare-alimenti-e-bevande-ai-soci-di-associazione-attivita-istituzionale-commerciale.html e https://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html e https://www.tuttononprofit.com/2018/10/circolare-18e-attivita-connesse-associazioni-ssd-398-91.html. Cordialità, Stefano Bertoletti

  2. Buonasera. Ho un bar tabaccheria in un paese di 900 abitanti. qui c’e’ anche un panificio e un bar ristorante. non bastasse c’e’ anche un circolo acli, che fino 10 anni fa funzionava da circolo, adesso e’ diventato a tutti gli effetti un bar, di sabato anche ristorante visto che cuociono la carne in un braciere oppure cucinano a casa i gestori e poi lo servono li. usano l’antistante marciapiede(suolo pubblico) per sistemare i loro tavoli per far giocare a carte. ma se lavorassero solo con i loro soci non direi niente. invece somministrano bevande e cibi a chiunque, anche non tesserato. l’offerta e’ allettante visti i bassi prezzi essendo circolo non pagano tasse come noi. la questione e’ stata piu’ volte denunciata all’asl e alla guardia di finanza, ma mai nessuno interviene poiche’ 3 ex finanzieri in pensione del paese stanno sempre li’. io e i miei colleghi siamo disperati. perdiamo ogni giorno clienti. ci costringono a chiudere. e’ fantascienza…

    1. Buongiorno. Comprendo appieno le Sue ragioni ed il Vostro malcontento. Purtroppo però l’unico suggerimento utile è quello di avanzare un esposto circostanziato alle autorità competenti, affinchè possano intervenire per verificare se quanto posto in essere corrisponda (o meno) alla natura giuridica dell’Ente che le propone. Cordialità, Stefano Bertoletti

  3. Un circolo Arci ha l’ingresso (e l’indirizzo ufficiale) su pubblica via. Sul retro si apre su un cortile che a sua volta, attraverso un cancello, dà su strada privata (parallela alla pubblica via). Questa strada privata non è chiusa da sbarra e il circolo ha diritto di passo. Periodicamente il circolo affitta i locali per affollate feste (compleanni, ricorrenze…) e fa entrare le persone dal retro così non disturbano i clienti abituali. Queste persone arrivano in macchina, parcheggiano alla selvaggia, sporcano.
    In più da qualche tempo è stato affittato un locale, che si apre anche sul cortile, come palestra (affiliata UISP). Negli orari di chiusura del circolo i clienti sono invitati a entrare dal retro, la solita strada privata.
    Posso contestare la violazione delle norme sulla sorvegliabilità? In particolare l’art.1, comma 2: “Le porte o altri ingressi devono consentire l’accesso diretto dalla strada, piazza o altro luogo pubblico e non possono essere utilizzati per l’accesso ad abitazioni private.”? Grazie
    A chi denunciare la cosa?

    1. Buongiorno. Premesso che gli adeguamenti per la sorvegliabilità prevedono che non vi debba essere l’accesso diretto da pubbliche vie o piazze e che devono essere effettuati solo se l’Ente effettua la somministrazione di alimenti e bevande alcoliche e superalcoliche, il suggerimento è quello di incaricare il suo legale di fiducia per verificare se esistano i requisiti per una denuncia circostanziata all’Autorità competente. Cordialità, Stefano Bertoletti

  4. Salve , chiedevo se è normale che aprendo un circolo ricreativo culurale con promozione del cibo del territorio , affittando un locale commerciale idoneo , il circolo formato da due giovani in più hanno inserito altre persone al loro interno dello statuto ( il circolo avra’ anche la partita iva credo ) possono far servire ai tavoli da camerieri che hanno semplicemente la tessera del circolo ( avendo solo la tessere del circolo ) arrivando fino a 6/7 persone che fanno da camerieri veri e propri , sia una cosa normale . In più fanno serate a tema tutti i venerdì sabato e domenica con tanto di pubblicità sui social , serate a cantare Fino all’ alba .
    Chiedevo se arriva un controllo ispettivo della finanza o ispettorato del lavoro , oppure qualcuno si fa male è normale che non li fanno niente ?
    Poi vendono tranquillamente come un ristorante e/o paninoteca panini , di diverso tipo , antipasti , stuzzicherai , carne alla brace e quan’altro , solo i primi non fanno in quanto come associazione non potrebbero …..
    ma secondo voi è normale questo ?
    Se potreste togliermi questo scrupolo , in quanto si è convinti che non lo possono far nulla , e sono in regola così non assumendo il personale perché hanno la tessera da soci . ( Questo detto dal loro commercialista )
    Questo messaggio è solo una pura curiosità .

    1. Buongiorno. E’ possibile per un’associazione esercitare, in via secondaria e sussidiaria rispetto all’attività istituzionale (che deve essere prevalente, http://www.tuttononprofit.com/2016/03/perche-costiuire-associazione-cosa-comporta-come-deve-essere-gestita.html), attività rilevante ai fini commerciali (http://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html), come somministrare alimenti e bevande, ma ovviamente ciò comporta il rispetto di tutti i relativi adempimenti fiscali (http://www.tuttononprofit.com/2014/12/legge-39891-il-regime-fiscale-agevolato-enti-non-profit-associazioni-societa-sportive.html) ed autorizzatori, ivi incluso ovviamente il corretto inquadramento dei lavoratori. Cordialità, Stefano Bertoletti

  5. Buona sera sono il vice presidente di un circolo ANSPI riconosciuto e gia’ registrato, vorremmo fare delle cene o pranzi dedicati in maniera esclusiva ai soli soci… è vero che il circolo deve presentare regolare SCIA?
    Poi … che normative igienico sanitare deve rispecchiare la cucina
    premetto che il circolo si trova nella provincia di mantova ed è soggetto alle leggi della lombardia

    Distinti Saluti

    1. Buongiorno. Confermata la necessità di una SCIA, occorre verificare i requisiti (morali e documentali) richiesti dalla Provincia all’interno della quale l’associazione intende operare. Ovviamente i proventi incassati dall’attività di somministrazione di alimenti e bevande, seppur risolta ai soci, saranno da ritenersi rilevanti ai fini fiscali, e pertanto soggetti ad IVA/imposte secondo gli importi/scadenze stabiliti dal regime fiscale di riferimento. Segnalo in proposito due nostri specifici articoli di approfondimento: http://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html e http://www.tuttononprofit.com/2014/12/legge-39891-il-regime-fiscale-agevolato-enti-non-profit-associazioni-societa-sportive.html. Cordialità, Stefano Bertoletti

  6. Buongiorno, vorrei costituire un'Associazione Culturale di Promozione Sociale avente come scopo principale quello di rendere servizi ai soci tra cui: Sala lettura libri, prestito libri, visione in tv di eventi sportivi, organizzazione gite per i soci, Assistenza e aiuto nello svolgimento dei compiti per i figli dei soci, ritiro/reperimento e scambio libri usati in periodo scolastico o testi universitari. Inoltre vorrei inserire un punto puoi che dà la possibilità di poter far pagare i bollettini ed effettuare le ricariche telefoniche ai soci stessi.
    Possono essere compatibili e coesistere a favore dei soci tutti questi servizi?

    1. Buongiorno.
      E' importante per un'Associazione chiarire con precisione l'oggetto sociale (gli scopi) dell'Ente, precisando che l'oggetto principale per un Ente non profit deve essere sempre e comunque non commerciale. La eventuale attività commerciale (quale, a titolo esemplificativo, somministrazione di alimenti e bevande ai soci, vendita di prodotti, sponsorizzazioni, eventi, …) deve essere secondaria e sussidiaria. Un Ente non profit deve avere infatti uno scopo "ideale" e, per questo, la tassazione sulle attività istituzionali è nulla (potete approfondire questi aspetti consultando questo nostro articolo: http://www.tuttononprofit.com/2016/03/perche-costiuire-associazione-cosa-comporta-come-deve-essere-gestita.html). La invito pertanto a verificare con attenzione lo scopo che intende perseguire al fine di individuare lo strumento giuridico idoneo per la sua realizzazione. Cordialità, Stefano Bertoletti

    1. Buongiorno Sara. L'apertura di partita IVA permette di esercitare attività nei confronti anche di non soci (segnalo sul punto due nostri articoli specifici: http://www.tuttononprofit.com/2014/12/legge-39891-il-regime-fiscale-agevolato-enti-non-profit-associazioni-societa-sportive.html e http://www.tuttononprofit.com/2016/02/enti-non-profit-quando-un-corrispettivo-e-istituzionale-e-quando-commerciale.html). Ovviamente però l'attività istituzionale dovrà essere principale e prevalente rispetto a quella commerciale, pena la perdita delle agevolaizoni fiscali. Cordialità, Stefano Bertoletti

  7. Buongiorno,
    vorrei aprire un ristorante/pub/bar dove il cibo non si paga; o meglio si paga quanto si ritiene opportuno.

    Le bevande sono a pagamento.

    Ci saranno workshop e attivita' musicali live tutti i giorni. cerchero' di spingere il volontariato a rotazione con la finalita di imparare.
    rientrerei in un no profit? se si in che modo? circolo arci?
    grazie dell'aiuto
    Andrea

    1. Buongiorno Andrea. L'obiettivo prospettato non appare idoneo con le finalità tipiche di un Ente non lucrativo. La invito pertanto a verificare la fattibilità dell'operazione attraverso al costizuione di un Ente commerciale. Cordialità, Stefano Bertoletti

  8. Buongiorno nel mio paese esiste una società sportiva che anche se non è più sede della squadra di calcio continua ad essere aperta non solo come bar ma addirittura a pranzo fa menu da operai proprio come una trattoria alla faccia di chi paga le tasse come posso denunciare questo scandalo

    1. Buon giorno. Un contratto di assunzione presso un'associazione non presenta profili specifici di diversità rispetto a quello che potrebbe sottoscrivere con un altro ente, ferma l'applicazione dei contratti collettivi nazionali di riferimento. Cordialità, Stefano Bertoletti

  9. Salve,volevo delle delucidazioni e delle dritte su come e se è possibile rientrare in qualche associazione volendo fare un'attivita di somministrazione di cibo e bevande,ma non direttamente,nel senso che le prenderei dalla pizzeria a fianco del locale per non creare conflitto,mettere tv con sky o mediaset premium per ritrovarsi e guardare eventi sportivi,creare delle postazioni con pc ed internet per svolgere scommesse,poker,casino e navigare sul web in generale,organizzare tornei legali previsti con carte da gioco ed infine fare qualche serata con cene a favore dei soci tesserati.IN caso questo genere di attività rientri in qualche altro ramo potreste consiglirmelo.Grazie.

    1. Buona sera.
      Spiacente, ma quanto prospettato non risulta coerente con l'oggetto sociale tipico di un Ente non commerciale che deve essere mosso da una finalità ideale. Trattasi piuttosto di attività commerciale vera e propria. Cordialità, Stefano Bertoletti

  10. Salve volevo sapere se un circolo asd può installare all'interno dell'associazione macchinette come le slot machine. .
    Grazie

    1. Buon giorno. Ferme tutte le necessarie ed obbligatorie richiesta di autorizzazione previste dalle legge, come è possibile far convivere la natura non lucrativa di un Ente non profit sportivo con le slot machines…? Cordialità, Stefano Bertoletti

  11. Salve e grazie per lo splendido sito!

    In un raduno dell’associazione possiamo somministrare bevande alcoliche e chiedere un contributo ai soci?

    sarebbe cifre minime giusto per pagare il materiale usufruito per la manifestazione.

    Il barista deve avere qualche permesso o autorizzazione? Qualche requisito?

    Sono nuovo nel mondo del profit

    Grazie

  12. Certamente, non c'è contestualità poichè all'ingresso dell'evento abbiamo lo sportello dove viene effettuata la domanda di iscrizione (solo per chi è accompagnato da socio storico) che poi viene portata a un altro sportello dove l'incaricato all'approvazione (presidente associazione o altro socio delegato dalla delibera di assemblea del consiglio di amministrazione svoltasi precedentemente all'evento) firma il verbale e consegna la tessera al nuovo socio ricevendo il contributo di iscrizione e quello di partecipazione all'evento. Il tempo e lo spazio che intercorre tra le due operazioni è molto breve ma non credo ci sia un minimo temporale che limiti questa semplificazione burocratica. Saprebbe dire se è corretto? In questo modo è fiscalmente accettato?

    1. Scusi la mia ignoranza, ma alla domanda:
      "Non pensa che dovrebbe esser giusto che ogni socio storico può portare con se dei neo soci (cioè una persona che dovrà tesserarsi in loco)?"
      "Il consiglio amministrativo può riunirsi precedentemente all’evento e stabilire l’approvazione dei possibili neo tesserati presentati da un socio storico durante l’evento?"

      Lei Ha risposto "Certamente, così è possibile".

      Come dovrebbe funzionare questa procedura?

    2. Buongiorno. E' spiegato in uno degli articoli iperlinkati nell'articolo che Le ho precedentemente suggerito di leggere.
      Saluti,
      Gabriele Aprile

  13. Vi ringrazio per la rapidità con cui rispondete. La nostra associazione non ha come obiettivo quello di fare commercio e per tanto abbiamo solo il codice fiscale. Lo scopo di organizzare eventi è quello di far conoscere un ideale ai giovani e di coinvolgerne una quantità sempre maggiore per una motivazione sociale più che commerciale. Rifiutare la partecipazione all'amico di un socio storico sarebbe come andare contro i nostri principi. Non pensa che dovrebbe esser giusto che ogni socio storico può portare con se dei neo soci (cioè una persona che dovrà tesserarsi in loco)? Il consiglio amministrativo può riunirsi precedentemente all’evento e stabilire l’approvazione dei possibili neo tesserati presentati da un socio storico durante l’evento?

  14. Salve,

    Mi complimento per l’idea e la competenza dei contenuti e vi ringrazio per l’ impegno che mettete nel gestire il sito.

    Sono uno studente di scienze della comunicazione interessato a utilizzare la mia conoscenza per sensibilizzare i giovani verso l’arte e l’ambiente.

    A questo fine insieme a due amici, ho istituito un’associazione culturale.

    Dopo qualche anno di attività come seminari, workshop e piccoli raduni vorremmo fare un evento annuale che possa riunire soci nazionali e internazionali.

    Abbiamo circa 1500 soci e pensiamo che grazie a questo evento possiamo stimolare l’interesse di nuovi associati

    All’interno dell’evento oltre alle molteplici attività culturali vorremmo fare una zona dove i partecipanti possano divertirsi nella danza e quindi facendo esibire dj e musicisti tramite l’allestimento di un palco, luci e mezzi necessari alla conduzione di un concerto.

    L’evento si svolgerebbe in un area molto arretrata e quindi favorirebbe l’economia della zona portando turismo internazionale nella territorio circostante, favorendo agriturismi, ristorazioni, bar e non facendo concorrenza a nessuno essendo di soli 3 giorni l’anno.
    L’evento si svolgerebbe in una proprietà privata aperta e molto grande.

    Le domande che vorrei fare sono le seguenti:

    1Volendo fare un consiglio di amministrazione prima di iscrivere il nuovo socio, se i membri storici (cioè quelli iscritti precedentemente all’evento e quelli che sono stati iscritti negli anni precedenti) portassero persone terze, come dovremmo comportarci all’ingresso?

    2 occorre richiedere le stesse autorizzazioni di un evento pubblico nonostante sia ESCLUSIVAMENTE riservato a soci? ( asl, commissione di vigilanza, deroghe per l’impatto acustico…etc)

    3 è possibile fare somministrazione di bevande alcoliche? Di quali autorizzazioni necessito?

    4 Sono necessarie alcune autorizzazioni se si volesse allestire un mercatino artigianale?

    5 se nella spiegazione fornita vi sono dubbi a cui non vi ho dato attenzione vi prego di farmeli notare.

    Grazie

    1. 1) i proventi incassati da non soci sono entrate commerciali (quindi l'Associazione deve preventivamente dotarsi di partita iva)
      2) in realtà non mi pare riservato esclusivamente ai soci se ci sono soggetti terzi
      3) richiedere al Comune
      4) essere in possesso di partita iva e porre il quesito al Comune
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  15. Buonasera.
    Sono la presidentessa di un'Asd di cinofilia, e stò cercando di aprire un campo nella mia città, Padova: per poter avere il nulla osta devo mandare una serie di carte alla Ulss Veterinaria, tra cui il contratto d'affitto del terreno e le carte riguardanti la destinazione d'uso dello stesso (agricolo). I miei quesiti sono due:
    1 – è corretto che ci chiedano il contratto, se poi non è detto che ci concedano i permessi, col rischio quindi di vincolarci ad un affitto di un'area inutilizzabile in caso di autorizzazioni negate?
    2 – è vero che, in quanto asd, decade la destinazione d'uso del terreno, e quindi anche un'area agricola può essere utilizzata per l'attività d'addestramento/educazione?
    Al tempo del precedente campo la federazione nostra ci consigliò di non chiedere nessun tipo di permesso, perchè non necessario per un'attività senza finalità di lucro, senza strutture fisse e senza animali a dimora, ma temo che, essendo esplicitamente richiesto nel regolamento comunale, non si possa evitare la cosa. Sbaglio?
    Vi ringrazio molto per l'attenzione.
    Vi porgo cordiali saluti.
    Nicole

    1. Buongiorno Nicole.
      1) è plausibile che Vi chiedano tali documenti;
      2) la destinazione d'uso deve essere compatibile con la presenza di persone. A tal proposito lo sportello SUAP del Vostro Comune può fornirVi risposta precisa.
      I migliori saluti, Gabriele Aprile

  16. Buonasera, mi chiamo Stefano e sono di Firenze, volevo sapere la differenza tra acsi e arci e il tipo di immobile che serve per aprire una associazione culturale con somministrazione per eventi musicali artistici. Cordiali saluti.

    1. Buongiorno Stefano.
      Può affiliarsi a ACSI o ARCI senza particolari problemi per poter somministrare. La destinazione d'uso deve essere compatibile con la presenza di persone. Lo sportello SUAP del Vostro Comune sarà in grado di fornirLe i dettagli.
      I migliori saluti, Gabriele Aprile

  17. Buonasera, mi chiamo Michele da Verona, ringrazio anticipatamente per la cordialità ed apprezzo la professionalità che mettete nelle Vs risposte.
    Scrivo perché ho preso da qualche giorno in affitto un terreno agricolo con sopra un lago che è stato usato fino allo scorso anno come pesca sportiva.
    Le domande che avrei sono le seguenti :
    – E' possibile condurre sia il laghetto che il Bar, con una semplice partita iva individuale, (logicamente sono già in possesso delle autorizzazioni necessarie per gli alimenti),(il terreno è agricolo).
    – Se non fosse possibile la prima opzione, vi chiedo come potrei risolvere il problema, in quanto i guadagni derivanti dal lago non sarebbero sufficienti per pagare l'affitto, dovrei per forza di cosa riuscire ad aprire un bar al pubblico, cosa che un circolo non mi permetterebbe.
    Vi ringrazio ancora per l'aiuto, e spero di ricevere al più presto un aiuto.
    Buona sera
    Cordiali saluti

    1. Buongiorno Michele.
      Mi dispiace ma noi offriamo assistenza solo agli Enti non profit.
      Dovrebbe rivolgersi ad un commercialista.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  18. "…che si configuri qualitativamente e quantitativamente secondaria". Questa affermazione (copiata da sopra) NON STA SCRITTA IN NESSUNA LEGGE.
    Attività sussidiaria significa "che aiuta", e non che sia secondaria finanziariamente. Ad esempio: una ASD svolge attività commerciale per tirar fuori soldi con cui paga i compensi agli istruttori, sgravando i soci da una parte di costo istituziolale; oppure svolge attività economica per potersi pagare l'affitto di una sede, o di un locale, o di una strutture sportiva. E' normale che l'attività economica dovrà per forza avere un fatturato maggiore di quello che sono gli incassi istituzionali. Però svolgere attività economica significa: emettere scontrini fiscali (soci o non soci sono tutti uguali), pagare iva, pagare tasse, chiedere le autorizzazioni agli enti preposti come qualunque altra attività economica. Sono i fini statutari che differenziano una ASD da una ditta, ovvero, cosa ci fa una Asd con i soldi che avanzano dalle entrate commerciali? Li deve adoperare per fini istituzionali. TUTTO IL RESTO SONO CHIACCHIERE E ARIA FRITTA. In Italia ci sono persino Amministrazioni Comunali che danno in gestione le attività commerciali alle ASD. Quindi basta con le menate del "quanto fatturato in riferimento a … bo". Concludo dicendo: è giusto che un circolo che vende a tutti senza scontrini fiscali, senza curarsi di chi è tesserato o no, venga scovato e bastonato dallo Stato! Approvo In pieno! LE LEGGI SONO CHIARE. Bisogna solo conoscerle. Rag. Andrea Ruffini

    1. Buongiorno.
      Premesso che non trova scritto nell'articolo che "la Legge dice" e premesso che siamo i primi che hanno sempre sostenuto che le leggi siano chiare, Le consiglio la consultazione dell'art. 149 del TUIR.
      I migliori saluti, Gabriele Aprile

    1. Buongiorno.
      I frequentatori devono essere soci dell'Associazione e/o possessori di tessera ARCI.
      I migliori saluti, Gabriele Aprile

  19. Buongioro, molto presto risolleverò dal fallimento un circolo Arci che si oocupa di teatro, e promozioni musicali…, vorrei sapere , è d'obbligo tenere un registro contabile tramite un commercialista?? Se all'interno si vende ai soli tesserati bevande alcoliche e non c'è l obbligo di emetter scontrino, come si fa a tenere conto?? solo contando i soldi a fine serata?? Cordiali saluti

  20. É possibile comprare la gestione di un circolo? Precisamente già avviato da anni come sportivo dilettantista e bar all'interno? Grazie

    1. Buongiorno.
      Non è possibile. Inoltre, chi propone queste trattative, potrebbe essere facilmente denunciato. Rappresentare un ente non profit non significa assolutamente esserne il proprietario…
      I migliori saluti, Gabriele Aprile

  21. Salve, io e altri due ragazzi vorremmo aprire un circolo culturale e ricreativo basato su giochi da tavolo, videogiochi (PC/Playstation) e fumetti, con delle zone LAN dove i soci possono utilizzare computer e connesioni dedicate per giocare online e dove organizzeremmo tornei su base mensile; è possibile affiancare a questo tipo di attività quella di pub, somministrando quindi bevande (anche alcoliche) e alimenti (piadine/panini)? In tal caso è obbligatoria l'affiliazione a qualche ente a diffusione nazionale (ARCI, AICS, ecc.)?

  22. Salve, io e un altra persona vorremmo aprire un luogo d incontro con un laboratorio artistico di stampa, una zona ristoro con prodotti km Zero e poi eventualmente la possibilità di usare giochi da tavolo, scambiare vendere e comprare abiti usati e vintage oppure libri. Si può fare questo o qualcosa di simile come associazione o non è la forma giusta? Nella zona ristoro i soci possono comprare da mangiare o dobbiamo solo chiedere un contributo? E per i laboratori artistici ? Non sappiamo da dove cominciare. Grazie.

  23. Una A.S.D. che utilizza, grazie alla legge 383/2000 un locale di mq 1000 accatastato C6 e quindi ad uso magazzino e/o garage, può sub affittare una parte degli stessi locali ad un altra società che pratica sport per professionisti, contravvenendo in questo modo il fine ricreativo e culturale che è la base di ogni A.S.D.

    1. Buona sera, mi perdoni ma una ASD, a meno che da statuto sia anche una APS iscritta al registro delle APS, non può utilizzare la 383/2000 e quindi la destinazione d'uso deve necessariamente essere compatibile con la presenza di persone.
      I migliori saluti, Gabriele Aprile

    2. Gentile Sig. Gabriele, la ringrazio innanzitutto per la sua tempestiva risposta e le preciso che questa ASD è sorta dopo la chiusura di una precedente APS rilevando l'attività di quest'ultimi dopo gli accertamenti fatti, ad un anno dall'apertura ( in Italia prima si fanno aprire questi locali, poi forse si va a controllare) della Polizia Locale, Guardia di Finanza e Asl.
      Ora negli stessi locali accatastati C6, altre persone hanno aperto questa ASD, quindi solo un cambio di denominazione sociale, ma rimanendo con gli stessi peccati originari di quella fallita pochi mesi prima. Quindi attività diverse, con ingresso libero a tutti e sub affitto di una parte dei locali ad una società preesistente che pratica sport con fine professionistico.

  24. e legale che un circolo privato usa lo spazio esterno di proprieta del condominio e ben visibile dalla piazza pubblica grazie

    1. Buongiorno.
      Gli spazi legati alla somministrazione non possono avere l'accesso dalla pubblica via. Inoltre, non si possono pubblicizzare sulla via queste attività.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  25. Il TUIR art 111 comma 4 recita: "La disposizione del comma 3 non si applica per le cessioni di beni nuovi prodotti per la vendita, per le somministrazioni
    di pasti ……" ma non specifica a chi deve essere rivolta la somministrazione di alimenti e bevande. L'art.4 cioè, dispone che tali attività devono essere trattate come commerciali, ma non dice che queste attività devono essere rivolte solo ai soci. Sbaglio? Una ASD può svolgere anche ristorante per soci e non soci? (se ha la licenza commerciale, la somministrazione, fa gli scontrini e non gode delle agevolazioni della 398, ma paga iva e tasse?) O c'è qualche altra legge o interpretazione che mi sfugge?

  26. Siamo una ASD facciamo fitness, pilates,balli di gruppo e tango. Questo inverno ci stiamo appoggiando ad un balneare che, essendo chiuso nel periodo invernale, ci da la sala gratuitamente. Per la prossima estate vorremmo prendere in affitto questo balneare in modo da continuare le attività all'esterno (è dotato di pista da ballo) e poter inserire corsi e tornei di beach tennis, beach bolley, pallacanestro (ci sono i campi esterni) e corsi di nuoto in mare. Il balneare ha anche il bar e il ristorante. Ora chiedevo, è possibile per una ASD gestire anche questi? Certamente l'incasso del ristorante (svolto principalmente con clienti del balneare) supererà di gran lunga le entrate istituzionali, ma le entrate commerciali ci serviranno per pagare i compensi degli istruttori, garantendo cosi tutti i corsi (anche se in alcuni ci sono pochi allievi e con quote basse). E' poi ovvio che i tesserati avranno uno sconto al ristorante, ma i clienti del balneare sicuramente saranno la maggior parte. E' possibile gestire un ristorante? anche eventualmente rinunciando alle agevolazioni della 398 e quindi pagando le tasse, emettendo gli scontrini fiscali e pagando l'iva per differenza? Ci sono altri casi di questo tipo in giro? Eppoi il ristorante sarebbe solo per 5 mesi, mentre per gli altri mesi invernali, il ristorante rimane chiuso e quella sala la utilizziamo per i corsi. Attualmente non abbiamo nessun locale nostro, dove svolgere le attività, questo sarebbe un buon modo per avere un punto fisso, e coprire tutte le spese istituzionali. Altrimenti tra un mese rimaniamo senza un posto dove andare. Cosa ci consiglia? SI RISCHIA IL DISCONOSCIMENTO della ASD? (questo problema ci interessava sapere in particolare)

  27. Salve, inizio col farvi i complimenti per il sito e la vostra profesionalità.
    Io e alcuni amici stituire un circolo ricreativo praticamente si partirebbe dai giochi da tavolo classici, giochi di ruolo, karaoke, giochi di ballo con la wii, tornei di fifa e tante altre cose in maniera gratuita… logicamente molti degli eventuali soci trascorrerebbero molto tempo nel locale e quindi gli vorremmo offrire la possibilità di poter contare su un piccolo angolo ristoro. Lo possiamo fare? Eventualmente come si procede dopo la costituzione del circolo? A chi ci si rivolge?

  28. buonasera e possibile aprire un circolo in u locale che fino al 30 di agosto era un bar e apertura è prevista tra qualche giorno grazie

    1. Buongiorno.
      E' possibile! Ovviamente dipende da quale sarà l'oggetto sociale dell'Associazione. Se si è chiuso un bar per aprire un circolo che di fatto nasce per somministrare bevande ed alimenti, senza un fine ideale, trovo la situazione alquanto bizzarra…
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  29. buona sera, vi scrivo per avere alcune delucidazioni su una situazione che ormai va avanti da tanti,tantissimi anni nel mio paese. come dicevo molti anni fa (fra i 30/35 anni fa) nel mio paese fù aperto un circolo acs dove si faceva anche bar (all' epoca solo per i soci). premesso che adesso (da 10/15 anni) è divenuto un dancin bar,sempre sotto associazione (dove si balla il liscio più che altro, e dove si gioca a carte), negli ultimi 8/9 anni viene anche effettuata la somministrazione di cibo come piatti freddi, piatti pronti (cucinati a casa propria),pizze. Ad esempio stasera stanno facendo un apericena dove di aperi c' è davvero poco. Ora mi chiedevo come sia possibile farlo visto che non c' è cucina a norma e è tutto all' aperto. io sono il gestore di un ristorante nello stesso paese,e pago tutte le tasse,non solo ma ogni anno ne inventano una nuova dove puntualmente bisogna pagare profumatamente per mettersi in regola, a cui loro, ( a detta della segretaria del mio commercialista che li segue) non devono ottemperare perchè circolo acs e perchè aperti solo 3 mesi l'anno (i tre estivi quelli migliori, essendo un paesino di montagna dove si lavora bene solo da giugno a settembre). Per 5 anni mi sono rivolto alla mia associazione di categoria per cercare di cambiare una situazione pesante,ma mi hanno risposto che pultroppo non si può fare niente perchè sono circoli ben protetti e ben appoggiati e che alla fine qualche tassa la pagano quindi………………. devo dire che in effetti a proteggerli (e a evitare che vadano controlli) c' è uno dell' usl che vive in paese e loro cliente. è possibile che non si possa fare davvero niente? anche perchè anche a me è venuta (quasi) voglia di diventare un circolo acs……….un' ultima cosa: è doveroso dire che prima che aprissi la mia attività il comune (visto che al paese aveva chiuso tutto) a rilasciato un permesso speciale dove si dice che il suddetto locale possa dare da bere a tutti, soci e non, affinché ci fosse un posto dove i turisti potessero andare durante la vacanza. il permesso è stato dato da il capitano dei vigili urbani del comune (ora è morto) originario del paese che per l'appunto passava le ferie quassù. possibile che non ci sia modo di cambiare questo fatto? grazie, distinti saluti.

    1. Buongiorno.
      Premesso che mi dispiace per la Vostra situazione personale (ne conosco molti altri nella Vostra stessa situazione, mi creda!!!), l'unico consiglio che posso darLe è quello di fare una segnalazione alle autorità preposte. Tenga conto che a Torino, in una notte hanno chiuso i Murazzi (pub mascherati da Associazione). Le consiglio anche la lettura di questo articolo: http://www.tuttononprofit.com/2013/05/aprire-una-attivita-di-ristorazione-con.html

      A disposizione per qualsiasi chiarimento.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  30. L'articolo è ben fatto, solo non capisco una cosa:
    noi gestiamo un'associazione dilettantistica di biliardo, statuto registrato e tutti gli adempimenti (dall'EAS all'elenco soci) regolarmente svolti. abbiamo 3 biliardi e 3 macchinette da videopoker (regolarmente registrate, collegate e sui quali introiti paghiamo le tasse) ed un piccolo bar (autorizzato dal comune) che sin qui è stato gestito con un contratto di gestione di associazione in partecipazione.
    Questa scelta contrattuale ci fu consigliata anni fa dal coordinatore provinciale delle ACLI, che premesse la condizione di "vacatio legis" riguardo i bar dei circoli ed individuò in questo tipo di contratto una soluzione possibile.
    Come saprete tale pratica era assai diffusa in molti circoli italiani, ma il decreto Fornero ha specificato che tali "contratti di associazione in partecipazione" dovrebbero evolversi in partite IVA.

    Il nostro problema è che il nostro bar non ha introiti sufficienti per pagare sia gli adempimenti della partita IVA che uno stipendio umano al barista, in quanto il nostro è un "circolo con un bar" e non un "bar mascherato da circolo": ciò significa somministrazione ai soli soci (130 di cui moltissimi anziani) e quindi scarsi incassi che avevano sin qui accontentato l'associato in partecipazione (ovviamente uno dei soci) in quanto, come prevedeva la legge, potevamo lasciare a lui una percentuale assolutamente maggioritaria dell'utile.

    Arrivo finalmente alla domanda: nessun sano di mente con partita IVA può chiudersi nel nostro circolo, sarebbe destinato a fallire in meno di un anno. Possiamo pagare i nostri baristi con dei voucher lavorativi emessi dal circolo?

    Spero di essere stato chiaro nell'esplicare il nostro dilemma
    Cordialità

    1. Buongiorno Mattia.
      Premesso che la gestione dell'attività di somministrazione bevande ed alimenti deve essere gestita quale attività commerciale (al pari dei video poker sui quali non mi esprimo…), non comprendo quale sia il problema. Se l'Associazione opta (o ha optato) per il regime 398/1991, solo il 3% dell'imponibile viene assoggettato a tassazione e il 50% dell'iva incassata dalla somministrazione di bevande ed alimenti deve essere versata. Il pagamento di chi si occupa della somministrazione (premesso che abbia i titoli per somministrare) dipende da cosa fa questa persona nella vita, pertanto è difficile ipotizzare un contratto cosi su due piedi…

      A tal proposito, mi permetto di consigliarVi la consultazione di alcune guide, nello specifico "guida al non profit: come creare e gestire un'associazione", "non profit: come posso guadagnare?", "verifiche fiscali agli enti non profit". Le guide potete trovare, insieme ad altre
      sull’argomento, all'indirizzo http://www.movidastudio.it/edizioni.php .
      Resto a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento.
      I migliori saluti.
      Dott. GABRIELE APRILE

    2. La ringrazio della celere risposta,
      ovviamente leggerò quanto prima le sue guide tuttavia volevo risponderle su alcune sottolineature:

      Il parere delle LAPAM, verificato a loro dire presso l'agenzia delle entrate di zona, è che le slot-machine (in effetti non sono videopoker) costituiscono a tutti gli effetti attività ricreativa purchè limitata, com'è in effetti, ai soli soci.

      Anche a me questa cosa sembrava strana (sottolineo che sono entrato nella gestione di tale circolo da poco) ma mi sono dovuto arrendere ai pareri di chi ne sa più di me, e di conseguenza anche il suo parere sarebbe bene accetto.

      i requisiti del barista: monti non aveva decretato che i circoli non hanno bisogno dell'ex rec per la somministrazione durante le proprie attività?

      la figura del barista: potrebbe essere un disoccupato o uno studente, in tutti i casi non un lavoratore. parliamo insomma di persone che non hanno reddito alcuno.

      Di nuovo grazie per l'attenzione
      Mattia

    3. Buona sera Mattia.
      Rispondo per punti:
      – per quanto riguarda le slot-machine Le consiglio allora di farselo mettere per iscritto dalla LAPAM, compresi i riferimenti che hanno portato LAPAM a dire questo. In questo modo, dovesse mai subire un accertamento, quel documento sarà sicuramente tutelante;
      – se il barista ha l'ex rec non ci sono problemi, basta che abbia i titoli per somministrare;
      – per quanto riguarda i voucher, le prestazioni svolte a favore di ciascun singolo committente imprenditore commerciale o professionista non potranno generare compensi superiori a 2 mila euro, annualmente rivalutati.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  31. Buona sera siamo una società calcistica una GSD iscritta al campionato amatoriale UISP volevamo sapere: 1) Se era possibile aprie un circolo sportivo per attività ricreative e anche per la vendita di generi alimentari e bevande alcoliche 2) dato che nel nostro comune gia esiste un altro circolo CSEN (che fa tutto, tranne organizzare attività ricreative) si puo aprire un altro circolo nel nostro comune???(2.300 anime) 3) ci sono anche delle norme da rispettare come altezza di un locale se si dove mi posso informare???
    grazie Rossi Piero da Graffignano

    1. Buona sera Piero.
      Rispondo per punti:
      1) un circolo che svolge in via principale attività ricreative non può essere costituito come Associazione Sportiva Dilettantistica in qualche l'attività ricreativa non è attività sportiva. La vendita di generi alimentari e di bevande alcoliche è tipica di un ente commerciale, non di una Associazione. La somministrazione di alimeti e bevande è cosa possibile e deve essere rivolta esclusivamente ai soci;
      2) nessuno Ve lo vieta;
      3) SUAP comunale (per la destinazione d'suo dei locali) e ASL per la somministrazione bevande ed alimenti.

      Considerati i dubbi, mi permetto di consigliarVi la consultazione di alcune guide, nello specifico "guida al non profit: come creare e gestire un'associazione", "non profit: come posso guadagnare?", "verifiche fiscali agli enti non profit". Le guide potete trovare, insieme ad altre
      sull’argomento, all'indirizzo http://www.movidastudio.it/edizioni.php .
      Resto a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento.
      I migliori saluti.
      Dott. GABRIELE APRILE

  32. Salve, avrei bisogno di avere un paio di informazioni sulle società sportive dilettantische SSD:

    1. Per le associazioni è prevista la intrasmissibilità della quota o contributo associativo ad eccezione dei trasferimenti per causa di morte e non rivalutabilità della stessa.

    Se ho ben capito ciò NON vale per le SSD, per le quali le quote sono liberamente trasferibili anche tra vivi?

    2. Le società sportive dilettantische SSD possono aprire un bar o ciò è permesso solo alle associazioni sportive ASD?

    Grazie per l'attenzione

    1. Buongiorno.
      Rispondo per punti:
      1) le quote solo trasferibili anche tra vivi, consigliamo al valore nominale (altrimenti sarebbe facile desumere che si possa trattare di distribuzione di utile);
      2) Dovete chiedere al Comune il permesso per somministrare ai frequentatori, in quanto le ASD possono somministrare solo agli associati….nel caso di SSD invece la questione è più delicata..
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  33. buongiorno,
    vorrei semplicemente chiedere se fosse possibile aprire un circolo che si occupi del sociale,dove si organizzano tornei di scacchi,burraco,poker texas holdem e altri vari giochi di ruolo,con la possibilita' di somministrare cibi e bevande.vorrei anche sapere,se cio' fosse possibile,di quali licenze necessita' e se ci sono delle limitazioni di apertura per i comuni.
    grazie per una eventuale risposta
    massimiliano

    1. Buonasera, ho letto attentamente tutte le domande e risposte pubblicate qui sopra, non posso che complimentarmi con voi per il buon lavoro, comunque non sono ancora riuscito a dare una risposta alla mia domanda: quali sono i limiti oltre i quali il circolo ricreativo deve avere la partita iva? Nel nostro caso specifico noi somministriamo bevande ai soci e solo ai soci, abbiamo un paio di macchinette tipo videopoker e un biliardo, dei tavolini e una tv per eventi sportivi.
      Avendo anche la partita iva in automatico dobbiamo fare le liquidazioni periodiche e versare l'iva considerando la deduzione del 50% sugli alimenti e bevande vero?

      Grazie,
      gabriele mercuri

    2. Buongiorno Gabriele.
      Innanzitutto dipende se siete in regime 398/1991 o meno. In caso affermativo, ogni trimestre dovete versare il 50% dell'iva incassata.

      Inoltre, in sede di eventuale accertamento, mi permetto di dirVi che gli accertatori potrebbero contestarVi la natura associativa dell'ente. Leggo che fate somministrazione, avete le macchinette, tavolini e tv per gli eventi sportivi e non leggo nulla sugli scopi sociali. Così a primo impatto sembra a tutti gli effetti un pub, ma forse mi sbaglio…

      Vi consiglio la consultazione di alcune guide, ma una in particolare: verifiche fiscali agli enti non profit. Potete trovarle all'indirizzo http://www.movidastudio.it/edizioni.php

      A disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento o confronto, pubblico o privato.

      Gabriele Aprile

      gabriele@movidastudio.it

  34. Buongiorno,
    sono un cuoco dilettante, grande appassionato di cibo genuino, km 0, seguace della filosofia Slow food e in passato anche degustatore di vino per periodici e guide.
    Da 6 anni scrivo anche un blog sull'argomento.
    Con la mia compagna vorremmo aprire un circolo ricreativo enogastronomico, con la finalità di fare corsi di degustazione (sono sommelier), serate con produttori bio o comunque attenti alla sostenibilità, piccoli eventi musicali dal vivo in cui abbinare alla musica del cibo e del vino.
    Oltre a questo ogni giorno vi sarebbe attività di somministrazione cibo, a seconda della stagione e delle proposte del mercato.
    Il locale che abbiamo individuato è molto piccolo, 45 mq più una piccola cucina, per cui i numeri che potremo realizzare sono bassi per poter creare concorrenza ai locali della zona o per attirare controlli.
    Però, occupandomi dell'organizzazione degli eventi e della gestione circolo a tempo pieno penso mi spetti una remunerazione.
    In che termini fiscali e con che limiti retributivi dovrò agire?
    Grazie e complimenti per il sito

    Giacomo

    1. Buongiorno Giacomo,
      il consiglio è quello di prestare molta cura nella scelta delle persone da inserire nel consiglio direttivo. Se questo sarà il Vostro lavoro, è sicuramente sconsigliata (al fine di evitare palesi conflitti di interesse) la Vostra presenza nel consiglio direttivo. L'unica soluzione che vedo è quella che Lei venga assunto dall'Associazione (part-time o full-time). Comprenderà che un Presidente che si firma il contratto di assunzione (o la moglie che lo firma al marito, guarda caso componenti entrambi del direttivo) è una situazione alquanto bizzarra trattandosi di Associazione.

      Resto comunque a disposizione per qualsiasi approfondimento (immagino che preferisca privato) e mi permetto di consigliarLe la consultazione di tre guide:
      – Guida al non profit: come creare e gestire un'Associazione,
      – Non profit: come posso guadagnare?
      – Verifiche fiscali agli enti non profit.
      Queste guide, insieme ad altre guide sul tema, può trovarle all'indirizzo http://www.movidastudio.it/edizioni.php

      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile
      gabriele@movidastudio.it

  35. Buongiorno,

    noi siamo un'associazione di promozione sociale. Il nostro è un ente senza fine di lucro a tutti gli effetti, abbiamo una solida vita associativa, ecc. (questo per sottolineare come non siamo alla ricerca di escamotage vari..). Ora, noi gestiamo, in collaborazione con un ente pubblico territoriale, un centro dedicato alle attività giovanili, all'interno di questo spazio c'è anche un salone che utilizziamo per l'organizzazione di eventi performativi di varia natura (proiezioni, concerti, spettacoli teatrali, ecc.). La domanda che vorrei porre riguarda la possibilità di somministrera cibi e bevande. Trattandosi di eventi saltuari (dall'1 ai 4 al mese), mi sembra di capire che sarebbe possibile, soprattutto se struttarissimo la programmazione in piccoli festival, seguire l'iter per le somministrazioni temporanee. Fermo restanto il rispetto delle norme igenico sanitarie e di tutti gli obblighi vari, mi chiedo come un'attività del genere si configurerebbe dal punto di vista fiscale. Se non ho capito male, come ADP possiamo somministrare cibi e bevande ai soci anche se senza partita iva perché non viene considerata un'attività commerciale…ma nella somministrazione temporanea? Essendo la norma che fa riferimento anche alle sagre di paese, le feste di partito, e, in generale, le fiere all'aperto, suppongo che si preveda la somministrazione anche ai non iscritti. Chiedo questo perché noi tesseriamo tutti quelli partecipano alle nostre attività, ma non chi viene ad assistere agli spettacoli. Somministrare ad offerta libera, invece che con prezzi fissi, potrebbe agevolare la gestione?
    Grazie per l'attenzione

    1. Buona sera.
      Esistono 3 problemi:
      – ammministrativo -> bisogna richiedere il permesso al Comune per la somministrazione continuativa o temporanea (ogni week end non mi sembra molto temporaneo…);
      – igienico sanitario;
      – fiscale -> la somministrazione è sempre attività commerciale e in sede di eventuale accertamento può essere poco credibile che si possa richiedere un'offerta libera per bypassare la commercialità dell'operazione.
      I migliori saluti,
      Gabriele Aprile

  36. Salve, complimenti per le risposte esaustive e professionali che leggo.
    Vorrei porre un quesito: è possibile avviare un circolo culturare per promuovere la cultura dell'arte dermografica (tatuaggio)essendo ancora questo genere di attività non riconosciuta legalmente con una legge specifica se non con una circolare del Ministero della Sanità che stabilisce solo le direttive sanitarie di questa pratica ma che alla Camera di Commercio non trova alcuna collocazione professionale se non nelle attività "varie" alla stregua dei maghi e simili?…
    E nel caso in cui si praticano anche dei servizi ai soci di tipo estetico, come ad esempio trattamenti estetici e di acconciature, questultime inquadrate come attivita professionali,come fare per aver eventuali agevolazioni come per la somministrazione di alimenti e bevande?… Grazie!…

    1. Buongiorno e grazie per i complimenti.

      Le attività evidenziate non possono rientrare tra le attività tipiche di un ente non profit. Mi spiego meglio: in Italia esistono già delle realtà che si occupano di questo e nascono come Enti commerciali, consapevoli che l'attività proposta non può che essere commerciale. Anche le Associazioni possono svolgere in via secondaria e sussidiaria attività commerciale, ma le attività che ha evidenziato non possono essere inquadrate nemmeno come sussidiarie, proprio perchè attività tipiche di un ente for profit.

      Mi permetto quindi di farLe una domanda provocatoria: perchè tutti gli/le altri/e parrucchieri/e ed estetisti/e non hanno aperto un'Associazione?

      I migliori saluti.

  37. Buongiorno,
    un'associazione del genere esiste e nessuno gli dice nulla,anzi ha pure in affitto agevolato i locali di una ex scuola elementare.
    Non emette scontrini ma apre la mattina presto per vendere cappuccini e cornetti e chiude la sera dopo che sono arrivati i cornetti di mezzanotte, facendo concorrenza sleale ai vari negozi regolari della zona.

    1. Buongiorno,
      direi che ci sono tutte le premesse per segnalare un Ente del genere all'Agenzia delle Entrate o alla Guardia di Finanza.
      I migliori saluti

  38. Può esistere un circolo sportivo che fa solo attività di bar, gioco carte e apparecchiature da intrattenimento?

    1. Buongiorno,
      un'Associazione del genere che tipo di attività sportiva dilettantistica promuoverebbe? Spiacenti, ma non è possibile pensare di gestire un Ente del genere con una ASD. Addirittura mi permetto di dire che non è possibile gestire un Ente del genere con una Associazione.
      I migliori saluti

  39. Buongiorno,
    è possibile costituire un'Associazione per promuovere e diffondere la cultura legata a questo argomento. Se costituisce il tutto in autonomia i costi sono di circa 250 euro. I successivi costi potranno essere legati all'eventuale apertura di partita IVA, agli investimenti per l'acquisto dei materiali, alle utenze, ecc… Se necessita di un supporto professionale, può contattarci privatamente agli indirizzi gabriele@movidastudio.it o stefano@movidastudio.it

    I migliori saluti

  40. buongiorno vorrei aprire un circolo culturale con lo scopo di far conoscere alla gente che si può vivere bene,anzi meglio,lo stesso mangiando prodotti biologici a km 0 possibilmente, e vegetariani.
    per far questo ovviamente necessito di una cucina e quant'altro.
    si può aprire un circolo per fare questo? a che spese vado incontro?
    grazie

  41. Buongiorno, sono spiacente nell'informarLa che l'approvazione da parte di Enti nazionali dello Statuto sociale di alcuni circoli non mette al riparo quest'ultimo da eventuali contestazioni circa la forma con cui lo stesso è stato redatto, e ora Le indico la spiegazione.

    Lo scopo delle Federazioni e degli Enti di Promozione Sportiva è quello di "fare numeri", giustificando dunque i contributi che annualmente ricevono dal CONI in virtù delle asd o ssd affiliate. Nessun interesse muove federazioni od EPS in ordine alla verifica dei requisiti formali previsti negli Statuti.
    Questo non significa che lo statuto di tali circoli sia per forza NON a norma, ma sicuramente non è stato vagliato dalla Federazione o EPS sulla base dei requisiti prescritti dalla legge per poter usufruire delle agevolazioni fiscali.

    Il problema che Lei ha giustamente evidenziato è reale. Non so se può consolarla o meno, ma l'Agenzia delle Entrate (e non solo) soprattutto in questi ultimi due anni sta facendo cassa proprio grazie ai circoli da Lei evidenziati che di fatto sono società commerciali camuffate.

    Se conosce una o più realtà del genere, non abbia paura ad esporre una denuncia anonima.

    A disposizione per ulteriori confronti.
    I migliori saluti,
    Gabriele Aprile
    Stefano Bertoletti

  42. Tutto giusto nell'articolo anche se non capisco come possano esserci dei circoli sociali affiliati ad enti nazionali che in realtà sono ristoranti/discoteche a tutti gli effetti.
    I controlli lì non li fanno?Siamo sicuri che quelli dentro siano tutti soci?Siamo sicuri che pubblicare una certa serata in giro come se l'ente fosse una discoteca sia corretto?
    E se l'attività di questi "circoli" non si limitano solamente alla serata in discoteca, come mai non se ne sa mai nulla?

  43. Buongiorno,
    credo che l'articolo sia molto chiaro e che sia in grado di evidenziare l'impossibilità di poter gestire come enti non profit le realtà che sono oggettivamente commerciali.
    La situazione da Voi evidenziata è quella che tipicamente fa gola agli accertatori. Potete scegliere di fare ciò che desiderate, ma il mio supporto si ferma qui, in quanto non seguiamo enti commerciali, tanto meno situazioni ingestibili e non corrette.
    I migliori saluti,
    Gabriele

  44. SALVE, HO INTENZIONE DI APRIRE UNA DISCOTECA PRIVATA, MA LEGGENDO TRA LE RIGHE NON è MEGLIO APRIRE UN CIRCOLO RICREATIVO? PREMETTO CHE L'IMMOBILE è DI PROPRIETA' NOSTRA… TEMPO FA MI VOLEVANO AFFITTARE UN CIRCOLO RICREATIVO, PURE TUTTE LE SERATE IN CAMBIO DI SOLDINI?? ALLORA MI CHIEDO COME FUNZIONA TUTTO L'ITER, GRAZIE

  45. Buona sera Andrea,
    alcuni soggetti persistono, ma in qualsiasi caso i controlli stanno aumentando e giustamente chi abusa delle agevolazioni fiscali prima o poi ne paga le conseguenze.
    Grazie a te

  46. Ciao. Mi ricordo benissimo di quel servizio. Anche nella provincia in cui vivo hanno fatto chiudere un paio di circoli…da quanto leggo quindi la gente persiste!
    Grazie Gabriele,
    Andrea

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *